
Agostino Cozzolino
(1928 - 1988)
Sacerdote diocesano; visse le virtù in un grado pieno, santificandosi nel quotidiano. Ricolmo di fede e di speranza, si abbandonò in Dio verso il quale mostrò profondo amore che poi riversò caritativamente ai fratelli
Il Venerabile Servo di Dio Agostino Cozzolino nacque a Resina, oggi Ercolano (Italia), il 16 ottobre 1928 in una famiglia povera e religiosa. Entrato nel Seminario di Napoli, fu ordinato Sacerdote il 27 luglio 1952. Inviato da subito come vicario parrocchiale della parrocchia rurale del SS.mo Rosario di Poggioreale, si dedicò all’attività formativa e alla catechesi dei giovani e degli adulti. Nel 1956, venne nominato parroco della parrocchia Regina Paradisi ai Guantai Nuovi.
Nel 1957, fu nominato Vicerettore del Seminario Maggiore di Napoli. Qui rimase circa tre anni, segnando con l’esempio e la parola la formazione di molti giovani seminaristi.
Il 30 settembre del 1960, venne trasferito nella Basilica Santuario di Santa Maria della Neve, nel quartiere Ponticelli di Napoli, dove rimase come parroco fino alla morte. Si sforzò di creare una comunità pastorale viva, capace di annunciare il Vangelo. Riuscì a incrementare la devozione per la Madonna della Neve, come anche diffuse il Movimento “Fraterno aiuto cristiano” (FAC), nato nell’esperienza di una parrocchia padovana alla fine degli anni Quaranta. L’amore concreto per i poveri e per i bisogni materiali e spirituali di tutti fu una delle caratteristiche del suo impegno pastorale in mezzo al suo popolo.
Divenne una presenza importante nel quartiere che, dalla fine degli anni Sessanta del secolo scorso, si trasformò in un popoloso centro periferico con un contesto sociale eterogeneo e problematico, di degrado e povertà.
Lavorò instancabilmente per il bene delle persone che gli erano state affidate. Con spirito di accoglienza, iniziò ad applicare le nuove direttive pastorali del Concilio Vaticano II e dei Pastori della Chiesa partenopea. Promosse anche gruppi di spiritualità familiare, vedendo nella famiglia un “soggetto attivo della pastorale”. Curò i rapporti con i confratelli nel sacerdozio, promuovendo incontri periodici per assicurare momenti di condivisione e scambi di esperienze. Fu membro dell’Istituto Secolare dei Sacerdoti del Sacro Cuore.
Nel 1987, gli venne diagnosticato un tumore al pancreas. Operato a Brescia, rientrò a Napoli, dove visse la malattia come un’ulteriore occasione di apostolato. Morì il 2 novembre 1988.
Il Venerabile Servo di Dio visse le virtù in un grado pieno, santificandosi nel quotidiano. Ricolmo di fede e di speranza, si abbandonò in Dio verso il quale mostrò profondo amore che poi riversò caritativamente ai fratelli.
Ebbe uno zelo straordinario nell’apostolato, spendendosi per il suo popolo con carità pastorale, costanza e gioia. Condusse per sé una vita parsimoniosa, austera, basata sull’essenziale, ma fu generoso verso gli altri. Prestò particolare attenzione agli ammalati, ai quali assicurò un’assidua vicinanza. Per aiutare i poveri e gli emarginati creò in parrocchia i cosiddetti “FAC”, centri di “Fraterno Aiuto Cristiano”.
Fu un apprezzato direttore spirituale impegnato nella formazione cristiana dei fedeli che incentivò attraverso la diffusione degli esercizi ignaziani e della devozione al Sacro Cuore.
Si mantenne fedele al Vangelo nell’affrontare giorno per giorno con serenità le avversità, nell’obbedienza mostrata all’autorità ecclesiastica e nella disponibilità a cambiare il proprio ruolo quando richiesto, con fiducia e abbandono nella Provvidenza.
Quando scoprì che la malattia gli lasciava poco tempo di vita, non si scoraggiò, ma l’affrontò con dignità e grande fede, aumentando il tempo dedito alla contemplazione. Sino alla fine volle rimanere vicino alla sua gente malgrado le intense sofferenze. Trascorse gli ultimi mesi in comunione con la sua comunità cristiana accudito amorevolmente da alcuni fedeli della sua parrocchia.
La fama di santità si è consolidata nel tempo giungendo sino a oggi.