Piedad de la Cruz Ortiz Real
(1842-1916)
- 26 febbraio
Vergine, che per amore di Dio si dedicò con zelo alla educazione e alla catechesi dei poveri e fondò la Congregazione delle Suore Salesiane del Sacro Cuore di Gesù
Tomasa Ortiz Real, figlia di José e di Tomasa, nacque a Bocairente (Valencia) Spagna, il 12 novembre 1842, e fu battezzata il giorno seguente. Era la quinta di otto fratelli.
A scuola si distinse per la pietà, la costanza ed il talento nella musica, nel ricamo e nella recitazione. A dieci anni fece la Prima Comunione. Con sguardo retrospettivo ella stessa narra così i suoi sentimenti: «Quando ricevetti per la prima volta la Sacra Comunione, rimasi come annichilita e sperimentai come Gesù mi chiamasse alla Vita Religiosa». Questo incontro con Cristo nella Eucaristia la segnò per sempre. Tomasa desiderò essere del Signore e vivere per lui.
Completò la sua formazione umana e spirituale nel Collegio di Loreto che le Religiose della Sacra Famiglia di Burdeos avevano a Valencia. Quando chiese di entrare nel noviziato di questo Istituto, suo padre, considerando la situazione politica dell’epoca e la giovane età di Tomasa, la obbligò a ritornare a casa.
Tre aspetti caratterizzarono questa tappa della sua vita a Bocairente: lo spirito di pietà e d’orazione, la sua dedizione a fare del bene ai bambini poveri, agli anziani e agli infermi e l’impegno nel dare una risposta a quello che sentì nel suo intimo il giorno della Prima Comunione.
Alla fine, Tomasa, pensò di poter realizzare il sogno della sua vita: consacrarsi al Signore in un convento di Carmelitane di clausura a Valencia. Però un’infermità la obbligò ad abbandonare il noviziato e ritornare alla casa paterna. Una volta ristabilitasi, tentò di nuovo di entrare in un convento di clausura ed ancora accadde lo stesso.
Da questi avvenimenti, Tomasa scoprì che Dio non la voleva per questa strada. Ella gli chiese di vedere chiaramente quale fosse la sua volontà, e la sua preghiera era questa: «Tua, Gesù mio, tua desidero essere, però dimmi dove».
Con la certezza di sentirsi chiamata ad una vita di speciale consacrazione, ma con il dubbio di dove la volesse Dio, Tomasa si diresse a Barcellona. Lì, dopo molte difficoltà, il Signore rispose alla ricerca vocazionale di Tomasa facendole vivere una profonda esperienza mistica, nella quale il Cuore di Gesù, mostrandole il suo costato sinistro insanguinato, le disse: «Guarda come mi hanno messo gli uomini con la loro ingratitudine, vuoi tu aiutarmi a portare questa croce?». Tomasa rispose: «Signore, se hai bisogno di una vittima e mi vuoi, sono qui, Signore». Allora, il Redentore le disse: «Fonda, figlia mia, che su di te e sulla tua Congregazione sempre stenderò misericordia».
Questa esperienza fu determinante per Tomasa, le dette una tale certezza che mai si cancellò dalla sua mente e dal suo cuore. Da questo momento, comprese che Dio le chiedeva di dar vita ad un nuovo Istituto.
La domanda ora, era dove fondare, dove dare una risposta positiva all’invito di Cristo a portare la croce dei più poveri, di coloro che meno contano in questo mondo. Il Vescovo D. Jaime Catalá fu colui che le suggerì di aprire il cuore al suo confessore e di fare ciò che egli le indicava. Con questo gesto, Tomasa, si sottomise con fede alla gerarchia della Chiesa per fare la volontà di Dio.
Le inondazioni del fiume Segura che nel 1884 distrussero i campi della Murcia e le poche Congregazioni religiose in questa zona, la orientarono verso questi luoghi di maggior necessità.
Nel mese di marzo, Tomasa, accompagnata da tre postulanti, partì da Barcellona, verso Puebla de Soto, ad un chilometro da Alcantarilla, per fondare lì, con l’autorizzazione del Vescovo di Cartagena-Murcia, la prima Comunità delle Terziarie della Vergine del Carmen.
Gli abitanti dei campi della Murcia ancora non si erano ripresi dalla tragedia delle inondazioni del 1884, quando sopraggiunse il colera. Tomasa — che nel frattempo aveva preso il nome di Piedad de la Cruz — e le sue Figlie, si moltiplicavano nell’assistere gli infer-mi e le bambine orfane in un piccolo ospedale che chiamò «La Provvidenza».
Giungevano altre giovani, attratte dal modo di vivere di quelle prime Terziarie Carmelitane. La Casa divenne piccola, si dovette comprare quella di Alcantarilla. Si aprì anche una nuova Comunità a Caudete ... Tutto faceva pensare che, alla fine, Tomasa avesse trovato il luogo dove portare a compimento la sua vocazione.
Nonostante ciò ... di nuovo la croce. Era il segno che ella aveva chiesto per sapere che tutto quello fosse di Dio: «Fondare nella tribolazione» e il Cuore di Gesù lo concesse abbondantemente.
Sebbene la Vergine Maria occupasse un posto molto importante nel cuore e nella vita di Tomasa, il suo Carisma era centrato nel Cuore di Cristo. E ... disegni di Dio! Cominciarono alcune tensioni tra le Comunità di Alcantarilla e Caudete, giacché la Congregazione non aveva ancora l’approvazione diocesana.
Nel mese di agosto, le Suore di Caudete si recarono ad Alcantarilla e si presero le novizie, lasciando Madre Piedad sola con Suor Alfonsa. Furono giorni di intenso dolore. La Fondatrice, come sempre, si rifugiò nella preghiera, si prostrò dinanzi al Cristo del Consiglio e lì rimase ore ed ore inchiodata ai suoi piedi. Soffre, però non si spezza, perché la barchetta della sua vita era ben ancorata nel Signore.
Una volta ancora ricorse alla gerarchia ecclesiastica in cerca di orientamento e di luce. Sarà il Vescovo Bryan y Livermore che invierà Tomasa e la sua fedele compagna, Suor Alfonsa, al Convento della Visitazione delle Salesiane Reali a Orihuela per far un mese di esercizi spirituali e per progettare una nuova fondazione, prendendo come protettore un Santo Vescovo. È qui che lo Spirito Santo illuminò vivamente Madre Piedad, mentre la colmava di forza profetica, le mostrava il suo Carisma ed il nome della sua Congregazione, che sarà sotto il patrocinio di San Francesco di Sales.
E ... giunse l’ora di Dio. Era l’8 settembre 1890. Nasceva nella Chiesa, dopo molte difficoltà e tribolazioni, la Congregazione delle Suore Salesiane del Sacro Cuore di Gesù, una Congregazione dove il Cuore di Gesù desidera essere amato, servito e risarcito dalle offese ricevute dagli uomini. Amare, servire e riparare, vedere il volto del Signore nelle bambine orfane, nella giovani operaie, negli infermi, negli anziani abbandonati ... e aiutarli a portare la croce.
Ci ha lasciato il suo Carisma: Rendere sensibile davanti agli uomini, specialmente i poveri, l’amore del Padre provvidente, manifestato nel Cuore misericordioso di Gesù aperto tra le braccia della Croce.
Sebbene tutta la vita di Madre Piedad sia stata una rinuncia al mondo, non per questo era «fuggita» dal mondo, ma rimase in esso facendo il bene e lottando contro il male. Testimone di ciò furono i tanti matrimoni rotti o sul punto di rompersi, tante giovani che ella andava a cercare nelle fabbriche per formarle nella scuola domenicale, bambine senza famiglia che amò svisceratamente, anziani soli, infermi ...
Visse povera e morì povera, seduta su di una sedia, perché «Quello — diceva indicando il Crocifisso — morì in croce e io non devo morire sul letto, bensì sul pavimento». Spirò con il crocifisso tra le labbra e la santa pace di Dio. Era sabato 26 febbraio 1916.
La gente semplice esclamava con profondo sentimento: «È morta una santa! È morta nostra madre!».
Il 6 febbraio 1982 fu aperto nella Diocesi di Cartagena-Murcia il Processo di Beatificazione e Canonizzazione della Serva di Dio.
Il 7 maggio 1983 fu chiuso detto Processo che, trasferito a Roma, ottenne la validità il 3 febbraio 1984.
Dopo uno studio esaustivo sulle virtù praticate da Madre Piedad, il 1° luglio 2000, in Vaticano, alla presenza di Sua Santità Giovanni Paolo II, fu promulgato il Decreto sulle sue Virtù Eroiche ed il 12 aprile 2003 il Decreto su un miracolo, dando così il via alla Beatificazione in Roma il 21 marzo 2004.
CAPPELLA PAPALE PER LA BEATIFICAZIONE DI 4 SERVI DI DIO
OMELIA DI GIOVANNI PAOLO II
IV Domenica di Quaresima, 21 marzo 2004
1. "Se uno è in Cristo, è una creatura nuova" (2 Cor 5,17).
Possiamo riassumere con queste parole dell’apostolo Paolo il messaggio dell’odierna liturgia di beatificazione, che si inserisce bene, a metà del cammino quaresimale, nella Domenica detta "Laetare".
La seconda Lettura e il Vangelo formano come un inno a due voci, a lode dell’amore di Dio, Padre misericordioso (Lc 15,11-32), che ci ha riconciliati in Cristo (2 Cor 5,17-21). Un inno che si fa appello accorato: "Lasciatevi riconciliare con Dio" (2 Cor 5,20).
Quest’invito poggia sulla certezza che il Signore ci ama. Egli ha amato gli Israeliti facendoli entrare nella terra di Canaan, dopo il lungo cammino dell’Esodo, come abbiamo ascoltato nella prima Lettura, carica di struggente nostalgia. La Pasqua che essi celebrarono "alla sera, nella steppa di Gerico" (Gs 5,10) e i primi mesi che trascorsero nella terra promessa diventano per noi un simbolo eloquente della fedeltà divina, che fa dono della sua pace al popolo eletto, dopo la triste esperienza della schiavitù.
2. Singolari testimoni dell’amorevole Provvidenza divina, che accompagna il cammino dell’umanità, sono i quattro nuovi Beati che la Chiesa pone oggi dinanzi a noi: Luigi Talamoni, Matilde del Sagrado Corazón Télles Robles, Piedad de la Cruz Ortíz Real e Maria Candida dell’Eucaristia.
Sorretti da indomita fiducia nel Padre celeste, essi hanno affrontato le fatiche e le prove del pellegrinaggio terreno. Loro sostegno e conforto nelle difficili vicende dell’esistenza è stato sempre Cristo. Hanno così sperimentato in se stessi quanto sia vero che vivere in Lui significa diventare "creature nuove" (cfr 2 Cor 5,17).
3. Fedele riflesso della misericordia di Dio è il sacerdote Luigi Talamoni. Il più illustre dei suoi alunni al Collegio San Carlo di Milano, Achille Ratti, poi Papa Pio XI, ebbe a definirlo "per santità di vita, luce di scienza, grandezza di cuore, perizia di magistero, ardore di apostolato, per civiche benemerenze onore di Monza, gemma del clero ambrosiano, guida e padre di anime senza numero". Il nuovo Beato fu assiduo nel ministero del confessionale e nel servizio ai poveri, ai carcerati e specialmente ai malati indigenti. Quale fulgido esempio egli è per tutti! Esorto a guardare a lui soprattutto i sacerdoti e la Congregazione delle Suore Misericordine.
4. "El que es de Cristo es una criatura nueva" (2 Co 5,17). Las palabras de San Pablo pueden aplicarse perfectamente a la Madre Matilde Télles Robles. Enamorada de Cristo, se entregó a Él como verdadera discípula que encarna esa novedad. Esta mujer incansable y religiosa se consagró, desde una intensa vida de oración, a la transformación de la sociedad de su tiempo mediante la acogida de niñas huérfanas, la atención domiciliaria a enfermos, la promoción de la mujer trabajadora y la colaboración en las actividades eclesiales.
Profundamente devota de la Eucaristía, la contemplación de Jesús en el Sacramento del Altar la llevó a desear ser como el pan que se parte y reparte para todos. Esto es lo que enseñó también a sus Religiosas, las Hijas de María Madre de la Iglesia. Su luminoso testimonio es una llamada a vivir en adoración a Dios y servicio a los hermanos, dos pilares fundamentales del compromiso cristiano.
5. La Madre Piedad de la Cruz Ortíz, nacida en Bocairente y fundadora de las Salesianas del Sagrado Corazón en Alcantarilla (Murcia), es un maravilloso ejemplo de la reconciliación que nos propone San Pablo en la segunda lectura: "Dios mismo estaba en Cristo reconciliando al mundo consigo" (2 Co 5,19). Pero Dios pide la colaboración de los hombres para llevar a cabo su obra de reconciliación (cfr vv. 19-20). La Madre Piedad reunió a diversas jóvenes deseosas de mostrar a los humildes y a los pobres el amor del Padre providente manifestado en el Corazón de Jesús, dando así vida a una nueva familia religiosa. Modelo de virtudes cristianas y religiosas, enamorada de Cristo, de la Virgen María y de los pobres, nos deja el ejemplo de austeridad, oración y caridad hacia todos los necesitados.
Traduzione italiana dell'omelia pronunciata in lingua spagnola:
4. "Se uno è in Cristo, è una creatura nuova" (2 Cor 5, 17).
Le parole di San Paolo possono applicarsi perfettamente a Madre Matilde Télles Robles. Innamorata di Cristo, si è consegnata a Lui come autentica discepola che incarna tale novità. Questa donna instancabile e religiosa si consacrò, a partire da un'intensa vita di preghiera, alla trasformazione della società del suo tempo mediante l'accoglienza delle bambine orfane, la cura domiciliare dei malati, la promozione della donna lavoratrice e la collaborazione nelle attività ecclesiali.
Profondamente devota all'Eucaristia, la contemplazione di Gesù nel Sacramento dell'Altare la portò a voler essere come il pane che si spezza e si divide tra tutti. Questo è quanto ella ha insegnato anche alle sue Religiose, le Figlie di Maria Madre della Chiesa.
La sua luminosa testimonianza è una chiamata a vivere in adorazione di Dio e al servizio dei fratelli, due pilastri fondamentali dell'impegno cristiano.
5. Madre Piedad de la Cruz Ortíz, nata a Bocairente, Fondatrice delle Salesiane del Sacro Cuore ad Alcantarilla (Murcia), è un meraviglioso esempio della riconciliazione che ci propone San Paolo nella seconda lettura: "È stato Dio infatti a riconciliare a sé il mondo in Cristo" (2 Cor 5, 19). Ma Dio chiede la collaborazione degli uomini per portare a termine la sua opera di riconciliazione (cfr v. 19-20). Madre Pietà riunì diverse giovani desiderose di mostrare agli umili e ai poveri l'amore del Padre provvidente manifestato nel Cuore di Gesù, dando così vita alla nuova famiglia religiosa.
Modello di virtù cristiane e religiose, innamorata di Cristo, della Vergine Maria e dei poveri, ci lascia l'esempio di austerità, di preghiera e di carità verso tutti i bisognosi.
6. "Creatura nuova" divenne Maria Barba, che offrì tutta la sua vita a Dio nel Carmelo, dove ricevette il nome di Maria Candida dell’Eucaristia. Dell’Eucaristia fu autentica mistica; ne fece il centro unificante dell’intera esistenza, seguendo la tradizione carmelitana, in particolare l’esempio di santa Teresa di Gesù e di san Giovanni della Croce.
S’innamorò a tal punto di Gesù eucaristico da avvertire un costante e ardente desiderio di essere apostola infaticabile dell’Eucaristia. Sono certo che dal Cielo la beata Maria Candida continua ad aiutare la Chiesa, perché cresca nello stupore e nell’amore verso questo sommo Mistero della nostra fede.
7. "Laetare, Ierusalem - Rallegrati, Gerusalemme" (Antifona d’ingresso).
L’invito alla gioia, che caratterizza l’odierna liturgia, si amplifica per il dono dei Beati Luigi Talamoni, Matilde del Sagrado Corazón Télles Robles, Piedad de la Cruz Ortíz Real e Maria Candida dell’Eucaristia. Essi fanno assaporare a noi, pellegrini sulla terra, il gaudio del Paradiso e sono per ogni credente testimoni di consolante speranza.