Daniela Zanetta
(1962 - 1986)
Giovane Laica; nonostante i limiti fisici non perdeva occasione per stare con gli altri. Maturò nella vita cristiana, rendendo feconde le sofferenze che offriva a Dio. Anziché chiudersi nel dolore fisico e psichico, isolandosi dal mondo, offrì la vita al Signore, dando così un senso alla sofferenza e alla stessa malattia
La Venerabile Serva di Dio Daniela Zanetta nacque il 15 dicembre 1962 a Maggiora (Novara, Italia). Fin dalla nascita dovette convivere con l’epidermolisi bollosa distrofica, una malformazione ereditaria dell'epidermide che provoca in tutto il corpo bolle e lacerazioni alla pelle. Escluse le speranze di guarigione, l’unica cura consistette nel sottoporsi giornalmente a tre ore di delicate e dolorose medicazioni. Nonostante la gravità della malattia, la Venerabile Serva di Dio, con l'aiuto e l’amore dei genitori e dei fratelli minori, frequentò con ottimi risultati le scuole, conseguendo il diploma magistrale. Manifestò una spiccata attenzione verso i bambini malati che incontrava negli ospedali dove passò lunghi periodi della sua vita. Nel 1973, l’incontro e l’adesione al Movimento dei Focolari, la rafforzò nell'affrontare la sua situazione, in particolare vivendo le parole del Vangelo “Dove due o tre sono uniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro” (Mt 18,20). In parrocchia, come catechista, si dedicò alla preparazione dei bambini alla prima comunione e alla formazione dei giovani. Il 26 ottobre del 1983 iniziò a scrivere il suo diario dove, quotidianamente, nelle “lettera a Gesù”, raccontava gioie e dolori, successi e sconfitte nella sua strada verso la santità. A sostenere la Venerabile Serva di Dio fu la fede nell'amore di Dio. Nel febbraio 1986, le sue condizioni si aggravarono. In questo periodo si dedicò completamente a Dio e alla preghiera. Il 10 aprile 1986 dispose come distribuire i suoi risparmi per i più poveri. Domenica 13 aprile, ricevuta l'eucaristia, prima di entrare in coma, disse con flebile voce “Grazie, grazie di tutto”.
Morì il 14 aprile 1986 a Maggiora (Novara).
ITER DELLA CAUSA
L’Inchiesta Diocesana si svolse presso la Curia ecclesiastica di Novara (Italia), dal 17 ottobre 2004 al 29 aprile 2006, in ventotto Sessioni, con l’escussione di ventitré testi, dei quali nove ex officio.
La validità giuridica dell’Inchiesta Diocesana fu riconosciuta con il Decreto del 22 febbraio 2008.
CONGRESSO DEI CONSULTORI TEOLOGI
Si svolse il 23 febbraio 2016. I Consultori sottolinearono che la Venerabile Serva di Dio, affetta da una rara malattia congenita, nutrì sempre una particolare sensibilità verso il prossimo, soprattutto i bambini malati. Il suo desiderio era di diventare insegnante, ma la malattia glielo impedì. Svolse numerose attività di volontariato in parrocchia. Nel 1973, l’incontro con il Movimento dei Focolari la aiutò ad affrontare la malattia.
Nonostante i limiti fisici non perdeva occasione per stare con gli altri. Maturò nella vita cristiana, rendendo feconde le sofferenze che offriva a Dio. Anziché chiudersi nel dolore fisico e psichico, isolandosi dal mondo, offrì la vita al Signore, dando così un senso alla sofferenza e alla stessa malattia, divenendo così strumento dello Spirito nel cooperare all’opera salvifica di Cristo. L’amore che con costante perseveranza nutrì per il Signore divenne carità per il prossimo.
Dal Movimento dei Focolari apprese una spiritualità semplice in una parabola spirituale di gioia e dolore: la sofferenza vissuta con Gesù diventò scuola di virtù. I luoghi nei quali visse, a casa, a scuola e in ospedale divennero spazi di irradiazione di fede, serenità e speranza. Soleva pregare per le sofferenze altrui più che per se stessa. Si offriva per il dolore del mondo che apprendeva attraverso la televisione. Il suo amore per la vita era sorprendente, tanto che si prodigò offrendo la propria testimonianza contro l’eutanasia; divenne una militante pro-vita nel contesto giovanile da lei frequentato. Aiutò a crescere nella fede anche la sua famiglia.
Al termine del dibattito, tutti i Consultori si espressero unanimemente con voto affermativo a favore del grado eroico delle virtù, della fama di santità e di segni della Venerabile Serva di Dio.
SESSIONE ORDINARIA DEI CARDINALI E DEI VESCOVI
Si riunì il 14 marzo 2017. L’Ecc.mo Ponente, dopo aver ripercorso l’iter della Causa e tratteggiato il profilo biografico della Venerabile Serva di Dio, mise in rilievo l’esercizio eroico delle virtù teologali e cardinali. La fede orientò e sostenne la breve vita. La Serva di Dio non si lamentava mai ed era sempre serena. Così scrisse, rivolta al Signore, nel suo diario: “Ho capito che la croce è parte integrante, essenziale della mia vita; è come un cordone ombelicale che mi lega a Te e dal quale ricevo nutrimento, ossigeno e vita. Ti ringrazio, Gesù, per la croce che mi doni, perché fra tante mie mancanze c’è qualcosa di positivo che posso donarti”. Si affidò alla volontà di Dio, accettando serenamente le prove della vita. nutrì un amore profondo verso Dio e verso il prossimo. Attenta ai familiari, promuoveva armonia in casa, partecipava alle gioie e ai dolori degli altri, e difendeva sempre il valore della vita. La Serva di Dio rappresenta un esempio luminoso e concreto di vita cristiana, testimoniata nella sofferenza, vissuta come tempo di grazia.
Al termine della Relazione dell’Ecc.mo Ponente, che concluse constare de heroicitate virtutum, gli Em.mi ed Ecc.mi Padri risposero unanimemente al dubbio con sentenza affermativa.