Alfonso Gallegos
(1931 - 1981)
Dell’Ordine degli Agostiniani Recolletti, Vescovo Titolare di Sasabe, Ausiliare di Sacramento; esercitando il ministero in un ambiente particolarmente difficile, fra persone che vivevano ai margini della società, tra problemi di disoccupazione e di criminalità, comprese che la prima cosa da fare era educare i bambini e i giovani
Il Venerabile Servo di Dio Alfonso Gallegos nacque, insieme ad un fratello gemello, il 20 febbraio 1931 ad Albuquerque (New Mexico, Stati Uniti d’America), in una famiglia molto religiosa, di origine ispanica. Sin da piccolo, soffrì di una grave forma di miopia. Trasferitosi con la famiglia nei pressi di Los Angeles, grazie al profondo clima di preghiera e di vita cristiana e alla partecipazione alla vita parrocchiale, guidata dagli Agostiniani Recolletti, maturò la vocazione di consacrazione a Dio.
Nel 1950, entrò nel Noviziato degli Agostiniani Recolletti a Kansas City, emettendo i voti solenni il 3 settembre 1954. Dopo gli studi filosofici e teologici a New York, venne ordinato sacerdote il 24 maggio 1958. Ricoprì diversi incarichi all’interno dell’Ordine, fra cui Maestro dei novizi. Nel frattempo, anche per rafforzare la sua attività formativa, conseguì il Baccellierato in Psicologia e il master in Scienze dell’Educazione. Esercitò il suo ministero sacerdotale a New York, a Kansas City e in diverse località della California, facendosi volere bene dai parrocchiani per l’amabilità e la capacità di relazionarsi con tutti. Visse l’esperienza pastorale delle periferie dove una maggioranza di afroamericani conviveva con una minoranza di immigrati di lingua spagnola, in un contesto di grande degrado economico-sociale e soprattutto morale. Il suo lavoro pastorale s’incentrò sulla educazione dei bambini e dei giovani. Per questa esperienza maturata sul campo, nel 1979 venne chiamato dalla Conferenza Episcopale della California a dirigere la Division of Hispanic Affairs of the California.
Il 1° settembre 1981 fu nominato Vescovo Ausiliare di Sacramento (California). Ricevuta l’ordinazione episcopale il 4 novembre 1981, si dedicò all’apostolato prendendosi personalmente cura degli immigrati di lingua spagnola, in particolare dei giovani, procurando lavoro e organizzando scuole. Elaborò il Diocesan Pastoral Plan for Hispanic Ministry e, soprattutto, ragguardevole fu pure il suo impegno pro-life e contro l’aborto.
Nel 1983, venne nominato Responsabile del Santuario Nazionale di Nostra Signora di Guadalupe a Sacramento.
Mentre tornava in auto da una celebrazione per il conferimento del Sacramento della Cresima, morì in un incidente stradale il 6 ottobre 1991 a Sacramento (Stati Uniti d’America).
INCHIESTA DIOCESANA
L’Inchiesta Diocesana si svolse presso la Curia ecclesiastica di Sacramento (Stati Uniti d’America), dal 4 dicembre 2005 al 5 novembre 2006, con l’escussione di centotrenta testi, dei quali sei ex officio.
La validità giuridica dell’Inchiesta fu riconosciuta con il Decreto del 4 luglio 2008.
CONGRESSO DEI CONSULTORI TEOLOGI
Si svolse il 17 marzo 2016. I Consultori sottolinearono che il Venerabile Servo di Dio, esercitando il ministero in un ambiente particolarmente difficile, fra persone che vivevano ai margini della società, tra problemi di disoccupazione e di criminalità, comprese che la prima cosa da fare era educare i bambini e i giovani. Divenuto Vescovo Ausiliare di Sacramento si fece promotore di numerose sfide pastorali che riguardarono particolarmente la popolazione ispanica, senza trascurare le altre etnie presenti sul territorio, fra le quali c’erano tensioni. Cercò di favorire l’integrazione degli immigrati con la parte anglosassone della popolazione, continuò l’opera formativa e la promozione della dignità umana, fornendo a tutti la necessaria assistenza spirituale. Riuscì ad entrare nel mondo giovanile per riportare i ragazzi alla vita cristiana, assicurando la sua vicinanza concreta. In questa intensa attività pastorale il Servo di Dio fu favorito dalla sua personalità fortemente carismatica unita ad un temperamento umile e ad un modo di fare semplice che lo faceva apprezzare dalla gente. Il suo profondo senso di giustizia lo rese difensore dei diritti degli ultimi. Fu un pastore di fede solida, particolarmente devoto alla Madonna di Guadalupe. Il suo temperamento ottimista, impregnato di speranza cristiana, lo portò ad affrontare la vita e le sue difficoltà con coraggio e determinazione. Autentico uomo di Dio, traeva forza dalla preghiera alla quale dedicava molto tempo.
Al termine del dibattito, i Consultori diedero unanimemente voto affermativo, circa l'esercizio eroico delle virtù da parte del Venerabile Servo di Dio.
SESSIONE ORDINARIA DEI CARDINALI E DEI VESCOVI
Si riunì il 5 luglio 2016. L’Ecc.mo Ponente, dopo avere tratteggiato la figura del Venerabile Servo di Dio, sottolineò che egli scelse una vita di povertà, alla sequela di Cristo povero. La sua opera pastorale non trascurava nessun aspetto nel dover rendersi presente fattivamente in tutte le forme di povertà, che condivideva nella quotidianità. La sua attenzione evangelica verso i più deboli ed emarginati lo spinse a farsi direttamente interprete di opere di misericordia per restituire a tanti la dignità perduta per la mancanza del lavoro, della casa, dell’istruzione e dei mezzi basilari per la sussistenza. La sua fede forte e feconda fu nutrita da un’intensa vita di preghiera acquisita fin dall’infanzia nella sua famiglia. La sofferenza, vissuta fin dalla nascita, costituì per lui la via d’accesso per esercitare le virtù e nello stesso tempo per avvicinare e comprendere le persone sofferenti.
Al termine della Relazione dell’Ecc.mo Ponente, che concluse constare de heroicitate virtutum, gli Em.mi ed Ecc.mi Padri risposero unanimemente al dubbio con sentenza affermativa.