Causa in corso
Antonio Antić
- Venerabile Servo di Dio -

Antonio Antić

(1983 - 1965)

Venerabilità:

- 05 maggio 2015

- Papa  Francesco

Sacerdote professo dell’Ordine dei Frati Minori; rappresenta uno dei personaggi più interessanti della Chiesa croata del XX secolo. Degno discepolo di San Francesco, fu semplice e zelante, rigoroso con se stesso ma mite con gli altri, austero nel mantenere il raccoglimento interiore per partecipare al Mistero di Cristo

  • Biografia
Fu un religioso di straordinaria pietà, molto legato al suo Ordine, in tutto obbediente alla Regola

 

Il Venerabile Servo di Dio Antonio Antić nacque il 16 aprile 1893 nel villaggio di Prvić-Šepurine presso Sebenico (Croazia).

Nel 1900 la famiglia si trasferì a Zaton (Croazia). Due anni dopo, sentendo la chiamata alla vita consacrata e al sacerdozio, entrò nel Seminario minore dei Frati Minori di Sinj (Croazia), dove frequentò gli studi ginnasiali.

Nel 1911 vestì 1’abito francescano ed iniziò l’anno di noviziato nell’isolotto di Visovac (Croazia). Il 17 settembre 1912, emessa la professione temporanea, intraprese gli studi filosofici a Zaostrog (Croazia), e quelli teologici a Makarska (Croazia). Il 1° settembre 1915 fece la professione solenne e, il 29 luglio 1917, ricevette 1’ordinazione sacerdotale.

Per le sue qualità intellettuali, morali e spirituali, venne destinato a lavorare nel campo della formazione e della didattica. A Makarska ricoprì l’ufficio di Vice Maestro dei chierici e, successivamente, Maestro dei novizi. Dal 1946 al 1956 ricoprì lo stesso ruolo a Zagabria, nel convento dedicato alla Madonna di Lourdes, dove era stato trasferito lo studentato teologico.

Durante i quaranta anni dedicati alla formazione spirituale e culturale dei giovani religiosi candidati al sacerdozio, scrisse e tradusse alcune opere di carattere ascetico, rimaste inedite a motivo della situazione politica dell’allora Jugoslavia comunista; si dedicò all’accompagnamento spirituale sia di religiosi che di laici, specialmente attraverso il ministero della riconciliazione o per corrispondenza.

Nel 1956, sollevato per motivi di salute dall’impegnativa mansione di educatore, si dedicò ancor più assiduamente ai ministeri della confessione e della direzione spirituale dei fedeli, con una attenzione particolare alle religiose.

Da sempre gracile di costituzione e sovente infermo, nel novembre 1964 si ammalò gravemente. Conscio che la sua vita terrena volgeva oramai al termine, si abbandonò totalmente al Signore, intensificando la sua vita di pietà e confessandosi ogni sera.

Il 4 marzo 1965, dopo aver ricevuti i conforti religiosi e invocando i Santissimi nomi di Gesù e di Maria, morì a Zagabria (Croazia).

 

INCHIESTA DIOCESANA

L’Inchiesta diocesana si svolse presso la Curia ecclesiastica di Zagabria (Croazia), dal 17 novembre 1984 all’8 maggio 1995, in centoventicinque Sessioni, con la raccolta di prove documentali e l’escussione di centoquattordici testi, di cui tre ex officio.

La validità giuridica dell’Inchiesta fu riconosciuta con il Decreto del 20 ottobre 1995.

 

CONGRESSO DEI CONSULTORI TEOLOGI

Si svolse il 26 novembre 2013. I Consultori sottolinearono che il Venerabile Servo di Dio rappresenta uno dei personaggi più interessanti della Chiesa croata del XX secolo. Degno discepolo di San Francesco, fu semplice e zelante, rigoroso con se stesso ma mite con gli altri, austero nel mantenere il raccoglimento interiore per partecipare al Mistero di Cristo. L’intensa preghiera vissuta nella contemplazione lo aiutò a porre Dio al centro di tutto.

Fra i vari compiti che gli vennero affidati, particolare rilievo ebbe quello della formazione dei novizi e della direzione spirituale, dove fu apprezzato per la prudenza, il senso di giustizia e la fortezza. In questo ambito, il Servo di Dio ebbe una particolare sensibilità per i chierici malati o poveri.

Seppe affrontare con serenità e pazienza le diverse e gravi malattie che lo afflissero, trasformando la sofferenza in una costante offerta a Dio. Il lavorio che per tutta la vita fece su se stesso per conformarsi sempre più a Cristo e che si riscontra anche nei suoi scritti, trova conferma nelle testimonianze che attestano il costante e sofferto cammino del Servo di Dio verso la santità. Pur ritenendosi un povero ed umile frate, con l’aiuto della grazia, riuscì a vivere ciò che insegnava, creando armonia fra ortodossia e ortoprassi.

Al termine del dibattito, i Consultori si espressero unanimemente con voto affermativo circa il grado eroico delle virtù, la fama di santità e di segni del Venerabile Servo di Dio.

 

SESSIONE ORDINARIA DEI CARDINALI E VESCOVI

Si riunì il 14 aprile 2015. L’Ecc.mo Ponente, dopo aver riassunto la storia della Causa, si soffermò sulla figura del Venerabile Servo di Dio, sottolineando che egli fu una persona saggia, equilibrata, sensibile, molto attenta ai bisogni altrui, rispettosa e di grande bontà d’animo. Figlio devoto di San Francesco, fu un religioso di straordinaria pietà, molto legato al suo Ordine, in tutto obbediente alla Regola. Queste caratteristiche furono apprezzate soprattutto grazie alla sua vita di preghiera e al suo apostolato di confessore, direttore spirituale, educatore e insegnante.

Al termine della Relazione dell’Ecc.mo Ponente, che concluse constare de heroicitate virtutum, gli Em.mi ed Ecc.mi Padri risposero unanimemente al dubbio con sentenza affermativa.