Vescovi martiri greco-cattolico rumeni

Vescovi martiri greco-cattolico rumeni

(† 1950 - 1970)

I Vescovi Valerio Traiano Frenţiu, Vasile Aftenie, Giovanni Suciu, Tito Livio Chinezu, Giovanni Bălan, Alessandro Rusu e Giulio Hossu, uccisi in odio alla Fede in diversi luoghi della Romania; rimasero fedeli alla Chiesa Cattolica e furono arrestati simultaneamente durante un incontro della Conferenza Episcopale

  • Biografia
La fama di martirio, diffusasi spontaneamente subito dopo la morte di ciascuno, si è andata divulgando soprattutto dopo il crollo del comunismo

 

Dopo la Seconda Guerra Mondiale, la Romania cadde sotto l’influsso politico-militare dell’Unione Sovietica. Cominciò subito la soppressione della Chiesa Cattolica e in particolare la fine della Chiesa Greco-Cattolica. Il regime comunista aveva ideato un programma di ritorno forzato all’Ortodossia, che prevedeva una repressione sempre più violenta a partire dai vertici ecclesiastici. I Martiri rimasero fedeli alla Chiesa Cattolica e furono arrestati simultaneamente durante un incontro della Conferenza Episcopale.

Essi sono:

1. VALERIO TRAIAN FRENŢIU. Nato a Reşiţa (Romania) il 25 aprile 1875, fu ordinato presbitero il 20 settembre 1898. Nominato Vescovo di Lugoj, nel 1912 ricevette l’ordinazione episcopale. Nel 1922 fu trasferito alla sede episcopale di Oradea. Nel 1941 fu nominato Amministratore Apostolico della sede metropolitana vacante di Alba Iulia e Făgăraş, diventandone Arcivescovo nel 1948. Arrestato il 29 ottobre 1948, fu detenuto nei campi di concentramento prima a Dragoslavele e poi a Căldăruşani. Nel 1950 fu trasferito nella prigione di Sighet, dove morì l’11 luglio 1952 a causa delle condizioni di detenzione.

2. VASILE AFTENIE. Nato a Lodroman il 14 luglio 1899, fu ordinato presbitero il 1° gennaio 1926. Venne nominato Vescovo ausiliare di Alba Iulia e Făgăraş nel 1940. La notte tra il 28 e il 29 ottobre 1948 fu arrestato e imprigionato nei sotterranei del ministero degli interni a Bucarest. Nel marzo 1950, durante gli interrogatori, ebbe un ictus cerebrale. Morì il 10 maggio 1950 nell’infermeria della prigione di Văcăreşti.

3. GIOVANNI SUCIU. Nato a Blaj il 3 dicembre 1907, fu ordinato presbitero il 29 novembre 1931. Venne consacrato Vescovo ausiliare di Oradea nel 1940 e, nel 1947, fu nominato Amministratore Apostolico di Alba Iulia e Făgăraş. Arrestato nel 1948, dopo la prigionia nel campo di Căldăruşani, fu trasferito nel penitenziario di Sighet, dove morì di fame il 27 giugno 1953.

4. TITO LIVIO CHINEZU. Nato a Iernuţeni il 22 dicembre 1904, fu ordinato sacerdote il 29 novembre 1931. Nominato nel 1948 canonico di Blaj, fu arrestato nella notte tra il 28 e il 29 ottobre 1948. Venne condotto nel carcere di Căldăruşani, dove fu ordinato Vescovo il 25 aprile 1949 in segreto. Morì il 15 gennaio 1955 nella prigione di Sighet a causa delle disumane condizioni di detenzione.

5. GIOVANNI BĂLAN. Nato a Teiuş il 12 febbraio 1880, fu ordinato sacerdote nel 1903. Nel 1906 conseguì il dottorato in teologia all’Augustineum di Vienna. Si fece notare per la sua intensa e sapiente attività di scrittore. Divenne rettore dell’Accademia teologica e canonico di Blaj. Gli viene affidato il delicato incarico di redigere il codice di diritto canonico orientale. Nel 1936 fu nominato Vescovo di Lugoj. Arrestato il 29 ottobre 1948, fu trasferito nel 1950 al carcere di Sighet, dove rimase fino al 1955. A partire dall’estate del 1956, dimorò nel monastero ortodosso di Ciorogârla in regime di domicilio coatto, dove morì il 4 agosto 1959.

6. ALESSANDRO RUSU. Nato il 22 novembre 1884 a Şăulia de Câmpie, fu ordinato sacerdote nel 1910. Nominato Vescovo dell’Eparchia greco-cattolica di Maramureș nel 1930, fu arrestato il 29 ottobre 1948. Dopo un processo sommario fu incarcerato nella prigione di Gherla, dove morì di setticemia il 9 maggio 1963.

7. GIULIO HOSSU. Nato a Milaşu Mare il 31 gennaio 1885, fu ordinato sacerdote nel 1910. Nominato Vescovo di Gherla nel 1917, fu arrestato nella notte tra il 28 e il 29 ottobre 1948. Venne imprigionato nel carcere duro di Sighet, in cui rimase fino al 1955. Successivamente fu trasferito, in domicilio coatto, presso il monastero ortodosso di Căldărușani, dove rimase quattordici anni, sottoposto a umiliazioni e vessazioni. Nel 1969 il Servo di Dio fu creato Cardinale in pectore da San Paolo VI. Morì nell’ospedale Colentina di Bucarest il 28 maggio 1970.

Il martirio materiale di tutti loro è sufficientemente provato. Quanto al martirio formale ex parte persecutoris, è dimostrata la prevalenza dell’odium fidei sui pretesti di natura politica. Per quanto riguarda i Martiri non morti in prigione, essi furono condotti in domicili coatti dove la persecuzione non terminò e la morte fu la logica conseguenza dei maltrattamenti. La fama di martirio, diffusasi spontaneamente subito dopo la morte di ciascuno, si è andata divulgando soprattutto dopo il crollo del comunismo.