Causa in corso
Francesco Gattola
- Venerabile Servo di Dio -

Francesco Gattola

Venerabilità:

- 18 marzo 2015

- Papa  Francesco

Ricorrenza:

- (1822 - 1899)

Sacerdote diocesano, Fondatore della Congregazione delle Suore Figlie della Santissima Vergine Immacolata di Lourdes; sacerdote esemplare, la cui fede sostenne la sua azione di Fondatore e di ministro di Dio. Basò la sua vita sulla speranza cristiana che manifestava nella carità verso Dio e verso il prossimo

  • Biografia
“Amare Dio nella luce del prossimo e amare il prossimo nella luce di Dio”

 

Il Venerabile Servo di Dio Francesco Gattola nacque il 19 settembre 1822 a Napoli. Sotto la guida spirituale del Ven. Servo di Dio Placido Baccher, Rettore della chiesa del Gesù Vecchio, fu indirizzato al Seminario Minore di Vico Equense. Nel 1836, si trasferì a Napoli dove frequentò il Liceo Arcivescovile da esterno, la Casa dei Padri della Missione e la Parrocchia di Portanova. Tra il 1839 e il 1840 compose la sua Regola di vita.

Il 19 dicembre 1846 fu ordinato Presbitero dall’Arcivescovo di Napoli, il Ven. Servo di Dio Cardinale Sisto Riario Sforza. Durante i primi anni di sacerdozio, svolse il ministero in varie parrocchie, dove si distinse per zelo apostolico e carità verso i poveri. Contemporaneamente, si dedicò al ministero delle confessioni, soprattutto nei Monasteri femminili, e alla predicazione di missioni al popolo, sull’esempio di Sant’Alfonso Maria de Liguori. Nel solco delle tradizioni spirituali napoletane, coltivò un’intensa devozione al Sacro Cuore, al Ss.mo Nome di Gesù e alla Vergine Immacolata, recandosi per undici volte a Lourdes, dove ebbe l’ispirazione di fondare un Istituto Religioso femminile. Nel 1869 a Massa Lubrense (Italia) acquistò un terreno, sito a fianco di una cappella. Ivi, nel 1872, cominciò l’insegnamento del catechismo e, dopo aver ottenuto il permesso dall’Arcivescovo di Sorrento, le confessioni. Nel 1873 istituì la “Pia Unione delle Figlie dell’Immacolata di Lourdes”, che, aderendo alla spiritualità francescana, aveva come scopo l’insegnamento del catechismo, l’assistenza dei malati e l’aiuto pastorale alle parrocchie.

Nel 1881 aprì una Casa a Napoli, per ospitare il Clero anziano e povero e, nel 1889, a Torre Annunziata, dove le Suore si dedicarono all’evangelizzazione e alle opere di carità.

Gli ultimi anni della vita furono segnati dalle vicende giudiziarie provocate da un nipote, figlio del fratello, che pretendeva un’ulteriore parte di eredità dallo zio. Il processo terminò dopo la morte del Venerabile Servo di Dio con la condanna del nipote.

Nel 1895, si recò, per l’ultima volta, in pellegrinaggio a Lourdes, con lo scopo di affidare alla Vergine Maria la sua Congregazione. In questo anno aprì un’altra Casa dell’Istituto, al Vomero (Napoli), avendo come suo impegno la confezione delle ostie e le veglie di preghiera per i defunti.

Morì a Napoli (Italia) il 20 gennaio 1899.

 

ITER DELLA CAUSA

L’Inchiesta diocesana si svolse presso la Curia ecclesiastica di Napoli (Italia), dal 5 gennaio al 16 dicembre 2002, in ventisei Sessioni, con la raccolta della documentazione e l’escussione di venti testi, di cui due ex officio.

La validità giuridica dell’Inchiesta fu riconosciuta con il Decreto del 23 gennaio 2004.

 

SEDUTA DEI CONSULTORI STORICI

Si svolse il 1° febbraio 2011. A conclusione del dibattito, il risultato finale per i tre quesiti di rito, sull’esaustività delle prove, sull’attendibilità dei documenti archivistici e sul fondamento delle virtù eroiche, fu affermativo.

 

CONGRESSO DEI CONSULTORI TEOLOGI

Si tenne il 15 giugno 2013. I Consultori sottolinearono che il Venerabile Servo di Dio appare come un sacerdote esemplare, la cui fede sostenne la sua azione di Fondatore e di ministro di Dio. Basò la sua vita sulla speranza cristiana che manifestava nella carità verso Dio e verso il prossimo.

Alcuni Consultori segnalarono due difficoltà: il ritardo nell’inizio della Causa e il carattere “intransigente” del Venerabile Servo di Dio. La Postulazione, in risposta, presentò le sue puntualizzazioni: il ritardo della Causa fu dovuto alle difficoltà economiche della Congregazione, alla comprensione della santità intesa come manifestazione di eventi prodigiosi e al clima socio-culturale orientato verso la desacralizzazione della società moderna. Circa l’obiezione sul “carattere intransigente”, mise in evidenza che, dalla documentazione addotta, emerge una persona dal carattere forte, che però si sforzò di domare il suo temperamento per metterlo tutto al servizio della missione.

Al termine del dibattito, i Consultori si espressero con voto affermativo circa il grado eroico delle virtù, la fama di santità e di segni del Venerabile Servo di Dio.

 

SESSIONE ORDINARIA DEI CARDINALI E VESCOVI

Si riunì il 17 marzo 2015. L’Ecc.mo Ponente, dopo aver riassunto la storia della Causa, si soffermò sulla figura del Venerabile Servo di Dio, sottolineando che egli compì un cammino di fede, facendo la volontà di Dio e realizzando la sua vocazione nella quotidianità attraverso il ministero sacerdotale e la paternità spirituale. Fin da quando era diciassettenne, preparò un programma di santità sacerdotale sintetizzato nel motto: “Santificarsi per santificare”. L’esercizio eroico della fede gli permise di lasciar agire in lui lo Spirito Santo, rendendosi strumento umile e docile nelle mani di Dio. Per lui fu importante “amare Dio nella luce del prossimo e amare il prossimo nella luce di Dio”, in particolare i poveri abbandonati. La Vergine Immacolata fu per lui Maestra di preghiera. Non serbò rancore e perdonò offese e ingiustizie subite, implorando il perdono di Dio per il nipote che lo perseguitò con calunnie ed offese.

La testimonianza di vita sacerdotale del Venerabile Servo di Dio fa trasparire un mondo interiore ricco, frutto di una particolare grazia a cui corrispose con prontezza, generosità e costanza nell’esercizio delle virtù. Il Ponente ha risposto in modo esauriente e convincente alle obiezioni dei Consultori, le cui riserve sono smentite dal complesso delle prove processuali.

Al termine della Relazione dell’Ecc.mo Ponente, che concluse constare de heroicitate virtutum, gli Em.mi ed Ecc.mi Padri risposero unanimemente al dubbio con sentenza affermativa.