Martiri Spagnoli Cistercensi della Stretta Osservanza (Trappisti) e di San Bernardo

Martiri Spagnoli Cistercensi della Stretta Osservanza (Trappisti) e di San Bernardo

(†1936-1938)

Beatificazione:

- 03 ottobre 2015

- Papa  Francesco

Ricorrenza:

- Senza data (Celebrazioni singole)

Pio Heredia e 17 compagni e compagne, degli Ordini Cistercensi della Stretta Osservanza e di San Bernardo , martiri, uccisi durante la guerra civile spagnola

  • Biografia
  • i martiri
  • angelus
“Lodiamo il Signore per questi suoi coraggiosi testimoni e, per loro intercessione, supplichiamolo di liberare il mondo dal flagello della guerra” (Papa Francesco)

 

Agli occhi degli anarchici il monastero cistercense di Viaceli in Spagna appariva come un covo di reazionari e di nemici della rivoluzione. Per questo motivo, l’8 settembre 1936, nel pieno della guerra civile spagnola, il cenobio venne circondato e occupato in poco tempo. I 38 monaci della comunità furono trasferiti come prigionieri a Santander nel collegio dei salesiani. Non contenti, gli occupanti distrussero tutte le immagini sacre presenti nel monastero.

Stessa sorte capitò agli oggetti di culto. Questo episodio fu il preludio del martirio di Pío Heredia Zubía e 17 compagni e compagne degli ordini cistercensi della stretta osservanza (trappisti) e di San Bernardo, che il cardinale Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle cause dei santi, in rappresentanza di Papa Francesco, beatifica a Santander, sabato 3 ottobre.

Nel gruppo di questi martiri sono state inserite anche due monache cistercensi, María Micaela Baldoví Trull e María Natividad Medes Ferris, originarie di Algemesí (Valencia), appartenenti al monastero di Fons Salutis di Algemesí.

Nel luglio 1936 la comunità cistercense venne espulsa dal monastero e la badessa, suor Baldoví Trull, trovò rifugio in casa di sua sorella Encarnación. Tre mesi dopo venne scoperta e incarcerata con sua sorella nel monastero trasformato in prigione.

Nella notte del 9 novembre vennero uccise sulla strada per Valencia. Si ipotizza siano state decapitate, visto che nel 1939, quando vennero rinvenuti i loro resti, trovarono le due teste separate dal corpo. Suor María de la Natividad Medes Ferris aveva trovato rifugio in casa di suo fratello José insieme con due frati carmelitani, Ernesto e Vicente. I quattro vennero incarcerati nel monastero di Fons Salutis e fucilati nella notte del 10 novembre.

Tre sono i gruppi di martiri:

A] Dodici Servi di Dio, appartenenti all’Ordine dei Cistercensi della Stretta Osservanza del Monastero “Santa Maria di Viaceli” a Cóbreces (Spagna), che furono incarcerati e massacrati a Santander. Nella festa di San Bernardo, agosto del 1936, venne comunicato in quella zona della Spagna il decreto di soppressione del culto cattolico e i monaci furono costretti a celebrare la liturgia in privato nascostamente. Il 24 agosto successivo furono confiscati tutti vasi sacri. Nel settembre successivo la maggior parte dei religiosi furono trasferiti a Santander nell’Istituto Salesiano trasformato in carcere dove, sostenuti dal Priore, il Servo di Dio Pío Heredia, continuarono la loro vita di preghiera e mantennero la serenità e la forza d’animo pur fra mille vessazioni e ingiustizie. Grazie all’intervento di amici, essi furono liberati fra il 13 e il 16 settembre e si rifugiarono, in tre piccoli gruppi, presso parenti e amici, con lo scopo di continuare a vivere la loro vocazione. Nei primi giorni di dicembre i monaci dei primi due gruppi furono arrestati di nuovo e uccisi. Del terzo gruppo, disciolto dopo la uccisione del Servo di Dio Pío Heredia, il 31 dicembre 1936 fu ucciso il Servo di Dio Leandro Gómez. I monaci del primo gruppo furono uccisi nella notte fra il 2 e il 3 dicembre 1936; quelli del secondo gruppo nella notte seguente. Le esecuzioni avvennero in segreto ed i loro corpi furono gettati in mare dalla scogliera di Santander (Spagna).

 

B] Cinque Servi di Dio, appartenenti all’Ordine dei Cistercensi della Stretta Osservanza della medesima abazia, che al momento dell’arresto dei summenzionati Servi di Dio furono costretti a rimanere al Monastero. Due di essi, dovettero istruire i miliziani sul funzionamento e sull’amministrazione della fabbrica di cacio e di burro ivi presente. I miliziani cercarono di convincere i due religiosi a passare dalla loro parte con promesse vantaggiose, ma essi resistettero e mai acconsentirono. Dopo aver appreso quanto loro interessava, il 20 o 21 settembre 1936 i miliziani caricarono i due religiosi su una vettura, dicendo loro che li avrebbero condotti a Santander, ma lungo la strada, davanti a Rumoroso, li uccisero.

 

C] Infine, due Serve di Dio appartengono all’Ordine Cistercense di San Bernardo.

Questi martiri sono:

1. Pío (Julián) Heredia Zubía. Nacque a Larrea (Spagna) il 16 febbraio 1875. Entrato nel noviziato nel Monastero Cistercense della Stretta Osservanza di Val San José a Getafe (Spagna), fu ordinato sacerdote il 18 marzo 1899. In seguito fu destinato al Monastero di Santa Maria di Viaceli dove divenne Maestro dei novizi e Superiore. Si dedicò in maniera instancabile alla comunità e venne considerato da tutti come uomo di preghiera e di profonda devozione mariana.

2. Amadeo García Rodríguez. Nato a Villaviciosa di Perros (Spagna) il 14 settembre 1905, entrò nel Monastero Cistercense di Santa Maria di Viaceli e nel 1929 fu ordinato sacerdote.

3. Valerio Rodríguez García. Nato a Villaviciosa di Perros il 10 giugno 1906, entrò nel Monastero di Santa Maria di Viaceli e nel 1930 fu ordinato sacerdote.

4. Juan Bautista Ferrís Llopis. Nato a Valencia (Spagna) il 24 marzo 1905, dopo una breve esperienza presso i Padri Scolopi, conobbe il Servo di Dio Pío Heredia e, sentendosi chiamato alla vita monastica, entrò nel Monastero di Santa Maria di Viaceli e nel 1932 fu ordinato sacerdote.

5. Álvaro Gonzáles López. Nato a Noceda del Bierzo (Spagna) il 27 aprile 1915, entrò nel Monastero di Santa Maria di Viaceli ma a causa della guerra civile fu costretto a fare ritorno a casa. Rientrato, emise la prima professione il 1° gennaio 1934.

6. Marcelino Martín Rubio. Nato a Espinosa di Villagonzalo (Spagna) il 4 novembre 1913, entrò nel Monastero di Santa Maria di Viaceli ma al termine del noviziato non rinnovò i voti, lasciò il Monastero dove, però, rientrò, più maturo e fervoroso, nel 1935.

7. Antonio Delgado González. Nato a Burgos (Spagna) il 28 gennaio 1915, entrò nel Monastero di Santa Maria di Viaceli e fu accolto come oblato di coro non potendo iniziare il noviziato per la sua gracile salute; nonostante ciò si distinse per la sua profonda pietà e comportamento.

8. Eustaquio García Chicote. Nato a Támara de Campos (Spagna) il 16 agosto 1891, entrò nel Monastero di San Isidoro di Dueñas (Spagna). Nonostante fosse un buon lavoratore e molto silenzioso, la sua poca forza fisica lo condusse ad avere la dispensa dai voti; restò comunque al servizio dell’Ordine presso il monastero di Val San José. Nel 1928 sollecitò la sua riammissione e la ottenne ricominciando il noviziato nel Monastero di Santa Maria di Viaceli. Emise i voti solenni nel gennaio del 1934.

9. Ángel De La Vega González. Nato a Noceda del Bierzo (Spagna) il 15 ottobre del 1868, contrasse matrimonio nel 1891. Rimasto vedovo, si prese cura degli otto figli che educò alla fede cristiana. Nel gennaio del 1931 iniziò il noviziato come fratello converso, emise la professione solenne nel gennaio 1936.

10. Ezequiel Álvaro De La Fuente. Nato il 21 maggio 1917 a Espinosa de Cerrato (Spagna), entrò come oblato nel Monastero di Viaceli. Nel 1933 prese l’abito come novizio ed emise i voti temporali due anni dopo.

11. Eulogio Álvarez López. Nato a Quintana de Fuseros (Spagna) il 28 luglio 1916, entrò nel Monastero di Santa Maria di Viaceli nel 1930. Emise la professione temporanea nell’aprile del 935.

12. Bienvenido Mata Ubierna. Nato a Celadilla Sotobrin (Spagna) il 24 maggio 1908, entrò nel Monastero di Santa Maria di Viaceli; dopo aver appena iniziato il noviziato, fu ucciso.

13. Eugenio García Pampliega. Nato a Villagonzalo Pedernales (Spagna) il 23 novembre 1902, all’età di tredici anni fece il suo ingresso nella scuola monastica di Santa Maria di Viaceli rimase nell’Abazia e fu ordinato sacerdote nell’aprile del 1927.

14. Vincente Pastor Garrido. Nato il 16 febbraio 1905 a Valencia (Spagna). Entrò nel Monastero di Santa Maria di Viaceli e nel marzo del 1929, fu ordinato sacerdote.

15. Leandro Gómez Santamaría. Nato il 13 marzo 1915 a Ontomín (Spagna). Entrò nel Monastero di Santa Maria di Viaceli. Emise la professione temporanea nel 1935. Rifugiatosi in una abitazione privata, dopo essere stato scovato, il Servo di Dio ammise di essere un religioso: fu pertanto picchiato selvaggiamente; poi tra il 30 e il 31 dicembre 1936 fu caricato di forza su un auto dei miliziani e barbaramente assassinato.

16. José Camí Camí. Nato ad Aytona (Spagna) il 5 settembre 1907, fu ordinato sacerdote diocesano ma poco dopo, in un ulteriore evoluzione della sua vocazione, cercò di entrare nel Monastero di Santa Maria di Viaceli, ma non vi riuscì per lo scoppio della Rivoluzione. Venne assassinato nella notte tra il 27 ed il 28 luglio 1936.

17. María Micaela Baldoví Trull. Nata ad Algernesi (Spagna) il 28 aprile 1869, fu ammessa nel Monastero Gratia Dei, di Zaydía di Valencia (Spagna). Emessa la professione religiosa, fu poi eletta Abbadessa del Monastero. Dal 1927 la Serva di Dio fu trasferita, con la medesima funzione, nella nuova fondazione di Fons Salutis ad Algemesí. Nel luglio del 1936 un gruppo di rivoluzionari ordinò alle monache di abbandonare il Monastero. La Serva di Dio andò a vivere con i suoi fratelli, ma il 16 ottobre successivo fu arrestata e venne condotta al Monastero, nel frattempo trasformato in carcere. Qui esse subirono interrogatori durissimi e maltrattamenti finché il 9 novembre 1936 la Serva di Dio e sua sorella furono condotte sulla strada che porta a Benifayó e qui fucilate. Essendosi accorti che all’alba la Serva di Dio era ancora in vita, le schiacciarono la testa.

18. María Natividad Medes Ferrís. Nata ad Algemesí (Spagna) il 18 dicembre 1880, entrò nel Monastero di Zaydía di Valencia ed emise la professione solenne. Nel 1927 insieme alla Serva di Dio María Micaela Baldoví Trull si trasferì ad Algemesí per la fondazione del nuovo Monastero di Fons Salutis. Espulsa dal Monastero dai rivoluzionari, trovò rifugio presso casa di suo fratello che aveva già accolto altri due suoi fratelli carmelitani. Venne fatta prigioniera con i suoi tre fratelli e portata al Monastero. Durante la detenzione subì diverse vessazioni finché, la notte del 10 novembre 1936, fu prelevata con i suoi tre fratelli, ammanettata e condotta fino alla strada fra Alcudia e Carlet, dove venne fucilata e schiacciata da diversi veicoli, restando mutilata del capo e dei piedi.

PAPA FRANCESCO

ANGELUS

Piazza San Pietro
Domenica, 4 ottobre 2015

 

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

Si è da poco conclusa, nella Basilica di San Pietro, la celebrazione eucaristica con la quale abbiamo dato inizio alla Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi. I Padri Sinodali, provenienti da ogni parte del mondo e riuniti intorno al Successore di Pietro, rifletteranno per tre settimane sulla vocazione e la missione della famiglia nella Chiesa e nella società, per un attento discernimento spirituale e pastorale. Terremo lo sguardo fisso su Gesù per individuare, sulla base del suo insegnamento di verità e di misericordia, le strade più opportune per un impegno adeguato della Chiesa con le famiglie e per le famiglie, perché il disegno originario del Creatore sull’uomo e la donna possa attuarsi e operare in tutta la sua bellezza e la sua forza nel mondo di oggi.

La liturgia di questa domenica ripropone proprio il testo fondamentale del Libro della Genesi sulla complementarietà e reciprocità tra uomo e donna (cfr Gen 2,18-24). Per questo – dice la Bibbia – l’uomo lascia suo padre e sua madre e si unisce a sua moglie e i due diventano una sola carne, cioè una sola vita, una sola esistenza (cfr v. 24). In tale unità i coniugi trasmettono la vita ai nuovi esseri umani: diventano genitori. Partecipano della potenza creatrice di Dio stesso. Ma attenzione! Dio è amore, e si partecipa alla sua opera quando si ama con Lui e come Lui. A tale scopo – dice san Paolo – l’amore è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato (cfr Rm 5,5). E questo è anche l’amore che viene donato agli sposi nel Sacramento del matrimonio. E’ l’amore che alimenta il loro rapporto, attraverso gioie e dolori, momenti sereni e difficili. E’ l’amore che suscita il desiderio di generare i figli, di attenderli, accoglierli, allevarli, educarli. E’ lo stesso amore che, nel Vangelo di oggi, Gesù manifesta ai bambini: «Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite: a chi è come loro infatti appartiene il regno di Dio» (Mc 10,14).

Oggi chiediamo al Signore che tutti i genitori e gli educatori del mondo, come anche l’intera società, si facciano strumenti di quell’accoglienza e di quell’amore con cui Gesù abbraccia i più piccoli. Egli guarda nei loro cuori con la tenerezza e la sollecitudine di un padre e al tempo stesso di una madre. Penso a tanti bambini affamati, abbandonati, sfruttati, costretti alla guerra, rifiutati. E’ doloroso vedere le immagini di bambini infelici, con lo sguardo smarrito, che scappano da povertà e conflitti, bussano alle nostre porte e ai nostri cuori implorando aiuto. Il Signore ci aiuti a non essere società-fortezza, ma società-famiglia, capaci di accogliere, con regole adeguate, ma accogliere, accogliere sempre, con amore!

Vi invito a sostenere con la preghiera i lavori del Sinodo, affinché lo Spirito Santo renda i Padri Sinodali pienamente docili alle sue ispirazioni. Invochiamo la materna intercessione della Vergine Maria, unendoci spiritualmente a quanti, in questo momento, nel Santuario di Pompei recitano la “Supplica alla Madonna del Rosario”.

Dopo l'Angelus:

Cari fratelli e sorelle,

ieri, a Santander, in Spagna, sono stati proclamati Beati Pio Heredia e diciassette compagni e compagne dell’Ordine Cistercense della stretta osservanza e di San Bernardo, uccisi per la loro fede durante la guerra civile spagnola e la persecuzione religiosa degli anni Trenta del secolo scorso. Lodiamo il Signore per questi suoi coraggiosi testimoni e, per loro intercessione, supplichiamolo di liberare il mondo dal flagello della guerra.

Desidero rivolgere una preghiera al Signore per le vittime della frana che ha travolto un intero villaggio in Guatemala, come pure per quelle delle alluvioni avvenute in Francia, sulla Costa Azzurra. Siamo vicini alle popolazioni duramente colpite, anche con la solidarietà concreta.

Ringrazio tutti voi che siete venuti numerosi da Roma, dall’Italia e da tante parti del mondo. Saluto i fedeli dell’Arcidiocesi di Paderborn (Germania), quelli di Porto (Portogallo), e il gruppo del collegio Mekhitarista in Roma.

Nel giorno di san Francesco di Assisi, patrono d’Italia, saluto con particolare affetto i pellegrini italiani!, in particolare i fedeli di Reggio Calabria, Bollate, Mozzanica, Castano Primo, Nule e Parabita. Saluto i ragazzi di Belvedere di Spinello e l’Associazione dei diritti dei pedoni di Roma e del Lazio.

A tutti auguro una buona domenica. E, per favore, non dimenticatevi di pregare per me. Buon pranzo e arrivederci!