Causa in corso
Giuseppe Wech Vandor
- Venerabile Servo di Dio -

Giuseppe Wech Vandor

(1909 - 1979)

Venerabilità:

- 20 gennaio 2017

- Papa  Francesco

Sacerdote professo della Società Salesiana di San Giovanni Bosco; la sua esistenza fu caratterizzata dalla sobrietà di costumi e dalla fedeltà al carisma salesiano. Disponibile e pronto ad obbedire alle disposizioni dei Superiori, accettò le destinazioni missionarie a cui fu inviato, anche quelle particolarmente difficili

  • Biografia
Attinse molto dalla preghiera e dal colloquio col Signore, soprattutto nei momenti più difficili della sua vita. I sue due amori, fin da giovane, furono l’Eucaristia e Maria Immacolata

 

Il Venerabile Servo di Dio Giuseppe Wech Vandor nacque a Dorog (Ungheria) il 29 ottobre 1909. Rimasto affascinato dalla spiritualità e dalla carità pastorale di San Giovanni Bosco, chiese di essere ammesso nella Congregazione Salesiana e, nel 1927, iniziò l’anno di noviziato. Emise la professione temporanea il 3 ottobre 1928 e quella perpetua il 13 agosto 1932. La sua formazione teologica continuò a Torino, dove venne ordinato sacerdote il 5 luglio 1936 nella Basilica di Maria Ausiliatrice. In quello stesso anno, fu mandato a Guanabacoa (Cuba) dove, come consigliere scolastico e responsabile dell’animazione spirituale, fu molto amato dai giovani, soprattutto dai più poveri, per i quali aveva un’attenzione salesiana particolare. Nel 1940 fu nominato Direttore della Scuola Agricola di Moca (Repubblica Domenicana) dove, distintosi per saggezza e prudenza, fu scelto come Maestro dei Novizi. Nel 1946, fu trasferito, in qualità di Amministratore, al Collegio di Arti e Mestieri di Camagüey e, otto anni dopo a Santa Clara (Cuba), come Responsabile della chiesa del Carmine e incaricato della costruzione della scuola di Arti e Mestieri. Grazie al suo spirito di povertà e al suo dinamismo salesiano, riuscì a condurre, senza un alloggio stabile, i lavori di riparazione della casa parrocchiale, della chiesa del Carmine e la costruzione della Casa salesiana. All’apertura della scuola, il Servo di Dio ne fu nominato Direttore. Durante gli scontri del 28 dicembre - 1° gennaio 1959 svolse un rilevante ruolo di mediatore tra le truppe di Fulgencio Batista e le milizie di Fidel Castro, favorendo il raggiungimento della tregua ed evitando un ingente spargimento di sangue. Dopo la presa del potere da parte di Castro, il collegio proseguì la sua attività. Il Venerabile Servo di Dio decise poi di chiuderlo rifiutandosi di sottostare alla volontà del leader cubano, che gli aveva promesso di lasciare sopravvivere la scuola a patto che l’insegnamento della religione divenisse obbligatorio ad opzionale.

Nel 1965, il Venerabile Servo di Dio fu nominato dapprima Rettore e poi Parroco della chiesa del Carmine. In questo periodo, essendo in atto a Cuba violenti scontri politici, il Servo di Dio fece di tutto per consolare i malati, i feriti e i poveri rischiando personalmente la vita.

Morì a Santa Clara (Cuba) l’8 ottobre 1979, in seguito a neoplasia all’esofago.

 

Iter della Causa

L’Inchiesta Diocesana si svolse presso la Curia ecclesiastica di Santa Clara (Cuba), dall’8 ottobre 2003 al 7 agosto 2008, in cinquantatré Sessioni, durante le quali venne raccolto il materiale documentale e furono escussi quarantatré testi.

La validità giuridica dell’Inchiesta fu riconosciuta con il Decreto del 19 giugno 2006.

 

Congresso Peculiare dei Consultori Teologi

Si tenne il 18 febbraio 2016; i consultori dopo aver ripercorso il profilo biografico del Venerabile Servo di Dio, sottolinearono che fu un uomo di profonda fede, di speranza che cercò di infondere nei fedeli e di carità fattiva. La sua esistenza fu caratterizzata dalla sobrietà di costumi e dalla fedeltà al carisma salesiano. Disponibile e pronto ad obbedire alle disposizioni dei Superiori, accettò le destinazioni missionarie a cui fu inviato, anche quelle particolarmente difficili. Si dimostrò capace di reinventare la propria presenza apostolica nei diversi contesti in cui si trovò ad operare. Particolarmente importante fu il lungo periodo di permanenza a Cuba dove, le vicende personali del Venerabile Servo di Dio si intrecciarono con gli avvenimenti politici della rivoluzione. In questo contesto caratterizzato da forti tensioni estremiste, si mantenne fedele alla sua vocazione sacerdotale e religiosa. Di particolare rilievo fu l’attività di confessore nella quale era apprezzato per la sua disponibilità all’ascolto. Alle persone che accorrevano a lui cercava di trasmettere fiducia nella misericordia di Dio.

Il voto conclusivo dei Consultori a favore del grado eroico delle virtù, della fama di santità e di segni del Venerabile Servo di Dio fu unanimemente affermativo.

 

Sessione Ordinaria dei Cardinali e Vescovi

Si riunì il 17 gennaio 2017. Dopo avere tratteggiato il profilo biografico del Venerabile Servo di Dio, la Ponenza si soffermò sull’esercizio delle virtù eroiche da lui praticate. Attinse molto dalla preghiera e dal colloquio col Signore, soprattutto nei momenti più difficili della sua vita. I sue due amori, fin da giovane, furono l’Eucaristia e Maria Immacolata. Nei molteplici trasferimenti non perse mai la speranza ma con perseveranza e con obbedienza reinvestiva i talenti ricevuti in nuove direzioni. Fu una persona di santità contagiosa, grande apostolo, sacerdote obbediente, capace di accogliere il progetto del Signore e di offrire tutto per la salvezza delle anime. Non ebbe paura di andare nelle periferie e mettersi a servizio dei fratelli, facendosi amare per la coerenza di vita evangelica. La sua fu una testimonianza chiara di carità pastorale, ispirata all’esempio di San Giovanni Bosco, in contesti difficili, come quelli cubani nel corso della rivoluzione castrista. Il suo ministero fu caratterizzato da uno stile di vita umile e disponibile ai bisogni soprattutto dei giovani, dei malati e dei più deboli. Non esitò a mettere a rischio la sua stessa vita per farsi promotore di incontro e di pace.

Al termine della Relazione, che si concluse constare de heroicitate virtutum, gli Em.mi ed Ecc.mi Padri risposero al dubbio unanimemente con sentenza affermativa