Nazju Falzon
(1813-1865)
- 1 luglio
Chierico secolare, che si dedicò alla preghiera e all’insegnamento della dottrina cristiana, adoperandosi con zelo nell’assistenza ai soldati e ai marinai, perché aderissero alla fede cattolica prima di partire per la guerra
Ignazio (Nazju) Falzon, nato da famiglia molto nota il 1° luglio 1813, vestì l'abito clericale e ricevette la prima tonsura all'età di 15 anni. Prima di conseguire, come era tradizione familiare, la laurea in Diritto canonico e civile, il che avvenne all'età di 20 anni, aveva ricevuto gli Ordini Minori.
Non ha mai esercitato la professione forense, né mai ha accettato, sentendosene indegno, l'Ordinazione presbiterale. Dedicò la sua vita alla preghiera e all'insegnamento del catechismo. L'adorazione eucaristica e la meditazione furono il suo nutrimento spirituale e il sostegno del suo particolare apostolato: catechizzare, conoscere i catechizzandi e interessarsi a loro. Il Servo di Dio Ignazio Falzon è famoso per lo speciale ambiente nel quale svolse il suo apostolato e offrì la sua testimonianza: tra i militari della numerosa guarnigione britannica di stanza in Valletta (circa 20.000 soldati).
Incominciò con organizzare preghiere e lezioni di catechismo per i cattolici. Stringendo, poi, amicizia, con i loro commilitoni non cattolici ed anche non cristiani, ne attirò molti alla fede cattolica: i documenti parlano di oltre 600 conversioni. Al chierico Ignazio non mancarono doti e capacità di ispirare fiducia anche in quelli che rimanevano nella loro fede non cattolica. Per questo fatto è considerato pioniere e campione del dialogo ecumenico. Svolgeva tale delicata missione con l'aiuto e la cooperazione di amici laici, molti dei quali abbracciarono lo stato clericale. Morì il giorno del suo 52.mo compleanno, il 1° luglio 1865 e la sua fama di santità si diffuse ben presto, a Malta, ma anche in Gran Bretagna e nei Paesi di immigrazione maltese.
La causa di beatificazione è iniziata nel 1892. Il 23 ottobre 1987 il Santo Padre dichiarò "Constare de virtutibus theologalibus Fide, Spe et Caritate tum in Deum tum in proximum, necnon de cardinalibus Prudentia, Justitia, Temperantia et Fortitudine eisque adnexis, in gradu heroico, Servi Dei Ignatii Falzon, clerici saecularis, in casu et ad effectum de quo agitur".
Il miracolo, riconosciuto e attribuito all'intercessione del Servo di Dio, è la guarigione di una persona che è ancora in vita. Si trattava di cancro gastrico accertato oltre 20 anni fa, operato e con diagnosi infausta, a tal punto che non fu prescritta alcuna terapia, né chimica, né radiante.
SANTA MESSA E BEATIFICAZIONE DI TRE SERVI DI DIO
NEL PIAZZALE DEI GRANAI DI FLORIANA
OMELIA DI GIOVANNI PAOLO II
Mercoledì, 9 maggio 2001
"Ringrazino il Signore per la sua misericordia, per i suoi prodigi a favore degli uomini" (Sal 107,15)
Cari Fratelli e Sorelle,
1. Con grande gioia sono tornato su questa isola cara a San Paolo, l'Apostolo dei Gentili, e sempre cara al Successore di Pietro. Questa visita conclude il mio pellegrinaggio giubilare che segue con lo spirito la storia della salvezza, dalla terra di Abramo, al Sinai dove Dio diede i Dieci Comandamenti, alla Terra Santa dove si svolsero i grandi eventi della nostra redenzione. Ora sulle orme di San Paolo, sono tornato da voi, cari abitanti di Malta.
L'arrivo dell'Apostolo sulle vostre spiagge fu drammatico. San Luca ci ha narrato il viaggio difficoltoso e la disperazione dell'equipaggio e dei passeggeri quando la nave si arenò e cominciò ad andare in pezzi (cfr At 27, 39-44). Abbiamo udito la loro asserzione: "Una volta in salvo, venimmo a sapere che l'isola si chiamava Malta" (At 28, 1). Grazie alla divina provvidenza Malta ricevette il Vangelo nei primi giorni del cristianesimo. "Ringrazino il Signore per la sua misericordia, per i suoi prodigi a favore degli uomini" (Sal 107, 15).
2. Ai Granai Floriana, presso l'altare del Sacrifico del Signore, il Vescovo di Roma si unisce a voi nel lodare la Santissima Trinità per la vostra testimonianza del Vangelo nel corso dei secoli. Fedeli al vostro Padre nella fede, l'Apostolo Paolo, siete noti in seno alla Chiesa per la vostra devozione e per il vostro zelo missionario. Malta possiede un'eredità cristiana magnifica della quale andate giustamente fieri, ma quell'eredità è anche un dono che implica una grande responsabilità (cfr Lc 12, 48).
Nella sua Seconda Lettera a Timoteo, San Paolo dice al suo collaboratore: "Ricordati che Gesù Cristo... è risuscitato dai morti... se con lui perseveriamo, con lui anche regneremo" (2 Tm 2, 8-12). I due figli e la figlia adottiva di Malta che ho beatificato oggi presero a cuore queste parole. Tutta la Chiesa gioisce di nuovo con voi, perché nella schiera dei santi e delle sante di tutte le condizioni sociali nella storia maltese, questi tre sono stati scelti per venerazione e imitazione particolari. Dal cielo ci accompagnano nel nostro pellegrinaggio sulla terra e grazie alle loro preghiere al cospetto del trono di Dio ci aiutano a scalare le vette di santità che essi hanno raggiunto per grazia dello Spirito Santo.
3. Dalla sua morte, avvenuta nel 1962, poco prima dell'apertura del Concilio Vaticano II, il Beato Giorgio Preca ha goduto fama di santità a Malta e ovunque i maltesi si siano insediati. Don Giorgio fu un pioniere nel campo della catechesi e nella promozione del ruolo dei laici nell'apostolato, che il Concilio ha poi sottolineato in modo particolare. Perciò divenne come un secondo padre di Malta nella fede. Con umiltà e mitezza, e utilizzando appieno i talenti di mente e di cuore che Dio gli aveva donato, Don Giorgio fece proprie le parole di San Paolo a Timoteo: "Le cose che hai udito da me in presenza di molti testimoni, trasmettile a persone fidate, le quali siano in grado di ammaestrare a loro volta anche altri" (2 Tm 2, 2). La Società della Dottrina Cristiana che egli fondò prosegue la sua opera di testimonianza e di evangelizzazione su queste isole e altrove.
Non lontano da qui il giovane seminarista Giorgio Preca udì le parole profetiche di una guida sacerdotale: "Giorgio, quando crescerai, molti di quanti temeranno Dio si riuniranno intorno a te. Sarai per loro una benedizione e loro lo saranno per te". Oggi la Chiesa a Malta chiama Giorgio Preca "Beato", poiché sa che egli è per essa una fonte locale di luce e di forza. Nei suoi scritti sulla mitezza, il suo libro L-Iskola tal-Manswetudni e la sua Lettera, Don Giorgio esorta i suoi amici cristiani a seguire l'esempio del Signore crocifisso perdonando ogni offesa (cfr Lc 23, 34). Non è forse questo un messaggio di rispetto reciproco e di perdono tanto necessario oggi a Malta e nel mondo? Sì, infatti la mitezza delle Beatitudini ha il potere di trasformare la famiglia, i luoghi di lavoro e le scuole, le città e i villaggi, la politica e la cultura. Può cambiare il mondo! "Beati i miti perché erediteranno la terra" (Mt 5, 5).
Magister, utinam sequatur evangelium universus mundus (Divino Maestro, che il mondo intero segua il Vangelo): la preghiera del Beato Don Giorgio rispecchia perfettamente il mandato missionario del Signore: "Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni... insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato" (Mt 28, 19-20). Nel corso dell'anno del Grande Giubileo tutta la Chiesa ha vissuto di nuovo la freschezza eterna dell'amorevole misericordia del Padre che ha inviato il suo Figlio unigenito per la nostra salvezza. Non è stata forse la capacità di Don Giorgio di comunicare la freschezza del messaggio cristiano a fare di lui un grande apostolo? Non è forse questo di cui ha bisogno oggi Malta, ossia di sacerdoti, religiosi, catechisti, insegnanti che proclamino con ardore la Buona Novella di ciò che il Padre ha fatto per noi in Cristo? All'alba del nuovo millennio, la Chiesa guarda a te, Malta, affinché tu viva ancor più fervidamente la tua vocazione apostolica e missionaria! La Chiesa intera guarda a voi!
4. Anche il Servo di Dio Ignazio Falzon aveva una grande passione per la predicazione del Vangelo e per l'insegnamento della fede cattolica. Anch'egli mise i suoi numerosi talenti e la sua formazione intellettuale al servizio dell'opera catechetica. L'Apostolo Paolo scrisse: "Ciascuno dia secondo quanto ha deciso nel suo cuore, non con tristezza né per forza , perché Dio ama chi dona con gioia" (2 Cor 9, 7). Il Beato Ignazio donò abbondantemente e gioiosamente e le persone trovavano in lui non solo un'infinita energia, ma anche gioia e pace profonde. Rinunciò al successo terreno per il quale era stato preparato al fine di servire il bene spirituale degli altri , inclusi i numerosi soldati e marinai britannici di stanza a Malta a quel tempo. Nell'avvicinarsi a loro, alcuni dei quali erano cattolici, anticipò lo spirito ecumenico di rispetto e di dialogo che oggi ci è tanto familiare, ma che a quel tempo non era sempre così diffuso.
Ignazio Falzon trasse forza e ispirazione dall'Eucaristia, dalla preghiera di fronte al Tabernacolo, dalla devozione a Maria e al Rosario e dall'imitazione di san Giuseppe. Queste sono fonti di grazia alle quali tutti i cristiani possono attingere. Santità e zelo per il Regno di Dio fioriscono in particolare laddove le parrocchie e le comunità incoraggiano la preghiera e la devozione al Santissimo Sacramento. Vi esorto dunque a prendervi cura delle vostre tradizioni di pietà, purificandole dove necessario e rafforzandole con una catechesi e un'istruzione sane. Non potrebbe esserci modo migliore per onorare la memoria del Beato Ignazio Falzon.
5. Nata in Italia da padre maltese, suor Maria Adeodata Pisani giunse qui a diciannove anni e trascorse la maggior parte della sua vita quale fulgido esempio di consacrazione religiosa benedettina nel Monastero di San Pietro. So che alcune Suore del Monastero non sono potute venire, ma seguono la cerimonia per televisione. A voi, care Suore, invio una benedizione speciale in questo giorno così lieto.
Preghiera, obbedienza, servizio alle sue sorelle e maturità nello svolgere i compiti a lei assegnati: queste furono le caratteristiche della vita santa e silenziosa di Maria Adeodata. Nascosta nel cuore della Chiesa, sedeva ai piedi del Signore e ascoltava i suoi insegnamenti (cfr Lc 10, 39), assaporando le cose che durano per sempre (cfr Col 3, 2). Mediante la preghiera, il lavoro e l'amore, divenne una fonte di fecondità spirituale e missionaria senza la quale la Chiesa non può predicare il Vangelo come Cristo esige, perché la missione e la contemplazione hanno bisogno l'una dell'altra (cfr Novo millennio ineunte, n. 16).
L'esempio santo di suor Adeodata ha certamente contribuito a promuovere il rinnovamento della vita religiosa all'interno del suo monastero. Per questo desidero affidare alla sua intercessione un'intenzione speciale del mio cuore. In tempi recenti si è fatto molto per adattare la vita religiosa alle mutevoli circostanze della nostra epoca e la vita di moltissimi religiosi e religiose ne ha tratto beneficio. Tuttavia è necessario un rinnovato apprezzamento delle motivazioni teologiche più profonde di questa forma speciale di consacrazione. Attendiamo ancora la piena attuazione dell'insegnamento del Concilio Vaticano II sul valore trascendente di quell'amore speciale verso Dio e verso gli altri che porta a una vita incentrata sui voti di povertà, obbedienza e castità. Raccomando a tutti i consacrati, uomini e donne, l'esempio di maturità e di responsabilità personali così meravigliosamente evidenti nella vita della Beata Adeodata.
6. Alla vigilia della Pentecoste l'Arcidiocesi di Malta inaugurerà l'Assemblea Sinodale e a Gozo il Vescovo Cauchi ha cominciato una nuova visita pastorale. Spero vivamente che queste e altre iniziative contribuiscano a promuovere l'idea di Chiesa proposta dal Concilio Vaticano II come di una comunione di tutto il Popolo di Dio, un'idea che la "nuova evangelizzazione" esige che i cattolici di Malta condividano. In seno a questa comunione esistono diversi ruoli e ministeri, ma tutti sono chiamati a cooperare per la promozione del Regno di Cristo di giustizia, pace e amore. Grazie all'intercessione dei nuovi Beati, possa la Chiesa a Malta procedere con fiducia verso una nuova era di unità e di responsabilità condivisa fra clero, religiosi e laici! Ciò darà ai cattolici maltesi il nuovo impulso che permetterà loro di procedere con fiducia nel nuovo millennio, raccogliendo gli abbondanti frutti spirituali del Grande Giubileo dell'Anno 2000.
Malta, Malta! Hai ricevuto tanto dal ministero di San Paolo e dalla testimonianza del Beato Giorgio Preca, del Beato Ignazio Falzon e della Beata Adeodata. Andando incontro al futuro, resta fedele all'eredità che hai ricevuto! Segui Cristo con cuore indiviso e non temere mai di affermare la verità che salva e i valori che conducono alla vita! La Vergine Maria, Madre del Verbo Incarnato, ti accompagni e protegga sempre, cosicché tu non possa mai cessare di ringraziare "il Signore per la sua misericordia, per i suoi prodigi a favore degli uomini" (Sal 107, 15).
Viva il Beato Giorgio Preca!
Viva il Beato Ignazio Falzon!
Viva la Beata Adeodata Pisani!
Amen.
Parole al termine della Celebrazione Eucaristica:
Caro Presidente De Marco,
Arcivescovo Mercieca,
Vescovo Cauchi, Vescovo Depasquale,
Caro Popolo di Malta e di Gozo,
Possa il Signore ricompensarvi per la vostra gentilezza e il vostro amore!
Desidero ringraziarvi per la vostra partecipazione devota a questa liturgia. Con canti e preghiere abbiamo condiviso la grande gioia della Chiesa nel dichiarare Beati due figli di queste Isole e una Suora che trascorse la maggior parte della sua vita qui in consacrazione esemplare.
Al vostro ritorno a casa, portate la benedizione del Papa ai vostri cari e ai vostri vicini che non hanno potuto essere qui.
In particolare, desidero menzionare con affetto e solidarietà alcune categorie di persone che non sono presenti qui fisicamente, ma che lo sono state certamente in spirito.
Invio un saluto cordiale agli abitanti dell'Isola di Gozo, che questa volta non ho potuto visitare.
Porgo un saluto speciale alle Suore delle sei comunità religiose claustrali. So che pregano per il Papa ogni giorno. Care Suore, vi ringrazio e vi chiedo di continuare a essere pilastri spirituali della Chiesa.
Ricordo gli anziani e mi sento molto vicino a loro. Ai malati dico: abbiate speranza e siate forti! Potete contribuire tanto all'opera redentiva di Cristo, unendo le vostre sofferenze a quelle del Signore crocifisso.
Ora, con affetto particolare saluto i detenuti della Casa di Correzione Corradino. So che desideravano tanto, insieme ai loro parenti e amici, ricevere una visita del Papa in ricordo di San Paolo, l'Apostolo prigioniero. Tuttavia non è stato possibile. Vi abbraccio tutti spiritualmente e invoco su di voi abbondanti grazie divine. Dio vi benedica tutti!
Anche oggi udiamo dalla Terra Santa tristi notizie di terribile violenza persino contro giovani innocenti. Dobbiamo tutti intensificare le nostre preghiere per la pace nella terra di Gesù.
Ikun imfahhar Gesù Kristu! (Sia lodato Gesù Cristo!)