Alfredo Morganti (detto Berta)
(1886 - 1969)
Sacerdote professo dell’Ordine dei Frati Minori; la sua vita fu caratterizzata da un’intensa unione con il Signore e dai tratti tipici del francescanesimo: semplicità, predilezione per la povertà, umiltà, letizia, fedele adempimento del dovere quotidiano
Il Venerabile Servo di Dio Alfredo Morganti (detto Berta, soprannome della famiglia paterna) nacque a Pianello di Ostra (Ancona, Italia) il 5 giugno 1886. Terminate le scuole elementari, entrò nel Collegio Serafico dei Frati Minori delle Marche. Emise la professione semplice il 24 settembre 1902 e quella solenne il 28 dicembre 1906. Fu ordinato sacerdote il 1° agosto 1909. Inviato al Collegio Internazionale Antonianum in Roma, ottenne il titolo di Lettore generale.
Svolse gli incarichi di Lettore di filosofia, Maestro dei chierici a Jesi, nel Collegio Internazionale Antonianum a Roma, Fano, Mombaroccio e Matelica. Nel 1918 venne eletto Definitore Provinciale per un triennio, incarico affidatogli, in seguito, per altre cinque volte. Nel 1922 istituì l’Unione Missionaria Francescana nelle Marche. Svolse anche il servizio di Visitatore generale di varie Province dell’Ordine.
Nel 1946 fu chiamato ad esercitare l’ufficio di Maestro di disciplina nel Collegio a S. Francesco a Ripa in Roma. Qui rimase per circa quattordici mesi, fino a quando venne incaricato di svolgere la funzione di Padre spirituale nel Pontificio Ateneo Antonianum.
Nel 1957 fu richiamato nella sua Provincia, a Matelica, per svolgere i compiti di direttore spirituale e confessore ordinario per i chierici del liceo francescano.
Nel 1968, fu colpito da parziale afasia amnesica, infermità che lo portò ad alternare momenti di lucidità ad altri di disorientamento e confusione.
Morì il 2 ottobre 1969 a Sassoferrato (Italia).
La vita del Venerabile Servo di Dio fu caratterizzata da un’intensa unione con il Signore e dai tratti tipici del francescanesimo: semplicità, predilezione per la povertà, umiltà, letizia, fedele adempimento del dovere quotidiano. Si donò con amore a Dio e al prossimo, spinto dalla volontà di aderire al Signore. Esercitò il ministero in spirito di obbedienza alla Chiesa e al Papa. Si spese per l’Ordine, ricoprendo vari uffici di responsabilità all’interno della Provincia picena, segno dell’apprezzamento che Superiori e confratelli avevano per le sue capacità di governo. Fu anche uno stimato formatore e docente di filosofia, amato dai suoi alunni. Particolare sensibilità mostrò verso le missioni estere. La fiducia nella Provvidenza lo sostenne nei ruoli ricoperti e nelle varie attività che svolse con prudenza e saggezza. Si adoperò per venire incontro alle esigenze di quanti si rivolgevano a lui nella direzione spirituale e nel ministero della confessione. Verso i confratelli, soprattutto nei confronti degli infermi, mostrò carità e sollecitudine. Accettò con serenità e spirito di umiltà anche il progressivo declino della salute.