Causa in corso
Antônio Ferreira Viçoso
- Venerabile Servo di Dio -

Antônio Ferreira Viçoso

(1787 - 1875)

Venerabilità:

- 08 luglio 2014

- Papa  Francesco

Della Congregazione della Missione, Vescovo di Mariana (Brasile); fu un generoso missionario, un educatore e un grande Vescovo. Uomo di fede profonda, seppe ben governare e mostrò coraggio nell’affrontare le difficoltà e gli ostacoli legati al suo ministero. Seppe difendere la libertà della Chiesa contro l’ingerenza del potere imperiale

  • Biografia
Rivendicò strenuamente il diritto della Chiesa a salvaguardare la formazione cristiana della gioventù nelle scuole e nelle Università

 

Il Venerabile Servo di Dio Antônio Ferreira Viçoso, nacque a Peniche (Portogallo) il 13 maggio 1787 in una famiglia cristiana. A 9 anni fu affidato ai Padri Carmelitani del convento di Olhalvo per ricevere l’educazione e fare gli studi primari. Due anni dopo andò nel convento di Santa Teresa, degli stessi Padri, a Santarém. Con quindici anni entrò nel seminario della città, dove seguì gli studi ecclesiastici durante sette anni, fino al 1809. Non fu ordinato prete per ragioni esteriori al suo volere (cf. Biographia documentata, 16) e tornò a Peniche, dove maturò la sua vocazione alla vita religiosa nella Congregazione della Missione. Nel noviziato di Lisbona egli fu ricevuto i125 luglio 1811. Conclusa la sua formazione e ordinato sacerdote il 7 marzo 1818, fu in­viato ad insegnare la filosofia a Évora durante meno di un anno. Poi, sotto richiesta del re del Portogallo e del Brasile, João VI, fu inviato alle missioni nella provincia di Mato Grosso, partendo il 27 settembre 1819 da Lisbona verso la sua ultima destinazione. Arrivò a Rio de Janeiro, che allora era la capitale del Portogallo e residenza del re e della corte, il 7 dicembre 1819. Due giorni dopo furono ricevuti dal re in persona e, poco tempo dopo, il Venerabile Servo di Dio e il Padre Leandro Rebelo Peixoto e Castro, C.M., che andava anche lui a missionare nel Mato Grosso, hanno ricevuto la notizia del cambiamento di destinazione: non sarebbero andati più a Mato Grosso ma piuttosto a Caraça, nella “capitava” di Minas Gerais (per i dettagli, cf. Biographia documentata, 28). Bisogna sapere che il territorio di Minas Gerais, governato da un capitano-maggiore, era fino ad allora una provincia in cui il re del Portogallo non aveva mai autorizzato che ci fosse una congregazione religiosa. Quindi, con la lettera ufficiale del 31 gennaio 1820, il re aprì per prima volta la provincia ad un ordine religioso. In questo luogo egli svolse la sua attività apostolica come missionario, fino al 1843, dedicandosi prima all’educazione in alcune scuole e alla predicazione nelle parrocchie e, poi, all’incarico di visitatore (1837) e di Superiore Maggiore della sua Congregazione in Brasile (1839).

Nel 1843 fu nominato Vescovo di Mariana. In questo ministero sviluppò, durante 31 anni, un lavoro pastorale ampio e pieno di frutti: riforma del clero, animazione della vita religiosa della diocesi, costruzione di scuole ed asili, difesa dell’au­tonomia della Chiesa contro gli abusi del potere civile (ricordiamo che dopo l’indipendenza gli imperatori del Brasile hanno deciso di seguire il regalismo) e contro gli attacchi dei liberali e della massoneria. Occorre dire che allora la diocesi di Mariana era molto più grande di quanto lo è adesso (in Brasile, dopo l’indipendenza dal Portogallo, l’imperatore decise di mantenere il numero di diocesi che c’erano prima) e le necessità spirituali e materiali erano enormi. Si trovò davanti a grandi difficoltà a causa dell’esten­sione del territorio e delle carenze spirituali e umane della diocesi. Fece tre visite pastorali a tutta la diocesi (ognuna di esse è durata come minimo cinque anni). Ha dovuto lottare contra il governo imperiale nella “Questione Roussim” (negli anni 1855-57) e nel 1872 cominciò a stampare una serie di lettere pastorali contro la massoneria. Quasi alla fine del suo pontificato, il 19 gennaio 1874, inviò una lettera all’Imperatore Pietro II in cui si solidarizzava con i Vescovi perseguitati di Olinda e Pará. Durante il suo pontificato la cura per la formazione sacerdotale e per la formazione dei seminaristi fu una costante: il Venerabile Servo di Dio affidò i seminari della sua diocesi alla Congregazione della Missione, scrisse una importante lettera pastorale sui doveri dei parroci, ecc. Il suo lavoro diede buoni frutti e l’influsso della sua attuazione si prolungò ben al di là del territorio diocesano, perché durante il suo pontificato poté ordinare Vescovi ben tre suoi antichi allievi: Mons. Luís Antônio dos Santos, Ve­scovo di Ceará (14 aprile 1861), Mons. João Antônio dos Santos, Vescovo di Diamantina (1° maggio 1864), Mons. Pedro Maria de Lacerda, Vescovo di Rio de Janeiro (10 gennaio 1869). Mons. Sil­vério Gomes Pimenta non fu ordinato dal Servo di Dio, ma gli è stato molto vicino e ne prolungò la memoria e l’influsso, essendo stato il suo secondo successore a Mariana. Questi Vescovi, in fine, hanno riprodotto con fedeltà le idee e la pratica pastorale, lo stile e le virtù del loro modello.

Già con cattiva salute, chiese all’Imperatore di rinunciare alla diocesi nel 1866, ma ricevete una risposta negativa. Nel 1868 il ricevete il titolo di Conte della Conceição. Il 26 aprile 1869 si recò a Rio de Janeiro per consultare i medici sull’opportunità di andare a Roma per il primo Concilio del Vaticano. Nella capitale si ammalò gravemente e presentò all’Imperatore una seconda richiesta di dimissioni, che fu respinta. La sua infermità nel secondo semestre di 1874 era già significativa e si ritirò al suo podere “Cartuxa” (Certosa) di Mariana, dove morì con gli ultimi sacramenti e in fama di santità il 7 luglio 1875. Fu seppellito sotto il presbiterio della cattedrale metropolitana di Mariana.

Questa fama di santità, che il Venerabile Servo di Dio aveva già in vita, si estese consistentemente durante gli anni successivi alla sua morte. Gli omaggi di gente semplice, dei governanti e del clero non mancarono negli anni successivi alla morte.

 

Iter Giuridico

Il Processo Ordinario Informativo si svolse presso la Curia ecclesiastica di Mariana (Brasile), dal 16 luglio 1916 al 3 agosto 1922, in quindici Sessioni, con l’escussione di ventidue testi.

La validità giuridica del Processo fu riconosciuta con il Decreto del 13 giugno 1998.

Un’Inchiesta Diocesana si svolse presso la medesima Curia, dal 1° luglio al 10 dicembre 1985, in undici Sessioni, con l’escussione di otto testi, di cui quattro ex officio.

La validità giuridica dell’Inchiesta fu riconosciuta con il Decreto del 10 ottobre 1986.

 

Seduta dei Consultori Storici

Si svolse il 23 aprile 2002, presieduta dal Relatore Generale, con la presenza dei Consultori prescritti.

A conclusione di un approfondito dibattito, il risultato finale per i tre quesiti di rito, sull’esaustività delle prove, sull’attendibilità dei documenti archivistici e sul fondamento delle virtù eroiche, fu affermativo.

 

Congresso Peculiare dei Consultori Teologi

L’esame delle virtù del Venerabile Servo di Dio fu effettuato anzitutto nel Congresso Peculiare che si svolse il 5 marzo 2013, presieduto dal Promotore della Fede, con la presenza dei Consultori prescritti, i quali sottolinearono che egli segnò la storia della Chiesa in Brasile nel secolo XIX. Fu un generoso missionario, un educatore e un grande Vescovo. Uomo di fede profonda, seppe ben governare e mostrò coraggio nell’affrontare le difficoltà e gli ostacoli legati al suo ministero. Seppe difendere la libertà della Chiesa contro l’ingerenza del potere imperiale. Al contempo, durante i trentuno anni di episcopato, operò secondo un senso profondo di paternità, dedicandosi totalmente al servizio della gente e impegnandosi con zelo in attività di carità secondo lo stile vincenziano. La fermezza di fronte agli abusi del clero o dei governanti, uniti alla benevolenza e alla comprensione per l’uomo e le sue debolezze, gli fecero guadagnare popolarità sia tra la gente comune che presso la corte imperiale. Curò con particolare interesse l’educazione e la formazione sia di laici che di ecclesiastici. Rivendicò strenuamente il diritto della Chiesa a salvaguardare la formazione cristiana della gioventù nelle scuole e nelle Università, contro il tentativo laicista e anticlericale di estrometterla da tale contesto.

Anche quando intraprese delle scelte difficili, come la riforma del clero o la lotta alla massoneria e al lassismo dei costumi, dimostrò di essere un uomo di straordinaria prudenza, unita ad altrettanta fortezza, che non gli fece perdere mai il senso dell’umorismo.

Al termine del dibattito, tutti i Consultori diedero voto affermativo, circa l'esercizio eroico delle virtù da parte del Venerabile Servo di Dio.

 

Sessione Ordinaria dei Cardinali e dei Vescovi

Si riunì il 1° luglio 2014. L’Em.mo Ponente, dopo aver ripercorso l’iter della Causa e tratteggiato il profilo biografico del Venerabile Servo di Dio, mise in rilievo la profondità della sua vita spirituale, la grande dedizione alla missione e all’istruzione cristiana dei fedeli. Diffuse la Parola di Dio per tutta la diocesi, nelle visite pastorali, nella preparazione per il Conferimento del Sacramento della Confermazione e nell’apostolato della buona stampa. Nella Diocesi, tutto il popolo lo ricorda come Vescovo santo che realizzò molte opere di misericordia e che lasciò soprattutto una testimonianza di vita virtuosa ed esemplare.

Al termine della Relazione dell’Em.mo Ponente, che concluse constare de heroicitate virtutum, gli Em.mi ed Ecc.mi Padri risposero unanimemente al dubbio con sentenza affermativa