Causa in corso
Francesco Paolo Gravina
- Venerabile Servo di Dio -

Francesco Paolo Gravina

(1800 - 1854)

Venerabilità:

- 09 ottobre 2017

- Papa  Francesco

Laico, Fondatore della Congregazione delle Suore della Carità di San Vincenzo; dopo un periodo di crisi e di solitudine causato dal fallimento matrimoniale, si convertì ed entrò nel Terz’Ordine Francescano, dedicandosi con grande generosità ad un’intensa vita di preghiera e all’assistenza dei più poveri

  • Biografia
Profondamente unito a Cristo mediante la partecipazione quotidiana alla Santa Messa e un’intensa vita di preghiera, si dedicò con grande attenzione ai più bisognosi, in particolare poveri, orfane e mendicanti

 

Il Venerabile Servo di Dio Francesco Paolo Gravina nacque il 5 febbraio 1800 a Palermo (Italia), nella famiglia dei principi Gravina di Palagonia. Il 24 aprile 1805 morì improvvisamente la madre, titolare del censo nobiliare e, unico erede, divenne ottavo Principe di Palagonia e di Lercara Friddi.

A diciannove anni, sposò Nicoletta Filangieri Pignatelli dei principi di Cutò ma, nel 1829, dopo dieci anni di sofferenza e di infedeltà coniugale da parte della moglie, la coppia si separò. Tale esperienza lo spinse ad una rinnovata vita cristiana. Decise di entrare nel Terz’Ordine Francescano presso il convento dei Frati Minori Osservanti della Gancia e, soprattutto, si dedicò agli ultimi della società.

Nel 1834 fu nominato Pretore di Palermo. L’anno successivo, messo a capo della Commissione Sanitaria, progettò il “Deposito di Mendicità” per l’assistenza materiale dei poveri, che ben presto divenne anche luogo per migliorare la loro condizione morale e sociale. Lo scoppio dell’epidemia di colera nel 1837 spinse molti nobili e ricchi a fuggire dalla città. Il Venerabile Servo di Dio fu uno dei pochi a rimanere al servizio dei malati e dei poveri. Nello stesso anno, con il consenso dell’Arcivescovo di Palermo, Card. Ferdinando Pignatelli, ottenne il rescritto reale per la fondazione della Congregazione delle “Sorelle della Carità”, al servizio dei poveri. Nel 1839, fu eletto Presidente del Reale Albergo dei Poveri.

Nel 1848, durante la rivoluzione che sconvolse Palermo, firmò, insieme ad altri parlamentari, il decreto che dichiarava i Borbone decaduti dal trono di Sicilia. Il 15 maggio 1849, tuttavia, Ferdinando II riconquistò la città. Di fronte alla maggior parte dei deputati firmatari che si affrettarono ad implorare il perdono del Re, il Venerabile Servo di Dio non rinnegò la sua posizione. Perse, pertanto, pertanto i titoli, ma, in attestato di profonda stima per il lavoro fatto, venne confermato negli incarichi presso gli enti di beneficenza, come Alto Funzionario dello Stato.

Morì a Palermo (Italia) il 15 aprile 1854.

ITER DELLA CAUSA

L’Inchiesta diocesana si svolse presso la Curia ecclesiastica di Palermo (Italia), dal 20 dicembre 1990 al 30 ottobre 2000, in trentaquattro Sessioni, con la raccolta di prove documentali e l’escussione di dodici testi.

Un’Inchiesta Suppletiva fu celebrata presso la medesima Curia, dal 31 ottobre 2001 al 22 febbraio 2002, in dodici Sessioni, durante le quali vennero escussi sette testi.

La validità giuridica delle Inchieste fu riconosciuta con il Decreto dell’11 ottobre 2002.

SEDUTA DEI CONSULTORI STORICI

Si svolse il 10 maggio 2005. Il risultato finale per i tre quesiti di rito, sull’esaustività delle prove, sull’attendibilità dei documenti archivistici e sul fondamento delle virtù eroiche, fu affermativo.

CONGRESSO PECULIARE DEI CONSULTORI TEOLOGI

Si tenne il 9 giugno 2016. I Consultori sottolinearono che il Venerabile Servo di Dio, dopo un periodo di crisi e di solitudine causato dal fallimento matrimoniale, si convertì ed entrò nel Terz’Ordine Francescano, dedicandosi con grande generosità ad un’intensa vita di preghiera e all’assistenza dei più poveri. Nel frattempo intraprese una rilevante carriera politica, che gli consentì di unire l’attività caritativa a progetti concreti di soccorso ai mendicanti e a coloro che erano colti da epidemie. Il Venerabile Servo di Dio comprese presto che l’assistenza materiale e sociale non poteva essere disgiunta da quella spirituale. Molte furono le opere di carità da lui realizzate, fra le quali il “Deposito di Mendicità” e la Congregazione delle “Sorelle della Carità”. Durante il periodo del colera, mentre le famiglie aristocratiche fuggivano da Palermo, egli decise di restare per assistere le persone colpite dall’epidemia nonostante il pericolo per la sua salute.

Al termine del dibattito, i Consultori si espressero unanimemente con voto affermativo a favore del grado eroico delle virtù, della fama di santità e di segni.

SESSIONE ORDINARIA DEI CARDINALI E DEI VESCOVI

Si riunì il 3 ottobre 2017.

L’Em.mo Ponente, dopo aver ripercorso l’iter della Causa e tratteggiato il profilo biografico del Venerabile Servo di Dio, ne mise in rilievo l’umiltà, l’abbandono fiducioso in Dio e la carità. Profondamente unito a Cristo mediante la partecipazione quotidiana alla Santa Messa e un’intensa vita di preghiera, si dedicò con grande attenzione ai più bisognosi, in particolare poveri, orfane e mendicanti. Visse con fede anche i momenti difficili della vita, in particolare l’infedeltà della moglie e la conseguente separazione.

Nelle sue varie mansioni, fu un competente e giusto datore di lavoro, svolse fedelmente gli incarichi politici, con giustizia e carità eroiche, oltre che con disinteresse, ponendo al primo posto i diritti e le esigenze dei poveri. Divenne un fulgido esempio della carità politica attiva e della scelta privilegiata per gli ultimi.

Al termine della Relazione dell’Em.mo Ponente, che concluse constare de heroicitate virtutum, gli Em.mi ed Ecc.mi Padri risposero unanimemente al dubbio con sentenza affermativa.