Causa in corso
Aurora Calvo Hernández-Agero
- Venerabile Serva di Dio -

Aurora Calvo Hernández-Agero

(1901 - 1933)

Venerabilità:

- 09 aprile 2022

- Papa  Francesco

Fedele Laica; visse profondamente i misteri della fede nella liturgia e nelle attività quotidiane. Il fervore emerge nel suo Diario, in cui esprime i propri sentimenti religiosi e la tensione verso Dio e i Tabernacoli abbandonati

  • Biografia
  • Decreto sulle Virtù
Assidua ai sacramenti, dedita alla preghiera e al raccoglimento, riuscì ad istaurare una profonda unione con Dio

 

    La Venerabile Serva di Dio Aurora Calvo Hernández-Agero nacque il 9 dicembre 1901 a Béjar (Plasencia, Spagna), in una famiglia profondamente cristiana. Rimasta orfana di padre all’età di quattro anni, fu iscritta al Collegio della Religiose della Sacra Famiglia di Béjar, coltivò il suo rapporto con il Signore, aiutata dal fratello maggiore Ramón il quale, dopo essere stato ordinato Sacerdote diocesano in Plasencia, entrò nella Compagnia di Gesù per essere poi mandato missionario a Cuba e a Puerto Rico.

    Anche ella avvertì il desiderio della vita consacrata come carmelitana scalza, ma la preoccupazione di dover accudire l’anziana madre, non le permise di realizzare questa chiamata contemplativa. Ella comunque continuò ad impegnarsi molto nel seguire la vocazione laicale, vivendo il servizio di catechista. Si affidò alla guida di un direttore spirituale, l’ultimo dei quali, don Aniceto de Castro Albarrán, in virtù della profondità della vita interiore e dell’elevata dottrina che ella mostrava, la invitò a scrivere un Diario sugli eventi impressi dalla Provvidenza nella sua vita. La Serva di Dio vi si dedicò in maniera diffusiva dal 9 giugno 1925, effettuando, tra l’altro, la consacrazione alla Vergine Maria. Mostrò una notevole passione verso gli esercizi spirituali. La sua salute non fu mai ottimale. Morì a Béjar (Spagna), in seguito ad una broncopolmonite, il 23 novembre 1933.

    La Venerabile Serva di Dio visse profondamente i misteri della fede nella liturgia e nelle attività quotidiane. Il fervore emerge nel suo Diario, in cui esprime i propri sentimenti religiosi e la tensione verso Dio e i Tabernacoli abbandonati. Ella soffriva quando non poteva fare la comunione a motivo delle difficoltà di salute. Dopo essersi comunicata prolungava il ringraziamento per una ventina di minuti.

    Praticò la virtù della speranza anelando alle realtà soprannaturali e ai beni spirituali, accettando ogni cosa che le capitava come proveniente dalla mano di Dio. Nel suo lavoro ella non ricercava ricompense umane ma sperava nell’azione di Dio.

    Dimostrò amore per Dio sin dalla giovinezza in alcuni punti fermi che ne determinarono i comportamenti: la decisione di donare al Signore la propria vita non appena avesse potuto decidere autonomamente, la determinazione di compiere la volontà di Dio, lo zelo perché non venisse offeso dal peccato proprio e altrui, l’anelito a stare con Gesù frequentando la chiesa, accostandosi ai Sacramenti e passando del tempo in adorazione. Coltivò il suo amore verso il prossimo e la concreta solidarietà verso i bisognosi, nonostante i limiti legati alla fragilità delle sue forze fisiche. Sin da giovane ebbe a cuore le condizioni materiali e spirituali delle persone che vivevano attorno a lei: familiari, bambini, poveri. La sua scelta di dedicare la vita alla madre e indirettamente al fratello sacerdote gesuita fu determinata dalla grande carità e dalla premura per le persone consacrate. Per l’importanza della missione pastorale si offrì al Signore come vittima per la santità dei sacerdoti, pur restando nel mondo.

    Assidua ai sacramenti, dedita alla preghiera e al raccoglimento, riuscì ad istaurare una profonda unione con Dio. Nonostante la salute cagionevole, si impegnò in parrocchia e nel catechismo ai bambini, che curava con particolare dedizione. Entrò a far parte dell’Associazione Marias de los Sagrarios dove fu un’animatrice zelante e in seguito vice-presidente. Il cuore della sua spiritualità era l’amore a Cristo che si manifestava nell’impegno come formatrice, nonché nell’apostolato che attuava soprattutto attraverso la comunicazione epistolare. Molta gente ricorreva al suo consiglio. La sua esistenza si svolse nell’ordinario, tra i lavori domestici, l’aiuto all’anziana madre e l’attività in parrocchia e nell’Associazione, fedele a Dio sino alla fine.

    La fama di santità si sviluppò soprattutto dopo la sua morte.

 

CONGREGAZIONE DELLE CAUSE DEI SANTI

 

PLASENCIA

 

BEATIFICAZIONE e CANONIZZAZIONE

della Serva di Dio

AURORA CALVO HERNÁNDEZ-AGERO

Fedele laica

(1901-1933)

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DECRETO SULLE VIRTU'

 

“Molto presto Gesù mi fece prendere coscienza della sua reale presenza nell’Eucarestia e, in seguito, fu quella la mia devozione prediletta”.

L’anima della Serva di Dio Aurora Calvo Hernández-Agero nutrì una spiritualità prettamente eucaristica, che caratterizzò sempre la sua testimonianza di virtù cristiane. Il suo quotidiano si dipanava tra il lavoro domestico, le attività in parrocchia, la visita e l’aiuto dei poveri, in particolare donne e bambini, nonché la cura dei “tabernacoli abbandonati”.

La Serva di Dio nacque il 9 dicembre 1901 a Béjar, in diocesi di Plasencia, all’interno di una famiglia profondamente cristiana. Penultima dei sette figli, rimase orfana di padre all’età di quattro anni e di lei, insieme alla madre, si prese cura la sorella maggiore, poi entrata fra le Suore della Sacra Famiglia a Béjar. All’inizio dell’adolescenza si sentì fortemente attratta dal modo di vivere lascivo e vanitoso delle classi più agiate del suo tempo, ma poi mutò radicalmente il proprio atteggiamento, scegliendo di dedicarsi alla preghiera, alla penitenza e all’apostolato. Allorché la Serva di Dio confidò al fratello il proposito di consacrarsi a Dio in un monastero di Carmelitane Scalze e questi parimenti le disse di voler entrare nella Compagnia di Gesù, fu necessario porsi il problema di chi rimanesse ad assistere la madre anziana. Decisero di comune accordo che se ne sarebbe occupata la Serva di Dio, esempio di obbedienza ai propri doveri di figlia e di devozione verso sua madre.

Nel 1919 la Serva di Dio si traferì con la madre a Plasencia e prese dimora presso il fratello, nel frattempo nominato insegnante in Seminario. Ebbe molte sofferenze dell’anima e del corpo, ma mai tralasciò l’insegnamento della catechesi ai bambini e l’esercizio delle opere di pietà. Si iscrisse all’associazione “Marías de los Sagrarios”, di cui divenne animatrice zelante e pure vicepresidente. Nel giugno 1925, su esortazione del direttore spirituale, prese a scrivere di propria mano un diario, cosa che continuò a fare fino a due mesi prima della morte. Esso consta di 689 fogli.

L’Eucaristia fu per la Serva di Dio il centro del suo rapporto con Cristo, così come lei stessa confidava al proprio direttore spirituale. Questi ha detto: “Aurora fu un esempio e un modello delle più alte e radicate virtù. La fede, la speranza, la carità, l’amore di Dio e del prossimo, la pazienza, l’abnegazione, lo zelo per la gloria di Dio e il bene del prossimo brillano in lei con una luce splendida”. Ella, che amava Dio sopra ogni cosa, compì alacremente opere di assistenza per i più poveri. Confezionava abiti per le mamme e per i bambini delle loro numerose famiglie. Con grande carità, pregava per i peccatori. L’8 dicembre 1925 emise il voto di castità perfetta. Sopportò con cristiana fortezza e temperanza le infermità, che nessun medico riuscì ad alleviare.

Stanca e malata, fu costretta a letto verso la fine di ottobre 1933. Il parroco le amministrò gli ultimi Sacramenti. Spirò il 22 novembre di quell’anno, dopo dolorosa agonia, all’età di 32 anni. Molte persone accorsero alle sue esequie e, per la fama di santità che la circondava, il suo corpo esanime fu coperto di fiori. Venne sepolta poi in terra nel cimitero comune, come lei stessa aveva domandato.

A motivo della stessa fama di santità, fu aperta il 9 ottobre 1959 l’Inchiesta diocesana presso la Curia ecclesiastica di Plasencia. La Sessione di chiusura si tenne successivamente il 23 settembre 1990. La validità giuridica dell’Inchiesta fu riconosciuta da questa Congregazione delle Cause dei Santi mediante decreto del 1° giugno 1994. Preparata la Positio, si è quindi discusso, secondo la consueta procedura, se la Serva di Dio abbia esercitato in grado eroico le virtù cristiane. Il 22 ottobre 2020 i Consultori Teologi espressero voto positivo. I Padri Cardinali e Vescovi, nel corso della Sessione ordinaria del 15 marzo 2022, hanno riconosciuto che la Serva di Dio ha esercitato in modo eroico le virtù teologali, cardinali ed annesse.

Il sottoscritto Cardinale Prefetto ha quindi riferito tutte queste cose al Sommo Pontefice Francesco. Sua Santità, accogliendo e ratificando i voti della Congregazione delle Cause dei Santi, ha oggi dichiarato: Sono provate le virtù teologali Fede, Speranza e Carità verso Dio e verso il prossimo, nonché le cardinali Prudenza, Giustizia, Fortezza e Temperanza ed annesse in grado eroico della Serva di Dio Aurora Calvo Hernández-Agero, Fedele laica, nel caso e per il fine di cui si tratta.

Il Sommo Pontefice ha poi disposto che il presente decreto venga pubblicato e inserito negli atti della Congregazione delle Cause dei Santi.

Dato a Roma il 9 aprile nell’anno del Signore 2022.

 

Marcello Card. Semeraro

Prefetto

 

                                    + Fabio Fabene

                                    Arciv. tit. di Montefiascone

                                Segretario

 

 

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CONGREGATIO DE CAUSIS SANCTORUM

 

PLACENTINA IN HISPANIA

 

BEATIFICATIONIS et CANONIZATIONIS

Servae Dei

AURORAE CALVO HERNÁNDEZ-AGERO

Christifidelis laicae

 (1901-1933)

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DECRETUM SUPER VIRTUTIBUS

 

“Iesus de sua reali praesentia in Eucharistia quam celerrime me consciam reddidit atque haec postea ipsa mea dilectissima fuit devotio”.

Servae Dei Aurorae Calvo Hernández-Agero anima veram eucharisticam coluit spiritalitatem, quae eius christianarum virtutum testimonium continenter descripsit. Cotidianum eius se inter domesticum opus faciendum volvit, paroecialia gerens incepta, egenos, in primis mulieres ac pueros, visitans et adiuvans, necnon derelicta curans Tabernacula.

Serva Dei orta est die 9 mensis Decembris anno 1901 in loco v.d. Béjar, in dioecesi Placentina in Hispania, intra quandam penitus christianam familiam. Septem paenultima liberorum, patre orbata est quattuor annorum aetate ac eius, una cum matre, maior natu soror, quae inter Sorores Sacrae Familiae in eodem loco v.d. Béjar dein ingressa est, curam gessit. Ineunte adulescentia, se a lascivo leviculoque divitissimorum illius temporis ordinum vivendi modo vehementer attrahi percepit, at posthac habitum suum radicitus mutavit, precationi, paenitentiae et apostolatui se tradere praeoptando. Cum fratri suum patefecisset Deo quodam in Carmelitarum Discalceatarum monasterio se consecrandi propositum ac pariter ipse se Societatem Iesu ingredi velle dixisset, opus discernere fuit quis ad seniorem matrem adiuvandum esset permansurus. Utriusque autem consilio, Servam Dei eam curaturam esse statuerunt, quae vero suis filiae officiis oboedientiae et in matrem devotionis fuit exemplum.

Anno 1919 Serva Dei Placentiam cum matre se contulit et apud fratrem, in Seminario interea nominatum magistrum, domicilium constituit. Multos animi corporisque passa est dolores, sed doctrinam pueris docendam ac pietatis operum exercitium numquam neglexit. Sodalitati “Mariarum Tabernaculorum” (vulgo Marías de los Sagrarios) nomen dedit, cuius animatrix sedula facta est et praesidis vicaria quoque. Mense Iunio anno 1925, suo spirituali moderatore exhortante, diarium manu sua scribere incepit, quod usque ad duos menses ante mortem agere perrexit. Quae vero DCLXXXIX paginis constant.

In Servae Dei necessitudine cum Christo, locum principem Eucharistia obtinuit, sicut ipsa suo spirituali moderatori concredidit. Qui dixit Auroram praecellentium altissimarumque virtutum exemplum fuisse et modum, atque in ea fidem, spem, caritatem, Christi proximique dilectionem, patientiam, contemptionem sui, zelum in gloriam Dei et proximi bonum quodam renidente lumine praefulgere. Ipsa, quae super omnia Deum diligebat, pauperioribus adiuvandis opera alacriter egit. Pro matribus earumque frequentium familiarum pueris vestimenta conficiebat. Summa caritate, pro peccatoribus orabat. Die 8 mensis Decembris anno 1925 perfectae castitatis votum emisit. Christiana fortitudine et temperantia infirmitates toleravit, quas nemo allevare medicus quivit.

Defessa ac aegrotans, lecto affixa est vergente circiter mense Octobri anno 1933. Parochus porro extrema Servae Dei administravit Sacramenta. Quae autem die 22 mensis Novembris eiusdem anni, post ultimum acerbissimum vitae discrimen, duorum et triginta annorum aetate obiit. Multi ad exequias eius concurrerunt ac, circumdantem eam propter sanctitatis famam, exanime corpus tectum est floribus. Quod postea humatum est in coemeterio communi, tamquam ipsa petiverat.

Eadem illa sanctitatis fama, Inquisitio dioecesana apud Curiam ecclesiasticam Placentinam in Hispania instructa est die 9 mensis Octobris anno 1959. Sessio conclusiva dein habita est die 23 mensis Septembris anno 1990. Iuridica Inquisitionis validitas ab hac Congregatione de Causis Sanctorum agnita est per decretum diei 1 mensis Iunii anno 1994. Positione exarata, inde disceptatum est, usitatum secundum iter, an Serva Dei christianas virtutes heroico in gradu exercuisset. Die 22 mensis Octobris anno 2020 Consultores Theologi faustum produxerunt votum. Patres Cardinales et Episcopi, Ordinaria diei 15 mensis Martii anno 2022 Sessione occurrente, Servam Dei professi sunt heroum in modum theologales, cardinales iisque adnexas excoluisse virtutes.

Facta demum de hisce omnibus rebus Summo Pontifici Francisco per subscriptum Cardinalem Praefectum accurata relatione, Sanctitas Sua, vota Congregationis de Causis Sanctorum excipiens rataque habens, hodierno die declaravit: Constare de virtutibus theologalibus Fide, Spe et Caritate tum in Deum tum in proximum, necnon de cardinalibus Prudentia, Iustitia, Fortitudine et Temperantia iisque adnexis in gradu heroico Servae Dei Aurorae Calvo Hernández-Agero, Christifidelis laicae, in casu et ad effectum de quo agitur.

Hoc autem decretum publici iuris fieri et in acta Congregationis de Causis Sanctorum Summus Pontifex referri mandavit.

Datum Romae, die 9 mensis Aprilis a. D. 2022.