Causa in corso
Ignazio Stuchlý
- Venerabile Servo di Dio -

Ignazio Stuchlý

(1869 - 1953)

Venerabilità:

- 21 dicembre 2020

- Papa  Francesco

Sacerdote professo della Società di San Francesco di Sales,  le fatiche e le difficoltà diventavano per lui il tramite per vivere una profonda esperienza di Dio, raffinare lo sguardo soprannaturale e crescere nella gratitudine

  • Biografia
  • Decreto sulle Virtù
Con l’amabilità nel tratto, la semplicità di espressione e la sensibilità alle difficoltà altrui, attirava l’attenzione e l’ammirazione di coloro che incontrava

 

    Il Venerabile Servo di Dio Ignazio Stuchlý nacque a Bolesław (oggi Polonia) il 14 dicembre 1869, in una numerosa famiglia di contadini. Cresciuto in un clima familiare sereno e di solida religiosità cristiana, tenace nell’impegno, dopo alcune esperienze di ricerca, decise di entrare nella Società Salesiana e, l’8 settembre 1894, si recò a Torino. Accolto nell’aspirantato, trascorse il periodo di postulantato a Valsalice, quindi compì l’anno di noviziato ad Ivrea, dove emise la professione religiosa temporanea dei voti il 5 agosto del 1895. Inviato a Gorizia, insieme allo studio, venne incaricato di seguire i lavori edilizi in casa. Il 3 novembre 1901 fu ordinato sacerdote, divenendo un confessore e direttore spirituale molto ricercato, soprattutto dai pellegrini del Sacro Monte di Gorizia.

    Nel 1910 venne inviato a Lubiana (Slovenia) e, nel 1919, a Veržej (Slovenia). Nel 1925 rientrò in Italia, a Perosa Argentina, per occuparsi della formazione dei giovani salesiani cechi. Due anni dopo, venne inviato a Fryšták, per l’apertura della prima casa salesiana in Moravia. Uno sviluppo vocazionale spinse i superiori a fare della Cecoslovacchia una Provincia autonoma di cui, nel 1935, il Servo di Dio venne nominato primo Ispettore. In pochi anni fece fiorire a dismisura la nascente ispettoria, che venne suddivisa in due: Slovacchia e Boemia-Moravia. Continuò a essere responsabile di quest’ultima. Durante la Seconda Guerra Mondiale, fu sicuro punto di riferimento dei confratelli e delle persone più deboli. Terminata la guerra, l’obbedienza gli affidò la difficile gestione del periodo postbellico. Quasi ottantenne, poté ritirarsi allora nella casa di Fryšták, dove si dedicò al ministero delle confessioni. Nel 1950 fu colpito da un ictus cerebrale che lo rese bisognoso di continua assistenza da parte dei confratelli. Nello stesso anno, i sovietici insediarono, in ogni casa salesiana, dei commissari governativi e molti salesiani vennero deportati. Fu inviato in un ospizio per anziani, prima a Zlín e poi a Lukov (Repubblica Ceca), dove morì il 17 gennaio 1953.

    Il Venerabile Servo di Dio visse eroicamente la virtù della fede, che richiamava alcuni aspetti ed atteggiamenti dell’infanzia spirituale. La profonda preghiera, l’esemplarità di vita sacerdotale salesiana, la pietas eucaristica e la devozione mariana erano i suoi punti di riferimento per accrescere la fede e per aiutare gli altri a rafforzare la loro. Infatti, si impegnò molto affinché gli alunni crescessero nella fiducia verso il Signore. Per sostenere ed incrementare la fede rientrò in Cecoslovacchia per portarvi l’opera salesiana. L’esercizio eroico della virtù della speranza rifulse in lui soprattutto nell’affrontare il contesto storico del tempo. In ogni situazione vedeva l’aiuto del Signore, che accompagna nel cammino terreno e sostiene il “ritorno” verso la casa del Padre. Le fatiche e le difficoltà diventavano per lui il tramite per vivere una profonda esperienza di Dio, raffinare lo sguardo soprannaturale e crescere nella gratitudine. Nell’esercizio eroico della carità verso il prossimo, mostrava una grande propensione per dedicarsi alla salvezza delle anime. Procedeva secondo lo stile di San Giovanni Bosco che cercava di prevenire qualsiasi male. Parlava spesso e con grande amore e rispetto del Beato Michele Rua e lo proponeva come modello di vita. Amare i confratelli, per lui, significava anche dare l’esempio. Con l’amabilità nel tratto, la semplicità di espressione e la sensibilità alle difficoltà altrui, attirava l’attenzione e l’ammirazione di coloro che incontrava.

 

OLOMOUC

 

Beatificationis et Canonizationis

Servi Dei

IGNAZIO STUCHLÝ

Sacerdote Professo della Società di San Francesco di Sales

(1869-1953)

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DECRETO SULLE VIRTU'

 

    «Egli credette, saldo nella speranza contro ogni speranza, e così divenne padre di molti popoli, come gli era stato detto: Così sarà la tua discendenza» (Rm 4,18).

    L’opera apostolica del Servo di Dio Ignazio Stuchlý fu costantemente caratterizzata dalla speranza. In un tempo di gradi difficoltà per la sua terra e per la Chiesa locale, offrì infatti un’autentica testimonianza della gioia del Vangelo e impiantò in Cecoslovacchia il carisma di San Giovanni Bosco.

    Il Servo di Dio nacque in Moravia, a Bolesław, il 14 dicembre 1869. Da ragazzo, nonostante fosse debole e spesso malato, aiutò la famiglia nel lavoro dei campi e nell’allevamento dei cavalli. In gioventù comprese di essere chiamato a consacrare a Dio la propria vita. Alcuni sacerdoti gli parlarono di San Giovanni Bosco e della sua istituzione in favore dei giovani. Convocato dal Rettore Maggiore, il Beato Michele Rua, venne quindi a Torino. Si preparò a diventare religioso a Valsalice e Ivrea, e il 29 settembre 1896 professò i voti perpetui. Fu mandato a Gorizia, dove, svolgendo la mansione di prefetto della casa, studiò teologia e venne ordinato sacerdote il 3 novembre 1901. Fu confessore e guida di molte anime e per anni si dedicò ai ragazzi più poveri. Nelle comunità slovene di Lubiana e di Veržej impiegò le sue energie per il sostentamento delle opere della Società di San Francesco di Sales. In Italia fu poi incaricato della formazione dei giovani salesiani boemi e moravi. Nel 1927 tornò in patria, dove a Fryšták ricoprì molteplici incarichi, fra cui quello di Ispettore. Furono anni di grande espansione dell’opera salesiana e il Servo di Dio, sempre obbediente ai superiori, seppe formare una generazione di religiosi nella perfetta osservanza dei voti religiosi e nel carisma del Santo Fondatore.

    Dal tempo della Seconda guerra mondiale il Servo di Dio, non più giovane e vigoroso, visse gli anni più difficili della sua vita. Vide la distruzione della propria opera: case requisite, religiosi dispersi, internati nei campi di sterminio o costretti ai lavori forzati. Vennero poi la persecuzione della Chiesa e le restrizioni alla libertà personale proprie del regime comunista.

    Per tutta la vita l’esercizio delle virtù rese il Servo di Dio autorevole e amabile nello stesso tempo. Fu di esempio per la dedizione e donazione di sé. Nutriva la sua spiritualità con una preghiera fedele e un’ardente pietà eucaristica. Il culto al Sacro Cuore lo aveva forgiato come vero sacerdote di Cristo. Alla Vergine Maria, invocata con l’antifona “Salve Regina, Madre di Misericordia”, attribuiva il merito della propria vocazione e per tutta la vita coltivò la devozione all’Ausiliatrice. L’attività della Chiesa per la diffusione della fede ne sapeva risvegliare l’ardore e la passione per il Vangelo. In mezzo ai travagli del suo tempo soffrì dell’ingiustizia ma seppe perseverare nell’impegno per l’opera apostolica. Era animato da una profonda carità: carità sacerdotale e zelo per le anime, nonché carità salesiana, che a tutti i bisognosi con benevolenza e letizia andava incontro.

    Nel marzo 1950 il Servo di Dio fu colpito da apoplessia e trascorse gli ultimi anni in una casa di riposo a Zlín, poi a Lukov. Il regime lo intercettò e lo tenne per tutto il tempo sotto controllo e in isolamento. Morì piamente il 17 gennaio 1953. La memoria delle sue virtù divenne in poco tempo chiara fama di santità.

    In virtù di questa fama, tuttora perdurante e anzi sempre crescente, si avviò la Causa di Beatificazione e Canonizzazione del Servo di Dio. Dal 18 ottobre 1993 al 20 gennaio 2001 si è celebrata presso la Curia ecclesiastica di Olomouc l’Inchiesta diocesana, la cui validità giuridica è stata riconosciuta da questa Congregazione con decreto del 29 novembre 2002. Preparata la Positio, l’11 dicembre 2018 è stata sottoposta al giudizio dei Consultori Teologi. Si è quindi discusso secondo le consuete procedure se il Servo di Dio abbia esercitato in grado eroico le virtù cristiane. Il 5 novembre 2019 il Congresso Peculiare dei Consultori Teologi ha espresso voto favorevole. I Padri Cardinali e Vescovi, riuniti in Sessione Ordinaria il 1° dicembre 2020, hanno riconosciuto che il Servo di Dio ha esercitato eroicamente le virtù teologali, cardinali ed annesse.

    Il sottoscritto Prefetto ha quindi accuratamente riferito tutte queste cose al Santo Padre Francesco. Sua Santità, accogliendo e ratificando i voti di questa Congregazione delle Cause dei Santi, in data odierna ha dichiarato: Sono provate le virtù teologali di Fede, Speranza e Carità verso Dio e verso il prossimo, nonché le virtù cardinali di Prudenza, Giustizia, Fortezza, Temperanza ed annesse in grado eroico del Servo di Dio Ignazio Stuchlý, Sacerdote Professo della Società di San Francesco di Sales, nel caso e per il fine di cui si tratta.

    Il Sommo Pontefice ha infine dato incarico di pubblicare il presente decreto e di metterlo agli Atti della Congregazione delle Cause dei Santi.

    Roma, 21 dicembre 2020.

 

Marcello Card. Semeraro

Prefetto

 

                                                                                        + Marcello Bartolucci

                                                                                        Arciv. tit. di Bevagna

                                                                                        Segretario

 

 

 

 

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OLOMUCENSIS

 

Beatificationis et Canonizationis

Servi Dei

IGNATII STUCHLÝ

Sacerdotis Professi Societatis Sancti Francisci Salesii

(1869-1953)

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DECRETUM SUPER VIRTUTIBUS

 

 

    «Contra spem in spe credidit, ut fieret pater multarum gentium, secundum quod dictum est: Sic erit semen tuum» (Rm 4,18).

    Servi Dei Ignatii Stuchlý opus apostolicum continenter spe designatum est. In maxime adversarum regionis suae locique Ecclesiae rerum tempore, nam verum testimonium Evangelii gaudii praebuit et Sancti Ioannis Bosco charisma in Cechoslovaciam instituit.

    Servus Dei in Moravia, in oppido v.d. Bolesław, die 14 mensis Decembris anno 1869 ortus est. Puer, etsi infirmus esset et saepe aegrotaret, parentes in rustica equariaque re auxilio laboris adiuvit. Iuventutis aetate ad vitam Deo consecrandam se vocari animo comprehendit. Sacerdotes aliqui de Sancto Ioanne Bosco eiusque instituto pro iuvenibus ei locuti sunt. A Salesianorum Rectore Maiore, Beato Michaeli Rua, adhibitus, Augustam Taurinorum petivit. In vico v.d. Valsalice Eporediaeque apparavit se religiosum fieri, atque die 29 mensis Septembris anno 1896 vota perpetua nuncupavit. Goritiam missus est, ubi, domus praefecti munere functus, theologiae studia complevit et presbyter ordinatus est die 3 mensis Novembris anno 1901. Confessarius fuit et multarum animarum moderator, necnon aliquot per annos iuvenibus pauperioribus se tradidit. In Slovenis communitatibus Lubaci et pagi v.d. Veržej industriam posuit ad opera Societatis Sancti Francisci Salesii sustinenda. In Italia deinde iuvenum Salesianorum a Bohemia Moraviaque oriundorum educatio ei mandata est. Anno 1927 in patriam rediit, ubi in oppido v.d. Fryšták officia plurima perfecit, inter quae Inspectoris. Maximae Salesianae operae propagationis anni fuerunt et Servus Dei, superioribus continenter oboediens, religiosorum genus in perfectam votorum observantiam et Sancti Fundatoris charisma instruere valuit.

    A secundi mundani belli tempore Servus Dei, non iam iuvenis nec praevalidus, difficilissimos vitae annos degit. Ruinam operis sui spectavit, videlicet imperatas domos, religiosos dispersos, in campos ad internecionem apparatos contentos vel ad opus publicum damnatos. Postea Ecclesiae persecutio et libertatis hominum imminutiones intervenerunt, quae communistae regiminis propriae sunt.

    Cuncta eius in vita, virtutum exercitium Servum Dei credibilem simulque amabilem reddidit. Solertiae atque sui ipsius oblationis exemplum valde praestavit. Spiritualitatem fideli precatione ardentique eucharistica pietate alebat. Sacri Cordis cultu uti verus Christi sacerdos effictus est. Virgini Mariae, antiphona “Salve Regina, Mater Misericordiae” invocatae, vocationem suam adiudicabat et totam per vitam Auxiliatrici devotionem coluit. Ecclesiae actuositas ad fidem propagandam ardorem eius et Evangelii nuntiandi studium excitabat. In huius temporis rebus adversis iniustitia laboravit sed in operis apostolici cura perseverare valuit. Alta caritate animabatur, videlicet sacerdotali caritate cum animarum zelo, necnon Salesiana caritate, quae omnibus indigentibus benevolentia laetitiaque obviam ibat.

    Mense Martio anno 1950 Servus Dei apoplexi arreptus est et in civitatibus v.d. Zlín, post Lukov postremos annos in gerontocomio degit. Regimen eum intercepit et cuncto tempore sub observatione et in segregationem tenuit. Die 17 mensis Ianuarii anno 1953 pie obiit. Eius virtutum memoria festinanter clara sanctitatis fama facta est.

    Hac fama et hodie perdurante, immo usque increbrescente, Servi Dei Causa Beatificationis et Canonizationis incepta est. A die 18 mensis Octobris anno 1993 ad diem 20 mensis Ianuarii anno 2001 iuxta Curia ecclesiasticam Olomucensis Inquisitio dioecesana celebrata est, cuius iuridica validitas ab hac Congregatione de Causis Sanctorum per decretum diei 29 mensis Novembris anno 2002 est adprobata. Positione confecta, die 11 mensis Decembris anno 2018 Consultorum Historicorum iudicio subiecta est. Inde consuetas secundum normas disceptatum est an Servus Dei virtutes christianas heroico in gradu excoluisset. Die 5 mensis Novembris anno 2019 Peculiaris Consultorum Theologorum Congressus faustum votum protulit. Patres Cardinales et Episcopi, Ordinaria in Sessione die 1 mensis Decembris anno 2020 congregati, Servum Dei theologales, cardinales iisque adnexas virtutes heroicum in modum exercuisse professi sunt.

    Facta demum de hisce omnibus rebus Summo Pontifici Francisco per subscriptum Cardinalem Praefectum accurata relatione, Sanctitas Sua, vota Congregationis de Causis Sanctorum excipiens rataque habens, hodierno die declaravit: Constare de virtutibus theologalibus Fide, Spe et Caritate tum in Deum tum in proximum, necnon de cardinalibus Prudentia, Iustitia, Temperantia et Fortitudine iisque adnexis in gradu heroico Servi Dei Ignatii Stuchlý, Sacerdotis Professi Societatis Sancti Francisci Salesii, in casu et ad effectum de quo agitur.

    Hoc autem decretum publici iuris fieri et in acta Congregationis de Causis Sanctorum Summus Pontifex referri mandavit.

    Datum Romae, die 21 mensis Decembris a. D. 2020.