
Didaco Bessi
(1856 - 1919)
Sacerdote diocesano, fu una esemplare figura di parroco e fondatore ben inserita sulla scia di pastori che hanno speso la loro vita al servizio del gregge di fedeli affidatogli. Fu un uomo dedito alla preghiera, in particolare davanti al Santissimo Sacramento, tanto da essere definito “un pregatore” che propagò incessantemente la devozione per l’Eucaristia e verso la Vergine Maria
Il Venerabile Servo di Dio Didaco Bessi nacque a Iolo, frazione del Comune di Prato, il 5 febbraio 1856 e venne battezzato lo stesso giorno della nascita. Crebbe in un ambiente familiare sereno e molto religioso e all’età di quindici anni vestì l’abito di terziario domenicano, prendendo il nome di Fra’ Domenico.
Compiuti gli studi primari nel suo paese d’origine, nel 1874 entrò nel Seminario diocesano e il 20 settembre 1879 fu ordinato sacerdote nella Cattedrale di Prato. Divenne coadiutore nella sua parrocchia di appartenenza, San Pietro a Iolo, e in seguito alla morte del parroco, gli successe nel 1892. Tre anni dopo diede vita nel suo paese all’Istituto delle Suore della Beatissima Vergine del Rosario del Terz’Ordine di Penitenza di San Domenico, composto da donne, seguite spiritualmente da don Didaco, che si dedicarono alla formazione cristiana delle fanciulle povere. Con l’affiliazione dell’Istituto all’Ordine dei Predicatori, avvenuta il 26 settembre 1900, fu possibile alle donne appartenenti alla giovane comunità emettere i voti di consacrazione con le prime vestizioni che si celebrarono il 6 ottobre dello stesso anno. Finalità apostolica dell’Istituto era l’accoglienza e l’istruzione delle orfanelle, la cura degli ammalati e l’assistenza ai moribondi. Don Didaco, che aveva anche fondato nella sua parrocchia la Pia Associazione per l’Adorazione del Santissimo Sacramento, fu sensibile alle questioni sociali e sempre disponibile a prestare aiuto alle famiglie bisognose, contribuendo a creare una Cassa Rurale affidata ad un gruppo di cattolici locali. Nel dicembre 1909 promosse nella sua pieve l’erezione canonica della Congregazione dei Genitori Cristiani.
Godette la fiducia e l’apprezzamento dei vescovi succedutisi nella sua diocesi, e li servì anche come Vicario foraneo e consultore parrocchiale della diocesi di Prato. Colpito da un tumore osseo, morì in fama di santità il 25 maggio 1919, dopo quarant’anni di ministero pastorale svolto ininterrottamente nella sua parrocchia natale.
Il Venerabile Servo di Dio fu una esemplare figura di parroco e fondatore ben inserita sulla scia di pastori che hanno speso la loro vita al servizio del gregge di fedeli affidatogli. Fu un uomo dedito alla preghiera, in particolare davanti al Santissimo Sacramento, tanto da essere definito “un pregatore” che propagò incessantemente la devozione per l’Eucaristia e verso la Vergine Maria, anche attraverso la costituzione di diverse associazioni parrocchiali. Terziario domenicano sin da fanciullo, incoraggiò i suoi fedeli a praticare quotidianamente la recita del Rosario. Espresse la carità verso gli ultimi, i poveri, i sofferenti e gli ammalati che visitava frequentemente. Ad essi, con i sacramenti divini, portava il conforto delle sue parole affettuose. Volle altresì che le suore dell’Istituto da lui fondato aggiungessero come quarto voto l’assistenza degli infermi e la visita agli ammalati. Un’attenzione particolare fu rivolta alle orfanelle e alle ragazze povere accolte ed educate dalle sue suore alle quali proibì di esercitare qualunque punizione corporale come mezzo di correzione.
Seppe coinvolgere anche i laici nelle diverse iniziative parrocchiali, e promosse l’erezione canonica della Congregazione dei Genitori cristiani per favorire la formazione catechistica degli adulti al fine di aiutarli ad educare cristianamente i figli. Fu un sacerdote molto apprezzato dai suoi vescovi che si avvalsero del suo consiglio e della sua collaborazione. Fedele alla sua vocazione e consapevole delle responsabilità di parroco e fondatore, cercò di attirare le persone a Dio. Alle sue figlie spirituali riuscì a trasmettere i valori della vita consacrata e l’Istituto religioso da lui fondato, che oggi si chiama “Domenicane di Santa Maria del Rosario”, si è diffuso in molti paesi d’Europa e del mondo. La fama di santità, riscontrata già in vita, si è propagata soprattutto dopo la morte.