Stanisław Kazimierczyk
(1433-1489)
- 3 maggio
Sacerdote professo dell’Ordine dei Canonici Regolari Lateranensi, mosso da carità pastorale, fu solerte ministro della parola di Dio, maestro di vita spirituale e ambíto confessore
Il Beato Stanislao Casimiritano, al secolo Stanisław Kazimierczyk, nacque il 27 settembre 1433.
Già dalla prima infanzia fu legato alla chiesa del Corpus Domini. È qui che fu battezzato, e sempre qui, presso la scuola parrocchiale, ricevette i primi insegnamenti. Dopo aver compiuto gli anni richiesti, si iscrisse all’Accademia di Cracovia, dove studiò fino all’età di 23 anni. Poco dopo decise di entrare nell’Ordine dei Canonici Lateranensi — congregazione che, essendo egli parrocchiano della chiesa del Corpus Domini, aveva conosciuto fin dall’infanzia. Grande doveva essere la sua umiltà, la sua pazienza, la sua castità e la sua modestia, se i suoi biografi ne rimasero commossi e all’unisono parlano di queste virtù del pio religioso. La Santa Messa era sempre per lui un evento estremamente importante — da essa cominciava ogni mattina le sue giornate. Famosa era anche la sua facondia nel predicare, che gli permise, grazie alle ferventi omelie piene di zelo, di raccogliere una grande abbondanza di grano fra le anime.
Stanislao fu anche un educatore dei giovani religiosi, ai quali cercava sempre di inculcare un amore per il Santissimo Sacramento simile al suo. I giovani monaci lo avevano in grande stima e gli concedevano la propria fiducia perché non solo insegnava loro la dottrina cristiana, ma cercava (con successo) di testimoniarla con la sua vita. L’impegno con il quale prendeva cura delle cose del convento, la cura e le attenzioni dedicate ai novizi ed ai poveri che bussavano al portoncino, la diligenza con la quale preparava le sue omelie, la dedizione nell’ascoltare le confessioni e infine la sua schietta e fervente devozione, gli procuravano una grande stima, un grande rispetto che generavano negli altri una grande fama di santità.
Quell’opinione si rinforzò subito dopo la morte di Stanislao (il 3 maggio 1489), perché già nel primo anno dopo la sua scomparsa i fedeli cominciarono a pregare Dio per sua intercessione e le cronache del convento annotano pressoché duecento grazie attribuite alla sua intercessione. I loro contemporanei e quelli che vissero successivamente notarono d’altra parte testimonianze che parlano dell’eccellenza della sua vita e delle sue virtù eccezionali.
CAPPELLA PAPALE
PER LA CANONIZZAZIONE DEI BEATI:
STANISŁAW KAZIMIERCZYK SOŁTYS (1433 - 1489)
ANDRÉ (Alfred) BESSETTE (1845 - 1937)
CÁNDIDA MARÍA DE JESÚS (Juana Josefa) CIPITRIA y BARRIOLA (1845 - 1912)
MARY OF THE CROSS (Mary Helen) MacKILLOP (1842 - 1909)
GIULIA SALZANO (1846 - 1929)
BATTISTA CAMILLA DA VARANO (1458 - 1524)
OMELIA DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI
Piazza San Pietro
Domenica, 17 ottobre 2010
Cari fratelli e sorelle!
Si rinnova oggi in Piazza San Pietro la festa della santità. Con gioia rivolgo il mio cordiale benvenuto a voi che siete giunti, anche da molto lontano, per prendervi parte. Un particolare saluto ai Cardinali, ai Vescovi e ai Superiori Generali degli Istituti fondati dai nuovi Santi, come pure alle Delegazioni ufficiali e a tutte le Autorità civili. Insieme cerchiamo di accogliere quanto il Signore ci dice nelle sacre Scritture poc’anzi proclamate. La liturgia di questa domenica ci offre un insegnamento fondamentale: la necessità di pregare sempre, senza stancarsi. Talvolta noi ci stanchiamo di pregare, abbiamo l’impressione che la preghiera non sia tanto utile per la vita, che sia poco efficace. Perciò siamo tentati di dedicarci all’attività, di impiegare tutti i mezzi umani per raggiungere i nostri scopi, e non ricorriamo a Dio. Gesù invece afferma che bisogna pregare sempre, e lo fa mediante una specifica parabola (cfr Lc 18,1-8).
Questa parla di un giudice che non teme Dio e non ha riguardo per nessuno, un giudice che non ha atteggiamento positivo, ma cerca solo il proprio interesse. Non ha timore del giudizio di Dio e non ha rispetto per il prossimo. L’altro personaggio è una vedova, una persona in una situazione di debolezza. Nella Bibbia, la vedova e l’orfano sono le categorie più bisognose, perché indifese e senza mezzi. La vedova va dal giudice e gli chiede giustizia. Le sue possibilità di essere ascoltata sono quasi nulle, perché il giudice la disprezza ed ella non può fare nessuna pressione su di lui. Non può nemmeno appellarsi a principi religiosi, poiché il giudice non teme Dio. Perciò questa vedova sembra priva di ogni possibilità. Ma lei insiste, chiede senza stancarsi, è importuna, e così alla fine riesce ad ottenere dal giudice il risultato. A questo punto Gesù fa una riflessione, usando l’argomento a fortiori: se un giudice disonesto alla fine si lascia convincere dalla preghiera di una vedova, quanto più Dio, che è buono, esaudirà chi lo prega. Dio infatti è la generosità in persona, è misericordioso, e quindi è sempre disposto ad ascoltare le preghiere. Pertanto, non dobbiamo mai disperare, ma insistere sempre nella preghiera.
La conclusione del brano evangelico parla della fede: «Il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?» (Lc 18,8). E’ una domanda che vuole suscitare un aumento di fede da parte nostra. E’ chiaro infatti che la preghiera dev’essere espressione di fede, altrimenti non è vera preghiera. Se uno non crede nella bontà di Dio, non può pregare in modo veramente adeguato. La fede è essenziale come base dell’atteggiamento della preghiera. E’ quanto hanno fatto i sei nuovi Santi che oggi vengono proposti alla venerazione della Chiesa universale: Stanisław Sołtys, André Bessette, Cándida María de Jesús Cipitria y Barriola, Mary of the Cross MacKillop, Giulia Salzano e Battista Camilla Varano.
Święty Stanisław Kazimierczyk, zakonnik z XV wieku, i dla nas może być przykładem i orędownikiem. Całe Jego życie było związane z Eucharystią. Najpierw przez kościół Bożego Ciała na Kazimierzu w dzisiejszym Krakowie, gdzie u boku matki i ojca uczył się wiary i pobożności; gdzie złożył śluby zakonne u Kanoników Regularnych; gdzie pracował jako kapłan, wychowawca, opiekun potrzebujących. Przede wszystkim jednak był związany z Eucharystią przez żarliwą miłość do Chrystusa obecnego pod postaciami chleba i wina; przez przeżywanie tajemnicy Jego śmierci i zmartwychwstania, która w sposób bezkrwawy dokonuje się we Mszy św.; przez praktykę miłości bliźniego, której źródłem i znakiem jest Komunia.
[Traduzione: San Stanisław Kazimierczyk, religioso del XV secolo, può essere anche per noi esempio e intercessore. Tutta la sua vita era legata all’Eucaristia. Anzitutto nella chiesa del Corpus Domini in Kazimierz, nell’odierna Cracovia, dove, accanto alla madre e al padre, imparò la fede e la pietà; dove emise i voti religiosi presso i Canonici Regolari; dove lavorò come sacerdote, educatore, attento alla cura dei bisognosi. In modo particolare, però, era legato all’Eucaristia attraverso l’ardente amore per Cristo presente sotto le specie del pane e del vino; vivendo il mistero della morte e della risurrezione, che in modo incruento si compie nella Santa Messa; attraverso la pratica dell’amore al prossimo, del quale fonte e segno è la Comunione.]
Frère André Bessette, originaire du Québec, au Canada, et religieux de la Congrégation de la Sainte-Croix, connut très tôt la souffrance et la pauvreté. Elles l’ont conduit à recourir à Dieu par la prière et une vie intérieure intense. Portier du collège Notre Dame à Montréal, il manifesta une charité sans bornes et s’efforça de soulager les détresses de ceux qui venaient se confier à lui. Très peu instruit, il a pourtant compris où se situait l’essentiel de sa foi. Pour lui, croire signifie se soumettre librement et par amour à la volonté divine. Tout habité par le mystère de Jésus, il a vécu la béatitude des cœurs purs, celle de la rectitude personnelle. C’est grâce à cette simplicité qu’il a permis à beaucoup de voir Dieu. Il fit construire l’Oratoire Saint Joseph du Mont Royal dont il demeura le gardien fidèle jusqu’à sa mort en 1937. Il y fut le témoin d’innombrables guérisons et conversions. «Ne cherchez pas à vous faire enlever les épreuves» disait-il, «demandez plutôt la grâce de bien les supporter». Pour lui, tout parlait de Dieu et de sa présence. Puissions-nous, à sa suite, rechercher Dieu avec simplicité pour le découvrir toujours présent au cœur de notre vie! Puisse l’exemple du Frère André inspirer la vie chrétienne canadienne!
Cuando el Hijo del Hombre vendrá para hacer justicia a los elegidos, ¿encontrará esta fe en la tierra? (cf. Lc 18,18). Hoy podemos decir que sí, con alivio y firmeza, al contemplar figuras como la Madre Cándida María de Jesús Cipitria y Barriola. Aquella muchacha de origen sencillo, con un corazón en el que Dios puso su sello y que la llevaría muy pronto, con la guía de sus directores espirituales jesuitas, a tomar la firme resolución de vivir «sólo para Dios». Decisión mantenida fielmente, como ella misma recuerda cuando estaba a punto de morir. Vivió para Dios y para lo que Él más quiere: llegar a todos, llevarles a todos la esperanza que no vacila, y especialmente a quienes más lo necesitan. «Donde no hay lugar para los pobres, tampoco lo hay para mí», decía la nueva Santa, que con escasos medios contagió a otras Hermanas para seguir a Jesús y dedicarse a la educación y promoción de la mujer. Nacieron así las Hijas de Jesús, que hoy tienen en su Fundadora un modelo de vida muy alto que imitar, y una misión apasionante que proseguir en los numerosos países donde ha llegado el espíritu y los anhelos de apostolado de la Madre Cándida.
“Remember who your teachers were – from these you can learn the wisdom that leads to salvation through faith in Christ Jesus.” For many years countless young people throughout Australia have been blessed with teachers who were inspired by the courageous and saintly example of zeal, perseverance and prayer of Mother Mary McKillop. She dedicated herself as a young woman to the education of the poor in the difficult and demanding terrain of rural Australia, inspiring other women to join her in the first women’s community of religious sisters of that country. She attended to the needs of each young person entrusted to her, without regard for station or wealth, providing both intellectual and spiritual formation. Despite many challenges, her prayers to Saint Joseph and her unflagging devotion to the Sacred Heart of Jesus, to whom she dedicated her new congregation, gave this holy woman the graces needed to remain faithful to God and to the Church. Through her intercession, may her followers today continue to serve God and the Church with faith and humility!
Nella seconda metà del secolo XIX, in Campania, nel sud dell’Italia, il Signore chiamò una giovane maestra elementare, Giulia Salzano, e ne fece un’apostola dell’educazione cristiana, fondatrice della Congregazione delle Suore Catechiste del Sacro Cuore di Gesù. Madre Giulia comprese bene l’importanza della catechesi nella Chiesa, e, unendo la preparazione pedagogica al fervore spirituale, si dedicò ad essa con generosità e intelligenza, contribuendo alla formazione di persone di ogni età e ceto sociale. Ripeteva alle sue consorelle che desiderava fare catechismo fino all’ultima ora della sua vita, dimostrando con tutta se stessa che se “Dio ci ha creati per conoscerLo, amarLo e servirLo in questa vita”, nulla bisognava anteporre a questo compito. L’esempio e l’intercessione di santa Giulia Salzano sostengano la Chiesa nel suo perenne compito di annunciare Cristo e di formare autentiche coscienze cristiane.
Santa Battista Camilla Varano, monaca clarissa del XV secolo, testimoniò fino in fondo il senso evangelico della vita, specialmente perseverando nella preghiera. Entrata a 23 anni nel monastero di Urbino, si inserì da protagonista in quel vasto movimento di riforma della spiritualità femminile francescana che intendeva recuperare pienamente il carisma di santa Chiara d’Assisi. Promosse nuove fondazioni monastiche a Camerino, dove più volte fu eletta abbadessa, a Fermo e a San Severino. La vita di santa Battista, totalmente immersa nelle profondità divine, fu un’ascesa costante nella via della perfezione, con un eroico amore verso Dio e il prossimo. Fu segnata da grandi sofferenze e mistiche consolazioni; aveva deciso infatti, come scrive lei stessa, di “entrare nel Sacratissimo Cuore di Gesù e di annegare nell’oceano delle sue acerbissime sofferenze”. In un tempo in cui la Chiesa pativa un rilassamento dei costumi, ella percorse con decisione la strada della penitenza e della preghiera, animata dall’ardente desiderio di rinnovamento del Corpo mistico di Cristo.
Cari fratelli e sorelle, rendiamo grazie al Signore per il dono della santità, che risplende nella Chiesa e oggi traspare sul volto di questi nostri fratelli e sorelle. Gesù invita anche ciascuno di noi a seguirlo per avere in eredità la vita eterna. Lasciamoci attrarre da questi esempi luminosi, lasciamoci guidare dai loro insegnamenti, perché la nostra esistenza sia un cantico di lode a Dio. Ci ottengano questa grazia la Vergine Maria e l’intercessione dei sei nuovi Santi che oggi con gioia veneriamo. Amen.
Stanislao fu sepolto sotto l’ammattonato, vicino all’altare di Santa Maria Maddalena, patrona dei tessitori, poiché il padre del Beato faceva proprio il tessitore. Nel 1632 fu costruito un altare speciale dove furono poste le reliquie di Stanislao. Oggi all’altare sono appesi decine di quadri che rappresentano le vicissitudini del Casimiritano e inoltre un cospicuo dipinto in cui sono mostrati suoi contemporanei, uomini illustri per santità felicis sæculi Cracoviæ —del secolo felice di Cracovia: San Giovanni Canzio, San Simone di Lipnica, ed anche Michele Giedroyæ ed Isaia Boner già ritenuti santi benché ancora non ufficialmente canonizzati. Quantunque a Stanislao Casimiritano sia stata concessa la venerazione dovuta ai santi subito dopo la sua morte, tuttavia i Canonici incominciarono a presentare domande ufficiali per confermare il suo culto presso la Santa Sede solo nel 1773. Questi tentativi durarono lungamente. Il tempo delle spartizioni della Polonia, le due guerre mondiali e infine il governo comunista ostacolarono l’impresa.
Un fervido sostenitore della causa di beatificazione di Stanislao Casimiritano fu Karol Wojtyła, il quale, essendo vescovo di Cracovia, più volte visitò la chiesa del Corpus Domini. Lui stesso, dopo esser salito sul trono di Pietro, il 18 aprile 1993 beatificò Stanislao Casimiritano, attribuendogli dopo secoli di culto, il titolo di Beato. Il 19 dicembre 2009 il Santo Padre Benedetto XVI ha confermato un miracolo ottenuto per l’intercessione del Beato Stanislao, conferma che ha aperto la strada alla canonizzazione del religioso.
BEATIFICAZIONE DI TRE SACERDOTI E DUE SUORE
OMELIA DI GIOVANNI PAOLO II
Domenica, 18 aprile 1993
1. “Celebrate il Signore, perché è buono, perché eterna è la sua misericordia” (Sal 118, 1). Il Salmo di ringraziamento attraversa come un fascio di luce tutta l’ottava di Pasqua. È il “grazie” corale della Chiesa, che adora Dio per il dono della Risurrezione di Cristo: per il dono della Vita nuova ed eterna, rivelata nel Risorto. La Chiesa, unanime, adora e ringrazia per l’infinito amore che, in Lui, si è comunicato ad ogni uomo e all’universo intero. “Sia benedetto Dio e Padre del Signore nostro Gesù Cristo... egli ci ha rigenerati, mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morti, per una speranza viva”(1 Pt 1, 3). Ci ha rigenerati “nella sua grande misericordia” (1 Pt 1, 3), Lui, Iddio e Padre di Cristo crocifisso e risorto: “dives in misericordia”. La Chiesa vive con questa intima consapevolezza fin dai suoi albori. In spirito di ringraziamento pasquale si radunavano i primi discepoli e fedeli, spezzando il pane nelle case (cf. At 2, 46), celebrando cioè l’Eucaristia. In questo medesimo spirito la Comunità apostolica accoglieva ed accompagnava i catecumeni, mentre cresceva il numero di quelli che benedicevano Dio, di quanti lo professavano “ricco di misericordia” (Ef 2, 4), ringraziandolo per l’amore rivelato in Cristo.
2. Oggi la stessa Chiesa, rigenerata “per una speranza viva”, rende grazie per “una eredità che non si corrompe... che è conservata nei cieli” per noi (1 Pt 1, 3-4). Il Popolo cristiano – nell’imminenza dell’anno 2000 – esprime la propria gioia pasquale a motivo di alcuni suoi figli e figlie che, in modo particolare, confermano questa eredità di Dio conservata nei cieli per noi. Ecco i loro nomi: Ludovico da Casoria Paula Montal Fornés de San José Calasanz Stanislaw Kazimierczyk Angela Truszkowska Faustyna Kowalska.
3. Ti saluto, Beato Ludovico da Casoria, singolare figura di Frate Minore e ardente testimone della carità di Cristo. Ci commuovono le parole del tuo Testamento: “Il Signore mi chiamò a sé con un amore dolcissimo, e con una carità infinita mi guidò e mi diresse nel cammino della mia vita”. La forza di questo amore spinse te, valido studioso e insegnante, a dedicarti ai più poveri: ai sacerdoti ammalati, agli immigrati africani, ai muti, ai ciechi, ai vecchi, agli orfanelli. Beato Ludovico, grande figlio della Chiesa di Napoli, hai fatto tuo il carisma di Francesco d’Assisi e l’hai vissuto nella società del tuo tempo, nel Meridione d’Italia del secolo scorso, assumendo attiva responsabilità nei confronti delle più gravi forme di povertà, calandoti con cristiana compassione nella concretezza della storia della tua gente e dei suoi drammi quotidiani. L’ampiezza del raggio d’azione del tuo apostolato ci lascia quasi increduli, e ci viene spontaneo domandarti: Come hai potuto farti prossimo a tante miserie, con tanta “fantasia” nella promozione umana? E ancora ci rispondono le tue parole: “L’amore di Cristo aveva ferito il mio cuore” (Testamento). Ti chiediamo di insegnare anche a noi a vivere per gli altri e ad essere costruttori di autentiche comunità ecclesiali, nelle quali la carità fiorisca in letizia ed in speranza operosa. “I poveri li avete sempre con voi” (Mt 26, 11), ci ha detto Gesù. Aiutaci, Beato Ludovico, a scoprirli, ad amarli, a servirli con quell’ardore che in te ha compiuto meraviglie.
4. La nueva beata, Paula Montal de San José de Calasanz, fue durante toda su vida un abnegado apóstol de la promoción cultural, humana y cristiana de la mujer. En total entrega a la voluntad de Dios y contando sólo “ con cuarenta reales en el bolsillo ” – como dice la historia – abrió la primera escuela de niñas para enseñarles, sobre todo, el amor de Dios y la dignidad de la mujer, como futura madre de familia. “ Quiero salvar las familias ”, repetía insistentemente. Con este objetivo fundó la congregación de Hijas de María, Religiosas de las Escuelas Pías, viviendo de lleno la espiritualidad calasancia y haciendo un cuarto voto de dedicarse exclusivamente a la enseñanza. El carisma de la beata Paula Montal vive en vosotras, amadas Religiosas Escolapias, y su exaltación hoy al honor de los altares representa una apremiante invitación que el Señor os dirige para que renovéis, como almas consagradas, vuestro fecundo servicio eclesial en fidelidad a su carisma, en favor de la dignidad de la mujer y de la familia. Quiera Dios que por su intercesión y ejemplo la acción educativa de la Iglesia con la niñez y la juventud reciba un decidido impulso, que dé nueva vitalidad a las raíces cristianas de la noble Nación española, representada aquí por un nutrido grupo de Obispos, Autoridades, sacerdotes, religiosos – particularmente Escolapios – religiosas y numerosos fieles, a quienes saludo con particular afecto.
Ecco le parole del Papa in una nostra traduzione in italiano.
4. La nuova Beata, Paula Montal de San José de Calasanz, è stata per tutta la sua vita un generoso apostolo della promozione culturale, umana e cristiana della donna. In un dono totale alla volontà di Dio e con solo “quaranta reali nelle tasche” – come dice la storia – aprì la prima scuola per bambine per insegnar loro, soprattutto, l’amore di Dio e la dignità della donna, come futura madre di famiglia. “Voglio salvare le famiglie”, ripeteva insistentemente. Con questo obiettivo fondò la congregazione delle Figlie di Maria, Religiose delle Scuole Pie, vivendo pienamente la spiritualità di Calasanz e facendo un quarto voto di dedicarsi esclusivamente all’insegnamento. Il carisma della Beata Paula Montal vive in voi, amate Religiose Scolopie, e la sua elevazione oggi all’onore degli altari rappresenta una pressante esortazione che il Signore vi rivolge affinché rinnoviate, come anime consacrate, il vostro fecondo servizio ecclesiale in fedeltà al suo carisma, a favore della dignità della donna e della famiglia. Voglia Dio che attraverso la sua intercessione e il suo esempio l’azione educativa della Chiesa per l’infanzia e la gioventù riceva un deciso impulso, che dia nuovo vigore alle radici cristiane della nobile Nazione spagnola, rappresentata qui da un folto gruppo di Vescovi, Autorità, sacerdoti, religiosi – in particolare Scolopi – religiose e numerosi fedeli, che saluto con particolare affetto.
5. Pozdrawiam Cię, Matko Mario Angelo Truszkowska, Matko wielkiej rodziny felicjańskiej. Byłaś świadkiem trudnych dziejów naszego narodu i Kościoła, który w tym narodzie sprawował swe posłannictwo. Imię Twoje i powołanie związane jest z postacią Bł. Honorata Koźminskiego, wielkiego apostoła ukrytych zgromadzeń, które odradzały życie udręczonego społeczeństwa i przywracały nadzieję zmartwychwstania.
W dniu dzisiejszym pielgrzymuję do Twych relikwii w moim umiłowanym Krakowie, gdzie rozwinęła się rodzina felicjańska, i skąd poszła za Ocean, by służyć nowym pokoleniom emigrantów i Amerykanów.
Christ led Mother Angela by a truly exceptional path, causing her to share intimately in the mystery of his Cross. He formed her spirit by means of numerous sufferings, which she accepted with faith and a truly heroic submission to his will: in seclusion and in solitude, in a long and trying illness and in the dark night of the soul.
Her greatest desire was to become a "victim of love". And she always understood love as a free gift of herself. "Loving means giving. Giving everything that love asks for. Giving immediately, without regrets, with joy, and wanting even more to be asked of us". These are her own words in which she summed up the whole program of her life.
She was able to kindle the same love in the hearts of the Sisters of her Congregation. This love constitutes the ever living leaven of the works by which the communities of Felicians serve the Church in Poland and beyond its borders.
“Dziękujcie Panu, bo jest dobry...”.
Kościół raduje się dzisiaj i dziękuje Bogu za dar wyniesienia na ołtarze Sługi Bożej Matki Mari Angeli i za całe Zgromadzenie Sióstr Felicjanek, które z jej charyzmatu wzięło początek.
Ecco le parole del Santo Padre in una nostra traduzione in italiano.
5. Ti saluto, Madre Maria Angela Truszkowska, Madre della grande famiglia feliciana. Sei stata testimone dei difficili avvenimenti storici della nostra Nazione e della Chiesa, la quale quivi compiva la sua missione. Il Tuo nome e la Tua vocazione sono legati alla figura del beato Honorat Kozminski, grande apostolo delle comunità segrete, le quali rigeneravano la vita della società travagliata, e restituivano la speranza della risurrezione. Al giorno d’oggi compio un pellegrinaggio verso le Tue reliquie nella mia amata Cracovia, dove si è sviluppata la famiglia feliciana, e da dove è partita oltre Oceano per servire le nuove generazioni di emigranti ed americani.
Cristo ha condotto Madre Angela attraverso un sentiero veramente eccezionale, cosicché essa ha potuto condividere intimamente il mistero della sua croce. Egli ha formato il suo spirito per mezzo di numerose sofferenze, che essa ha accettato con fede e con sottomissione davvero eroica alla Sua volontà: nella reclusione e nella solitudine, in una malattia lunga e dolorosa e nella notte buia dell’anima. Il suo più grande desiderio è stato di divenire “vittima d’amore”. Essa ha sempre interpretato l’amore come dono gratuito di sé. “Amare significa dare. Dare tutto ciò che l’amore richiede. Dare immediatamente, senza rimpianti, con gioia e desiderando che ci venga chiesto ancora di più”. Queste sono parole sue con le quali ha riassunto l’intero programma della sua vita. Essa è stata in grado di accendere lo stesso amore nei cuori delle Sorelle della sua Congregazione. Questo amore costituisce il fogliame sempre verde delle opere con le quali le comunità delle Feliciane servono la Chiesa in Polonia e altrove.
“Ringraziate il Signore, perché è buono...”. La Chiesa si rallegra oggi e ringrazia Dio per il dono dell’elevazione agli altari della Serva di Dio Madre Maria Angela e per tutta la Congregazione delle Suore Feliciane, che dal suo carisma ha preso origine.
6. Pozdrawiam Cię, Siostro Faustyno. Od dzisiaj Kościół zwie Ciebie błogosławioną, zwłaszcza Kościół na ziemi polskiej i litewskiej. O, Faustyno, jakże przedziwna była Twoja droga! Czyż można nie pomyśleć, że to Ciebie właśnie, ubogą i prostą córkę mazowieckiego polskiego ludu wybrał Chrystus, aby przypomnieć ludziom wielką Bożą tajemnicę Miłosierdzia. Tę tajemnicę zabrałaś ze sobą, odchodząc z tego świata po krótkim i pełnym cierpień życiu. Równocześnie tajemnica ta stała się proroczym zaiste wołaniem do świata, do Europy. Przecież Twoje orędzie Bożego miłosierdzia zrodziło się jakby w przeddzień straszliwego kataklizmu drugiej wojny światowej. Zapewne byś się zdziwiła, gdybyś mogła na ziemi doświadczyć, czym stało się to orędzie dla udręczonych ludzi tego czasu pogardy, jak szeroko ono poszło w świat. Dzisiaj – tak głęboko wierzymy – ogladasz w Bogu owoce Twojego posłannictwa na ziemi. Dziś doświadczasz u samego Źródła, kim jest Twój Chrystus: “Dives in Misericordia”.
“Sento chiaramente che la mia missione non finisce con la morte, ma inizia... ”, ha scritto Suor Faustyna nel suo Diario. E così è veramente avvenuto! La sua missione continua e sta portando frutti sorprendenti. È veramente meraviglioso il modo in cui la sua devozione a Gesù Misericordioso si fa strada nel mondo contemporaneo e conquista tanti cuori umani! Questo è senza dubbio un segno dei tempi, un segno del nostro XX secolo. Il bilancio di questo secolo che tramonta presenta, oltre alle conquiste, che spesso hanno superato quelle delle epoche precedenti, anche una profonda inquietudine e paura circa l’avvenire. Dove, quindi, se non nella divina Misericordia, il Mondo può trovare lo scampo e la luce della speranza? I credenti lo intuiscono perfettamente!
“Dziękujcie Panu, bo jest dobry...
Dziękujcie Panu, bo jest miłosierny...”.
Dzisiaj, w dniu beatyfikacji Siostry Faustyny, wielbimy Boga za wielkie dzieła, jakich dokonał w Jej duszy. Wysławiamy Go i dziękujemy Mu za wielkie dzieła, jakich dokonał i ciągle dokonuje w duszach ludzkich, które dzięki jej świadectwu i orędziu odkrywają nieskończone głębie Bożego Miłosierdzia.
Ecco le parole del Papa in una nostra traduzione italiana.
6. Ti saluto, Suor Faustyna. Da oggi la Chiesa ti nomina Beata, soprattutto la Chiesa della terra polacca e lituana. O Faustyna, come meraviglioso è stato il Tuo cammino! Come si può non pensare, che proprio Te, una povera e semplice figlia del popolo polacco di Mazowsze, Cristo ha scelto per ricordare alla gente il grande mistero della divina Misericordia. Questo mistero hai portato con Te, lasciando questo mondo dopo una vita breve e piena di sofferenza. Allo stesso tempo questo mistero è divenuto veramente un grido profetico rivolto verso il mondo e verso l’Europa. Il Tuo messaggio della divina Misericordia è nato praticamente quasi alla vigilia del pauroso cataclisma della seconda guerra mondiale. Probabilmente non Ti sorprenderesti, se avessi potuto sperimentare sulla terra ciò che questo messaggio è diventato per la tormentata gente di quel tempo del disprezzo, come si è esteso nel mondo. Oggi – crediamo così profondamente – guardi in Dio il frutto della Tua missione sulla terra. Oggi sperimenti presso la stessa Fonte, chi è il Tuo Cristo: “dives in misericordia”.
“Sento chiaramente che la mia missione non finisce con la morte, ma inizia...”, ha scritto Suor Faustyna nel suo Diario. E così è veramente avvenuto! La sua missione continua e sta portando frutti sorprendenti. È veramente meraviglioso il modo in cui la sua devozione a Gesù Misericordioso si fa strada nel mondo contemporaneo e conquista tanti cuori umani! Questo è senza dubbio un segno dei tempi – un segno del nostro XX secolo. Il bilancio di questo secolo che tramonta presenta, oltre alle conquiste, che spesso hanno superato quelle delle epoche precedenti, anche una profonda inquietudine e paura circa l’avvenire. Dove, quindi, se non nella divina Misericordia, il Mondo può trovare lo scampo e la luce della speranza? I credenti lo intuiscono perfettamente!
“Ringraziate il Signore, perché è buono... Ringraziate il Signore, perché è misericordioso...”. Oggi, nel giorno della beatificazione di Suor Faustyna, adoriamo Dio per le grandi opere che ha compiuto nella sua anima. Lo glorifichiamo e Gli rendiamo grazie per le grandi opere, che ha compiuto e continua a compiere nelle anime umane, le quali – grazie alla sua testimonianza e messaggio – riscoprono le infinite profondità della divina Misericordia.
7. Pozdrawiam Cię wreszcie Stanisławie Kazimierczyku, kapłanie Kanoników Regularnych Lateraneńskich. Twe życie zwiazane było nierozerwalnie z Krakowem, z jego sławną Akademią oraz z klasztorem przy kościele Bożego Ciała na Kazimierzu, gdzie dojrzewało i rozwijało się Twoje powołanie.
Sługa Boży Stanisław żył w XV wieku, a więc w czasach bardzo odległych. W dziejach Krakowa był to wiek wyjatkowy – wiek świętych, epoka szczególnego rozkwitu życia duchowego i religijnego. W tym właśnie wieku Kraków wydał postacie tego formatu co Święty Jan Kanty, oraz błogosławieni: Szymon z Lipnicy, Michał Giedroyć, Izajasz Boner i Świętosław ze Sławkowa. Błogosławiony wiek! Jego duchowe oblicze tworzyli święci i błogosławieni, a wśród nich Stanisław z Kazimierza: żarliwy czciciel Eucharystii, nauczyciel i obrońca prawdy ewangelicznej, wychowawca, przewodnik na drogach życia duchowego, opiekun ubogich.
Pamięć o świętości Sługi Bożego żyje i owocuje do dzisiaj. Tej pamięci lud Krakowa, a zwłaszcza lud Kazimierza, dawał wyraz przez modlitwę u jego relikwii nieprzerwanie aż do naszych czasów. Jako Arcybiskup Krakowski nieraz tym modlitwom przewodniczyłem. Dzisiaj Kościół Święty uroczyście potwierdza jego kult, wynosząc go do chwały ołtarzy.
“Dziękujcie Panu... Dziękujcie Panu, bo jest dobry...”.
Matka Maria Angela Truszkowska, Siostra Faustyna Kowalska, Stanisław Kazimierczyk, kapłan–zakonnik: trzej nowi polscy błogosławieni, nasi nowi orędownicy. W dzisiejszych czasach tego orędownictwa świętych i błogosławionych tak bardzo nam potrzeba! Oto szczególny dar Bożej Opatrzności dla Kościoła w Polsce – dar dla naszej Ojczyzny.
Raduj się więc Kościele Polski!
“Gaude Mater Polonia”!
Ecco le parole del Papa in uno nostra traduzione italiana.
7. Infine Ti saluto, Stanislaw Kazimierczyk, sacerdote dei Canonici Regolari Lateranensi. La Tua vita è stata strettamente legata a Cracovia, con la sua famosa Accademia e con il convento presso la chiesa del Corpus Domini a Kazimierz, dove maturava e si sviluppava la Tua vocazione. Il Servo di Dio Stanislaw visse nel XV secolo, cioè in tempi remoti. Nella storia di Cracovia quello era il secolo singolare – il secolo dei santi – un’epoca di particolare fioritura della vita spirituale e religiosa. Proprio in quel secolo Cracovia ha dato figure di stampo come San Giovanni di Kety e i Beati: Simone di Lipnica, Michele Giedroyc, Isaia Bonner e Swietoslaw da Slawków. Secolo benedetto! Santi e Beati formavano la sua immagine spirituale, e tra loro Stanislaw di Kazimierz: fervente adoratore dell’Eucaristia, insegnante e difensore della verità evangelica, educatore, guida sulle vie della vita spirituale, protettore dei poveri. La memoria sulla santità del Servo di Dio vive e fruttifica tuttora. Il popolo di Cracovia e soprattutto il popolo di Kazimierz, hanno espresso continuamente, fino ai nostri tempi, questa memoria attraverso le preghiere dinanzi alle sue reliquie. Come Arcivescovo di Cracovia ho presieduto queste preghiere più di una volta. Oggi la Santa Chiesa solennemente conferma il suo culto, elevandolo alla gloria degli altari. “Ringraziate il Signore... Ringraziate il Signore, perché è buono...”. Madre Maria Angela Truszkowska, Suor Faustyna Kowalska, Stanislaw Kazimierczyk sacerdote-monaco: tre nuovi Beati polacchi, nostri nuovi intercessori. Ci serve così tanto ai nostri giorni questa intercessione dei Santi e dei Beati! Ecco un dono particolare della divina Provvidenza per la Chiesa in Polonia – il dono per la nostra Patria. Rallegrati, quindi, Chiesa Polacca! “Gaude Mater Polonia!”.
8. Celebriamo il Signore, perché è buono. Celebriamolo, perché è misericordioso. Ecco gli Apostoli, riuniti nel Cenacolo: i primi che hanno innalzato questo ringraziamento pasquale. Per primi essi hanno ricevuto lo Spirito Santo per la remissione dei peccati, il medesimo Spirito nel quale sono stati mandati: “Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi” (Gv 20, 21). Questa missione perdura attraverso i secoli, di generazione in generazione. E perdura ugualmente la grazia, capace di “fare nuove tutte le cose” (cf. Ap 21, 5).
Ecco Tommaso, singolare rappresentante di coloro che dicono: “Se non vedo... non crederò” (Gv 20, 25). Egli è diventato, otto giorni dopo, portavoce di quanti confessano: “Mio Signore e mio Dio” (Gv 20, 28). Possa la verità su Cristo crocifisso e risorto trovare accesso presso le sempre nuove generazioni di coloro che “pur non avendo visto crederanno” (Gv 20, 29).
“Dives in misericordia”. Quanto è necessario, all’uomo di tutti i tempi, l’incontro con Te, o Cristo! L’incontro mediante la fede, la quale si prova nel fuoco delle privazioni e fruttifica nella gioia.
Nella gioia pasquale. La fede fruttifica in gioia “indicibile e gloriosa” (1 Pt 1, 8).