Causa in corso
Antonio Giuseppe De Sousa Barroso
- Venerabile Servo di Dio -

Antonio Giuseppe De Sousa Barroso

(1854 - 1918)

Venerabilità:

- 16 giugno 2017

- Papa  Francesco

Vescovo di Porto; fu un autentico evangelizzatore che nutriva particolare attenzione alla formazione cristiana, ritenendo necessaria la creazione di scuole pubbliche. Oltre all’attività missionaria, aveva un interesse scientifico e culturale per le terre che visitava

  • Biografia
Fu definito “un mistico con gli occhi aperti” poiché la sua sana diplomazia era volta alla concreta risoluzione dei problemi

 

Il Venerabile Servo di Dio Antonio Giuseppe De Sousa Barroso nacque il 5 novembre 1854 a Remelhe (Barcelos, Portogallo), in una famiglia di modesti agricoltori. Nel 1873, entrò nel Collegio delle Missioni d’Oltremare a Cernache do Bonjardim, dove venivano formati i missionari da inviare nei territori dell’Impero portoghese. Terminati gli studi, il Servo di Dio venne ordinato sacerdote i1 20 settembre 1879. Fu inizialmente inviato nell’isola di Luanda (Angola) e, dal 1881 al 1888, fu superiore della Missione di San Salvador nel Congo, territorio che non apparteneva al Portogallo e nel quale l’evangelizzazione cattolica era contrastata dalla presenza dei protestanti. Nel 1891, venne nominato Vescovo di Mozambico. In quel Paese lavorò per sei anni, in mezzo a difficoltà, sia apostoliche sia amministrative, dovute soprattutto al complesso rapporto con i rappresentanti del governo portoghese. Grazie alla sua tenacia e saggezza riuscì ad organizzare il territorio, con visite pastorali, l’accoglienza di cinquantanove nuovi missionari, la costruzione di nuovi luoghi di culto e la fondazione di istituzioni educative, tra cui un Istituto a Cabeceira Grande, dedicato all’educazione delle ragazze indigene povere, e un altro nella località di Lourenço Marques, per l’istruzione dei ragazzi europei. Nel 1897, però, tra la Congregazione di Propaganda Fidei e le diocesi sotto il controllo del Patronato portoghese sorsero incomprensioni che portarono al trasferimento del Venerabile Servo di Dio alla diocesi di Meliapor (India), dove i conflitti di giurisdizione con il Vescovo di Trichinopoli avevano creato grande confusione nelle comunità cristiane. Il Servo di Dio giunse in India il 2 giugno 1898 e, da subito, contribuì a riportare la pace con le sue visite alle comunità e a dare un nuovo slancio all’attività missionaria. Nel 1899, fu nominato Vescovo di Porto (Portogallo). Per quasi diciannove anni guidò la Diocesi, con saggezza pastorale, come dimostrano sia le opere di evangelizzazione, educative e di carità da lui compiute, sia le Lettere pastorali e altri suoi scritti. Con lo scoppio della Rivoluzione del 1910, gli edifici di culto vennero saccheggiati, i conventi assaliti ed i religiosi perseguitati. Non appena fu proclamata la Repubblica, vennero soppressi i conventi, i monasteri e gli ordini religiosi; gli stessi religiosi vennero espulsi e i loro beni confiscati. Il governo interferì persino nei seminari, riservandosi il diritto di nominare i professori e di determinare i programmi di studio. Nel 1911 le persecuzioni culminarono nella legge della Separazione tra Chiesa e Stato e, nello stesso anno, a causa della difesa coraggiosa della fede cattolica, il Venerabile Servo di Dio fu destituito dalle sue funzioni e costretto a ritirarsi in esilio a Barcelos. Solo il 22 febbraio 1914 poté tornare in Diocesi e riprendere il suo lavoro pastorale. Venne esiliato nuovamente il 7 agosto 1917, per quattro mesi, con l’accusa di aver autorizzato tre donne a vivere i consigli evangelici in comunità.

A causa di una febbre tifoidea, debilitato nelle forze, morì a Porto (Portogallo) il 31 agosto 1918.

ITER GIURIDICO

L’Inchiesta Diocesana si svolse presso la Curia ecclesiastica di Porto (Portogallo), in sessantasei Sessioni, dal 21 luglio 1993 al 5 novembre 1994, durante le quali vennero raccolte le prove documentali e furono escussi trentotto testi, di cui cinque ex officio. Inoltre vennero celebrate quattro Inchieste Rogatoriali, rispettivamente a :

- Portalegre e Castelo Branco, dal 10 al 12 ottobre 1994, per l’escussione di un teste;

- Lisbona, dal 13 gennaio al 4 febbraio 1994, per l’escussione di due testi;

- Aveiro, il 12 febbraio 1994, per l’escussione di due testi;

- Braga, dal 4 febbraio al 20 maggio 1994, per l’escussione di due testi.

La validità giuridica delle Inchieste fu riconosciuta con il Decreto del 5 maggio 1995.

SEDUTA DEI CONSULTORI STORICI

Si svolse il 31 maggio 2005. A conclusione di un approfondito dibattito, il risultato finale per i tre quesiti di rito, sull’esaustività delle prove, sull’attendibilità dei documenti archivistici e sul fondamento delle virtù eroiche, fu affermativo.

CONGRESSO DEI CONSULTORI TEOLOGI

Si svolse il 10 marzo 2016. I Consultori Teologi sottolinearono che il Venerabile Servo di Dio fu un missionario generoso e intraprendente. La sua saggezza, unita alla tenacia, gli fece superare con successo le innumerevoli difficoltà apostoliche e amministrative.

Compì vari viaggi apostolici e fondò Istituzioni assistenziali ed educative. Fu un autentico evangelizzatore che nutriva particolare attenzione alla formazione cristiana, ritenendo necessaria la creazione di scuole pubbliche. Oltre all’attività missionaria, aveva un interesse scientifico e culturale per le terre che visitava. La passione naturalistica ed etnografica lo portò a dare un importante contributo alla fondazione della “scienza missiologica”, che favorì la diffusione della conoscenza dei Paesi extraeuropei in Occidente.

La chiave di lettura della sua vita è costituita dalla fede con cui affrontò il cammino di crescita verso la perfezione, in rapporto alle numerose prove che dovette affrontare. Fu sempre animato dall’amore a Dio e alla Patria, con lo sguardo rivolto alle popolazioni indigene, la cui salvezza veniva prima di qualsiasi altra cosa. Dotato di senso pratico, intraprendente e coraggioso, si spendeva totalmente nell’attività apostolica. Personalità dalle qualità umane spiccate e dal tratto diplomatico deciso ma prudente, fu anche un leader dell’episcopato portoghese durante la Repubblica. Nonostante l’esilio subito, il Venerabile Servo di Dio non tenne mai un atteggiamento passivo rispetto alla politica colonialistica del governo e non si sottomise al potere politico.

Fu definito “un mistico con gli occhi aperti” poiché la sua sana diplomazia era volta alla concreta risoluzione dei problemi.

Al termine del dibattito, tutti i Consultori diedero unanimemente voto affermativo, circa l'esercizio eroico delle virtù da parte del Servo di Dio.

SESSIONE ORDINARIA DEI CARDINALI E DEI VESCOVI

Si riunì il 16 maggio 2017. L’Ecc.mo Ponente, dopo avere presentato la figura del Venerabile Servo di Dio, sottolineò che questi fu un uomo di intensa preghiera e di grande zelo apostolico. L’amore di Dio era il fulcro della sua vita. Mise al centro del suo programma pastorale le opere di misericordia verso i poveri, gli anziani, i malati e i carcerati. Altrettanta attenzione riservò ai sacerdoti; curò i seminaristi con sollecitudine paterna; promosse la fondazione del Collegio portoghese in Roma; si occupò del benessere morale e materiale dei suoi preti, fondando per loro una casa di riposo a Porto. Nella sua azione missionaria si distinse per la collaborazione con i laici e per la fondazione di scuole. Il motto del suo stemma, non sibi sed omnibus, sintetizza il suo amore verso il prossimo, manifestato nell’accoglienza verso tutti, nella bontà, solidarietà e gratitudine verso i presbiteri e nella vicinanza ai poveri.

Al termine della Relazione dell’Ecc.mo Ponente, che concluse constare de heroicitate virtutum, gli Em.mi ed Ecc.mi Padri risposero unanimemente al dubbio con sentenza affermativa.