Causa in corso
Francisco Simón y Ródenas
- Venerabile Servo di Dio -

Francisco Simón y Ródenas

(1849 - 1914)

Venerabilità:

- 03 aprile 2014

- Papa  Francesco

Dell'Ordine dei Frati Minori Cappuccini, Vescovo titolare di Echino, già Vescovo di Santa Marta; si distinse come religioso cappuccino autentico e osservante e come Vescovo zelante. Fu esemplare nell’esercizio delle virtù, in particolare, nell’ardente zelo apostolico, nella povertà, nell’obbedienza e nell’umiltà. Nei suoi scritti emerse il desiderio di amare ardentemente il Signore e di aspirare alla santità

  • Biografia
Da religioso cappuccino, missionario e Vescovo, si mostrò sempre eminentemente buono, di altissima spiritualità, penitente, dedito alla contemplazione e all’evangelizzazione

 

Il Venerabile Servo di Dio Francisco Simón y Ródenas nacque a La Aparecida (Alicante, Spagna), il 2 ottobre 1849, in una numerosa famiglia, umile e religiosa. Battezzato lo stesso giorno della nascita, fu consacrato alla Vergine Maria. A sedici anni entrò nel Seminario di Orihuela dove si distinse per pietà, modestia, prudenza e amabilità. Completati gli studi, il 22 maggio 1875 fu ordinato sacerdote nella chiesa delle Monache Domenicane di Orihuela.

Sentendosi attratto alla vita religiosa, dopo un breve periodo di apostolato, nel 1876 entrò nella Trappa di Nostra Signora di Divielle (Francia). Quando nel 1880 il governo rivoluzionario francese decretò la soppressione degli Istituti Religiosi, ritornò in Spagna dove, non essendoci monasteri trappisti, entrò nell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini.

Subito dopo il Noviziato, ricevette il titolo di Predicatore e fu destinato al convento della Maddalena a Massamagrell (Valencia), dove, con grande fervore spirituale, si dedicò alle missioni popolari, alla cura del Terz’Ordine Secolare, all’assistenza dei lebbrosi e al ministero della riconciliazione, accogliendo i fedeli che a lui ricorrevano da diverse parti della Spagna. Dopo essere stato Maestro dei Novizi per un anno, nel 1891 fu inviato nella missione di Goajira (Colombia), dove svolse vari incarichi: Rettore del Seminario della diocesi di Santa Marta, confessore e direttore spirituale, evangelizzatore degli indios “arhuacos” di San Sebastián de Rábago. Nel 1895, lo scoppio della rivoluzione costrinse i Cappuccini a fuggire in Venezuela. Nel 1898 egli fu richiamato a Massamagrell in Spagna, per riprendere il suo servizio di Maestro dei novizi.

Rimasta vacante la sede vescovile di Santa Marta in Colombia, fu nominato prima Vicario capitolare e poi, nel 1904, Vescovo della stessa diocesi. Il 30 ottobre dello stesso anno ricevette la consacrazione episcopale a Barranquilla. Si adoperò per la riforma e la formazione permanente del clero, costruì un nuovo Seminario diocesano, preoccupandosi soprattutto della formazione umana e religiosa dei seminaristi; restaurò molte chiese parrocchiali, dotandole di ornamenti sacri; promosse il decoro della liturgia, organizzò la catechesi, incrementò la formazione dei contadini e degli emarginati. Durante gli otto anni di episcopato, con grandi sacrifici a causa dei suoi disturbi fisici, dell’età avanzata, delle distanze, del clima tropicale, visitò, per tre volte, tutti i paesi e i villaggi del vasto territorio della diocesi.

Consumato dalle fatiche e dalle infermità, nel 1911 ritornò in Spagna, ritirandosi nel convento di Massamagrell dove, nella preghiera, attese serenamente la morte. Il 2 dicembre 1912, accolta la sua rinuncia al governo della diocesi, gli fu assegnata la sede titolare di Echino. Morì il 22 agosto 1914 a Massamagrell (Valencia).

 

Iter Giuridico

Furono celebrati due Processi Ordinari Informativi:

- uno presso la Curia ecclesiastica di Valencia (Spagna), dal 17 dicembre 1927 al 16 giugno 1931, in settantadue Sessioni, con l’escussione di ventiquattro testi, dei quali quattro ex officio;

- l’altro presso la Curia ecclesiastica di Santa Marta (Colombia), dal 15 novembre 1928 al 14 dicembre 1932, in sessantadue Sessioni, con l’escussione di ventiquattro testi, di cui quattro ex officio.

Il 21 dicembre 1968 fu emanato il Decreto di Introduzione della Causa.

La validità giuridica dei Processi fu riconosciuta con il Decreto del 27 settembre 1984.

Si procedette, poi, alla preparazione della Positio super virtutibus.

 

Congresso Peculiare dei Consultori Teologi

L’esame delle virtù fu effettuato anzitutto nel Congresso Peculiare che si svolse il 12 ottobre 2012. I consultori, i quali sottolinearono che il Venerabile Servo di Dio si distinse come religioso cappuccino autentico e osservante e come Vescovo zelante. Fu esemplare nell’esercizio delle virtù, in particolare, nell’ardente zelo apostolico, nella povertà, nell’obbedienza e nell’umiltà.

Al termine del dibattito, tutti i Consultori diedero voto affermativo, circa l'esercizio eroico delle virtù da parte del Venerabile Servo di Dio.

 

Sessione Ordinaria dei Cardinali e dei Vescovi

Si tenne il 18 febbraio 2014. L’Ecc.mo Ponente, dopo avere tratteggiato l’iter della Causa e la figura del Venerabile Servo di Dio, sottolineò che da religioso cappuccino, missionario e Vescovo, egli si mostrò sempre eminentemente buono, di altissima spiritualità, penitente, dedito alla contemplazione e all’evangelizzazione. Nei suoi scritti emerse il desiderio di amare ardentemente il Signore e di aspirare alla santità. Mai disperò nelle difficoltà, anzi queste furono occasione per accrescere la sua fiducia in Dio. Da Vescovo si prese cura particolarmente dei suoi sacerdoti e, per elevarne il livello ministeriale, predicava loro gli Esercizi Spirituali, li incontrava personalmente, aiutandoli a risolvere i loro problemi, anche economici. Nella Diocesi, tutto il popolo lo ricorda come Vescovo santo che realizzò molte opere di misericordia e che lasciò soprattutto un esempio di vita virtuosa ed esemplare. Ancora oggi perdura in Diocesi la consuetudine di farsi il Segno della Croce ogni giorno alle tre del pomeriggio, per ricevere la benedizione del santo Vescovo. Tale gesto risponde all’antica tradizione, secondo la quale il Venerabile Servo di Dio promise di benedire sempre a quell’ora i suoi fedeli, ovunque si trovassero.

Al termine della Relazione dell’Ecc.mo Ponente, che concluse constare de heroicitate virtutum, gli Em.mi ed Ecc.mi Padri risposero unanimemente al dubbio con sentenza affermativa