Raphaël-Louis Rafiringa

Raphaël-Louis Rafiringa

(1856-1919)

Beatificazione:

- 07 giugno 2009

- Papa  Benedetto XVI

Ricorrenza:

- 19 maggio

Religioso professo dell’Istituto dei Fratelli delle Scuole Cristiane; rimasto solo dopo l'espulsione dei missionari, ha continuato a vivere come se esistesse ancora la comunità, suonando la campana tutti i giorni

  • Biografia
  • Omelia di Beatificazione
  • Lettera Apostolica
“Educatore eccezionale, giunto alla santità anche grazie ai suoi educatori, cristiani convinti che testimoniavano ciò che insegnavano” (Mons. O. Razanakolona, arcivescovo di Antananarivo)

 

Nació en Antananarivo (Madagascar) el 1 de mayo de 1856.

Su incansable actividad misionera en su propia patria fue puesta de relieve durante dos guerras, la de 1883 y la de 1895. Expulsados en esos años de la isla todos los misioneros, el Hno Rafael supo afrontar con valentía y éxito la difícil situación . Las autoridades francesas, reconociendo este mérito, le condecoraron con la Medalla de Oro del Mérito malgache. Por su notable actividad literaria fue nombrado miembro de la Academia malgache. Murió en Fianarantsoa el 19 de mayo de 1919.

El 18 de octubre de 1979, los Hermanos de la gran isla pidieron al Papa Juan-Pablo Il la introducción de la causa de este Siervo de Dios.

 

1. La beatificazione (Antananarivo 7 giugno 2009)

 

    Ho ancora negli occhi lo straordinario scenario della beatificazione di Frère Raphaël Louis Rafiringa avvenuta all’aperto, nella capitale Antananarivo, in un amplissimo anfiteatro naturale gremito di oltre centocinquantamila fedeli. La partecipazione orante e devota alla santa Messa, accompagnata da canti, danze e suoni, era di grande impatto emotivo. Trasmesso interamente per radio e televisione, il rito è stato seguito in tutta la nazione, sottolineando la presenza innegabile della fama di santità di Frère Raphaël Louis Rafiringa.

    Il giorno prima, sabato 6 giugno, avevo partecipato allo scoprimento di un busto di Frère Raphaël situato in una piazza centrale della capitale. Questo omaggio della città ha mostrato come il nostro novello Beato sia una gloria non solo della Chiesa ma di tutta la nazione malgascia. La stele non si trova in una chiesa, ma in una pubblica piazza, a significare che Frère Raphaël è un modello per i cattolici ma anche per tutto il popolo del Madagascar, che può contemplare in lui un figlio esemplare della nazione malgascia.

     La Chiesa lo ha proclamato “Beato” nel giorno della festa della Santissima Trinità. Una elegante coincidenza a voler sottolineare come la vita di Frère Raphaël sia stata una lode gradita a Dio Trinità. E oggi la Chiesa celebra il Corpus Domini, il pane eucaristico nutrimento vitale dell’esistenza santa del nostro Beato.  

 

2. Frère Raphaël

 

    Ma chi era Frère Raphaël-Louis Rafiringa (1856-1919), primo religioso Lasalliano del Madagascar (e di tutta l’Africa)?

    Nacque ad Antananarivo e fu chiamato Firinga. Era figlio del capitano dei maniscalchi addetti agli schiavi. Il padre discendeva dalla famiglia degli Hova, nobile di sangue e di casta. Ma – si domanda un biografo – era nobile il lavoro che faceva di incatenare schiavi, privarli della libertà e gravarli con catene?

    Il padre aveva perduto un altro figlio ancora bambino. Per questo l’arrivo di questo secondo maschio lo rallegrò molto e voleva dargli il nome di “Rakotoniriva ”, il desiderato. Ma lo stregone ribatté che tale nome avrebbe richiamato la morte, che avrebbe rapito il bambino prima del tempo. Fu quindi scelto un nome poco attraente: “Firinga” (immondizia). Il piccolo crebbe libero e spensierato, tutto dedito ai giochi con i suoi coetanei. La sua gente seguiva la locale religione tradizionale, fatta di spiriti buoni e cattivi, di venerazione degli antenati, di culto dei morti, secondo le indicazioni dello stregone. Una religione, che, stando agli odierni studi, è disponibile, più di ogni altra, all’annuncio evangelico e alla conversione a Gesù.

    A dieci anni si trovò davanti tre uomini bianchi vestiti di nero, che lo incuriosirono parecchio. Erano forse tre nuovi stregoni? No, erano tre Fratelli delle Scuole Cristiane, giunti per l’educazione dei giovani. Avevano già imparato la lingua malgascia, fedeli all’insegnamento di San Giovanni Battista de La Salle (1651-1719), per il quale ogni insegnamento, soprattutto quello religioso, per essere efficace deve essere fatto nella lingua materna.  

    Gli inizi furono umili. La scuola aveva tre poveri ambienti per le lezioni. Firinga, un giorno, insieme ai suoi compagni di gioco, si recò a curiosare e fu colpito da due quadri appesi alla parete. Il primo raffigurava la sacra famiglia. Ammirò l’amore che Maria aveva per il suo bambino. Il secondo quadro ritraeva un Crocifisso, dallo sguardo buono. Nella classe, uno dei tre maestri stranieri stava spiegando qualcosa ai piccoli scolari.

    Tornato a casa chiese al padre di voler frequentare quella scuola. Sotto la guida di fratel Ladolien il piccolo fu conquistato dai racconti del Vangelo, dalla figura di Maria e soprattutto da Gesù Crocifisso. A tredici anni chiese il battesimo, che fu celebrato il 24 ottobre 1879, festa dell’arcangelo Raffaele. Gli fu dato il nome di Raffaele, e poi aggiunse un “Ra ” (signore), a Firinga, diventando così Raffaele Rafiringa.

    La crescita culturale e spirituale di Rafiringa lo fecero diventare collaboratore dei religiosi, come maestro supplente della scuola. A venti anni attuò la decisione della sua vita: chiese di diventare Fratello delle Scuole Cristiane. Era la pasqua del 1876. Due anni dopo Raffaele Rafiringa, figlio del Capitano degli schiavi, vestì l’abito dei Frères, diventando Fratel Raffaele- Luigi Rafiringa, il primo africano a rivestire quell’abito benedetto. La formazione fu lunga e meticolosa: studio della dottrina cristiana e delle Regole della sua congregazione e studi di ordine professionale e di perfezionamento.

 

3. Guida coraggiosa dei cattolici dell’isola

 

    Per questioni politiche e per una certa invidia verso i cattolici da parte di altri cristiani dell’isola, tutti i francesi furono espulsi dal Madagascar. Il 29 maggio 1883, fratel Rafael ricevette la benedizione da parte del direttore, Fratel Gonzalvien che stava lasciando l’isola: «Dopo la nostra partenza, conferma i fratelli nella fede e davanti a qualunque pericolo rimani fedele a Dio e alla Regola dell’Istituto. Dio ti benedica e anch’io ti benedico».

    Nelle stesse ore, un padre Gesuita rivolgeva parole simili a Victoire Rasoamanarivo, figlia del Primo Ministro, allieva delle Suore, battezzata a dispetto dei suoi quando aveva quindici anni. Ora, a trentasei, si sentiva anche lei pronta a qualsiasi sacrificio, pur di non far spegnere la luce della fede nel suo paese. Tra Vittoria e Fratel Raffaele – entrambi dichiarati beati dalla Chiesa – si stabilì così una santa alleanza, che portò frutti benefici e insperati.

    La domenica, 3 giugno 1883, all’ora della messa festiva, tutti si diressero verso la cattedrale. Alcune guardie sbarrarono il passo. Vittoria si fece avanti e nonostante il divieto entrò in cattedrale dicendo: «Noi non abbiamo paura di entrare in chiesa. Niente ci impedirà di riunirci a pregare». Tutti entrarono. Entrò anche Fratel Raffaele con gli alunni della scuola.

    Non c’era, però, nessun sacerdote per la celebrazione della Messa. Tutti gli occhi erano puntati su Fratel Raffaele. Vittoria, a quel punto, indicò Fratel Raffaele, come l’unico che potesse guidare la comunità cattolica nel suo cammino di fede. Il giovane religioso diventò così il capo dell’Unione Cattolica di tutto il Madagascar.

    Ogni mattina alle sette, Fratel Raffaele recitava il rosario in cattedrale con gli alunni della scuola. Il venerdì sera si faceva la Via Crucis e il sabato si cantavano le litanie della Madonna davanti alla statua dell’Immacolata. Intanto si sceglievano anche i capi delle piccole assemblee di altri posti. Per tre anni, questo atteggiamento di preghiera e di fedeltà non solo non danneggiò i cattolici ma ne fece aumentare il numero.

    Ma i suoi nemici protestanti non demordevano: perché Fratel Raffaele insiste a indossare quell’abito nero così strano? Perché non lascia a noi la direzione della scuola?

    Intanto la scuola cattolica riceveva elogi dalle autorità per l’alto livello di istruzione raggiunto dai suoi alunni. Fratel Raffaele pensava anche alla formazione dei catechisti per l’istruzione religiosa delle campagne e per l’assistenza dei cattolici presenti in altri centri. Organizzava ritiri per le Suore, scriveva opuscoli e dirigeva ogni domenica una – oggi diremmo – liturgia della parola, desiderata e apprezzata da tutti. La sua guida spirituale era l’osservanza della Regola dei Frères sia nello spirito che nelle prescrizioni esteriori.

    Dopo tre anni, firmata la pace, poterono tornare anche i missionari francesi. Li attendeva una lieta sorpresa quando constatarono che la comunità cristiana si era mantenuta fedele e forte per merito dell’Unione Cattolica, di cui Fratel Raffaele era Presidente. Nel 1889, il religioso emise la professione perpetua, consacrandosi per tutta la vita a Dio nella Congregazione dei Fratelli delle Scuole Cristiane.

 

4. L’ora della prova e del trionfo

 

    La sua vita era interamente assorbita dall’insegnamento, dalla composizione di opere religiose, storiche, artistiche, didattiche, dalle traduzioni, dalla redazione di una grammatica e di una sintassi della lingua malgascia, dalla collaborazione a dizionari, dalla preparazione di una pedagogia cristiana inculturata, che riconoscesse e rispettasse i valori del popolo malgascio. Furono questi i titoli che gli permisero nel 1903 di essere nominato membro della nascente Accademia del Madagascar.

    Questo lavoro immenso non lo distoglievano dalla cura della sua santificazione. Anzi, davanti al Tabernacolo, spesso chiedeva al Signore una prova che potesse contribuire alla sua purificazione.

    E la prova dolorosa puntualmente arrivò. Il 24 dicembre 1915 fu arrestato, perché accusato di appartenere a una società segreta ultra nazionalista. Furono sequestrati e distrutti i preziosi manoscritti che si trovavano nella sua stanza. Fratel Raffaele, innocente, fu gettato in prigione. Il carceriere gli portò un po’ di cibo ma lui rifiutò: «Grazie, amico, oggi è la vigilia di Natale, e noi cattolici facciamo digiuno». E proprio a mezzanotte del giorno di Natale, iniziò l’interrogatorio. Fratel Raffaele si proclamò innocente. La sua unica preoccupazione era stata l’istruzione religiosa e civile dei giovani malgasci.

    Il 18 febbraio 1916 il processo si concluse con le pubbliche scuse da parte del giudice verso l’imputato e con l’immediata scarcerazione. Fu un trionfo. I festeggiamenti durarono più giorni. Anche il Vescovo venne a trovare – come lui disse – il suo “supplente negli anni dell’esilio ”. Lo stesso Vescovo poi svelò ai Fratelli un segreto: Fratel Raffele era andato da lui per chiedergli un rosario nuovo, perché il vecchio rosario si era consumato nei mesi di prigionia.

    La sua salute, però, era stata gravemente minata. I suoi superiori pensarono bene di trasferirlo da Antananarivo a Fianarantsoa, ricca di bellezze naturali e col clima più adatto alle sue condizioni. Questo trasferimento fu una ferita al suo amore per la sua città natia, la sua cattedrale, la sua scuola, i suoi amici. Vi rimase due anni e furono gli ultimi della sua vita. Si spense a 63 anni, il 19 maggio del 1919.

    Ma la capitale non si rassegnava a vedere sepolti lontani i resti del suo eroe e così nel 1933 ci fu il tanto sospirato trasferimento. Il ritorno fu un vero trionfo di popolo. Un trionfo arricchito di grazie e di favori celesti. Ci fu anche un miracolo, riconosciuto dalla Congregazione per le Cause dei Santi e atto per la beatificazione di Fratel Rafiringa. Si tratta della guarigione del signor Pietro Rafaralahy da una totale paralisi degli arti inferiori che lo affliggeva da più di sei anni. Pietro era cattolico ed era uno dei catechisti della regione. Quando seppe che il percorso della salma da Fianarantsoa ad Antananarivo avrebbe fatto sosta nella cattedrale di Antsirabé, si fece trasportare in quella città per rendere omaggio e anche per chiedere la grazia della guarigione. E avvenne il miracolo. Dopo la Messa, Pietro si trascinò verso la bara. Sentì un brivido lungo il corpo e fu spinto ad alzarsi. Lo fece senza difficoltà. Era guarito. Le sue stampelle le lasciò come ricordo alla chiesa. Ritornò con le proprie gambe a casa coprendo con gioia i 14 chilometri di distanza.

 

5. Il suo messaggio per noi

 

    Fratel Raffaele è una figura di eccezionale modernità. È un convertito che si apre alla luce e alla verità del Vangelo. È un religioso lasalliano che avverte l’importanza dell’istruzione dei giovani. È un catechista che si impegna per l’educazione cristiana del popolo. È uno scrittore, un accademico, un leader che guida la Chiesa, in assenza di sacerdoti.

    Ma Fratel Raffaele è un santo, che ha amato Dio con tutte le sue forze, mettendosi al suo servizio, e ha amato la sua patria con tutto il suo cuore, discernendo e valorizzando i talenti della cultura e le bellezze della lingua malgascia. Fratel Raffaele è, quindi, un esempio per la gioventù malgascia a essere gioiosi testimoni di Gesù, buon maestro. Ma è anche un modello per i cattolici di tutto il mondo a rimanere fedeli alla Chiesa e al Vangelo, anche durante le persecuzioni e le prigionie.

    Negli ultimi mesi della sua vita fino alla sua morte egli stava scrivendo una vita dei santi in malgascio, per l’edificazione del suo popolo. La morte lo fece fermare alla vita di santa Brigida. Di lui si può dire quello che si disse di san Bonaventura: «Era un Santo che scriveva la vita dei suoi fratelli, gli altri santi».

    Per i suoi Confratelli, i suoi compatrioti, per tutti i cattolici del mondo è questo il messaggio ultimo di Frère Raphaël Louis Rafiringa: il richiamo alla nostra santificazione.

 

Card. Angelo Amato S.d.B

Prefetto

 

LITTERAE APOSTOLICAE

de peracta beatificatione

 

BENEDICTUS PP. XVI

ad perpetuam rei memoriam

 

    « Dedit quoque in corde eius, ut alios doceret » (Ex 35, 34).

    Deus Pater, omnium donorum fons, largiter sua dona usque dispensat, quae multiplicia quidem multum conferunt ad Ecclesiam toto in terrarum orbe aedificandam. Sic Venerabilis Dei Servus Raphael Aloisius Rafiringa, sodalis Instituti Fratrum Scholarum Christianarum, facultatem recepit cor docendi alumnorum Antananarivensium in Madagascaria eosdemque ad fidem alliciendi. Parvo in pago, haud longe a principe urbe Tananarivensi, die III mensis Novembris anno MDCCCLVI ortus est. Solummodo die XIX mensis Martii anno MDCCCLXVIII, a sorore invitatus, suam primam S. Missam participavit. Sacra haec Eucharistia effecit ut iuvenis Rafiringa coetum catechumenorum ingrederetur atque die XXIV mensis Octobris anno MDCCCLXIX baptismali acqua est ablutus. Suam propter intellectus vim eminuit atque curricula studiorum perficere apud scholam Andohalensem potuit, quam Fratrum Scholarum Christianarum sodales moderabantur. Baptismalis eius vocatio, quam veri paedagogiae magistri credibilesque fidei testes coluerunt, adolevit atque ad religiosam vitam adipiscendam pervenit. Sic die I mensis Martii anno MDCCCLXXVIII Fratrum Scholarum Christianarum vestimentum sumpsit. Cum catholica in Madagascaria missio usque comprobaretur, politicae autem difficultates effecerunt ut loci Potestates omnes Europaeos depellerent, Venerabilis Dei Servus unus in illa insula mansit religiosus catholicus. Ei omnium fidelium cura est commissa. Auxilium ferente Beata Victoria Rasoamanarivo, missionariorum operam produxit atque ad eum catholica Madagascariae communitas referebatur. Inter Francogalliam et Madagascariam diplomaticis rationibus redintegratis, missionarii die XXVI mensis Martii anno MDCCCLXXXVI illuc redire potuerunt. Bello saeviente, Venerabilis Dei Servus non modo catholicam fidem integram servavit, sed eam latius diffundendam curavit. Praestantibus eius agnitis meritis eiusque perfecta oboedientia, perpetua vota nuncupare ei concessum est. Paucis post annis inter Francogalliam et praecipuam Madagascariae stirpem, quae est Hova, iterum bellum erupit, quod effecit ut Europaei denuo depellerentur. Venerabilis Dei Servus Rafiringa rursus solus fuit, pondus sustinens catholicae communitatis. Quae subsecuta est pax catholicum nomen amplificandum et augendum procuravit. Propter fidei prosperitatem fuit quibusdam in odio atque falsis accusationibus die XXIV mensis Decembris anno MCMXV in vincula est coniectus. Paucis post diebus eius innocentia emersit, tot casus ac labores eiusdem corpus debilitarunt. Continuis febribus correptus, sacramentis sodaliumque dilectione sustentatus die XIX mensis Maii anno MCMXIX de hoc mundo demigravit.

    Cum eius sanctitatis fama apud Dei Populum increbresceret, archidioecesis Antananarivensis dioecesanam Inquisitionem de ipsius sanctitatis fama virtutibusque anno MCMXCIV incohavit. Inquisitionis iuridica validitate agnita, die XXIX mensis Ianuarii anno MMII, Peculiaris Congressus Consultorum Theologorum Servi Dei virtutes, heroum in modum exercitas, comprobavit. Idem senserunt Patres Cardinales et Episcopi in Sessione Ordinaria diei V mensis Decembris anno MMVII. Nos Ipsi permisimus ut Congregatio de Causis Sanctorum Decretum de heroicis virtutibus die XVII mensis Decembris anno MMVII evulgaret. His absolutis cunctis iure statutis rebus, Nos Ipsi facultatem fecimus ut Congregatio de Causis Sanctorum de miraculo Decretum die XVII mensis Ianuarii anno MMIX ederet atque die II mensis Martii anno MMIX statuimus ut beatificationis ritus Antananarivi in Madagascaria die VII mensis Iunii anno MMIX celebraretur.

    Hodie igitur de mandato Nostro Venerabilis Frater Angelus Amato, Congregationis de Causis Sanctorum Praefectus, textum Litterarum Apostolicarum legit, quibus Nos in Beatorum numerum Venerabilem Dei Servum Raphaelem Aloisium Rafiringa adscribimus:

    Nos, vota Fratris Nostri Odonis Mariae Arsenii Razanakolona, Archiepiscopi Antananarivensis, necnon plurimorum aliorum Fratrum in Episcopatu multorumque christifidelium explentes, de Congregationis de Causis Sanctorum consulto, auctoritate Nostra Apostolica facultatem facimus ut Venerabilis Servus Dei Raphael Aloisius Rafiringa, vir religiosus ex Instituto Fratrum Scholarum Christianarum, Christi sedulus ed indefatigatus testis iuventutisque studiosus institutor, Beati nomine in posterum appelletur eiusque festum die undevicesima mensis Maii, qua in caelum ortus est, in locis et modis iure statutis quotannis celebrari possit. In nomine Patris et Filii et Spiritus Sancti.

    Nunc vero facere non possumus quin tantam huius spectabilis viri assiduam operam admiremur, qui, difficultates alacriter obiens et Christum Magistrum vestigiis persequens, vires non dubitavit impendere non solum in catholicam fidem transmittendam verum etiam in sanam iuvenibus institutionem tradendam. Quocirca eius patrocinium ferventer invocemus eiusque Christianas virtutes curemus imitandas et cum iuvenibus nostrae aetatis acriter communicandas.

    Haec vero quae hodie statuimus firma usquequaque esse volumus ac valida fore iubemus, contrariis quibuslibet rebus minime obstantibus.

    Datum Romae, apud Sanctum Petrum, sub anulo Piscatoris, die VII mensis Iunii, anno MMIX, Pontificatus Nostri quinto.

 

De mandato de Summi Pontificis
THARSICIUS card. BERTONE
Secretarius Status

A.A.S., vol. CIII (2011), n. 1, pp. 14-16.