Causa in corso
Giovanni Battista Quilici
- Venerabile Servo di Dio -

Giovanni Battista Quilici

(1791 - 1844)

Venerabilità:

- 03 marzo 2016

- Papa  Francesco

Sacerdote diocesano, Parroco, Fondatore della Congregazione delle Figlie del Crocefisso; svolse la sua opera sacerdotale in un periodo particolarmente tormentato, indirizzando il suo apostolato verso le “periferie esistenziali”: prostitute, poveri, fanciulli abbandonati, carcerati. Si dedicò all’assistenza dei malati di colera, rimanendone colpito dal morbo, per poi guarire

  • Biografia
Durante la sua breve e intensa vita sacerdotale, mostrò di essere un pastore con “l’odore delle pecore” che andava alla ricerca dei fedeli, soprattutto verso i lontani, i poveri, le donne e i carcerati

 

Il Venerabile Servo di Dio Giovanni Battista Quilici nacque il 26 aprile 1791 a Livorno (Italia), in una povera e numerosa famiglia. Iniziato il percorso di formazione umana e spirituale presso la Scuola dei Padri Barnabiti, nel 1811, quando stava maturando la decisione di entrare in tale Ordine, Napoleone dispose la soppressione degli Istituti Religiosi. Per tale motivo, il Servo di Dio, all’età di venti anni, entrò nel clero secolare, pur proseguendo il proprio percorso di formazione presso i Barnabiti, dal momento che allora la Diocesi di Livorno, di recente costituzione, non disponeva di un proprio Seminario. Terminati gli studi, venne ordinato sacerdote il 13 aprile 1816. Si dedicò alla predicazione itinerante nella città livornese, fortemente segnata da gravi fenomeni di disagio sociale ed umano, quali le frequenti epidemie di colera, il sovraffollamento delle carceri, lo sfruttamento della prostituzione giovanile femminile, l’abbandono dei più piccoli per le strade. L’esperienza acquisita lo condusse a sottoporre con energia l’urgenza delle problematiche all’attenzione delle istituzioni governative che, a partire dal 1828, gli assicurarono una fattiva collaborazione. In particolare, furono le donne della famiglia granducale di Toscana a sostenere il suo progetto di intervento immediato nei Bagni Penali e nei luoghi di prostituzione, nonché di una più estesa prospettiva di moralizzazione dei costumi della città. In questo senso vennero costituiti la “Pia Unione della Dottrina Cristiana”, il Seminario per la formazione dei sacerdoti, gli Operai evangelici, la promozione di una comunità femminile ove la dignità della donna fosse ripristinata alla luce dell’educazione e della coscienza della propria ricchezza interiore, intellettuale ed umana. Tra il 1828 e il 1829 si disposero i primi provvedimenti edilizi finalizzati alla costruzione dell’Istituto di Carità, dedicato a Santa Maria Maddalena, e dell’annessa chiesa dei Santi Apostoli Pietro e Paolo. Personalmente coinvolto nella direzione dei lavori, vide ultimati i lavori nel 1835. All’Istituto di Santa Maria Maddalena, affiancò la fondazione della Congregazione delle “Figlie del Crocifisso”, delle quali seguì personalmente la formazione, redigendone, peraltro, il Regolamento e le Costituzioni.

Morì a Livorno (Italia) il 10 giugno del 1844, circondato dalle preghiere delle Suore, delle giovani donne affidate alle loro cure e della gente del luogo.

 

ITER DELLA CAUSA

L’Inchiesta diocesana si svolse presso la Curia ecclesiastica di Livorno (Italia), in quarantadue Sessioni, dal 17 giugno 1994 al 20 giugno 1998, con la raccolta della documentazione e l’escussione di venticinque testi, di cui otto ex officio.

La validità giuridica dell’Inchiesta fu riconosciuta con il Decreto del 12 novembre 1999.

 

SEDUTA DEI CONSULTORI STORICI

Si svolse il 10 dicembre 2013. A conclusione del dibattito, il risultato finale per i tre quesiti di rito, sull’esaustività delle prove, sull’attendibilità dei documenti archivistici e sul fondamento delle virtù eroiche, fu affermativo.

 

CONGRESSO DEI CONSULTORI TEOLOGI

Si tenne il 20 ottobre 2015. I Consultori prescritti, i quali sottolinearono che il Venerabile Servo di Dio svolse la sua opera sacerdotale in un periodo particolarmente tormentato, indirizzando il suo apostolato verso le “periferie esistenziali”: prostitute, poveri, fanciulli abbandonati, carcerati. Si dedicò all’assistenza dei malati di colera, rimanendone colpito dal morbo, per poi guarire. Attento alle esigenze delle persone che avvicinava, si impegnò per migliorare le condizioni dei carcerati, per riabilitare le prostitute ed educare i bambini abbandonati. A questi scopi fondò la Congregazione delle Figlie del Crocifisso ed altre Opere di assistenza. Nella sua intensa vita pastorale, traeva forza dalla costante preghiera e, in particolare, dall’adorazione del Santissimo Sacramento. La spiritualità del Servo di Dio era centrata sulla mistica della Croce: l’amore per il Crocifisso lo portò a ricercare in ogni uomo la parte buona che possedeva come impronta del Creatore. Fu desideroso di trasmettere l’amore di Dio ai fratelli, soprattutto ai sofferenti, per incoraggiarli e riscattarli. Fu lungimirante nel comprendere l’importanza della donna nella ristrutturazione della società e nel chiamare i laici a collaborare nella “casa comune”.

Al termine del dibattito, i Consultori si espressero unanimemente con voto affermativo circa il grado eroico delle virtù, la fama di santità e di segni.

 

SESSIONE ORDINARIA DEI CARDINALI E VESCOVI

Si riunì il 1° marzo 2016. L’Em.mo Ponente, dopo aver riassunto la storia della Causa ed il profilo biografico del Venerabile Servo di Dio, si soffermò sull’esercizio eroico delle virtù teologali e cardinali. Durante la sua breve e intensa vita sacerdotale, mostrò di essere un pastore con “l’odore delle pecore” che andava alla ricerca dei fedeli, soprattutto verso i lontani, i poveri, le donne e i carcerati. La sua vita fu un “inno alla carità” verso Dio e verso il prossimo. Nella sua predicazione, esortava a meditare l’amore di Dio e di Gesù Cristo, invitando i fedeli a lasciarsi conquistare da questo amore e a vivere in comunione con il Signore. Al centro di tale sua predicazione vi fu la Croce, segno del più grande amore di Gesù verso l’umanità.

Al termine della Relazione dell’Em.mo Ponente, che concluse constare de heroicitate virtutum, gli Em.mi ed Ecc.mi Padri risposero al dubbio con sentenza affermativa.