Causa in corso
Arnaldo Canepa
- Venerabile Servo di Dio -

Arnaldo Canepa

(1882 - 1966)

Venerabilità:

- 20 maggio 2023

- Papa  Francesco

Fedele Laico Catechista;  visse in profonda unione con il Signore e nella dedizione agli altri. Si impegnò come catechista, dimostrando uno zelo non comune nell’educazione cristiana dei fanciulli ed entrò a far parte di diversi movimenti e associazioni cattoliche

  • Biografia
Frequentando la periferia romana comprese che c’erano tanti giovani smarriti ai quali bisognava dare l’opportunità di un’educazione cristiana

 

Il Venerabile Servo di Dio Arnaldo Canepa nacque a Roma (Italia) il 24 settembre 1882, in una famiglia benestante, proveniente dal Canton Ticino (Svizzera). Alla morte del padre, nel 1896, fu affidato per la formazione dapprima al parroco di Vallerano, presso Viterbo, e poi a vari collegi. Fino al 1920 rimase lontano dalla pratica cristiana, attraversando una crisi interiore, vivendo spesso fuori casa per dedicarsi al commercio e per investire con successo in Borsa.

Nel maggio 1921, a Roma, entrato nella chiesa di Santa Maria Odigitria, dopo essersi confessato, iniziò una fervente vita cristiana. Affascinato in particolare dalla figura di San Francesco d’Assisi, entrò nel Terz’Ordine Francescano e, desideroso di impegnarsi in favore del prossimo, offrì la sua disponibilità come catechista nella parrocchia di Santa Maria degli Angeli. Qui aderì anche alla Conferenza di San Vincenzo de’ Paoli e alla Congregazione Mariana. Nel 1924, insieme ad altri laici, cominciò a frequentare il periferico, disagiato, quartiere romano del Quadraro dove adattò un capannone per facilitare la frequenza del catechismo ai ragazzi della zona.

Nel Venerdì Santo del 1928 in una cappella del Convento di Santa Sabina, insieme ad una decina di giovani, decise di consacrare al Signore tutte le domeniche dedicandosi al servizio dei ragazzi del Quadraro, dando inizio ad un oratorio in cui quotidianamente i bambini del quartiere potessero ritrovarsi per crescere spiritualmente, attraverso la catechesi e, materialmente, con l’aiuto, a sue spese, delle persone bisognose. Nel 1931, a causa delle pressioni del regime fascista, l’oratorio al Quadraro dovette chiudere.

Le iniziative pastorali ispirate alla sua attività cominciarono a moltiplicarsi in tutta Roma, soprattutto nelle periferie.

Nel 1941, morta sua madre, che aveva scelto di non sposarsi, rimase a vivere con la sorella, continuando a gestire assieme ai fratelli il ristorante di famiglia.

Nel 1943, diede inizio alla “Federazione Oratori Romani”, poi chiamata “Centro Oratori Romani” (C.O.R.), offrendo il servizio dell’oratorio per una più efficace pastorale parrocchiale a beneficio degli adolescenti con alla base quattro pilastri: Messa e catechismo; oratorio quotidiano; diverse attività peculiari mensili e apostolato missionario; devozione alla Madonna. Sul suo esempio, agli inizi degli anni ‘50, più della metà delle parrocchie della Diocesi aveva l’oratorio.

Il 28 giugno 1962, il Cardinale Vicario Clemente Micara approvò il primo Statuto del C.O.R., che veniva canonicamente eretto come Pia Associazione. In quel periodo cominciarono le critiche contro di lui e la stessa attività dell’oratorio conobbe una crisi, soprattutto a motivo dei movimenti di contestazione sia interni sia esterni agli ambienti ecclesiali.

Divenuto anziano, decise di ritirarsi nella clinica di Santa Maria della Fiducia dove, in una stanza piccola e priva di servizi, trascorse i suoi ultimi anni di vita in spirito di povertà, nella frequente adorazione del Santissimo Sacramento e nell’assidua preghiera del Santo Rosario.

Morì a Roma (Italia) il 2 novembre 1966.

Il Venerabile Servo di Dio visse in profonda unione con il Signore e nella dedizione agli altri. Si impegnò come catechista, dimostrando uno zelo non comune nell’educazione cristiana dei fanciulli ed entrò a far parte di diversi movimenti e associazioni cattoliche. Frequentando la periferia romana comprese che c’erano tanti giovani smarriti ai quali bisognava dare l’opportunità di un’educazione cristiana. Per circa quarant’anni si dedicò agli oratori giovanili come animatore, organizzatore e catechista in un contesto storico-sociale complesso.

I punti di riferimento principali della sua vita spirituale e dell’apostolato furono San Filippo Neri per quanto riguarda la spiritualità dell’oratorio, San Giovanni Bosco, per quanto riguarda l’uso del “metodo preventivo”, e San Francesco d’Assisi.

La fama di santità è giunta sino ai nostri giorni.