Causa in corso
Angela Maria del Cuore di Gesù (al secolo: Maria Cecilia Autsch)
- Venerabile Serva di Dio -

Angela Maria del Cuore di Gesù (al secolo: Maria Cecilia Autsch)

(1900 - 1944)

Venerabilità:

- 19 maggio 2018

- Papa  Francesco

Della Congregazione delle Suore della Santissima Trinità, ad Auschwitz, si prodigò nell’aiutare i compagni di prigionia, donando una parola di conforto a tutti, senza distinzione di razza, religione o ideologia politica

  • Biografia
Nel lager mise in atto una carità eroica verso tutti, compresi gli aguzzini. Per la sua dedizione fu chiamata “l’Angelo di Auschwitz”

 

    La Venerabile Serva di Dio Angela Maria del Cuore di Gesù (al secolo Maria Cecilia Autsch) nacque il 26 marzo 1900 a Röllecken (Germania). Nel 1908, si trasferì con la famiglia a Bamenohl e, rimasta orfana di madre, nel 1921 andò a vivere presso l’abitazione del fratello ad Hagen e Heinsberg. Nel 1933 entrò nella Congregazione delle Suore della Ss.ma Trinità, nel monastero di Mötz in Tirolo (Austria). Il 20 agosto 1934 emise la professione religiosa temporanea e, il 28 settembre 1938, quella solenne.

    In monastero si occupò dell’attività educativa nell’asilo infantile, della direzione di corsi di ricamo, dell’assistenza ai malati e dell’aiuto nei lavori agricoli.

    Dopo l’annessione dell’Austria al Terzo Reich e i successivi interventi antireligiosi delle autorità naziste in territorio austriaco, la Venerabile Serva di Dio si impegnò molto per preservare dalla confisca governativa il monastero della sua Congregazione. Inoltre, fece anche un pubblico apprezzamento negativo su Hitler. Per tali ragioni la “Gestapo”, la arrestò e la fece internare, senza alcun processo legale, nel campo di concentramento di Ravensbrück. Il 26 marzo 1942 fu trasferita ad Auschwitz e, il 16 agosto successivo, nella sezione dello stesso campo di Birkenau, dove, pur rimanendo in stato di detenzione, fu destinata all’ufficio di infermiera.

    Morì di crisi cardiaca, in seguito a un bombardamento da parte degli alleati, il 23 dicembre 1944, un mese prima della liberazione del campo di Auschwitz (Polonia).

    Si distinse per una spiritualità cristocentrica, caratterizzata dalla profonda devozione per la Passione e la Croce di Cristo. Amava particolarmente il Sacro Cuore di Gesù, di cui voleva imitare l’ardente carità. L’eroicità delle virtù emerse soprattutto nel lager. Ad Auschwitz, si prodigò nell’aiutare i compagni di prigionia, donando una parola di conforto a tutti, senza distinzione di razza, religione o ideologia politica. Fu infaticabile nel fare del bene, anche contravvenendo al regolamento del lager. Fu una donna gioiosa, non nutrì rancori nemmeno verso i persecutori, che la stimavano, riuscendo a guadagnare la loro fiducia.  

    La sua fede era nutrita da una costante preghiera. Nel lager mise in atto una carità eroica verso tutti, compresi gli aguzzini. Per la sua dedizione fu chiamata “l’Angelo di Auschwitz”.