Causa in corso
Giacomo da Balduina (al secolo: Beniamino Filon)
- Venerabile Servo di Dio -

Giacomo da Balduina (al secolo: Beniamino Filon)

(1900 - 1948)

Venerabilità:

- 16 giugno 2017

- Papa  Francesco

Sacerdote professo dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini; condusse una vita all’insegna del nascondimento, soprattutto per motivi di salute. Visse la regola dell’Ordine con dedizione. Nonostante il male, fu un uomo docile e disponibile con tutti

  • Biografia
Al suo confessionale vi era sempre una lunga fila di penitenti che desideravano accostarsi a lui, che si presentava sereno e ricco di saggezza e santità

 

Il Venerabile Servo di Dio Giacomo da Balduina (al secolo Beniamino Filon) nacque il 2 agosto 1900, in una famiglia benestante e profondamente cristiana.

Entrò nel Seminario serafico cappuccino di Rovigo il 13 ottobre 1917 ma, l’anno successivo, fu chiamato alle armi e, arruolato in fanteria, con destinazione Milano, in qualità di magazziniere e bibliotecario. In tale contesto riuscì a mantenersi fedele alla partecipazione della Messa e alla preghiera, coinvolgendo anche i suoi commilitoni. Nel 1921 rientrò nell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini e fu inviato nel seminario di Verona per continuare gli studi. Il 28 settembre 1922 iniziò l’anno di noviziato nel convento di Bassano del Grappa, vivendo un periodo di grande sofferenza, sia per la limitatezza intellettuale sia per la sua età, maggiore di quella degli altri novizi. Emise la professione religiosa temporanea il 29 settembre 1923 e venne inviato a Thiene, dove proseguì gli studi liceali. Nel 1926 fu trasferito allo studentato di Venezia per gli studi di teologia e, l’8 dicembre dello stesso anno, emise la professione solenne. Intanto, si andava manifestando sempre più chiaramente l’encefalite letargica, che gli causava difficoltà motorie e di linguaggio, impedendogli di partecipare ai momenti di vita comunitaria e alle lezioni. Poteva solo pregare, nella solitudine della sua camera. Venne perciò dispensato dall’ultimo anno di teologia e fu ordinato presbitero il 21 luglio 1929.

Destinato a Capodistria dove, anche per le sue precarie condizioni di salute, ebbe come attività principale il ministero delle Confessioni. Nel 1931 venne trasferito ad Udine, sempre con lo stesso incarico. L’anno successivo la diagnosi della sua malattia venne precisata come parkinsonismo post-encefalico.

Visse le crescenti difficoltà di salute e le impegnative cure, con serenità, senza lamentarsi, prestando generosamente il suo servizio di confessore. Molto devoto alla Madonna, ottenne il permesso di recarsi due volte in pellegrinaggio a Loreto e, nel 1948, a Lourdes. Durante il viaggio, le sue condizioni di salute si aggravarono improvvisamente.

Morì appena giunto a Lourdes (Francia), il 21 luglio 1948.

ITER DELLA CAUSA

L’Inchiesta diocesana si svolse presso la Curia ecclesiastica di Udine (Italia), dal 25 febbraio 1984 al 18 novembre 1989, durante la quale furono raccolte le prove documentali e vennero escussi cinquantaquattro testi, di cui quattro ex officio.

La validità giuridica dell’Inchiesta fu riconosciuta con il Decreto dell’11 marzo 1994.

CONGRESSO DEI CONSULTORI TEOLOGI

Si tenne il 13 ottobre 2016. I Consultori sottolinearono che il Venerabile Servo di Dio condusse una vita all’insegna del nascondimento, soprattutto per motivi di salute. Visse la regola dell’Ordine con dedizione. Nonostante il male, fu un uomo docile e disponibile con tutti. Obbediente ai Superiori, fu animato da zelo apostolico. Gioviale, offrì la sua vita a Dio, immolandosi per la salvezza delle anime e per il ministero dei sacerdoti. Accolse la malattia come una “sorella”, con autentico spirito francescano. In convento ebbe numerose visite da parte di persone che desideravano incontrarlo per la confessione oppure anche solo per un consiglio. La sua vita spirituale fu nutrita dall’adorazione eucaristica, alla quale dedicava molto tempo, dall’unione al Mistero di Cristo e da una particolare devozione a Maria Santissima. Ricco di speranza, anche nel momento della morte si mantenne sereno e fiducioso della ricompensa celeste.

Al termine del dibattito, i Consultori si espressero con voto affermativo circa il grado eroico delle virtù, la fama di santità e di segni.

SESSIONE ORDINARIA DEI CARDINALI E VESCOVI

Si riunì il 6 giugno 2017.

L’Ecc.mo Ponente, dopo avere tratteggiato la storia della Causa e la figura del Venerabile Servo di Dio, sottolineò due elementi della sua vita: la dedizione al sacramento della riconciliazione e l’accettazione della sua malattia come testimonianza di fede e di speranza. Fu un umilissimo frate cappuccino che spese tutta la sua esistenza immerso nel mistero del dolore e della preghiera. Al suo confessionale vi era sempre una lunga fila di penitenti che desideravano accostarsi a lui, che si presentava sereno e ricco di saggezza e santità. Trascorse tutta la sua vita come un’offerta ininterrotta a Dio.

Al termine della Relazione dell’Ecc.mo Ponente, che concluse constare de heroicitate virtutum, gli Em.mi ed Ecc.mi Padri risposero unanimemente al dubbio con sentenza affermativa.