Paula Montal Fornés De San José De Calasanz
(1799-1889)
- 26 febbraio
Vergine, fondatrice dell’Istituto delle Figlie di Maria Religiose delle Scuole Pie; La sua vita, feconda e profetica, quasi centenaria, si svolse in un contesto storico ampio (1799-1889), un periodo di crisi dell'agitato XIX secolo spagnolo, che si dibatteva tra i postulati dell'Antico Regime e le nuove correnti liberali, con ripercussioni socio-politiche, culturali e religiose assai note
Ad Arenys de Mar (Barcellona), città della costa, aperta sul mare, cosmopolita ed industriale, lì nacque alla vita, l'11 ottobre del 1799, e nel pomeriggio di quello stesso giorno alla vita della grazia. Si formò in un ambiente familiare cristiano e molto semplice. Partecipò alla vita spirituale della parrocchia. Si distinse per il suo amore verso la Vergine Maria.
Da quando aveva 10 anni conobbe la durezza del lavoro per aiutare sua madre, vedova con cinque figli dei quali era la maggiore. In questo periodo, per esperienza propria, constatò che le bambine, le giovani, le donne avevano scarse possibilità di accesso all'educazione, alla cultura... e si sentì chiamata da Dio a svolgere questo compito.
Figueras (Gerona), fu la sua meta. Città di frontiera con la Francia e bastione militare con il suo famoso castello di armi. Accompagnata dalla sua fedelissima amica Inés Busquets, nel 1829, si trasferì nella capitale dell'Ampurdán per aprire la prima scuola femminile, con vasti programmi educativi che superavano abbondantemente il sistema pedagogico per bambini. Si trattava di una scuola nuova. A Figueras, iniziò, quindi, in modo esclusivo, il suo apostolato educativo con le bambine. Lì nacque un carisma nuovo nella Chiesa, un'Opera Apostolica orientata verso l'educazione integrale umana e cristiana delle bambine e delle giovani, verso l'educazione della donna, per salvare le famiglie e trasformare la società. Le sue seguaci si distingueranno perché fanno professione di un quarto voto di insegnamento.
Sabadell (Barcellona), fu la città dove avvenne il trapianto della sua opera educativa nelle Scuole Pie. Sappiamo che almeno a partire dal 1837, si sentì del tutto identificata con il carisma di San Giuseppe Calasanzio e volle vivere la spiritualità e le regole calasanziane. Spinta da questo fine, dopo la fondazione della seconda scuola nella sua città natale (Arenys de Mar, 1842) dove entrò in contatto diretto con i Padri Scolopi di Mataró, aprì una terza scuola a Sabadell nel 1846. E fu provvidenziale la presenza dei Padri Scolopi, Jacinto Felíu ed Agustín Casanovas, nel collegio di Sabadell. Con il loro orientamento ed il loro aiuto, in breve tempo, riuscì ad ottenere la struttura canonica scolopica della sua nascente Congregazione. Il 2 febbraio del 1847, fece professione di Figlia di Maria Scolopia, insieme alle sue prime tre compagne, Inés Busquets, Felicia Clavell e Francisca de Domingo. Nel Capitolo generale, svoltosi a Sabadell, il 14 marzo del 1847, non fu eletta né superiora generale, né assistente generale.
Nel periodo 1829-1859, svolse un'intensa attività, e fondò personalmente 7 scuole: Figueras (1829), Arenys de Mar (1842), Sabadell (1846), Igualada (1849), Vendrell (1850), Masnou (1852) e Olesa de Montserrat (1859). Ispirò ed aiutò la fondazione di altre 4: Gerona (1853), Blanes (1854), Barcelona (1857) e Sóller (1857). Inoltre fu formatrice delle prime 130 Scolopie della Congregazione, che attraversava un periodo di grande attività di vita e di profetismo.
Olesa de Montserrat (Barcellona), 1859: la sua ultima fondazione personale. Un piccolo e povero paese, ai piedi del Monastero della Vergine di Montserrat, per la quale sentì sempre una grande devozione. Fu la sua fondazione prediletta, in cui rimase fino alla morte (15 dicembre 1859-26 febbraio 1889). Furono 30 anni di grazia per le bambine e per le giovani olesane, che godettero della sua testimonianza cristiana e del suo magistero fecondo; per la città di Olesa di Montserrat, arricchita dall'esempio della sua vita totalmente dedicata e santa: "Le volevano bene tutti e la veneravano...."; e per la Congregazione Scolopica: un sì totale a Dio; la pedagogia scolopica in azione ed il vissuto delle virtù che devono caratterizzare l'educatrice scolopica; ed il tramonto di una via in Dio.
CAPPELLA PAPALE PER LA CANONIZZAZIONE DEI BEATI
OMELIA DI SUA SANTITÀ GIOVANNI PAOLO II
Domenica, 25 novembre 2001
1. "C'era una scritta, sopra il suo capo: Questi è il re dei Giudei" (Lc 23,38).
Quella scritta, che Pilato aveva fatto porre sulla croce (cfr Gv 19,19), contiene al tempo stesso il motivo della condanna e la verità sulla persona di Cristo. Gesù è re - Lui stesso lo ha affermato -, ma il suo regno non è di questo mondo (cfr Gv 18,36-37). Davanti a Lui, l'umanità si divide: chi lo disprezza per il suo apparente fallimento, e chi lo riconosce come il Cristo, "immagine del Dio invisibile, generato prima di ogni creatura" (Col 1,15), secondo l'espressione dell’apostolo Paolo nella Lettera ai Colossesi, che abbiamo ascoltato.
Dinanzi alla croce di Cristo si spalanca, in un certo senso, la grande scena del mondo e si compie il dramma della storia personale e collettiva. Sotto lo sguardo di Dio, che nel Figlio Unigenito immolato per noi si è fatto misura di ogni persona, di ogni istituzione, di ogni civiltà, ciascuno è chiamato a decidersi.
2. Dinanzi al divin Re crocifisso si sono presentati anche coloro che poc'anzi sono stati proclamati Santi: Giuseppe Marello, Paula Montal Fornés de San José de Calasanz, Léonie Françoise de Sales Aviat e Maria Crescentia Höss. Ognuno di loro si è affidato alla sua misteriosa regalità, proclamando con tutta la propria vita: "Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno" (Lc 23,42). E, in modo assolutamente personale, ciascuno di loro ha ricevuto dal Re immortale la risposta: "In verità ti dico, oggi sarai con me nel paradiso" (Lc 23,43).
Oggi! Quell'"oggi" appartiene al tempo di Dio, al disegno di salvezza, di cui parla san Paolo nella Lettera ai Romani: "Quelli che [Dio] da sempre ha conosciuto, li ha anche predestinati… chiamati…giustificati…glorificati"(Rm 8,29-30). Quell'"oggi" contiene anche il momento storico dell'odierna canonizzazione, in cui questi quattro esemplari testimoni di vita evangelica sono elevati alla gloria degli altari.
3. "Piacque a Dio di fare abitare in [Cristo]ogni pienezza" (Col 1,19). Di tale pienezza fu reso partecipe san Giuseppe Marello, come sacerdote del clero di Asti e come vescovo della diocesi di Acqui. Pienezza di grazia, fomentata in lui dall'intensa devozione a Maria santissima; pienezza del sacerdozio, che Dio gli conferì come dono ed impegno; pienezza di santità, che egli attinse conformandosi a Cristo, Buon Pastore. Mons. Marello si formò nel periodo aureo della santità piemontese, quando, in mezzo a molteplici forme di ostilità contro la Chiesa e la fede cattolica, fiorirono campioni dello spirito e della carità, quali il Cottolengo, il Cafasso, Don Bosco, il Murialdo e l’Allamano. Giovane buono e intelligente, appassionato della cultura e dell'impegno civile, il nostro Santo trovò solo in Cristo la sintesi di ogni ideale e a Lui si consacrò nel Sacerdozio. "Fare gli interessi di Gesù" fu il motto della sua vita, e per questo si rispecchiò totalmente in san Giuseppe, lo sposo di Maria, il "custode del Redentore". Di san Giuseppe lo attrasse fortemente il servizio nascosto, nutrito di profonda interiorità. Questo stile egli seppe trasfondere negli Oblati di San Giuseppe, la Congregazione religiosa da lui fondata. Ad essi amava ripetere: "Siate straordinari nelle cose ordinarie" e aggiungeva: "Siate certosini in casa e apostoli fuori casa". Della sua robusta personalità, il Signore volle servirsi per la sua Chiesa, chiamandolo all'Episcopato nella Diocesi di Acqui, dove, in pochi anni, spese per il gregge tutte le sue energie, lasciando un’impronta che il tempo non ha cancellato.
4. "In verità ti dico, oggi sarai con me in paradiso" (Lc 23, 43). Nel paradiso, nella pienezza del Regno di Dio, fu accolta Santa Paula Montal Fornés de San José de Calasanz, fondatrice dell'Istituto delle Figlie di Maria, Religiose Scolopie, dopo una vita di santità. Prima nella sua città natale, Arenys del Mar, impegnata in diverse attività apostoliche e addentrandosi, con la preghiere e la pietà sincera, nei misteri di Dio; poi, come fondatrice di una famiglia religiosa, ispirandosi al motto "pietà e lettere", si dedicò alla promozione della donna e della famiglia con il suo ideale di "Salvare la famiglia, educando le bambine nel santo timore di Dio"; alla fine diede prova dell'autenticità, del coraggio e della tenerezza del suo spirito, uno spirito modellato da Dio, durante i trent'anni di vita ritirata a Olesa de Montserrat.
La nuova Santa appartiene a quel gruppo di fondatori di istituti religiosi che nel XIX secolo andarono incontro alle molte necessità che allora si presentavano e alle quali la Chiesa, nella prospettiva del Vangelo e secondo i suggerimenti dello Spirito, doveva rispondere per il bene della società. Il messaggio di Santa Paula continua a essere attuale e il suo carisma educativo è fonte di ispirazione per la formazione delle generazioni dl terzo millennio cristiano.
5. Il disegno benevolo del Padre che "ci fa entrare nel regno del suo Figlio prediletto", trova in San Françoise-de-Sales Aviat una splendida realizzazione: ella ha vissuto fino alla fine il dono di se stessa. Al centro del suo impegno e del suo apostolato, suor Françoise-de-Sales mise la preghiera e l'unione con Dio, dove trovò luce e forza per superare le prove e le difficoltà, e fino alla fine della sua esistenza perseverò in quella vita di fede, desiderando lasciarsi guidare dal Signore: "O mio Dio, che la mia felicità sia di sacrificarti tutte le mie volontà, tutti i miei desideri!". La risoluzione che caratterizzò bene Madre Aviat, "Dimenticarmi completamente" è anche per noi un invito ad andare contro corrente rispetto all'egoismo e ai piaceri facili, e ad aprirci alle necessità sociali e spirituali del nostro tempo. Care Sorelle Oblate di San Francesco di Sales, sull'esempio della vostra fondatrice, in comunione profonda con la Chiesa, laddove Dio vi ha poste siate ben determinate a ricevere le grazie presenti e ad approfittarne, poiché è in Dio che si trovano la luce e l'aiuto necessari in ogni circostanza! Confidando nella potente intercessione della nuova Santa, accogliete nella gioia l'invito a vivere, in una fedeltà rinnovata, le intuizioni che lei ha così perfettamente vissuto.
6. Rendere onore a Cristo, il Re: questo desiderio ha animato santa Maria Crescentia Höss fin dall'infanzia. Al suo servizio mise le sue capacità. Dio le aveva donato una bella voce. Già da ragazza poté cantare nel coro come solista non per far bella mostra di sé, ma per cantare e suonare per Cristo Re.
Mise anche le sue conoscenze a servizio del Signore. Questa francescana fu una consigliera molto richiesta. Le persone si accalcavano davanti alle porte del convento: oltre a uomini e donne semplici, c'erano principi e imperatrici, sacerdoti e religiosi, abati e Vescovi. Divenne così una specie di "levatrice" che tentava di far partorire la verità nel cuore di chiedeva consiglio.
Tuttavia, neanche a lei fu risparmiato il dolore. Il "Mobbing" esisteva già a quel tempo. Sopportò gli intriganti presenti nella sua comunità senza mai mettere in dubbio la propria vocazione.
L'ampio respiro della passione fece maturare in lei la virtù della pazienza. Riuscì a divenire Superiora: dirigere spiritualmente per lei significava servire. Aveva un atteggiamento generoso verso i poveri, materno verso le consorelle e sensibile verso quanti avevano bisogno di una parola buona. Santa Crescentia ha amato il significato del Regno di Cristo: "Ogni volta che avete fatto queste cosa a uno dei miei fratelli, l'avete fatto a me" (Mt 25, 40)
7. "Ringraziamo con gioia il Padre che ci ha messi in grado di partecipare alla sorte dei santi nella luce" (Col 1,12). Mai come in questi momenti trovano eco in noi queste parole di san Paolo! Veramente la comunione dei santi ci fa pregustare il Regno celeste e, al tempo stesso, ci spinge, sul loro esempio, a costruirlo nel mondo e nella storia.
"Oportet illum regnare", "Bisogna che egli regni" (1 Cor 15,25), scriveva l'Apostolo, riferendosi a Cristo.
"Oportet illum regnare" ci ripetete, con la vostra testimonianza, voi, san Giuseppe Marello, santa Paula Montal Fornès de San Josè de Calasanz, santa Lèonie de Sales Aviat e santa Maria Crescentia Hoss! Il vostro esempio ci stimoli a una più viva contemplazione di Cristo Re, crocifisso e risorto. Il vostro sostegno ci aiuti a camminare fedelmente sulle orme del Redentore, per condividere un giorno, insieme a voi, insieme a Maria e a tutti i santi, l’eterna sua gloria in paradiso. Amen!
Il tracciato della fisionomia spirituale di Madre Paula Montal comprende due sfaccettature: la sua partecipazione alla spiritualità calasanziana ed il suo particolare carisma educativo, orientato verso la formazione umana e cristiana integrale della donna.
Alla sua morte, la Congregazione delle Figlie di Maria Religiose delle Scuole Pie, da lei fondata, era formata da 346 Scolopie che vivevano il carisma educativo scolopico, ereditato dalla loro Fondatrice, in 19 collegi, siti in tutta la geografia spagnola.
Il processo canonico per la sua Beatificazione iniziò a Barcellona, il 3 maggio del 1957. Il Papa Giovanni Paolo II la beatificò a Roma il 18 aprile del 1993. Il miracolo per la sua Canonizzazione, compiuto nel settembre del 1993, a Blanquizal, un quartiere molto emarginato e violento di Medellín (Colombia), a favore della bambina di 8 anni Natalia García Mora, fu approvato da Papa Giovanni Paolo II il 1 luglio del 2000.
Alla nostra società, lacerata da molte tensioni, e dove il tema dell'educazione integrale per tutti, la promozione della donna, la famiglia, la gioventù, sono temi spinosi ed attuali, spesso irrisolti, la nuova Santa dirige il messaggio della sua vita e della sua opera educativa, messaggio d'amore e di servizio. Il suo carisma nel XIX secolo, è stato annuncio di amore e speranza, specialmente per la donna, che scopre in lei la madre e la maestra della gioventù femminile. Ed oggi continua ad essere urgente e piena di attualità, come lo fu allora.
L'opera educativa di Madre Paula Montal Fornés di San Giuseppe Calasanzio, continua oggi nella Chiesa, in particolare attraverso oltre 800 Religiose Scolopie, distribuite in 112 comunità, che educano circa 30.000 alunni in 19 nazioni dei quattro continenti, per la promozione della donna, in modo che "la civiltà dell'amore" diventi una realtà.
BEATIFICAZIONE DI TRE SACERDOTI E DUE SUORE
OMELIA DI GIOVANNI PAOLO II
Domenica, 18 aprile 1993
1. “Celebrate il Signore, perché è buono, perché eterna è la sua misericordia” (Sal 118, 1). Il Salmo di ringraziamento attraversa come un fascio di luce tutta l’ottava di Pasqua. È il “grazie” corale della Chiesa, che adora Dio per il dono della Risurrezione di Cristo: per il dono della Vita nuova ed eterna, rivelata nel Risorto. La Chiesa, unanime, adora e ringrazia per l’infinito amore che, in Lui, si è comunicato ad ogni uomo e all’universo intero. “Sia benedetto Dio e Padre del Signore nostro Gesù Cristo... egli ci ha rigenerati, mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morti, per una speranza viva”(1 Pt 1, 3). Ci ha rigenerati “nella sua grande misericordia” (1 Pt 1, 3), Lui, Iddio e Padre di Cristo crocifisso e risorto: “dives in misericordia”. La Chiesa vive con questa intima consapevolezza fin dai suoi albori. In spirito di ringraziamento pasquale si radunavano i primi discepoli e fedeli, spezzando il pane nelle case (cf. At 2, 46), celebrando cioè l’Eucaristia. In questo medesimo spirito la Comunità apostolica accoglieva ed accompagnava i catecumeni, mentre cresceva il numero di quelli che benedicevano Dio, di quanti lo professavano “ricco di misericordia” (Ef 2, 4), ringraziandolo per l’amore rivelato in Cristo.
2. Oggi la stessa Chiesa, rigenerata “per una speranza viva”, rende grazie per “una eredità che non si corrompe... che è conservata nei cieli” per noi (1 Pt 1, 3-4). Il Popolo cristiano – nell’imminenza dell’anno 2000 – esprime la propria gioia pasquale a motivo di alcuni suoi figli e figlie che, in modo particolare, confermano questa eredità di Dio conservata nei cieli per noi. Ecco i loro nomi: Ludovico da Casoria Paula Montal Fornés de San José Calasanz Stanislaw Kazimierczyk Angela Truszkowska Faustyna Kowalska.
3. Ti saluto, Beato Ludovico da Casoria, singolare figura di Frate Minore e ardente testimone della carità di Cristo. Ci commuovono le parole del tuo Testamento: “Il Signore mi chiamò a sé con un amore dolcissimo, e con una carità infinita mi guidò e mi diresse nel cammino della mia vita”. La forza di questo amore spinse te, valido studioso e insegnante, a dedicarti ai più poveri: ai sacerdoti ammalati, agli immigrati africani, ai muti, ai ciechi, ai vecchi, agli orfanelli. Beato Ludovico, grande figlio della Chiesa di Napoli, hai fatto tuo il carisma di Francesco d’Assisi e l’hai vissuto nella società del tuo tempo, nel Meridione d’Italia del secolo scorso, assumendo attiva responsabilità nei confronti delle più gravi forme di povertà, calandoti con cristiana compassione nella concretezza della storia della tua gente e dei suoi drammi quotidiani. L’ampiezza del raggio d’azione del tuo apostolato ci lascia quasi increduli, e ci viene spontaneo domandarti: Come hai potuto farti prossimo a tante miserie, con tanta “fantasia” nella promozione umana? E ancora ci rispondono le tue parole: “L’amore di Cristo aveva ferito il mio cuore” (Testamento). Ti chiediamo di insegnare anche a noi a vivere per gli altri e ad essere costruttori di autentiche comunità ecclesiali, nelle quali la carità fiorisca in letizia ed in speranza operosa. “I poveri li avete sempre con voi” (Mt 26, 11), ci ha detto Gesù. Aiutaci, Beato Ludovico, a scoprirli, ad amarli, a servirli con quell’ardore che in te ha compiuto meraviglie.
4. La nueva beata, Paula Montal de San José de Calasanz, fue durante toda su vida un abnegado apóstol de la promoción cultural, humana y cristiana de la mujer. En total entrega a la voluntad de Dios y contando sólo “ con cuarenta reales en el bolsillo ” – como dice la historia – abrió la primera escuela de niñas para enseñarles, sobre todo, el amor de Dios y la dignidad de la mujer, como futura madre de familia. “ Quiero salvar las familias ”, repetía insistentemente. Con este objetivo fundó la congregación de Hijas de María, Religiosas de las Escuelas Pías, viviendo de lleno la espiritualidad calasancia y haciendo un cuarto voto de dedicarse exclusivamente a la enseñanza. El carisma de la beata Paula Montal vive en vosotras, amadas Religiosas Escolapias, y su exaltación hoy al honor de los altares representa una apremiante invitación que el Señor os dirige para que renovéis, como almas consagradas, vuestro fecundo servicio eclesial en fidelidad a su carisma, en favor de la dignidad de la mujer y de la familia. Quiera Dios que por su intercesión y ejemplo la acción educativa de la Iglesia con la niñez y la juventud reciba un decidido impulso, que dé nueva vitalidad a las raíces cristianas de la noble Nación española, representada aquí por un nutrido grupo de Obispos, Autoridades, sacerdotes, religiosos – particularmente Escolapios – religiosas y numerosos fieles, a quienes saludo con particular afecto.
Ecco le parole del Papa in una nostra traduzione in italiano.
4. La nuova Beata, Paula Montal de San José de Calasanz, è stata per tutta la sua vita un generoso apostolo della promozione culturale, umana e cristiana della donna. In un dono totale alla volontà di Dio e con solo “quaranta reali nelle tasche” – come dice la storia – aprì la prima scuola per bambine per insegnar loro, soprattutto, l’amore di Dio e la dignità della donna, come futura madre di famiglia. “Voglio salvare le famiglie”, ripeteva insistentemente. Con questo obiettivo fondò la congregazione delle Figlie di Maria, Religiose delle Scuole Pie, vivendo pienamente la spiritualità di Calasanz e facendo un quarto voto di dedicarsi esclusivamente all’insegnamento. Il carisma della Beata Paula Montal vive in voi, amate Religiose Scolopie, e la sua elevazione oggi all’onore degli altari rappresenta una pressante esortazione che il Signore vi rivolge affinché rinnoviate, come anime consacrate, il vostro fecondo servizio ecclesiale in fedeltà al suo carisma, a favore della dignità della donna e della famiglia. Voglia Dio che attraverso la sua intercessione e il suo esempio l’azione educativa della Chiesa per l’infanzia e la gioventù riceva un deciso impulso, che dia nuovo vigore alle radici cristiane della nobile Nazione spagnola, rappresentata qui da un folto gruppo di Vescovi, Autorità, sacerdoti, religiosi – in particolare Scolopi – religiose e numerosi fedeli, che saluto con particolare affetto.
5. Pozdrawiam Cię, Matko Mario Angelo Truszkowska, Matko wielkiej rodziny felicjańskiej. Byłaś świadkiem trudnych dziejów naszego narodu i Kościoła, który w tym narodzie sprawował swe posłannictwo. Imię Twoje i powołanie związane jest z postacią Bł. Honorata Koźminskiego, wielkiego apostoła ukrytych zgromadzeń, które odradzały życie udręczonego społeczeństwa i przywracały nadzieję zmartwychwstania.
W dniu dzisiejszym pielgrzymuję do Twych relikwii w moim umiłowanym Krakowie, gdzie rozwinęła się rodzina felicjańska, i skąd poszła za Ocean, by służyć nowym pokoleniom emigrantów i Amerykanów.
Christ led Mother Angela by a truly exceptional path, causing her to share intimately in the mystery of his Cross. He formed her spirit by means of numerous sufferings, which she accepted with faith and a truly heroic submission to his will: in seclusion and in solitude, in a long and trying illness and in the dark night of the soul.
Her greatest desire was to become a "victim of love". And she always understood love as a free gift of herself. "Loving means giving. Giving everything that love asks for. Giving immediately, without regrets, with joy, and wanting even more to be asked of us". These are her own words in which she summed up the whole program of her life.
She was able to kindle the same love in the hearts of the Sisters of her Congregation. This love constitutes the ever living leaven of the works by which the communities of Felicians serve the Church in Poland and beyond its borders.
“Dziękujcie Panu, bo jest dobry...”.
Kościół raduje się dzisiaj i dziękuje Bogu za dar wyniesienia na ołtarze Sługi Bożej Matki Mari Angeli i za całe Zgromadzenie Sióstr Felicjanek, które z jej charyzmatu wzięło początek.
Ecco le parole del Santo Padre in una nostra traduzione in italiano.
5. Ti saluto, Madre Maria Angela Truszkowska, Madre della grande famiglia feliciana. Sei stata testimone dei difficili avvenimenti storici della nostra Nazione e della Chiesa, la quale quivi compiva la sua missione. Il Tuo nome e la Tua vocazione sono legati alla figura del beato Honorat Kozminski, grande apostolo delle comunità segrete, le quali rigeneravano la vita della società travagliata, e restituivano la speranza della risurrezione. Al giorno d’oggi compio un pellegrinaggio verso le Tue reliquie nella mia amata Cracovia, dove si è sviluppata la famiglia feliciana, e da dove è partita oltre Oceano per servire le nuove generazioni di emigranti ed americani.
Cristo ha condotto Madre Angela attraverso un sentiero veramente eccezionale, cosicché essa ha potuto condividere intimamente il mistero della sua croce. Egli ha formato il suo spirito per mezzo di numerose sofferenze, che essa ha accettato con fede e con sottomissione davvero eroica alla Sua volontà: nella reclusione e nella solitudine, in una malattia lunga e dolorosa e nella notte buia dell’anima. Il suo più grande desiderio è stato di divenire “vittima d’amore”. Essa ha sempre interpretato l’amore come dono gratuito di sé. “Amare significa dare. Dare tutto ciò che l’amore richiede. Dare immediatamente, senza rimpianti, con gioia e desiderando che ci venga chiesto ancora di più”. Queste sono parole sue con le quali ha riassunto l’intero programma della sua vita. Essa è stata in grado di accendere lo stesso amore nei cuori delle Sorelle della sua Congregazione. Questo amore costituisce il fogliame sempre verde delle opere con le quali le comunità delle Feliciane servono la Chiesa in Polonia e altrove.
“Ringraziate il Signore, perché è buono...”. La Chiesa si rallegra oggi e ringrazia Dio per il dono dell’elevazione agli altari della Serva di Dio Madre Maria Angela e per tutta la Congregazione delle Suore Feliciane, che dal suo carisma ha preso origine.
6. Pozdrawiam Cię, Siostro Faustyno. Od dzisiaj Kościół zwie Ciebie błogosławioną, zwłaszcza Kościół na ziemi polskiej i litewskiej. O, Faustyno, jakże przedziwna była Twoja droga! Czyż można nie pomyśleć, że to Ciebie właśnie, ubogą i prostą córkę mazowieckiego polskiego ludu wybrał Chrystus, aby przypomnieć ludziom wielką Bożą tajemnicę Miłosierdzia. Tę tajemnicę zabrałaś ze sobą, odchodząc z tego świata po krótkim i pełnym cierpień życiu. Równocześnie tajemnica ta stała się proroczym zaiste wołaniem do świata, do Europy. Przecież Twoje orędzie Bożego miłosierdzia zrodziło się jakby w przeddzień straszliwego kataklizmu drugiej wojny światowej. Zapewne byś się zdziwiła, gdybyś mogła na ziemi doświadczyć, czym stało się to orędzie dla udręczonych ludzi tego czasu pogardy, jak szeroko ono poszło w świat. Dzisiaj – tak głęboko wierzymy – ogladasz w Bogu owoce Twojego posłannictwa na ziemi. Dziś doświadczasz u samego Źródła, kim jest Twój Chrystus: “Dives in Misericordia”.
“Sento chiaramente che la mia missione non finisce con la morte, ma inizia... ”, ha scritto Suor Faustyna nel suo Diario. E così è veramente avvenuto! La sua missione continua e sta portando frutti sorprendenti. È veramente meraviglioso il modo in cui la sua devozione a Gesù Misericordioso si fa strada nel mondo contemporaneo e conquista tanti cuori umani! Questo è senza dubbio un segno dei tempi, un segno del nostro XX secolo. Il bilancio di questo secolo che tramonta presenta, oltre alle conquiste, che spesso hanno superato quelle delle epoche precedenti, anche una profonda inquietudine e paura circa l’avvenire. Dove, quindi, se non nella divina Misericordia, il Mondo può trovare lo scampo e la luce della speranza? I credenti lo intuiscono perfettamente!
“Dziękujcie Panu, bo jest dobry...
Dziękujcie Panu, bo jest miłosierny...”.
Dzisiaj, w dniu beatyfikacji Siostry Faustyny, wielbimy Boga za wielkie dzieła, jakich dokonał w Jej duszy. Wysławiamy Go i dziękujemy Mu za wielkie dzieła, jakich dokonał i ciągle dokonuje w duszach ludzkich, które dzięki jej świadectwu i orędziu odkrywają nieskończone głębie Bożego Miłosierdzia.
Ecco le parole del Papa in una nostra traduzione italiana.
6. Ti saluto, Suor Faustyna. Da oggi la Chiesa ti nomina Beata, soprattutto la Chiesa della terra polacca e lituana. O Faustyna, come meraviglioso è stato il Tuo cammino! Come si può non pensare, che proprio Te, una povera e semplice figlia del popolo polacco di Mazowsze, Cristo ha scelto per ricordare alla gente il grande mistero della divina Misericordia. Questo mistero hai portato con Te, lasciando questo mondo dopo una vita breve e piena di sofferenza. Allo stesso tempo questo mistero è divenuto veramente un grido profetico rivolto verso il mondo e verso l’Europa. Il Tuo messaggio della divina Misericordia è nato praticamente quasi alla vigilia del pauroso cataclisma della seconda guerra mondiale. Probabilmente non Ti sorprenderesti, se avessi potuto sperimentare sulla terra ciò che questo messaggio è diventato per la tormentata gente di quel tempo del disprezzo, come si è esteso nel mondo. Oggi – crediamo così profondamente – guardi in Dio il frutto della Tua missione sulla terra. Oggi sperimenti presso la stessa Fonte, chi è il Tuo Cristo: “dives in misericordia”.
“Sento chiaramente che la mia missione non finisce con la morte, ma inizia...”, ha scritto Suor Faustyna nel suo Diario. E così è veramente avvenuto! La sua missione continua e sta portando frutti sorprendenti. È veramente meraviglioso il modo in cui la sua devozione a Gesù Misericordioso si fa strada nel mondo contemporaneo e conquista tanti cuori umani! Questo è senza dubbio un segno dei tempi – un segno del nostro XX secolo. Il bilancio di questo secolo che tramonta presenta, oltre alle conquiste, che spesso hanno superato quelle delle epoche precedenti, anche una profonda inquietudine e paura circa l’avvenire. Dove, quindi, se non nella divina Misericordia, il Mondo può trovare lo scampo e la luce della speranza? I credenti lo intuiscono perfettamente!
“Ringraziate il Signore, perché è buono... Ringraziate il Signore, perché è misericordioso...”. Oggi, nel giorno della beatificazione di Suor Faustyna, adoriamo Dio per le grandi opere che ha compiuto nella sua anima. Lo glorifichiamo e Gli rendiamo grazie per le grandi opere, che ha compiuto e continua a compiere nelle anime umane, le quali – grazie alla sua testimonianza e messaggio – riscoprono le infinite profondità della divina Misericordia.
7. Pozdrawiam Cię wreszcie Stanisławie Kazimierczyku, kapłanie Kanoników Regularnych Lateraneńskich. Twe życie zwiazane było nierozerwalnie z Krakowem, z jego sławną Akademią oraz z klasztorem przy kościele Bożego Ciała na Kazimierzu, gdzie dojrzewało i rozwijało się Twoje powołanie.
Sługa Boży Stanisław żył w XV wieku, a więc w czasach bardzo odległych. W dziejach Krakowa był to wiek wyjatkowy – wiek świętych, epoka szczególnego rozkwitu życia duchowego i religijnego. W tym właśnie wieku Kraków wydał postacie tego formatu co Święty Jan Kanty, oraz błogosławieni: Szymon z Lipnicy, Michał Giedroyć, Izajasz Boner i Świętosław ze Sławkowa. Błogosławiony wiek! Jego duchowe oblicze tworzyli święci i błogosławieni, a wśród nich Stanisław z Kazimierza: żarliwy czciciel Eucharystii, nauczyciel i obrońca prawdy ewangelicznej, wychowawca, przewodnik na drogach życia duchowego, opiekun ubogich.
Pamięć o świętości Sługi Bożego żyje i owocuje do dzisiaj. Tej pamięci lud Krakowa, a zwłaszcza lud Kazimierza, dawał wyraz przez modlitwę u jego relikwii nieprzerwanie aż do naszych czasów. Jako Arcybiskup Krakowski nieraz tym modlitwom przewodniczyłem. Dzisiaj Kościół Święty uroczyście potwierdza jego kult, wynosząc go do chwały ołtarzy.
“Dziękujcie Panu... Dziękujcie Panu, bo jest dobry...”.
Matka Maria Angela Truszkowska, Siostra Faustyna Kowalska, Stanisław Kazimierczyk, kapłan–zakonnik: trzej nowi polscy błogosławieni, nasi nowi orędownicy. W dzisiejszych czasach tego orędownictwa świętych i błogosławionych tak bardzo nam potrzeba! Oto szczególny dar Bożej Opatrzności dla Kościoła w Polsce – dar dla naszej Ojczyzny.
Raduj się więc Kościele Polski!
“Gaude Mater Polonia”!
Ecco le parole del Papa in uno nostra traduzione italiana.
7. Infine Ti saluto, Stanislaw Kazimierczyk, sacerdote dei Canonici Regolari Lateranensi. La Tua vita è stata strettamente legata a Cracovia, con la sua famosa Accademia e con il convento presso la chiesa del Corpus Domini a Kazimierz, dove maturava e si sviluppava la Tua vocazione. Il Servo di Dio Stanislaw visse nel XV secolo, cioè in tempi remoti. Nella storia di Cracovia quello era il secolo singolare – il secolo dei santi – un’epoca di particolare fioritura della vita spirituale e religiosa. Proprio in quel secolo Cracovia ha dato figure di stampo come San Giovanni di Kety e i Beati: Simone di Lipnica, Michele Giedroyc, Isaia Bonner e Swietoslaw da Slawków. Secolo benedetto! Santi e Beati formavano la sua immagine spirituale, e tra loro Stanislaw di Kazimierz: fervente adoratore dell’Eucaristia, insegnante e difensore della verità evangelica, educatore, guida sulle vie della vita spirituale, protettore dei poveri. La memoria sulla santità del Servo di Dio vive e fruttifica tuttora. Il popolo di Cracovia e soprattutto il popolo di Kazimierz, hanno espresso continuamente, fino ai nostri tempi, questa memoria attraverso le preghiere dinanzi alle sue reliquie. Come Arcivescovo di Cracovia ho presieduto queste preghiere più di una volta. Oggi la Santa Chiesa solennemente conferma il suo culto, elevandolo alla gloria degli altari. “Ringraziate il Signore... Ringraziate il Signore, perché è buono...”. Madre Maria Angela Truszkowska, Suor Faustyna Kowalska, Stanislaw Kazimierczyk sacerdote-monaco: tre nuovi Beati polacchi, nostri nuovi intercessori. Ci serve così tanto ai nostri giorni questa intercessione dei Santi e dei Beati! Ecco un dono particolare della divina Provvidenza per la Chiesa in Polonia – il dono per la nostra Patria. Rallegrati, quindi, Chiesa Polacca! “Gaude Mater Polonia!”.
8. Celebriamo il Signore, perché è buono. Celebriamolo, perché è misericordioso. Ecco gli Apostoli, riuniti nel Cenacolo: i primi che hanno innalzato questo ringraziamento pasquale. Per primi essi hanno ricevuto lo Spirito Santo per la remissione dei peccati, il medesimo Spirito nel quale sono stati mandati: “Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi” (Gv 20, 21). Questa missione perdura attraverso i secoli, di generazione in generazione. E perdura ugualmente la grazia, capace di “fare nuove tutte le cose” (cf. Ap 21, 5).
Ecco Tommaso, singolare rappresentante di coloro che dicono: “Se non vedo... non crederò” (Gv 20, 25). Egli è diventato, otto giorni dopo, portavoce di quanti confessano: “Mio Signore e mio Dio” (Gv 20, 28). Possa la verità su Cristo crocifisso e risorto trovare accesso presso le sempre nuove generazioni di coloro che “pur non avendo visto crederanno” (Gv 20, 29).
“Dives in misericordia”. Quanto è necessario, all’uomo di tutti i tempi, l’incontro con Te, o Cristo! L’incontro mediante la fede, la quale si prova nel fuoco delle privazioni e fruttifica nella gioia.
Nella gioia pasquale. La fede fruttifica in gioia “indicibile e gloriosa” (1 Pt 1, 8).