Causa in corso
Giuseppe Spoletini
- Venerabile Servo di Dio -

Giuseppe Spoletini

(1870 - 1951)

Venerabilità:

- 13 ottobre 2021

- Papa  Francesco

Sacerdote professo dell’Ordine dei Frati Minori, il suo esempio e le sue parole erano un richiamo per le persone. Esortava tutti ad una vita buona, operosa e piena di carità. Ovunque passò lasciò il segno del suo stile di vita semplice

  • Biografia
  • Decreto sulle Virtù
L’amore verso Dio era forte, e così pure il senso della Sua gloria e del bene delle anime

 

    Il Venerabile Servo di Dio Giuseppe Spoletini (al secolo: Rocco Giocondo Pasquale) nacque il 16 agosto 1870 a Civitella (oggi Bellegra, Italia) in una famiglia contadina di profonda fede e carità. Attratto dalla spiritualità francescana, all’età di 16 anni entrò nell’Ordine dei Frati Minori. Dopo l’anno di noviziato a Greccio, il 10 giugno 1888 emise la professione temporanea e, il 13 marzo 1892, quella solenne. Fu ordinato sacerdote il 22 settembre 1894 a Palestrina.

    Nei primi anni di ministero, si dedicò in modo instancabile al ministero della Riconciliazione nella chiesa romana di San Francesco a Ripa. Nel 1898 fu trasferito nel convento di Fonte Colombo (Rieti), con il compito di Vicario e Vice Maestro dei Novizi. Dal 1905 al 1906, svolse il servizio di Maestro dei Novizi a Bellegra.

    Dal 1906 al 1919 fu Coadiutore del Parroco a San Francesco a Ripa; dal 1919 al 1925, Maestro dei Fratelli laici, Confessore dei novizi e Catechista dei Postulanti a Fonte Colombo; dal 1925 al 1940, Sacrista e Confessore nella chiesa delle SS. Stimmate di San Francesco a Roma e, dal 1940 al 1944, Sacrista, Confessore e Vicario del convento di San Pietro in Montorio.

    Nel 1944 tornò nella chiesa di San Francesco a Ripa dove riprese il servizio di Sacrista e Confessore.

    Morì a Roma il 25 marzo 1951, solennità della Pasqua e giorno dell’Annunciazione di Maria.

    Il Venerabile Servo di Dio trascorreva molto tempo in chiesa e il suo ministero fu soprattutto quello del confessionale. Uomo di pietà e di preghiera, mostrava in particolare una grande devozione al Ss.mo Sacramento, alla Vergine Maria e alle anime del purgatorio. Il suo esempio e le sue parole erano un richiamo per le persone. Esortava tutti ad una vita buona, operosa e piena di carità. Ovunque passò lasciò il segno del suo stile di vita semplice.

    Nelle varie circostanze della vita, mostrò una speranza eroica. Infondeva continuamente negli altri l’abbandono fiducioso alla Divina Provvidenza. Ricordava a sé e agli altri che la nostra meta è il paradiso, a cui aspirare continuamente. La sua confidenza nel Signore era piena e totale e il suo modo di considerare la realtà terrena partiva sempre dall’alto. Esercitando il ministero della confessione avvertiva forte la misericordia di Dio ed esortava a vivere nella misericordia incoraggiando e sostenendo gli altri.

    L’amore verso Dio era forte, e così pure il senso della Sua gloria e del bene delle anime. Da tutto il suo modo di fare emergeva l’esercizio della carità eroica verso Dio, che si manifestava anche nel ripetere frequentemente le giaculatorie al Sacro Cuore di Gesù. Il suo esempio di carità eroica verso il prossimo risaltava in vari modi, in particolare non muovendo critiche e non lamentandosi degli altri. Era rispettoso, cordiale e affettuoso con tutti. Se riceveva qualche dono cercava al più presto di disfarsene con carità. Soprattutto nel confessionale mostrò carità nell’accogliere le persone in qualsiasi momento, anche quando era stanco e spossato. Durante la Seconda Guerra Mondiale si prodigò nel dare rifugio a ricercati dai nazisti e dai fascisti.

 

 

ROMA

 

BEATIFICAZIONE e CANONIZZAZIONE

del Servo di Dio

GIUSEPPE SPOLETINI

(al secolo: Rocco Giocondo Pasquale)

Sacerdote professo dell’Ordine dei Frati Minori

(1870-1951)

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DECRETO SULLE VIRTU'

 

 

    “Qualunque cosa facciate, in parole e in opere, tutto avvenga nel nome del Signore Gesù, rendendo grazie per mezzo di lui a Dio Padre” (Col 3,17).

    L’esortazione dell’Apostolo compendia adeguatamente la vita e virtù del Servo di Dio Giuseppe Spoletini (al secolo: Rocco Giocondo Pasquale). Visse infatti con evangelica semplicità e francescana letizia, nonché propose efficacemente a quanti incontrò, la massima che elesse per orientare la propria esistenza, ossia le parole: “Agire e fare tutto per amor di Dio”.

    Il Servo di Dio nacque il 16 agosto 1870 a Civitella (oggi Bellegra), entro i confini dell’Abbazia Territoriale di Subiaco. Da bambino era già attratto dalla spiritualità francescana, che si praticava nella fraternità del locale convento di San Francesco. Nell’adolescenza quindi chiese di essere accolto tra i Frati Minori dell’Alma Provincia Romana di San Michele. Nel 1887 vestì il saio e trascorse l’anno di noviziato nel convento presso il Santuario di Greccio. In questo luogo, memoria della povertà e semplicità di Betlemme, assunse risolutamente l’ideale di conformarsi pienamente a Cristo ed emise la prima professione dei voti religiosi il 10 giugno 1888. Compiuti gli studi ecclesiastici, fu ordinato presbitero il 22 settembre 1894 a Palestrina, nella chiesa delle Monache Clarisse. Prestò sempre ai superiori la propria obbedienza, accettando anche numerosi trasferimenti. Considerava infatti ogni luogo adatto, per servire con generosità Dio e i fratelli. Dei cinquantasette anni di vita sacerdotale, ne trascorse quarantatré a Roma, nei famosi conventi di San Francesco a Ripa Grande, di San Pietro in Montorio e delle Sacre Stimmate di San Francesco. Gli altri anni li trascorse nel convento di Bellegra, dove si dedicò alla formazione spirituale dei novizi e dei postulanti, e di Fontecolombo, santuario proprio della Regola francescana, di cui egli stesso fu eroico interprete e modello vivente per i confratelli.

    L’esistenza del Servo di Dio perseguì costantemente lo scopo di rendere gloria a Dio e conseguire i beni eterni. A tal fine alimentò la vita spirituale, la purità di coscienza e la custodia dei sensi. Tale disciplina gli procurò sempre pace e libertà interiore. Fu uomo di fede, di pietà e di preghiera al massimo grado e conservò una continua unione con Dio. Ebbe grande speranza e fiducia nella Divina Provvidenza. Sperimentò la povertà perfetta e per sé non tratteneva nulla. Con straordinaria carità soccorreva i poveri, ai quali non solo faceva del bene con aiuti materiali, ma insegnava anche qualche nozione di dottrina cristiana e preghiera, oppure dava consigli. Sapeva farsi carico dei bisogni degli altri, che commuovevano il suo cuore tenero e benevolo. Fra i confratelli religiosi mostrava particolare affabilità e li aiutava nello svolgimento delle mansioni più umili e faticose. In special modo desiderava che la chiesa e la sacrestia fossero tenute con cura. Quando all’interno dell’Ordine sorgevano malcontenti e divisioni, diventava strumento di riconciliazione e concordia.

    Più di ogni altra cosa però il Servo di Dio santificò se stesso e il prossimo con esercizio di un diuturno ministero della Riconciliazione. Fu autentico “apostolo del confessionale”, nel quale diede prova di una sapienza, una prudenza e una giustizia che non sono di questo mondo. Aiutava i penitenti a riconoscere i propri peccati e farne l’accusa, poi a elevare lo sguardo a Dio per trovare la serenità dell’anima. Col balsamo della misericordia poté lenire, consolare e guarire molte ferite. Per questo da tanti era cercato, apprezzato ed ascoltato.

    Anche in età avanzata mai perse l’allegria e, quando dovette sopportare infermità fisiche, dimostrò serena fortezza. A Roma, all’interno di una piccola cella del convento di San Francesco a Ripa Grande, accolse piamente “sorella morte” il 25 marzo 1951, domenica di Pasqua.

    A motivo della vasta fama di santità, che circondò il Servo di Dio in vita, in morte e dopo la morte, si diede avvio al Processo informativo, celebratosi presso il Vicariato dell’Urbe dal 20 maggio 1965 al 23 marzo 1968. Questa Congregazione delle Cause dei Santi ne riconobbe la validità giuridica con decreto del 17 febbraio 1984. In base alle mutate normae servandae, poiché erano passati molti anni dalla conclusione del Processo Informativo, si tenne dal 10 dicembre 1999 al 26 settembre 2000, presso il medesimo Vicariato, un’Inchiesta suppletiva super famae continuatione, la cui validità giuridica questa stessa Congregazione decretò il 24 novembre 2000. Preparata la Positio, si è discusso, secondo consuetudine, se il Servo di Dio abbia esercitato in grado eroico le virtù cristiane. I Consultori Teologi diedero parere favorevole il 1° ottobre 2020. I Padri Cardinali e Vescovi, riuniti il 5 ottobre 2021 per la Sessione Ordinaria, hanno riconosciuto che il Servo di Dio ha esercitato eroicamente le virtù teologali, cardinali ed annesse.

    Il sottoscritto Cardinale Prefetto ha quindi riferito tutte queste cose al Sommo Pontefice Francesco. Sua Santità, accogliendo e confermando i voti della Congregazione delle Cause dei Santi, ha oggi dichiarato: Sono provate le virtù teologali Fede, Speranza e Carità verso Dio e verso il prossimo, nonché le cardinali Prudenza, Giustizia, Fortezza e Temperanza ed annesse in grado eroico del Servo di Dio Giuseppe Spoletini (al secolo: Rocco Giocondo Pasquale), Sacerdote professo dell’Ordine dei Frati Minori, nel caso e per il fine di cui si tratta.

    Il Sommo Pontefice ha poi disposto che il presente decreto venga pubblicato e inserito negli atti della Congregazione delle Cause dei Santi.

    Dato a Roma il 13 ottobre nell’anno del Signore 2021.

 

Marcello Card. Semeraro

Prefetto

 

                                                                        + Fabio Fabene

                                                                    Arciv. tit. di Montefiascone

                                                                        Segretario

 

 

 

 

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ROMANA

 

BEATIFICATIONIS et CANONIZATIONIS

Servi Dei

IOSEPHI SPOLETINI

(in saeculo: Rochi Iucundi Paschalis)

Sacerdotis professi Ordinis Fratrum Minorum

 (1870-1951)

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DECRETUM SUPER VIRTUTIBUS

 

 

    “Omne, quodcumque facitis in verbo aut in opere, omnia in nomine Domini Iesu gratias agentes Deo Patri per ipsum” (Col 3,17).

    Apostoli adhortatio Servi Dei Iosephi Spoletini (in saeculo: Rochi Iucundi Paschalis) vitam virtutesque peraeque complectitur. Nam sententiam, quam ad vitam impellendam elegerat, id est verba: “Agere et omnia pro amore Dei perficere”, Evangelica simplicitate Franciscalique laetitia vixit, necnon omnibus in quos incurrit efficaciter proposuit.

    Servus Dei die 16 mensis Augusti anno 1870 ortus est Civitellae (hodie v.d. Bellegra), intra fines Abbatiae Territorialis Sublacensis. Cum puer esset, iam Franciscali allectus est spiritalitate, quae in fraternitate conventus Sancti Francisci illius loci colebatur. Inde ut inter Fratres Minores Almae Provinciae Romanae Sancti Michaëlis acciperetur, adulescentia postulavit. Anno 1887 vestem induit et in conventu apud Sanctuarium Greccianum novitiatus annum absolvit. Quo loco, Bethleemitanae paupertatis et frugalitatis memoria, se Christo plene conformandi propositum firmiter sumpsit atque primam votorum religiosorum professionem die 10 mensis Iunii anno 1888 emisit. Ecclesiasticis studiis expletis, presbyter ordinatus est die 22 mensis Septembris anno 1894 in ecclesia Monialium Clarissarum Preneste. Superioribus suis continenter praestitit oboedientiam, plurimas sedis mutationes quoque accipiens. Omnia enim loca ad Deo fratribusque liberaliter ministrandum apta putabat. Ex eius sacerdotalis vitae septem et quinquaginta annis, tres et quadraginta annos Romae exegit, inclitis in conventibus Sancti Francisci Assisiensis ad Ripam Maiorem, Sancti Petri in Monte Aureo ac Sacrarum Stigmatum Sancti Francisci. Ceteros annos in conventu Civitellae traduxit, ubi spiritali novitiorum postulantiumque formationi se tradidit, necnon Fontis Columbi, sanctuarium nempe Regulae Franciscalis, cuius ipse heroicus fuit interpres ac vivus fratribus exemplum. 

    Ad Deo gloriam tribuendam aeternaque bona assequendam, Servi Dei existentia constanter pertinuit est applicata. Cuius causa spiritualem aluit vitam, conscientiae puritatem sensuumque custodiam. Haec disciplina interiorem ei semper praebuit quietem ac libertatem. Fidei, pietatis et precationis vir maxime fuit atque continuam cum Deo servavit unionem. Summam spem habuit et fiduciam in Divina Providentia. Perfecta paupertate fuitus est ac nil pro se obtinebat. Haud communi caritate egenis succurrebat, quibus non tantum rerum auxiliis bene faciebat, sed etiam aliqua docebat christianae doctrinae elementa et orationes vel hortationes impertiebat. Aliorum necessitates, animum eius tenuum et benevolum commoventes, assumere valebat. Religiosos inter fratres peculiari affabilitate utebatur eosque ad humiliora et importuna opera facienda adiuvabat. Speciali modo ecclesiam et sacristiam rite curari cupiebat. Cum invidiae litesque intra Ordinem orerentur, reconciliationis concordiaeque fiebat instrumentum.

    Ante omnia autem Servus Dei per diuturnum Reconciliationis exercitum ministerium se ipsum et proximum sanctificavit. Verus fuit “sedis confessionalis apostolus”, in qua sapientiam, prudentiam et iustitiam ostendit quae ad hunc mundum non attinent. Paenitentes ad peccata agnoscenda accusandaque fovebat, deinde ut oculos ad Deum tollerent ac serenitatem animi invenirent. Unguento misericordiae lenire, consolari, sanare multa potuit vulnera. A multis eo quaerebatur, existimabatur, audiebatur.

    Et senectute numquam iucunditatem amisit atque, cum corporis dolores tolerare debuit, placidam demonstravit fortitudinem. Romae, quadam in cellula conventi Sancti Francisci ad Ripam Maiorem, “sororem mortem” pie accepit die 25 mensis Martii anno 1951, dominica in Resurrectione Domini.

    Ampliorem propter sanctitatis famam, quae Servum Dei in vita, in morte et post mortem circumdedit, Processus Informativus inceptus est, quod apud Vicariatum Urbis est celebratus a die 20 mensis Maii anno 1965 ad diem 23 mensis Martii anno 1968. Haec Congregatio de Causis Sanctorum eius iuridicam validitatem agnovit per decretum diei 17 mensis Februarii anno 1984. Iuxta mutatas normas servandas, multis annis a conclusione Processus Informativi transactis, a die 10 mensis Decembris anno 1999 ad diem 26 mensis Septembris anno 2000, eandem apud Curiam ecclesiasticam, Inquisitio suppletiva super famae continuatione habita est, cuius iuridicam validitatem haec eadem Congregatio die 24 mensis Novembris anno 2000 decrevit. Positione confecta, disceptatum est, secundum consuetudinem, an Servus Dei in gradu heroico christianas virtutes exercuisset. Consultores Theologi faustum votum die 1 mensis Octobris anno 2020 protulerunt. Patres Cardinales et Episcopi, Ordinaria Sessione die 5 mensis Octobris anno 2021 congregati, Servum Dei professi sunt theologales, cardinales iisque adnexas virtutes heroico more excoluisse.

    Facta demum de hisce omnibus rebus Summo Pontifici Francisco per subscriptum Cardinalem Praefectum accurata relatione, Sanctitas Sua, vota Congregationis de Causis Sanctorum excipiens rataque habens, hodierno die declaravit: Constare de virtutibus theologalibus Fide, Spe et Caritate tum in Deum tum in proximum, necnon de cardinalibus Prudentia, Iustitia, Fortitudine et Temperantia iisque adnexis in gradu heroico Servi Dei Iosephi Spoletini (in saeculo: Rochi Iucundi Paschalis), Sacerdotis professi Ordinis Fratrum Minorum, in casu et ad effectum de quo agitur.

    Hoc autem decretum publici iuris fieri et in acta Congregationis de Causis Sanctorum Summus Pontifex referri mandavit.

    Datum Romae, die 13 mensis Octobris a. D. 2021.