Martiri del Laos

Martiri del Laos

(†1954-1970)

Beatificazione:

- 11 dicembre 2016

- Papa  Francesco

Ricorrenza:

- 16 dicembre (celebrazione di gruppo)

Joseph Thao Tiên (considerato il protomartire del Laos), sacerdote diocesano, e 10 compagni, sacerdoti professi della Società delle Missioni Estere di Parigi e della Congregazione dei Missionari Oblati della Beata Maria Vergine Immacolata, nonché 4 compagni, laici, martiri

  • Biografia
  • il martirio
La Chiesa nel Laos è nata dal sangue dei martiri

 

Nella terra del Laos, fino alla Pasqua del 1953, nessun sacerdote aveva ancora avuto l’opportunità di mostrare con la vita queste parole di Cristo e per amore del gregge loro affidato sono disposti ad offrire la vita. Allo scoppio della guerra civile furono molti a soffrire il martirio. Questi veri testimoni della fede sono:

1.  Joseph Thao Tien. All’arrivo delle truppe ribelli, il giovane sacerdote laotiano, nato nel 1918, era rimasto l’unico sacerdote nella sua vasta regione. Agli amici che lo supplicavano di fuggire, ai nemici che glielo ordinavano, rispose solo: “Rimango per il mio popolo. Sono pronto a dare la vita per i miei fratelli laotiani.” I seguenti quattordici mesi, fino alla morte, furono come una lenta agonia: arresti domiciliari con divieto di far ministero; prigione; processo popolare sotto l’accusa di alto tradimento; campo di rieducazione; minacce di morte. P. Joseph Tien mai variò, neanche di una virgola, nella sua fedeltà alla parola data, e nella sua identificazione con Cristo Buon Pastore e con Cristo in croce. Aveva oramai sete di dare la vita per il suo gregge. Egli era consapevole di esporsi alla morte, e una morte brutale. Non poteva però dimenticare il suo obbligo di sacerdote, scelto da Gesù per continuare la Sua missione: sapeva e sperava che la sua testimonianza avrebbe dato buoni frutti. Inoltre, la costanza e la fedeltà della sua vita sacerdotale la avevano preparato per il sacrificio supremo; esse stavano per dar un valore perenne alla sua morte precoce, avvenuta il 2 giugno 1954. P. Tien fu il primo di una lunga serie di sacerdoti martiri: oriundi di terre di antica cristianità, presero il loro giovane confratello laotiano come modello per la vita e di ministero.

2. Padre Jean Baptiste Malo, delle Missioni Estere di Parigi (MEP). Aveva 55 anni ed era stato missionario in Cina; morì di sfinimento e di maltrattamenti il 28 marzo 1954, oltre il confine vietnamita, sulla strada per i campi di concentramento.

3. Padre René Dubroux MEP, di 45 anni: tradito da uno dei suoi collaboratori, fu assassinato il 19 dicembre 1959.

4.  Padre Mario Borzaga, Oblato di Maria Immacolata (OMI), di 28 anni. Era un apostolo di alto valore; durante un visita alle comunità cristiane cadde in un’imboscata, e fu freddamente sgozzato il 1 ° maggio 1960.

 

Nel 1961, ben cinque sacerdoti missionari seguirono l’esempio lasciato dal protomartire Joseph Tien, fedeli come lui, fino alla fine, alla loro vocazione di buoni pastori:

5. Padre Louis Leroy OMI, di 38 anni, e il suo confratello

6. Padre Michel Coquelet OMI, di 30 anni. Rifiutarono ostinatamente di lasciare le loro stazioni di missione sulle montagne di Xieng Khouang, proseguendo a pregare, catechizzare e curare gli ammalati, e accettando in anticipo di morire uniti a Gesù, per non abbandonare quei poveri di Dio. Furono uccisi in odio della fede, rispettivamente il 18 e il 20 aprile 1961.

7. Padre Vincent L’Hénoret OMI, di 40 anni. L’11 maggio 1961 si recava in bicicletta a Muang Kham per celebrare l’Ascensione del Signore. Aveva documenti in regola rilasciati dai nemici, ma essi lo colpirono con una raffica alle spalle.

8. Padre Noël Tenaud MEP, di 57 anni, evangelizzava con un catechista la provincia di Savannakhet. Un pastore protestante consigliò ai due apostoli di porsi in salvo, come lui, in città; ma loro decisero invece di proseguire verso i villaggi catecumeni. Intrappolati tra due fuochi, furono catturati ed eliminati il 27 aprile 1961.

9. Padre Marcel Denis MEP, di 42 anni, pioniere instancabile della missione, aveva visitato a piedi per il Vangelo tutta la parte alta della provincia di Khammouane. Tenuto in ostaggio per tre mesi, fu fucilato il 31 luglio 1961.

10. Padre Jean Wauthier OMI, di 35 anni, era diventato l’apostolo e il difensore dei profughi kmhmu’ abbandonati da tutti. Il 16 dicembre 1967 venne giustiziato per ordine di militari corrotti; si meritò il titolo popolare di “martire della giustizia e della carità”.

11. Padre Lucien Galan MEP, di 40 anni, già missionario in Cina. Visitava i catecumeni in villaggi distanti nell’entroterra del Champasak con due ragazzi. La loro macchina cadde in un’imboscata. Il sacerdote e uno dei ragazzi morirono fianco a fianco il 12 maggio 1968.

12. Padre Joseph Boissel OMI, di 60 anni, partiva da Paksane, con due giovani suore, per la Santa Messa e la catechesi in un paesino di profughi. Morì in un agguato il 5 luglio 1969.

 

I sacerdoti non furono gli unici capaci di ammirare ed emulare l’esempio del primo martire, il Beato Joseph Thao Tien. In quella nazione afflitta da una persecuzione cruenta, catechisti e fedeli ordinari diedero poco a poco il cambio ai sacerdoti per rendere testimonianza a Cristo e alla potenza della sua risurrezione, partecipando alle sue sofferenze. Il primo ad aprire la strada del martirio laicale nel Laos fu il catechista di P. Mario Borzaga:

13.    Paolo Thoj Xyooj, di 19 anni, rifiutò di essere separato dal suo sacerdote; offrì la sua giovane vita per rimanere fedele al suo ideale cristiano.

14.    Il secondo testimone laico fu Joseph Outhai Phongphumi, un vedovo di 29 anni, che seguiva con costanza il suo mentore P. Noël Tenaud, e morì martire con lui il 27 aprile 1961.

15.    Il più giovane dei martiri laici fu Thomas Khampheuane Inthirath, di soli 16 anni. Non ignorava niente del pericolo, ma fu proprio a causa di questo che si offrì come volontario per accompagnare P. Lucien Galan; fu ucciso con lui il 12 maggio 1968.

 

Gli ultimi due sulla lista Martiri del Laos facevano parte di una nuova generazione: sono laici muniti di un mandato ufficiale della Chiesa diocesana per portare Cristo nei posti che i sacerdoti non potevano più raggiungere.

16.    Luc Sy era un catechista in missione; aveva 32 anni.

17.    Il suo compagno Maisam Pho Inpeng, di 36 anni, era il leader di una piccola comunità cristiana in cui quasi tutti erano catecumeni. Entrambi avevano moglie e figli. I due furono uccisi dai nemici della fede il 7 marzo 1970.

Non ci fu alcun coinvolgimento dei Servi di Dio in attività politiche né episodi di ribellione da parte loro nei confronti delle milizie comuniste rivoluzionarie. Pertanto la causa della loro morte è da identificarsi  esclusivamente nel loro essere cristiani e religiosi e testimoni dei valori del vangelo.

I Servi di Dio erano ben consapevoli del grave pericolo che incombeva su di loro. Il semplice fatto di essere cristiani, sacerdoti o catechisti li esponeva ad un rischio reale e imminente. Una disponibilità a vivere fino in fondo la loro fedeltà a Cristo e alla Chiesa li accompagnò in quei terribili periodi e si manifestò in gesti e parole: una fede limpida, una carità sincera, una speranza incrollabile sostenne la loro mite fortezza. Nessuno di noi aveva paura. Tutti avevano preso la difesa dei più poveri e dei malati e soprattutto volevano annunciare il vangelo. Essi mai rinnegarono il loro status di religiosi e di credenti, e con piena consapevolezza andarono incontro alla morte, unendo il loro sangue a quello dell’Agnello.