Causa in corso
Áron Márton
- Venerabile Servo di Dio -

Áron Márton

(1896 - 1980)

Venerabilità:

- 18 dicembre 2024

- Papa  Francesco

Vescovo di Alba Julia; Nonostante le numerose difficoltà incontrate nel corso della vita, non si scoraggiò mai, mostrando una straordinaria fiducia nella Divina Provvidenza. Esercitò in maniera eroica la carità verso Dio e verso il prossimo, prendendosi cura dei bambini orfani e abbandonati, dei carcerati, degli anziani e visitando frequentemente i sacerdoti malati. Durante la Prima e la Seconda guerra mondiale si prodigò per gli ammalati e i feriti di tutti gli schieramenti

  • Biografia
Quando era ancora giovane sacerdote era definito dai ragazzi “l’uomo dalla fede convinta”

 

Il Venerabile Servo di Dio Áron Márton nacque il 28 agosto 1896 a Csíkszentdomokos (Sândominic), oggi in Romania, in una numerosa famiglia benestante dalla quale ricevette la prima educazione religiosa. Dopo aver frequentato la scuola cattolica, negli anni del Liceo manifestò al suo Vescovo la vocazione al sacerdozio, ma la Prima guerra mondiale lo costrinse a interrompere gli studi. Arruolatosi, fu inviato sul fronte di guerra italiano e russo. Al termine del conflitto rientrò in famiglia, prestando lavoro nelle terre di proprietà del padre ma, dopo aver vissuto una profonda crisi spirituale, decise di riprendere gli studi in Seminario. Dopo l’ordinazione presbiterale, avvenuta il 6 luglio 1924, venne inviato come cappellano a Ditrău (in ungherese Ditró) per risanare i costumi della popolazione. Introdusse nella pietà popolare la devozione al Sacro Cuore e propagò la spiritualità mariana. Allo stesso tempo, fu scelto come professore di religione al liceo classico e posto come vicepreside dell’Istituto di educazione per ragazzi. Dopo un’ulteriore esperienza parrocchiale, divenne cappellano della Curia e archivista (vescovile). Nel 1931 accompagnò il suo Vescovo in visita dal Papa Pio XI e, per la sua disponibilità a seguire la gioventù, ricevette l’incarico di predicatore del centro accademico di Kolozsvár, dove fondò varie riviste e circoli culturali. Nel 1938 il Papa lo scelse come Vescovo di Alba Julia. Al centro della sua azione pastorale vi fu l’impegno a rinsaldare i vincoli tra il clero, diviso dalla guerra e dall’odio razziale. Negli anni della Seconda guerra mondiale si schierò apertamente contro le leggi razziali naziste e imposte anche in Romania ed ebbe cura dei profughi, degli esiliati e degli ebrei. Nel periodo postbellico la sua azione pastorale fu rivolta alla salvaguardia della fede contro l’attacco dei comunisti rumeni che, tra l’altro, opprimevano la minoranza ungherese in Transilvania. Il Servo di Dio si oppose fermamente al loro piano distruttivo per eliminare la religione dalla Romania e venne arrestato nel 1949. Fu processato e condannato al carcere duro e ai lavori forzati fino al 1956, quando ebbe gli arresti domiciliari. Nel 1971 fu ricevuto da Papa Paolo VI in Vaticano e gli espose la situazione politica e religiosa dei Paesi sottoposti al regime comunista. Soffrì molto anche fisicamente e, dopo aver lasciato la guida della sua diocesi il 2 aprile 1980, perché malato di cancro, morì il 29 settembre successivo.  Nonostante le limitazioni imposte dalle autorità del regime comunista, il funerale ebbe una grande partecipazione di popolo.

Il Venerabile Servo di Dio fu sempre animato da una fede intensa e salda anche nelle diverse e dure prove della vita. Pregava costantemente fin da bambino e nell’esercizio del suo ministero sacerdotale si prodigò per avvicinare il suo popolo al Signore. Alla scuola di catechismo, quando era ancora giovane sacerdote era definito dai ragazzi “l’uomo dalla fede convinta”. Da vescovo richiamava sempre l’attenzione sulla preghiera ed ebbe molta devozione verso il Papa, al cui Magistero. In modo fervoroso e devoto, celebrò quotidianamente la Messa, anche nei periodi più difficili della sua vita, praticando l’Adorazione Eucaristica, recitando il Rosario ed esortando alla fede anche i compagni di cella durante gli anni della prigionia.

Nonostante le numerose difficoltà incontrate nel corso della vita, non si scoraggiò mai, mostrando una straordinaria fiducia nella Divina Provvidenza. Esercitò in maniera eroica la carità verso Dio e verso il prossimo, prendendosi cura dei bambini orfani e abbandonati, dei carcerati, degli anziani e visitando frequentemente i sacerdoti malati. Durante la Prima e la Seconda guerra mondiale si prodigò per gli ammalati e i feriti di tutti gli schieramenti. Difese energicamente anche gli ebrei che venivano deportati pronunciando severe parole di condanna. Lo spirito col quale sopportò calunnie e persecuzioni operate dal regime comunista accrebbe già in vita la sua fama di santità, tanto che Papa San Paolo VI, ricevendo i seminaristi di Alba Julia che studiavano a Roma, disse di lui: “Voi avete un vescovo dalla vita santa”.

L’ultima fase della sua esistenza terrena fu caratterizzata dalla malattia e da preghiera incessante e continua, anche quando non poteva più alzarsi dal letto, né celebrare Messa. Già in vita era considerato santo dai suoi sacerdoti e dai confratelli nell’episcopato e la sua fama di santità ha continuato a crescere nel corso degli anni.

L’Inchiesta diocesana è stato svolta nella Diocesi di Alba Iulia dal 25 aprile al 1° ottobre 1996.

Validità giuridica dell’Inchiesta diocesana: 23 ottobre 1998.

Congresso Peculiare dei Consultori Teologi: 13 dicembre 2010.

Sessione Ordinaria dei Cardinali e Vescovi: 10 dicembre 2024.