Enrico Battista Stanislao Verjus
!1860 - 1892)
Della Congregazione dei Missionari del Sacratissimo Cuore di Gesù, Vescovo titolare di Limyra, Coadiutore del Vicariato Apostolico della Nuova Guinea; si distinse come Vescovo Missionario autentico e osservante. Fu esemplare nell’esercizio delle virtù, in particolare nell’ardente zelo apostolico, nella povertà e nell’austerità di vita
Il Venerabile Servo di Dio Enrico Battista Stanislao Verjus nacque il 26 maggio 1860 ad Oleggio (Novara, Italia). Nello stesso anno, la famiglia si trasferì ad Annency (Francia), paese originario del padre. Fin dall’infanzia dimostrò una spiccata pietà e un grande amore per le missioni. All’età di dodici anni, entrò nella scuola apostolica dei Missionari del Sacro Cuore di Gesù, Congregazione fondata nel 1854, a Issoudun dal Servo di Dio Giulio Chevalier. Nel 1877, il Venerabile Servo di Dio fu ammesso al noviziato e, dopo aver emesso la professione temporanea, il 19 marzo 1881, fece quella perpetua. Dopo un anno trascorso a Barcellona, si trasferì a Roma dove, terminati gli studi, fu ordinato sacerdote il 1° novembre 1883. Alla fine dell’anno seguente, fu inviato come missionario in Nuova Guinea, dove arrivò nel 1885. Da subito si dedicò totalmente all’evangelizzazione delle popolazioni autoctone, in mezzo a pericoli di ogni tipo. Il 28 gennaio 1889 fondò, con il Padre Ferdinando Hartzer, m.s.c., la prima stazione missionaria sulla terra ferma della Nuova Guinea. Il 5 agosto dello stesso anno, mentre si trovava nella giungla a tagliare alberi e trasportarli, ricevette la notizia della propria nomina a Vicario Apostolico della Nuova Britannia. Il 22 settembre, nella Cappella della stazione missionaria di Yule, venne ordinato Vescovo titolare di Limyra, da Monsignor Louis-André Navarre m.s.c., Vicario Apostolico della Melanesia. Il 10 febbraio 1890, accompagnando Monsignor Navarre a Sidney, gli fu comunicato di essere stato nominato Coadiutore dello stesso Monsignor Navarre per il Vicariato Apostolico della Nuova Guinea. Rientrato a Yule il 1° marzo, riprese il lavoro missionario e fondò altre stazioni missionarie. Tra il 2 ed il 9 novembre un agente del Governo Coloniale chiese l’aiuto del Venerabile Servo di Dio per mettere pace tra le popolazioni di alcuni villaggi in guerra tra di loro: solo e disarmato, riuscì a pacificare le tribù. Nel 1892, nonostante una grave infezione intestinale, continuò la sua opera pastorale e, nel mese di aprile, lasciò la Nuova Guinea per l’Europa. Sostò a Marsiglia per dare inizio al suo intenso programma di raccolta di fondi per le missioni, soprattutto nelle città dove erano presenti i Missionari del Sacro Cuore o suoi familiari. Nell’ottobre 1892 si recò a Roma per incontrare Papa Leone XIII e il Prefetto di Propaganda Fide. Il 26 dello stesso mese si recò a far visita alla madre, a Oleggio, ove il giorno successivo, durante un ricevimento in suo onore venne colpito da febbre alta. Diagnosticata una pleuro-polmonite con sintomi di sofferenza meningitica, il 1° novembre chiese di riceve l’Unzione degli Infermi. Il 12 successivo ricevette il Viatico, pienamente lucido e, il 13 novembre 1892, a trentadue anni di età, morì a Oleggio (Italia).
ITER GIURIDICO
Dal 1929 al 1937 furono celebrati undici Processi Ordinari, Rogatoriali e Apostolici, a Novara, Bourges, Québec, Annency, Papua, Sydney, Port Moresby, Marsiglia, Nizza, Paderborn, Roermond e Roma. In totale vennero escussi novantadue testi, di cui undici ex officio.
L’11 marzo 1949 venne emanato il Decreto di Introduzione della Causa.
La validità giuridica dei Processi fu riconosciuta con il Decreto del 15 febbraio 1958.
CONGRESSO DEI CONSULTORI TEOLOGI
Si svolse il 3 febbraio 2015. I Consultori sottolinearono che il Venerabile Servo di Dio si distinse come Vescovo Missionario autentico e osservante. Fu esemplare nell’esercizio delle virtù, in particolare nell’ardente zelo apostolico, nella povertà e nell’austerità di vita. Poiché sapeva che in quella regione i Missionari Maristi e quelli del Pontificio Istituto per le Missioni Estere non avevano ottenuto i frutti sperati, riteneva che, per la riuscita, si dovesse passare per la croce, per la mortificazione e per il martirio, quasi facendo eco alla parola: «Se il chicco di grano non cade in terra e non muore, rimane solo...» (Gv 12,24).
Al termine del dibattito, i Consultori diedero voto affermativo, circa l'esercizio eroico delle virtù da parte del Venerabile Servo di Dio.
SESSIONE ORDINARIA DEI CARDINALI E DEI VESCOVI
Si tenne il 23 febbraio 2016. L’Em.mo Ponente, dopo avere tratteggiato l’iter della Causa e la figura del Venerabile Servo di Dio, sottolineò che egli fu animato da un ardente zelo per l’evangelizzazione in zone remote di missione. Il suo grande merito fu quello di aver fondato la Chiesa Cattolica nell’Isola melasiana della Nuova Guinea, in circostanze molto difficili e in dure condizioni di vita. La sua fede fu pienamente cristocentrica, mariana ed eucaristica. Nutrì grande devozione al Sacro Cuore di Gesù. Il segno più evidente della sua carità verso Dio fu la sua dedizione ministeriale, tramite la quale voleva condurre le persone a Dio.
Al termine della Relazione dell’Em.mo Ponente, che concluse constare de heroicitate virtutum, gli Em.mi ed Ecc.mi Padri risposero unanimemente al dubbio con sentenza affermativa.