
Nazareno Lanciotti
(† 2001)
Sacerdote diocesano; si dedicò anche al servizio dei più poveri e nella lotta contro le varie forme di ingiustizia e oppressione, come i progetti dei mercanti della prostituzione e dei trafficanti di droga
Nazareno Lanciotti nacque il 3 marzo 1940 a Roma (Italia) da una famiglia originaria di Subiaco. Entrato nel Seminario Abbaziale, venne ordinato sacerdote il 29 giugno 1966. Fino al 1971, svolse il ministero pastorale come Vicario parrocchiale nella Parrocchia di San Giovanni Crisostomo a Roma. Dopo aver conosciuto l’Operazione Mato Grosso, nel 1971, con il permesso del suo Vescovo, si recò in Brasile, nello Stato del Mato Grosso e, l’anno successivo, si stabilì nel villaggio di Jauru, nell’estremo Nord-Ovest del Brasile, ai confini con la Bolivia, dove iniziò un fecondo apostolato a favore di tutta la popolazione. Qui svolse per trent’anni un lavoro missionario, sostenuto dall’Eucaristia e dalla devozione alla Vergine Maria. Con lui sorse la parrocchia di Jauru, che venne eretta il 12 ottobre 1976, dedicata a Nostra Signora del Pilar; fondò cinquantasette comunità ecclesiali rurali, dove istituì l’Adorazione Eucaristica quotidiana; diede vita ad un dispensario che, poi, divenne uno degli ospedali più attivi della regione; fondò la casa per anziani “Cuore Immacolato di Maria”; iniziò una scuola che raccoglieva centinaia di bambini, a cui offriva anche il vitto e diede il via a un Seminario minore.
Nel 1987, si iscrisse al Movimento Sacerdotale Mariano, di cui l’anno successivo fu nominato Responsabile nazionale per il Brasile. In tale veste compì frequenti viaggi in tutto il Brasile, per realizzare i cenacoli di preghiera con i Sacerdoti e con le famiglie del Movimento. Si dedicò anche al servizio dei più poveri e nella lotta contro le varie forme di ingiustizia e oppressione, come i progetti dei mercanti della prostituzione e dei trafficanti di droga, che operavano sui due lati della frontiera Brasile-Bolivia. In quegli anni emersero forti tensioni da parte di membri di una loggia massonica, contrari all’operato di don Nazareno.
La sera della domenica 11 febbraio 2001, mentre stava terminando la cena con alcuni dei suoi collaboratori, entrarono in casa due malviventi incappucciati e con le pistole in pugno. Ferito mortalmente, venne trasferito dapprima nell’ospedale di Cuiabá e, successivamente, in quello siro-libanese di São Paulo, dove morì il 22 febbraio 2001, all’età di 61 anni.
Don Nazareno, nutrito da una vita spirituale molto intensa, ha svolto un’azione pastorale profonda e impegnata.
Riguardo al martirio materiale, morì il 22 febbraio 2001, dopo undici giorni d’intensa agonia in conseguenza del ferimento da arma da fuoco.
Riguardo al martirio formale ex parte persecutoris, la sua uccisione, lungi dall’essere stata una rapina non riuscita, risulta essere stato un fatto premeditato. A monte dell'assassinio, ci fu un sistema perverso, al quale il suo lavoro pastorale risultava scomodo.
Riguardo al martirio formale ex parte victimae, nei giorni intercorso fra l’11 e il 22 febbraio, don Nazareno manifestò il perdono per i suoi uccisori.
La sua uccisione ha goduto fin da subito di una solida e diffusa fama di martirio, insieme a una palese fama di segni.