Causa in corso
Antonio Seghezzi
- Venerabile Servo di Dio -

Antonio Seghezzi

(1906 - 1945)

Venerabilità:

- 21 dicembre 2020

- Papa  Francesco

Sacerdote diocesano, visse eroicamente la virtù della speranza soprattutto nell’esperienza di prigionia, in particolare attraverso il canto nella cella e l’incoraggiamento ai compagni di detenzione

  • Biografia
  • Decreto sulle Virtù
“Mettiamoci in ginocchio e non rifiutiamo mai nulla di ciò che Dio dentro di noi ci chiede”

 

    Il Venerabile Servo di Dio Antonio Seghezzi nacque il 25 agosto 1906 a Premolo (Bergamo, Italia). Dopo la laurea in Scienze sociali, nel 1925, entrò nel Seminario di Bergamo. Fu ordinato presbitero il 23 settembre 1929. Cominciò il suo ministero come coadiutore parrocchiale ad Almenno San Bartolomeo e, nel 1932, fu chiamato a insegnare Lettere nel ginnasio del Seminario vescovile. Nel 1935, fu nominato cappellano militare in Etiopia. Rientrato in Diocesi due anni dopo, venne nominato Segretario della Giunta diocesana di Azione Cattolica. La sua attività pastorale con i giovani e la fitta corrispondenza con quelli di Azione Cattolica impegnati sui fronti di guerra non furono gradite dalla polizia tedesca che lo arrestò il 4 novembre 1943.

    Venne processato e condannato a 5 anni di carcere, poi ridotti a 3, da scontarsi in Germania. Dapprima rinchiuso nelle carceri di Sant’Agata a Bergamo, fu trasferito il 23 dicembre 1943 al Forte San Mattia di Verona da cui, il 31 dicembre, fu deportato a Monaco di Baviera, nel carcere di Stadelheim. Il 15 febbraio 1944, giunse nel carcere di Kaisheim e, nel marzo dello stesso anno, venne ulteriormente trasferito a Löpsingen in una fabbrica di proiettili. Dopo una prima emottisi, il 20 giugno successivo, fu ricoverato nell’infermeria del carcere di Kaisheim, dove rimase circa dieci mesi. Il 23 aprile 1945 fu mandato a Dachau. Il 29 aprile 1945, il campo di concentramento di Dachau venne liberato dagli Alleati ma la salute del Venerabile Servo di Dio continuò a peggiorare a causa della mancanza di cure e delle insopportabili condizioni subite nel lager, in particolare per il lavoro massacrante, la fame e l’insufficienza igienica.

    Morì di tubercolosi il 21 maggio 1945 a Dachau (Germania).

    Il Venerabile Servo di Dio visse le virtù cristiane in forma eroica. La fede, fondamento della vita sacerdotale, lo conduceva a vedere in tutto la volontà del Signore e quindi a vivere ogni circostanza con un profondo senso della presenza di Dio. La fervorosa e impegnata attività apostolica era sostenuta da un grande amore per la Liturgia delle Ore, al riguardo della quale, già cinque mesi prima di essere ordinato sacerdote diceva: “Il breviario come è bello e caro, e con quale gioia di amore ai piedi del Tabernacolo a dirlo anche facendo sacrificio di metterci…e lasciare un poco la vita”. Visse eroicamente la virtù della speranza soprattutto nell’esperienza di prigionia, in particolare attraverso il canto nella cella e l’incoraggiamento ai compagni di detenzione.

    L’eroico esercizio della carità verso Dio e verso il prossimo caratterizzarono l’intero vissuto umano e spirituale del Servo di Dio.

 

BERGAMO

 

BEATIFICAZIONE e CANONIZZAZIONE

del Servo di Dio

ANTONIO SEGHEZZI

Sacerdote diocesano

Assistente diocesano della Gioventù maschile

di Azione Cattolica

(1906-1945)

_____________________

DECRETO SULLE VIRTU'

 

 

    “Mettiamoci in ginocchio e non rifiutiamo mai nulla di ciò che Dio dentro di noi ci chiede”.

    Queste parole del Servo di Dio Antonio Seghezzi mettono in luce la strada da lui percorsa per santificarsi, cioè quella della donazione totale di se stesso nella fedeltà e nell’obbedienza, spinta da un integro e splendente ideale sacerdotale, nutrita da un forte zelo per le anime e sostenuta un ardente rapporto con Dio nella preghiera.

    Antonio Seghezzi nacque il 25 agosto 1906 a Premolo, in diocesi di Bergamo. Compiuti gli studi superiori, entrò in seminario. Ottenne anche la laurea in Scienze sociali presso l’Istituto cattolico di Bergamo. Il 23 settembre 1929 fu ordinato presbitero e, tre giorni dopo, nominato coadiutore del parroco di Almenno San Bartolomeo. Si dedicò strenuamente a perfezionare la propria vita interiore e, con eccellente sollecitudine e prudenza, si prendeva cura del cammino spirituale dei giovani. In parrocchia rifondò il Circolo Giovanile di Azione Cattolica.

    Nel 1932 Adriano Bernareggi, Vescovo di Bergamo, lo chiamò ad insegnare lettere agli alunni del ginnasio presso il seminario. Per circa due anni, nel periodo della guerra in Etiopia, svolse il compito di cappellano militare in Africa Orientale. Tornò in Italia nel 1937 e fu deputato Assistente ecclesiastico della Federazione Giovanile dell’Azione Cattolica e Segretario della Giunta diocesana. Era straordinario nell’accogliere i giovani, proporre loro ritiri spirituali e guidarli nella sequela di Gesù. Tutti trovarono sempre in lui la carità di un aiuto sincero. Portava avanti per lettera la direzione spirituale di tanti, che erano partiti militari.

    Negli anni di questo suo ministero rifulsero in modo particolare le sue virtù. Educava i giovani alla fede e alla giustizia. Il suo modo di vivere manifestava la sua temperanza e sobrietà, e la purezza di cuore rendeva visibile il suo amore esclusivo per Dio. Con molte iniziative, che esigeva fossero ben preparate, esprimeva il proprio desiderio che si diffondesse sempre più fra i giovani la gioia del Vangelo e la bellezza dell’associazionismo cattolico.

    Fin dagli anni del fascismo anche il Servo di Dio, così come molti sacerdoti impegnati nelle associazioni cattoliche e per la promozione sociale, soffrì azioni persecutorie. Durante il periodo della seconda guerra mondiale preferì assecondare l’invito del Vescovo, il quale, temendo più tragiche conseguenze della sua latitanza, cercava di convincerlo a consegnarsi. Agli amici, che al contrario cercavano di convincerlo alla fuga, rispondeva che spesso aveva chiesto nella preghiera di conoscere la volontà di Dio attraverso la voce dei superiori. Per lui il desiderio del Vescovo era un vero e proprio ordine e non avrebbe sopportato che qualcuno soffrisse per lui, così come voleva lasciare ai suoi giovani un esempio di fedeltà e integrità. Accettò così di essere processato per l’ingiusta accusa di complicità con bande armate irregolari e fu condannato, il 22 novembre 1943, a 5 anni di reclusione. 

    Alla fine dell’anno venne deportato in Germania, prima nel carcere di Stadelheim, poi nel campo di lavoro di Keisheim. Fu costretto a selezionare le calzature dei soldati caduti al fronte, poi a lavorare in una fabbrica di proiettili. A causa delle condizioni miserevoli della prigionia, si ammalò di tubercolosi. In quegli stessi mesi, insieme ad altri sacerdoti tenuti prigionieri, ricercava la preghiera assidua e la continua meditazione. Raramente avevano la possibilità di accostarsi all’Eucaristia, ma si impartivano quasi quotidianamente l’assoluzione dei peccati. Già in pessime condizioni di salute, fu trasferito a Dachau, dove spirò, con grande pietà, il 21 maggio 1945. Il suo corpo fu sepolto nel cimitero di Dachau e la sua tomba fu ritrovata soltanto alcuni anni più tardi. I suoi resti mortali vennero traslati in Italia, nel cimitero di Premolo, nel 1952 e finalmente, dall’anno 2006, riposano nella cripta della chiesa parrocchiale.

    Le testimonianze sulle sue virtù eroiche e le circostanze tanto drammatiche della sua prigionia e morte fecero sì che molti lo ritenessero un santo. Poiché questa fama di vita esemplare non è mai venuta meno col passare degli anni, si decise di aprire la Causa di beatificazione e canonizzazione del Servo di Dio. La prima Inchiesta diocesana sul presunto martirio si ebbe presso la Curia ecclesiastica di Bergamo dal 4 maggio 1991 all’11 novembre del 1995, e di essa questa Congregazione delle Cause dei Santi decretò la validità giuridica il 16 novembre 1996. Si celebrò quindi, presso la medesima Curia ecclesiastica, l’Inchiesta suppletiva dal 10 febbraio al 21 maggio 2006, il cui decreto sulla validità giuridica fu emanato da questa stessa Congregazione il 25 gennaio 2008. Preparata la Positio, si è discusso, secondo consuetudine, se il Servo di Dio abbia esercitato in grado eroico le virtù cristiane. Il Congresso Peculiare dei Consultori Teologi ebbe esito favorevole l’8 aprile 2014. I Padri Cardinali e Vescovi, nella Sessione Ordinaria del 1 dicembre 2020, hanno riconosciuto che il Servo di Dio ha esercitato in modo eroico le virtù teologali, cardinali ed annesse.

    Il sottoscritto Cardinale Prefetto ha quindi riferito tutte queste cose al Sommo Pontefice Francesco. Sua Santità, accogliendo e confermando i voti della Congregazione delle Cause dei  Santi, ha oggi dichiarato: Sono provate le virtù teologali  Fede, Speranza e Carità verso Dio e verso il prossimo, nonché le cardinali Prudenza, Giustizia, Fortezza e Temperanza ed annesse in grado eroico del Servo di Dio Antonio Seghezzi, Sacerdote diocesano, Assistente diocesano della Gioventù maschile di Azione Cattolica, nel caso e per il fine di cui si tratta.

    Il Sommo Pontefice ha poi disposto che il presente decreto venga pubblicato e inserito negli atti della Congregazione delle Cause dei Santi.

    Dato a Roma il 21 dicembre nell’anno del Signore 2020.

 

Marcello Card. Semeraro

Prefetto

 

                                                                        + Marcello Bartolucci

                                                                            Arciv. tit. di Bevagna

                                                                            Segretario

 

 

 

 

___________________________

 

 

 

 

BERGOMENSIS

 

BEATIFICATIONIS et CANONIZATIONIS

Servi Dei

ANTONII SEGHEZZI

Sacerdotis dioecesani

Praefecti dioecesani Virilis Iuventutis

Actionis Catholicae

(1906-1945)

_____________________

DECRETUM SUPER VIRTUTIBUS

 

 

    “Genua flectamus ac nil umquam respuamus, quod Deus a nobis intus petit”.

    Haec Servi Dei Antonii Seghezzi verba viam illustrant, per quam, ut sanctificaretur, ipse percurrit, videlicet fidelitatis ac oboedientiae causa totius sui ipsius oblationis viam, integro nitentique proposito sacerdotali impulsae, alacri animarum zelo alitae et ardenti cum Deo necessitudine per precationem sustentae.

    Antonius Seghezzi natus est die 25 mensis Augusti anno 1906 Premoli, in dioecesi Bergomensi. Superioribus studiis peractis, ingressus est seminarium. Scientiarum socialium etiam doctoris gradum adeptus est apud Institutum Catholicum Bergomense. Die 23 mensis Septembris anno 1929 presbyter ordinatus est ac, tribus diebus post, coadiutor parochi Leminis Sancti Bartholomaei nominatus. Interiori vitae perficiendae strenue se tradidit atque, praecellenti sedulitate ac prudentia, spiritualem iuvenum rationem curavit. Paroeciae circulum iuventutis Actionis Catholicae denuo condidit.

    Anno 1932 Hadrianus Bernareggi, Episcopus Bergomensis, vocavit eum ut alumnos gymnasii apud Seminarium litteras doceret. Circiter duos annos, Aethiopici belli tempore, munere cappellani militum functus est Africae in Orientali parte. In Italiam anno 1937 rediit atque constitutus est Praefectus ecclesiasticus Foederationis Iuvenum Actionis Catholicae et Consilii dioecesani Secretarius. Iuvenes accipiendo eminebat iisdemque spirituales recessus offerendo et in sequelam Iesu conducendo. Omnes eius sinceri cuiusdam auxilii caritatem semper invenerunt. Per epistulas plurimorum animi moderationem perrexit, qui profecti erant milites.

    Huius ministerii annis virtutes eius maxime fulxerunt. Iuvenes in fidem et iustitiam instruebat. Eius vivendi modus temperantiam et sobrietatem patefaciebat ac puritas cordis solam in Deum ostendebat caritatem. Multa incepta, quae recte parari exigebat, volutatem eius designabat ut Evangelii gaudium inter iuvenes ac christianarum sodalitatum pulchritudo usque pervulgarentur.

    Iam ab annis fascismi et Servus Dei, sicut plurimi sacerdotes, catholicas intra sodalitates vel ad societatem provehendam operantes, persecutionis passus est actus. Secundi totius mundi belli tempore Episcopo, qui, ne ob latitationem eius funestiora acciderent metuens, eum ut se traderet suadebat, obtemperare maluit. Servus Dei amicis, qui a contrario eum ad fugam suadere conabantur, respondebat se saepe, ut de volutate Dei superiorum per vocem certior fieret, esse praecatum. Episcopi desideratum verum mandatum retinebat, ac aliquem eius ipsius causa patientem non toleravisset, sicut et esemplum fidelitatis et integritatis iuvenibus suis relinquere volebat. Ergo iniusto crimine societatis cum quibusdam militum illegitime constitutis globis obtentae se reum fieri suscepit ac, die 22 mensis Novembris anno 1943, damnatus est quinque in vinculorum annos.

    Eodem vergente anno in Germaniam deportatus est, primum in carcerem v.d. Stadelheim, deinde in castra operaria v.d. Keisheim. Militum, qui in bello ceciderant, calceamenta seligere coactus est, postea in plumbearum glandium officina opus facere. Miserrimas ob condiciones custodiae, confectus est tabe. Illis iisdem mensibus, una cum aliis sacerdotibus in custodiam traditis, precationem assiduam continuamque meditationem quaerebat. Perquam raro Eucharistiam sumere poterant, sed fere cotidie peccatorum absolutionem inter se impertire solebant. Iam graviter aegrotans, in campum captivis custodiendis Dachaviae motus est, ubi, die 21 mensis Maii anno 1945, summa pietate exspiravit. Corpus in coemeterio Dachaviensi conditum est eiusque tumulus repertus tantum aliquot post annos. Inde Servi Dei exuviae in Italiam anno 1952 tralatae sunt, Premoli in coemeterium, denique ab anno 2006 in crypta paroecialis ecclesiae quiescunt.

    De eius heroicis virtutibus testimonia necnon eius custodiae et mortis tam luctuosae vices, ut multi eum sanctum putarent, effecerunt. Hac numquam transactis annis exstinguente exemplaris vitae fama, Servi Dei Causam beatificationis et canonizationis statutum est incipi. Prima Inquisitio dioecesana apud Curiam ecclesiasticam Bergomensem a die 4 mensis Maii anno 1991 ad die 11 mensis Novembris anno 1995 habita est, cuius iuridicam validitatem haec Congregatio de Causis Sanctorum die 16 mensis Novembris anno 1996 decrevit. Tum a die 10 mensis Februarii ad diem 21 mensis Maii anno 2006 apud eandem Curiam ecclesiasticam celebrata est Inquisitio suppletiva, cuius decretum de iuridica validitate haec eadem Congregatio edidit die 25 mensis Ianuarii anno 2008. Positione igitur exarata, iuxta consuetudinem disceptatum est an Servus Dei heroico in gradu virtutes christianas exercuisset. Peculiaris Consultorum Theologorum Congressus die 8 mensis Aprilis anno 2014 faustum habuit exitum. Patres Cardinales et Episcopi, Ordinaria diei 1 mensis Decembris anno 2020 in Sessione, Servum Dei professi sunt theologales, cardinales iisque adnexas virtutes heroico modo excoluisse.

    Facta demum de hisce omnibus rebus Summo Pontifici Francisco per subscriptum Cardinalem Praefectum accurata relatione, Sanctitas Sua, vota Congregationis de Causis Sanctorum excipiens rataque habens, hodierno die declaravit: Constare de virtutibus theologalibus Fide, Spe et Caritate tum in Deum tum in proximum, necnon de cardinalibus Prudentia, Iustitia, Fortitudine et Temperantia iisque adnexis in gradu heroico Servi Dei Antonii Seghezzi, Sacerdotis dioecesani, Praefecti dioecesani Virilis Iuventutis Actionis Catholicae, in casu et ad effectum de quo agitur.

    Hoc autem decretum publici iuris fieri et in acta Congregationis de Causis Sanctorum Summus Pontifex referri mandavit.

    Datum Romae, die 21 mensis Decembris a. D. 2020.