Causa in corso
Giacomo Viale
- Venerabile Servo di Dio -

Giacomo Viale

(1830 - 1912)

Venerabilità:

- 08 luglio 2016

- Papa  Francesco

Sacerdote professo dell’Ordine dei Frati Minori, Parroco di Bordighera; fu un uomo di Dio che nel nascondimento e con semplicità di cuore, intraprese opere innovative per la sua epoca. Seppe dialogare con poveri e ricchi, colti e semplici

  • Biografia
Fu pieno di zelo nel cammino spirituale. Pregava spesso anche di notte e, nel dialogo con Dio, benediceva i suoi parrocchiani

 

Il Venerabile Servo di Dio Giacomo Viale (al secolo: Carlo, Antonio, Serafino) nacque ad Airole (Imperia, Italia) il 27 febbraio 1830 e rimase orfano di madre all’età di cinque anni.

Durante l’adolescenza, mantenendo grande attenzione alla pietà e all’osservanza dei doveri religiosi, avvertì il desiderio di consacrarsi al Signore, sull’esempio dello zio Pacifico, Frate Minore.

Nel 1847 fu ammesso al Noviziato dell’Ordine dei Frati Minori con il nome di Fra’ Giacomo nel Convento di N.S. di Loreto in Oregina.

Il 29 agosto 1848, emise i voti solenni e, dopo gli studi, il 18 dicembre 1852, fu ordinato sacerdote.

Inizialmente abitò nel convento della SS. Annunziata in Genova, insieme allo zio ma, quando il Municipio della Città si impossessò del Convento, i frati furono costretti a trasferirsi nel Convento di Ventimiglia.

Nel 1862, la parrocchia di Bordighera intitolata a “S. Maria Maddalena” rimase senza pastore e il Vescovo, dopo aver cercato senza ottenere risultati un sacerdote diocesano disponibile all’incarico, pensò di affidare a un Economo parrocchiale la guida delle anime. A tal fine, chiese al Superiore del Convento francescano di Ventimiglia, il quale scelse per questa missione il Venerabile Servo di Dio.

Inizialmente egli si recava in parrocchia solo il sabato e la domenica per le celebrazioni, ma in seguito, vi si trasferì e iniziò ad operare attivamente sia con un’ardente predicazione sia attraverso varie attività volte al restauro della chiesa, che versava in condizioni deplorevoli.

Il 3 ottobre 1869 prese ufficialmente possesso dell’Ufficio di Parroco ma, in seguito alla morte di un suo amico sacerdote, fu tormentato da tremito e convulsioni molto forti per un anno intero attribuibili, con molta probabilità, alle riflessioni sulla responsabilità dei ministri del Signore di fronte alla morte.

Durante i primi anni di servizio come parroco, mostrò sensibilità al tema della conversione dei peccatori, istituendo anche la pia associazione del “Cuore Immacolato di Maria” per promuovere la preghiera in loro favore.

Uomo umile, dedito alla penitenza, mostrò un grande amore a Dio e al prossimo.

Dovette affrontare, insieme al Vescovo e agli altri parroci, la diffusione dei Valdesi di Vallecrosia che aprirono una chiesa e una grande scuola diurna gratuita. Al fine di neutralizzare l’effetto della loro propaganda, chiese al Vescovo e ai suoi Superiori di poter partire per l’Italia e la Francia alla ricerca di fondi da impiegare nella costruzione di locali destinati all’accoglienza di giovani da affidare ai Salesiani.

Grazie alla sua instancabile attività arrivarono a Bordighera i Salesiani e le Suore di Maria Ausiliatrice. Intorno al 1875 intraprese anche il rapporto con la Beata Rosa Gattorno, Fondatrice delle Figlie di S. Anna, che giunse a Bordighera nel 1877. Iniziò, in tal modo, un’intensa collaborazione tra il Venerabile Servo di Dio e la Beata a favore delle anime.

Nel 1878 il Ministro Provinciale lo invitò a rientrare in Convento e tutta la popolazione di Bordighera si lamentò per tale scelta. Esso anche in quest’occasione accettò umilmente la volontà di Dio, ritirandosi nel convento di Oregina. Con obbedienza filiale rimase alle dipendenze dei suoi Superiori fino al 1881 anno in cui, dopo le proteste del popolo e la cospicua corrispondenza tra il Procuratore Generale dell’Ordine dei Frati Minori, il Vescovo di Ventimiglia e il Cardinal Prefetto della Congregazione per i Religiosi, il Venerabile Servo di Dio ricevette nuovamente il precedente incarico, riprendendo le sue opere di carità e dando seguito al suo desiderio di costruire un ospizio per anziani poveri, che fu inaugurato nel 1912.

Dopo quest’opera, si ammalò e, ricevuti i Sacramenti, morì il 16 aprile 1912 in Bordighera (Italia).

 

ITER DELLA CAUSA

Il Processo Ordinario Informativo si svolse presso la Curia ecclesiastica di Ventimiglia-San Remo (Italia), dall’11 febbraio 1937 al 6 novembre 1946, in quaranta Sessioni, durante le quali furono escussi ventisei testi, dei quali quattro ex officio.

Si svolse un Processo Rogatoriale a Napoli (Italia), dal 3 marzo al 9 giugno 1941, per l’escussione di un teste. Un Processo Informativo Suppletivo venne istruito a Ventimiglia-San Remo, in quarantotto Sessioni, dal 26 giugno 1962 al 14 febbraio 1966, per l’escussione di trentacinque testi, di cui cinque ex officio. Il 3 marzo 1972 venne promulgato il Decreto super revisione scriptorum.

Negli anni 1995 e 1996, fu costituita la Commissione Storica, con lo scopo di raccogliere la documentazione inerente la Causa.

La validità giuridica fu riconosciuta con il Decreto del 7 novembre 1997.

 

CONGRESSO DEI CONSULTORI TEOLOGI

Si tenne il 17 marzo 2015. I Consultori misero in evidenza che il Venerabile Servo di Dio fu parroco per cinquant’anni. Anche se non visse in comunità, incarnò la spiritualità francescana e cercò di mantenere contatti con i confratelli. Fu un uomo di Dio che nel nascondimento e con semplicità di cuore, intraprese opere innovative per la sua epoca. Seppe dialogare con poveri e ricchi, colti e semplici. Significativi furono le relazioni che intrecciò con appartenenti ad altre confessioni religiose. Visse un’intima unione con Gesù, che nutriva soprattutto con l’adorazione eucaristica. Si prodigò per la formazione dei parrocchiani, mediante la catechesi e l’invito alla comunione giornaliera. Fondò delle pie associazioni per promuovere e sviluppare una spiritualità popolare. Attento alla salvezza delle anime, orientava la carità materiale al bene spirituale. Fu particolarmente attento ai bisogni dei poveri e degli ammalati.

Al termine del dibattito, i Consultori si espressero unanimemente con voto affermativo circa il grado eroico delle virtù, la fama di santità e di segni del Venerabile Servo di Dio.

 

SESSIONE ORDINARIA DEI CARDINALI E VESCOVI

Si riunì il 21 giugno 2016. L’Em.mo Ponente, dopo avere tratteggiato la storia della Causa e la figura del Venerabile Servo di Dio, si soffermò sull’esercizio delle virtù teologali e cardinali. Il Venerabile Servo di Dio fu pieno di zelo nel cammino spirituale. Egli pregava spesso anche di notte e, nel dialogo con Dio, benediceva i suoi parrocchiani, manifestando il cuore del buon pastore che ha cura del suo gregge. Nello spirito evangelico e francescano, identificò il prossimo con i più poveri e i sofferenti della sua città e dintorni. Dall’intimità con il Signore, egli traeva forza e vitalità per donarsi ai fratelli. Fu sempre molto sobrio e osservante della Regola Francescana.

Al termine della Relazione dell’Em.mo Ponente, che concluse constare de heroicitate virtutum, gli Em.mi ed Ecc.mi Padri risposero unanimemente al dubbio con sentenza affermativa.