Causa in corso
Carlo Tancredi Falletti Di Barolo
- Venerabile Serva di Dio -

Carlo Tancredi Falletti Di Barolo

(1782 - 1838)

Venerabilità:

- 21 dicembre 2018

- Papa  Francesco

Laico, Cofondatore della Congregazione delle Suore di Sant’Anna; avvalendosi dei propri incarichi pubblici, ma andando sempre ben al di là dei suoi meri doveri di amministratore, il Venerabile Servo di Dio seppe, con vera carità cristiana, farsi prossimo ai poveri di ogni genere. In particolare, si distinse nel promuovere un’educazione umana e cristiana e una formazione professionale qualificata, per tutti i giovani, a partire dai più poveri

  • Biografia
La dolorosa scoperta di non poter avere figli venne letta dai coniugi dentro il disegno provvidenziale dell’imperscrutabile saviezza di Dio, affidandosi alla quale seppero vivere una paternità e maternità spirituali fecondissime

 

Il Venerabile Servo di Dio Carlo Tancredi Falletti di Barolo nacque a Torino il 26 ottobre 1782, unico figlio del marchese Ottavio Alessandro Falletti di Barolo e di Paolina Teresa d’Oncieux. Fu battezzato lo stesso giorno in casa, con facoltà dell’Arcivescovo; il 3 novembre successivo furono celebrati i riti complementari nella sua parrocchia di San Dalmazzo. Il precettore, l’abate Cirillo Michel, seguì il giovane per le discipline umanistiche, e altri maestri per le cosiddette arti minori. Frequentò pure i corsi di grammatica e retorica presso il Collegio di San Rocco. Il padre, poi, lasciò alcuni impegni a corte per dedicarsi personalmente alla formazione del figlio e insieme, come era consuetudine dei nobili dell’epoca, compirono molti viaggi attraverso l’Europa: tutto ciò mise Carlo Tancredi a contatto con una realtà diversificata. All’inizio dell’Ottocento, egli fece parte del Corpo della Guardia Nobile del Re di Sardegna e, nell’aprile del 1805, del Dipartimento della Guardia d’Onore a cavallo, al seguito di Napoleone; tra gli altri incarichi, ricevette anche quello di Ciambellano.

Presso la corte napoleonica a Parigi, il Venerabile Servo di Dio conobbe Juliette Colbert, nata a Maulévrier, nella cattolica Vandea il 26 giugno 1786; con lei – pur differente in temperamento – entrò da subito in sintonia sui valori morali e religiosi. Si sposarono il 18 agosto 1806 e alternarono per alcuni anni la permanenza a Parigi con quella a Torino, in cui si trasferirono definitivamente nel 1814 dopo la caduta di Napoleone. Nel 1816, Carlo Tancredi entrò a far parte del Corpo Decurionale di Torino iniziando così il proprio cursus honorum. La vita in Francia aveva permesso alla coppia di stringere amicizia con molte persone impegnate in campo sociale e caritativo, e dalla cui testimonianza di carità cristiana trassero ispirazione a favore dei poveri di Torino.

La dolorosa scoperta di non poter avere figli venne letta dai coniugi dentro il disegno provvidenziale dell’imperscrutabile saviezza di Dio, affidandosi alla quale seppero vivere una paternità e maternità spirituali fecondissime.

Sino alla sua prematura morte, Carlo Tancredi ricoprì, all’interno dell’amministrazione comunale, importanti incarichi, manifestando straordinaria saggezza nel governo della cosa pubblica. Da Sindaco, attuò una serie di nobili iniziative: elargizioni di denaro agli indigenti, distribuzione di legna in favore dei poveri; curò il risanamento della città, dotandola di un giardino pubblico, di fontane di acqua potabile, di un nuovo sistema di illuminazione notturna e di nuove aree urbane. Si impegnò anche per la fondazione della prima Cassa di Risparmi per tutelare i modesti risparmi dei ceti meno abbienti, impedire l’usura e promuovere l’elevazione delle classi medio-povere.

Nel gennaio del 1828 morì il padre, lasciandolo unico erede. Carlo Tancredi, potendo ormai disporre liberamente dei suoi beni, pensò subito a donare alla città la somma di ₤ 300.000 per la realizzazione del nuovo Cimitero, ritenuta una delle più urgenti necessità dal punto di vista igienico-sanitario e umano-religioso.

Avvalendosi dei propri incarichi pubblici, ma andando sempre ben al di là dei suoi meri doveri di amministratore, il Venerabile Servo di Dio seppe, con vera carità cristiana, farsi prossimo ai poveri di ogni genere. In particolare, si distinse nel promuovere un’educazione umana e cristiana e una formazione professionale qualificata, per tutti i giovani, a partire dai più poveri: scuole gratuite, aperte a tutti; asili per bambini di famiglie povere; scuole per fanciulle, scuole professionali, nonché un laboratorio di scultura in legno a Varallo (VC), ecc., ritenendo l’ignoranza la peggiore delle povertà.

Nel 1834 fondò, insieme alla moglie, previa approvazione dell’Arcivescovo Mons. Luigi Fransoni, l’Istituto delle Suore di Sant’Anna della Provvidenza perché continuasse il loro progetto educativo a favore dei piccoli e dei poveri.

Si distinse per coraggio e carità eroica quando, durante la diffusione del colera nel 1835, tornò da Moncalieri a Torino e provvide in prima persona a molti malati, mettendo a repentaglio la sua stessa salute per il bene dei poveri.

Non è un caso che, proprio da questo periodo, le sue condizioni fisiche peggiorarono, benché fosse stato sempre robusto e si trovasse nel pieno vigore dell’età matura. Il 19 maggio 1838 redasse il suo testamento, nominando erede universale la sua amatissima moglie, nella piena fiducia e consapevolezza “che ella farà certamente delle mie sostanze quel buon uso che è da lungo tempo lo scopo dei nostri comuni ed incessanti desideri”.

Nell’agosto del 1838, mentre su indicazione dei medici viaggiava insieme alla moglie verso il Tirolo, fu colpito da febbre alta e persistente; a Verona si dovettero fermare, e qui il Venerabile Servo di Dio chiese un confessore. Si aggravò e a Chiari (BS), ricevuto l’Olio Santo, spirò dolcemente fra le braccia della sua amata sposa. Era il 4 settembre 1838 ed aveva solo 56 anni di età. Per sua volontà, le esequie furono semplicissime, lontane dall’abitudine dei nobili del tempo. Lui, che era l’uomo più ricco del Piemonte, venne definito l’uomo più caritatevole del paese e padre dei poveri.

Oggi si riconosce sempre più anche l’esemplare testimonianza di coppia cristiana data da lui e dalla moglie, Giulia, dichiarata Venerabile il 5 maggio 2015.