Causa in corso
Giuseppe Carraro
- Venerabile Servo di Dio -

Giuseppe Carraro

(1899 - 1980)

Venerabilità:

- 16 luglio 2015

- Papa  Francesco

Vescovo di Verona; fu un tenace attuatore del Concilio Vaticano II, che fece recepire fedelmente non solo alla Chiesa di Verona, ma anche alla comunità ecclesiale italiana. Ebbe una grande sollecitudine per le Chiese in terra di missione ed accompagnò, anche umanamente, i Confratelli Vescovi delle diocesi bisognose di aiuto

  • Biografia
Esercitò l’amore verso il prossimo, soprattutto nei confronti dei poveri e visitava con regolarità gli ospedali, le mense dei poveri e le carceri

 

Il Venerabile Servo di Dio Giuseppe Carraro nacque a Mira (Italia) il 26 giugno 1899, in una famiglia povera ma ricca di valori umani e cristiani. Nel 1910 entrò nel Seminario di Treviso e, nel 1917, fu chiamato alle armi, rimanendo nell’esercito per tre anni. Il 31 marzo 1923 venne ordinato sacerdote dal Vescovo diocesano, il Beato Andrea Giacinto Longhin. Inviato come Vicario Cooperatore a Castelminio di Resana, nel 1927 il Servo di Dio cominciò ad insegnare varie discipline nel Seminario di Treviso e, nel 1929, si laureò in Scienze naturali. Per la sua particolare attenzione alla salvezza e alla santificazione dei sacerdoti, il 15 settembre 1933 si offrì come piccola vittima a Gesù, Sommo ed Eterno Sacerdote, perché nessuna persona conosciuta nella sua vita andasse eternamente perduta.

Nel 1938 fu nominato Direttore Spirituale e, nel 1944, Rettore del Seminario dove, apprezzato per la radicalità evangelica nella generosa dedizione a Cristo e alla Chiesa, divenne maestro di preghiera e di vita sacerdotale. Al compito della formazione dei futuri sacerdoti, dovette aggiungere quello della ristrutturazione della sede del Seminario, gravemente danneggiata dai bombardamenti bellici. Fu sempre all’altezza della situazione in entrambi i campi: quello educativo, per il quale elaborò un nuovo Regolamento, che ebbe positiva accoglienza anche oltre i confini della diocesi, e quello organizzativo che fece di lui l’artefice della ricostruzione, realizzata sollecitamente. Contemporaneamente, trascorreva molto tempo nella direzione spirituale e nell’ascolto delle confessioni.

Nel 1952 fu eletto Vescovo Ausiliare di Treviso e ricevette l’ordinazione episcopale il 1° novembre dello stesso anno.

Dopo aver svolto per quattro anni il servizio di Vicario Generale della Diocesi, nel 1956 fu nominato Vescovo di Vittorio Veneto. Qui si dedicò ad un’intensa pastorale vocazionale, alla cura della spiritualità dei sacerdoti, alcuni dei quali inviò in altre diocesi italiane come missionari, al sostegno dell’Azione Cattolica, all’apertura di scuole di istruzione religiosa per laici e religiose, alla fondazione dell’Opera diocesana di assistenza per emigrati e lavoratori.

Nel 1958 San Giovanni XXIII lo trasferì a Verona. Anche in questa Diocesi curò il Seminario nonché le vocazioni adulte e, per la formazione del clero, diede forte impulso alla fondazione dello Studio Teologico S. Zeno e alla Scuola di aggiornamento teologico-pastorale, per la formazione di laici, religiosi e catechisti. Attento alla vita spirituale dei suoi fedeli, tra l’altro, edificò sei case per Esercizi e Ritiri spirituali e fondò trentacinque nuove parrocchie. Promosse il sostegno alle famiglie, attraverso corsi, consultori di ispirazione cristiana e il “Movimento di Azione Familiare”.

Partecipò attivamente al Concilio Vaticano II nella Commissione riguardante i Seminari e la formazione dei Presbiteri e fu poi relatore del documento Optatam Totius. Per la sua attenzione alla formazione dei futuri sacerdoti fu chiamato a lavorare anche a livello nazionale italiano, nella Commissione che stese il documento della Conferenza Episcopale su Orientamenti e norme per la formazione dei presbiteri.

Nel 1966 predicò gli Esercizi Spirituali al Papa e alla Curia romana. Fu membro della Sacra Congregazione per l’Educazione Cattolica, per il Clero e per i Seminari, e Presidente della medesima Commissione presso la Conferenza Episcopale Italiana.

Fu uomo di ascolto, di dialogo e di comunione. Si dimostrò maestro di spiritualità, padre e buon pastore. Si contraddistinse per i suoi scritti ai sacerdoti, ai religiosi e alla Diocesi, incrementando la devozione alla SS. Eucaristia e alla Madonna. Alla Comunità civile rivolse diversi discorsi su temi relativi a problemi sociali, in difesa della fede, della Chiesa, della scuola cattolica.

Fu sollevato per l’età dalla guida della Diocesi di Verona il 18 maggio 1978.

Rimase ancora accanto al popolo per servirlo con la preghiera, gli scritti e la sofferenza. Morì a Verona (Italia) il 30 dicembre 1980.

 

ITER GIURIDICO

L’Inchiesta Diocesana si svolse presso la Curia ecclesiastica di Verona (Italia), dal 5 ottobre 2006 al 18 ottobre 2008, in cinquantanove Sessioni, durante le quali furono raccolte le prove documentali e vennero escussi settantasette testi, dei quali nove ex officio.

Presso la medesima Curia ecclesiastica fu istruita un’Inchiesta Suppletiva dal 7 febbraio al 27 aprile 2009, in dieci Sessioni, per l’escussione di diciotto testi.

La validità giuridica delle Inchieste fu riconosciuta con il Decreto del 26 febbraio 2010.

 

CONGRESSO DEI CONSULTORI TEOLOGI

Si svolse il 13 gennaio 2015. I Consultori sottolinearono che il cammino di perfezione vissuto dal Venerabile Servo di Dio è caratterizzato da santità feriale centrata sulla profonda vita di preghiera e di unione con il Signore adorato, contemplato e celebrato nell’Eucaristia. Tale comunione con Cristo lo spinse a vivere la carità pastorale e ad andare incontro ai bisogni spirituali e materiali delle persone che la Provvidenza gli faceva incontrare.

Fu un tenace attuatore del Concilio Vaticano II, che fece recepire fedelmente non solo alla Chiesa di Verona, ma anche alla comunità ecclesiale italiana. Ebbe una grande sollecitudine per le Chiese in terra di missione ed accompagnò, anche umanamente, i Confratelli Vescovi delle diocesi bisognose di aiuto.

Fu un attento formatore delle coscienze, vivendo una delicata carità formativa nella logica ignaziana della cura personalis, che gli permise di proporre alle persone a lui affidate spiritualmente elementi e tematiche significative per il proprio itinerario di crescita e maturazione umana, spirituale e culturale.

Al termine del dibattito, tutti i Consultori diedero unanimemente voto affermativo, circa l'esercizio eroico delle virtù da parte del Venerabile Servo di Dio.

 

SESSIONE ORDINARIA DEI CARDINALI E DEI VESCOVI

Si riunì il 16 giugno 2015. L’Ecc.mo Ponente, dopo avere tratteggiato l’iter della Causa e la figura del Venerabile Servo di Dio, mise in rilievo il suo zelo nel tutelare e preservare la fede, con la sua vita, gli scritti e la predicazione. Fu un uomo di profonda vita interiore e di intensa preghiera, soprattutto nella celebrazione della S. Messa e nell’Adorazione Eucaristica. La cappella era luogo dove scriveva, preparava e programmava le sue attività pastorali.

Ad imitazione del Buon Pastore, esercitò l’amore verso il prossimo, soprattutto nei confronti dei poveri. La sua carità si estendeva anche ai Vescovi in terre di missione, che sosteneva con la preghiera e l’aiuto economico. Visitava con regolarità gli ospedali, le mense dei poveri e le carceri. Mostrò una particolare attenzione e premura alla formazione dei presbiteri e dei seminaristi, curando la loro vita spirituale e lo spirito missionario del Clero.

Al termine della Relazione dell’Ecc.mo Ponente, che concluse constare de heroicitate virtutum, gli Em.mi ed Ecc.mi Padri risposero unanimemente al dubbio con sentenza affermativa.