Causa in corso
 Giovanna Francesca dello Spirito Santo (al secolo: Luisa Ferrari)
- Venerabile Serva di Dio -

Giovanna Francesca dello Spirito Santo (al secolo: Luisa Ferrari)

(1888 - 19784)

Venerabilità:

- 19 marzo 2019

- Papa  Francesco

Fondatrice dell’Istituto delle Suore Missionarie Francescane del Verbo Incarnato,  con il suo stile di vita profetico, trovò resistenze nel contesto ecclesiale del suo tempo, che le causarono non poche sofferenze e umiliazioni, accolte comunque con umiltà e spirito evangelico

  • Biografia
Visse con serena disponibilità la povertà francescana. Ma è l’obbedienza la virtù che meglio descrive la sua vita consacrata.

 

    La Serva di Dio Giovanna Francesca dello Spirito Santo (al secolo: Luisa Ferrari) nacque il 14 settembre 1888 a Reggio Emilia (Italia). Nel 1907, fece la professione dei voti nel Terz’Ordine Francescano e, nel 1929, radunò le prime compagne sotto la guida spirituale dal Ven. Daniele Coppini da Torricella ofmcap., con lo scopo di vivere in comunità per la preghiera e l’aiuto del prossimo, soprattutto indigente. Trasferitasi a causa della Prima Guerra Mondiale a Sant’Antonio Morignone (Sondrio), la Serva di Dio fu eletta Superiora Generale. Chiese l’approvazione diocesana al Vescovo di Como, Mons. Alessandro Macchi. Per la verifica dei requisiti fu inviato il Visitatore P. Emilio Falcetta S.I. che rilevò, nell’Istituto, la carenza di una Regola ben articolata nonché la ridotta formazione religiosa. Il Visitatore scrisse nuove Costituzioni eliminando ogni riferimento al francescanesimo, destituì dal ruolo di Superiora la Serva di Dio e la inviò in esilio a Mazzo in Valtellina. Prima di partire, la Serva di Dio con fermezza difese l’intuizione carismatica affermando: “O Francescana o morta!”. Grazie all’intervento dei francescani P. Bonaventura da Pavullo e di P. Agatangelo da Lagnasco, il nascente Istituto fu aggregato all’Ordine dei Frati Minori Cappuccini. Il 2 luglio 1947 ebbe l’approvazione diocesana e il proto-decreto pontificio, nel quale si dichiarava che il nome ufficiale della Congregazione fosse “Suore Missionarie Francescane del Verbo Incarnato”. La Serva di Dio emise la professione perpetua il 3 luglio 1947 a Sant’Antonio Morignone e venne confermata Superiora Generale. Dopo aver rinunciato all’elezione a Superiora Generale per problemi di salute, morì il 21 dicembre 1984 a Fiesole (Italia).

    La vita della Serva di Dio è caratterizzata da dedizione apostolica, attenta carità, profonda spiritualità e forza morale. L’entusiasmo e la determinazione la contraddistinsero sin da quando si contrappose al padre che tentò di ostacolarla nella scelta della vita consacrata. Entrata giovanissima nel Terz’Ordine di San Francesco, dopo essersi consacrata come “Poverella del deserto”, cominciò a coltivare il progetto di fondare una Congregazione che si dedicasse al mistero dell’Incarnazione. La nuova Congregazione profuse un generoso impegno anche nel sociale, volto alla promozione della dignità della persona, alleviando le condizioni di povertà materiale e spirituale. Per questo apostolato la Serva di Dio fu bene accolta dalla popolazione. La forza interiore per portare avanti un’attività tanto impegnativa le veniva dall’intima comunione con il Verbo Incarnato, alimentata dalla preghiera costante e fervida. Affrontò le difficoltà, soprattutto con il Visitatore P. Falcetta, con coraggio e speranza, difendendo con fermezza l’impostazione francescana della sua Congregazione.

    Con il suo stile di vita profetico, trovò resistenze nel contesto ecclesiale del suo tempo, che le causarono non poche sofferenze e umiliazioni, accolte comunque con umiltà e spirito evangelico. Visse con serena disponibilità la povertà francescana. Ma è l’obbedienza la virtù che meglio descrive la sua vita consacrata. Soprattutto nei momenti difficili, di grande prova umana e spirituale, trovò conforto nella fiduciosa obbedienza a Dio e alla Chiesa.