Causa in corso
Bertilla Antoniazzi
- Venerabile Serva di Dio -

Bertilla Antoniazzi

(1944 - 1964)

Venerabilità:

- 19 gennaio 2023

- Papa  Francesco

Fedele Laica; l’amore per il Signore trasformò la sua vita, donandole una straordinaria forza d’animo che la fece aprire alla carità. Non si chiuse in se stessa e nelle sue sofferenze, ma rivolse l’attenzione alle sofferenze degli altri

  • Biografia
Nonostante la giovane età, dimostrò una notevole maturità spirituale che la portò ad offrire la vita e l’infermità per la salvezza delle anime

 

La Venerabile Serva di Dio Bertilla Antoniazzi nacque il 10 novembre 1944 a San Pietro Mussolino (Vicenza, Italia). Nel 1953, fu ricoverata nell’ospedale di Vicenza per una grave dispnea dovuta ad endocardite reumatica. Dal gennaio all’ottobre del 1954, per nove mesi, Bertilla fu degente alla casa di cura per bambini Colonia “Bedin Aldighieri” di Vicenza. A causa però degli scarsi miglioramenti fu nuovamente ricoverata dapprima nell’ospedale di Schio e poi in quello di Vicenza.

Nel 1961, iniziò a frequentare la Prima Media Sperimentale ma, l’aggravamento della malattia la costrinse a stare sempre in casa.

Durante i lunghi periodi di degenza, comprese che la sua missione era quella di consolare chi soffriva e di riavvicinare i peccatori a Dio. Con i medici e gli infermieri stabilì rapporti di amicizia e con le altre ammalate un’intensa corrispondenza epistolare.

Durante gli ultimi due anni di vita stabile a letto comparvero le piaghe da decubito, il cuore andò in insufficienza valvolare e i polmoni in edema.

Il 25 settembre 1963 partecipò a Lourdes al pellegrinaggio diocesano dell’Unitalsi, chiedendo alla Beata Vergine Maria non la guarigione, ma la santità.

Morì il 22 ottobre 1964 a Vicenza (Italia), all’età di venti anni.

L’amore per il Signore trasformò la sua vita, donandole una straordinaria forza d’animo che la fece aprire alla carità. Non si chiuse in se stessa e nelle sue sofferenze, ma rivolse l’attenzione alle sofferenze degli altri. Nonostante la giovane età, dimostrò una notevole maturità spirituale che la portò ad offrire la vita e l’infermità per la salvezza delle anime. Molti ammalati e il personale medico erano desiderosi di incontrarla.

L’unione con il Signore si fece via via sempre più profonda, offrendo quello che definiva il suo “lavoro di ammalata” per la salvezza universale, affidandosi in particolare alla Madonna venerata a Monte Berico.

Non si lamentava mai. Questa serenità, frutto della Grazia, le consentì di sopportare il dolore fisico e di non cedere allo scoraggiamento. Il totale affidamento a Dio e la speranza nella vita futura alimentarono in lei una straordinaria forza d’animo che le permise di operare una carità fattiva: attraverso la preghiera intensificava il rapporto con il Signore, invocando grazie a beneficio del prossimo.

La fama di santità si manifestò durante la vita e dopo la morte di Bertilla, giungendo sino ai giorni nostri, unita ad una certa fama signorum.