Causa in corso
Bernardo Łubieński
- Venerabile Servo di Dio -

Bernardo Łubieński

(1846 - 1933)

Venerabilità:

- 06 marzo 2018

- Papa  Francesco

Sacerdote professo della Congregazione del Santissimo Redentore, incarnò il carisma redentorista, animato dal desiderio di cercare solo Dio e di annunciare la sua Parola per la salvezza delle anime. Di rilievo fu l’attività di confessore che mirava alla conversione dei penitenti.

  • Biografia
Accettò con fortezza i gravi limiti fisici permanenti, che non gli impedirono di realizzare la propria missione sacerdotale

 

    Il Venerabile Servo di Dio Bernardo Łubieński nacque a Guzów (Varsavia, Polonia) il 9 dicembre 1846, in una famiglia nobile e profondamente cattolica. A causa dell’occupazione russa, i genitori decisero di inviare il Servo di Dio a Ushaw (Inghilterra). Qui maturò la vocazione presbiterale e, nel 1864, iniziò il postulantato nella Congregazione del Santissimo Redentore a Bishop Eton, nei pressi di Liverpool. Emessa la professione solenne il 7 maggio 1866 e conclusi gli studi teologici in Inghilterra e in Olanda, venne ordinato presbitero ad Aachen (Germania) il 29 dicembre 1870. L’anno seguente fu trasferito a Clapham (Londra) dove, per undici anni, oltre a dedicarsi all’apostolato per i polacchi emigrati in Inghilterra, svolse varie mansioni come cronista, archivista e procuratore della Provincia inglese redentorista, segretario del Padre Provinciale, p. Robert Aston Coffin.

    Desideroso di lavorare apostolicamente in Patria, nel 1883, fece ritorno in Polonia, dapprima a Cracovia e poi a Mościska. Due anni dopo, una grave malattia lo paralizzò permanentemente alle gambe e si recò in Austria per le cure necessarie. Nel 1886 riprese l’attività apostolica, dedicandosi soprattutto alle missioni popolari e a corsi di esercizi spirituali in Polonia, Inghilterra e Germania. Dal 1894 al 1903 fu superiore a Mościska, adoperandosi anche per la fondazione di nuove case redentoriste in Polonia. Nelle comunità di Varsavia, Cracovia e Mościska si dedicò all’apostolato dei giovani, alla pubblicazione di alcuni libri, alla guida di esercizi spirituali e di missioni popolari, alla predicazione e al ministero del Sacramento della Confessione. Dal 1926 fu inviato nuovamente nella comunità di Varsavia. Qui continuò la sua intensa attività pastorale. Nel 1928 predicò gli esercizi spirituali all’intero episcopato polacco e, l’anno successivo, nonostante l’infermità, fu nominato Maestro del “secondo noviziato”.

    Morì a Varsavia (Polonia) il 10 settembre 1933.

    Incarnò il carisma redentorista, animato dal desiderio di cercare solo Dio e di annunciare la sua Parola per la salvezza delle anime. Di rilievo fu l’attività di confessore che mirava alla conversione dei penitenti. Di notevole spessore fu la sua attività di predicatore, svolta anche fra i non cattolici, alla quale si dedicò con zelo nonostante i limiti fisici. Si prodigò per riorganizzare la Congregazione Redentorista e dare nuovo impulso alla religiosità popolare. Soprattutto dopo la malattia, questo desiderio si fece più intenso, portandolo ad intraprendere un costante cammino di perfezione. Offrì le sofferenze fisiche per il bene della Chiesa, dei Redentoristi e del popolo di Dio. Fu molto devoto del Santissimo Redentore, della Vergine e dei Santi, in particolare di Sant’Alfonso. Accettò con fortezza i gravi limiti fisici permanenti, che non gli impedirono di realizzare la propria missione sacerdotale.

    Fu un uomo di fede, devotissimo al Redentore, all’Eucaristia, alla Croce e alla Vergine Santissima Madre del Perpetuo Soccorso. La fede lo aiutò nei momenti difficili, in particolare nel perseverare nella via della perfezione cristiana, nello zelo apostolico e missionario, nel promuovere l’ecumenismo e nell’accettare e sopportare l’infermità fisica permanente. La carità verso Dio impregnava tutta la sua persona, l’opera e la sua crescita interiore. Un’attenzione particolare dedicava agli abbandonati e ai bisognosi.