Causa in corso
Antonio Celona
- Venerabile Servo di Dio -

Antonio Celona

(1873 - 1952)

Venerabilità:

- 05 giugno 2015

- Papa  Francesco

Sacerdote diocesano, Fondatore della Congregazione delle Suore Ancelle Riparatrici del Sacro Cuore di Gesù; ebbe doni particolari tra i quali uno spirito di contemplazione fuori dall’ordinario, l’introspezione dei cuori, un’intensa oblazione personale che lo spinse fino alla totale immolazione di sé e alla continua comunione con Dio

  • Biografia
Con il suo apostolato, contribuì alla rinascita spirituale e morale dei giovani e dei deboli

 

Il Venerabile Servo di Dio Antonino Celona nacque il 13 aprile 1873 a Ganzirri (Italia). Ricevette la prima educazione cristiana dai genitori e da uno zio sacerdote. All’età di undici anni entrò nel Seminario diocesano di Messina e, terminati gli studi, fu ordinato sacerdote il 12 dicembre 1895. Dopo un breve periodo d’intenso servizio pastorale fu inviato a Roma, dove si laureò in teologia e conseguì la licenza in diritto canonico. Rientrato in Diocesi si distinse per l’instancabile attività di ministero. Su invito del Vescovo diocesano, nel 1899 si trasferì ad Oppido Mamertina (Italia) con l’incarico di Padre spirituale del Seminario, Professore di Teologia e Canonico della Cattedrale.

Nel 1910, due anni dopo il disastroso terremoto che colpì Messina, con un gesto di grande coraggio e di carità evangelica rientrò in Diocesi per essere di aiuto alla gente povera, afflitta e disorientata. Rimasto colpito dalla povertà materiale e morale, dall’analfabetismo, dall’ignoranza, dalla presenza della massoneria, del liberalismo e della mafia, nonché dalle divisioni fra il clero e dalla scarsità di sacerdoti, il Venerabile Servo di Dio, grazie alla collaborazione con Sant’Annibale Di Francia, sentì il desiderio di consacrazione religiosa, e nel 1915 entrò tra i Rogazionisti, dove fece il noviziato ed emise i voti. Nel frattempo, davanti ad una situazione tanto degradata come era quella dell’ambiente messinese, avvertendo la necessità di fare qualcosa di più “per la gloria di Dio e la salvezza delle anime”, fondò l’Istituto Religioso delle “Ancelle Riparatrici del Sacro Cuore di Gesù”, con il compito precipuo della riparazione delle offese a Dio, dell’espiazione dei peccati mediante l’adorazione eucaristica diurna e notturna, dell’educazione cristiana dell’infanzia e della gioventù. Sant’Annibale gli fece notare che non poteva conciliare la vita del religioso con il ruolo di fondatore. Per tale motivo non rinnovò i voti ed uscì dall’Istituto dei Rogazionisti.

Nel 1928, a Messina, vi fu l’inaugurazione del Tempio a Gesù Sacramentato voluto fortemente dal Venerabile Servo di Dio, che aveva provveduto anche all’annessa canonica di appena due stanzette dove egli si trasferì fissandovi la sua stabile dimora. Subito si acquistò una grande stima presso il popolo, che vedeva in lui un vero modello di sacerdote, sempre puntuale nel soddisfare ai suoi obblighi di ministero e di Canonico penitenziere, pronto nei vari servizi di predicazione, confessioni, direzione spirituale, attento e disponibile verso i poveri.

Negli anni 1930-1934, soffrì per la situazione di rilassamento nell’Istituto da lui fondato. Il nuovo Arcivescovo di Messina, Mons. Angelo Paino, si schierò con la prima Superiora Generale dell’Istituto, mettendo da parte il Venerabile Servo di Dio, soprattutto per problematiche di natura economica. Alcune Suore si schierarono contro il Venerabile Servo di Dio e in comunità si crearono delle divisioni. Egli accettò umilmente e con forte fede questa situazione. Nel 1934 lasciò la canonica e si ritirò al Santuario di Montano di cui fu nominato Rettore. Dopo il suo allontanamento dalle Ancelle, alcune di loro abbandonarono l’Istituto, altre continuarono a frequentare il Venerabile Servo di Dio per la confessione e la direzione spirituale. Egli si dedicò totalmente al servizio pastorale. Nel frattempo partecipò al concorso per l’ufficio di Decano della Cattedrale di Messina e, avendolo vinto, ne ricevette la nomina ufficiale il 21 agosto 1935. Si trattava di un ufficio di grande prestigio a cui era unito anche quello di Presidente del Consiglio di Amministrazione dell’Ospizio “Collereale”. Nello stesso anno, l’Arcivescovo di Messina approvò l’Istituto delle Ancelle Riparatrici, ma nel documento apparve come Fondatrice la prima Superiora Generale, contro ogni verità storica. La situazione dell’Istituto divenne ancor più complicata: alcune Ancelle che erano state favorevoli alla Superiora Generale e contrarie al Servo di Dio cambiarono atteggiamento in favore del Fondatore.

Nel 1943, a causa dei bombardamenti, il Celona fu costretto a lasciare Montalto e a rifugiarsi presso i familiari a Ganzirri; nel frattempo cercò più volte di chiarire i rapporti con l’Arcivescovo e con la Superiora Generale, dimostrando di avere dimenticato tutte le angherie ricevute e le amarezze subite, ma non ricevette alcuna risposta, anzi fu privato anche dell’ufficio di Rettore del Santuario. Senza fare alcun ricorso e senza mostrare alcun risentimento, ma solo per amore della verità espose per iscritto l’infondatezza delle calunnie che continuavano a circolare contro di lui.

Mentre la sua salute declinava, egli passava il tempo pregando, scrivendo e dedicandosi a varie attività di apostolato finché le forze fisiche glielo consentirono.

Afflitto da varie malattie e da sofferenze morali accettate in spirito di riparazione, assistito negli ultimi giorni da due Ancelle Riparatrici e munito di tutti i conforti religiosi, morì a Ganzirri (Italia) il 15 ottobre 1952.

 

ITER GIURIDICO

L’Inchiesta Diocesana si svolse presso la Curia ecclesiastica di Messina (Italia), dal 24 aprile 1984 al 3 febbraio 1997, in seicentosessantadue Sessioni, durante le quali fu raccolta la documentazione e vennero escussi duecentottantatré testi, dei quali centosette ex officio.

Furono istruite due Inchieste Rogatoriali:

- a Caltagirone (Italia) dal 16 maggio al 18 dicembre 1989, in tredici Sessioni, durante le quali furono escussi dodici testi;

- ad Agrigento (Italia), dall’8 al 12 giugno 1990, in cinque Sessioni, durante le quali furono escussi cinque testi, di cui due ex officio.

La validità giuridica delle Inchieste fu riconosciuta con il Decreto del 6 marzo 1998.

 

CONGRESSO DEI CONSULTORI TEOLOGI

Si svolse il 23 gennaio 2014. I Consultori sottolinearono che il Venerabile Servo di Dio ebbe doni particolari tra i quali uno spirito di contemplazione fuori dall’ordinario, l’introspezione dei cuori, un’intensa oblazione personale che lo spinse fino alla totale immolazione di sé e alla continua comunione con Dio. La sua vita fu segnata da situazioni umane e ambientali problematiche, fra le quali l’uscita dalla Congregazione dai Rogazionisti, le incomprensioni con la Superiora Generale ed alcune Ancelle Riparatrici, le questioni giudiziarie che lo coinvolsero per la dote delle Suore, i contrasti con l’Arcivescovo di Messina, Mons. Angelo Paino, le calunnie che gli vennero mosse e che lo allontanarono dall’Istituto, le critiche al suo operato come Presidente di “Collereale” ed infine il silenzio imposto su di lui e sulla sua opera, dopo la morte. I Consultori Teologi sottolinearono che l’esemplarità del Celona va ricercata nel modo in cui seppe affrontare e superare le molteplici e sofferte vicende in cui si trovò coinvolto.

Al termine del dibattito, tutti i Consultori diedero voto affermativo, circa l'esercizio eroico delle virtù da parte del Venerabile Servo di Dio.

 

SESSIONE ORDINARIA DEI CARDINALI E DEI VESCOVI

Si tenne il 19 maggio 2015. L’Em.mo Ponente, dopo avere ripercorso l’iter della Causa e tratteggiato la figura del Venerabile Servo di Dio, mise in rilievo i tre punti principali della sua spiritualità: la conoscenza non superficiale della dottrina ascetica e mistica; il desiderio della Riparazione, in unione a Cristo, per la salvezza del mondo e l’esperienza di unione mistica con Dio nella preghiera diurna e notturna. La sua vita interiore fu irrobustita dalla preghiera costante, dalla pietà eucaristica e dalla devozione al Sacro Cuore. Visse la virtù della carità in modo eroico, soprattutto verso i poveri e gli ammalati. Fu stimato come santo sacerdote da molti confratelli e numerosi laici. Con il suo apostolato, contribuì alla rinascita spirituale e morale dei giovani e dei deboli.

Al termine della Relazione dell’Em.mo Ponente, che concluse constare de heroicitate virtutum, gli Em.mi ed Ecc.mi Padri risposero unanimemente al dubbio con sentenza affermativa.