Causa in corso
Isabella Méndez Herrero (in religione: Isabella di Maria Immacolata)
- Venerabile Serva di Dio -

Isabella Méndez Herrero (in religione: Isabella di Maria Immacolata)

(1924 - 1953)

Venerabilità:

- 16 luglio 2015

- Papa  Francesco

Suora Professa della Congregazione delle Serve di San Giuseppe;  sin da bambina, manifestò un carattere docile e allegro. Ricercò con attenzione la propria vocazione, finché decise di donarsi completamente a Dio, scegliendo la vita consacrata. Il suo desiderio era quello di recarsi missionaria in Perù, ma la tubercolosi, comparsa subito dopo la professione religiosa, le impedì di realizzare questo sogno

  • Biografia

 

La Venerabile Serva di Dio Isabella Méndez Herrero (in religione: Isabella di Maria Immacolata) nacque il 30 agosto 1924 a Castellanos de Moriscos (Spagna), in una famiglia di agricoltori ricca di valori cristiani. Frequentò la scuola media ed il liceo presso il Collegio delle Suore Giuseppine Trinitarie e le Suore Serve di San Giuseppe.

Iscritta all’Azione Cattolica, si dedicò con entusiasmo all’apostolato, alla catechesi e all’assistenza ai poveri. Ancora giovanissima, le fu affidato un corso di studio per giovani operaie. Contemporaneamente intensificò la sua vita di preghiera, nutrendo una grande devozione all’Eucaristia e alla Vergine Immacolata.

Sentendosi chiamata alla missione, nel 1944 entrò nella Congregazione delle Serve di San Giuseppe. Dopo aver concluso il noviziato, fece la professione religiosa il 6 aprile 1947 e si mise a disposizione dei Superiori con il desiderio di partire come missionaria in Perù.

Tuttavia, contemporaneamente, cominciarono a manifestarsi i primi sintomi della tubercolosi. Forte dell’esempio di Santa Teresa di Lisieux, accettò la malattia con amore e abbandono alla volontà di Dio.

Dal 1948 al 1950 fu ricoverata presso il sanatorio di Salamanca. Qui organizzò l’Azione Cattolica e l’adorazione perpetua della Ss.ma Trinità, visitava le inferme più gravi, propagava la devozione alla Vergine Maria, pregava ed insegnava a pregare.

L’8 gennaio 1949, sentendosi sotto lo sguardo paterno di Dio, fece “il voto di vittima” nelle mani del direttore spirituale per il bene della Chiesa, del Papa, dei Sacerdoti, della sua Congregazione, delle missioni e per la conversione dei peccatori; ogni giorno rinnovava tale offerta, pronta all’accettazione del dolore con gratitudine al Signore perché l’associava alla sua Croce.

Dichiarata inguaribile, tornò in comunità dove, nella sofferenza fisica e, con grande pace interiore, il 6 aprile 1952 emise i voti perpetui.

Morì a Salamanca (Spagna) il 28 dicembre 1953 in serenità, silenzio e nascondimento.

 

ITER DELLA CAUSA

Il Processo Cognizionale sulla fama di santità e di segni si svolse presso la Curia ecclesiastica di Salamanca (Spagna), dal 25 maggio 1979 al 25 ottobre 1980, con l’escussione di quarantaquattro testi, di cui otto ex officio.

La validità giuridica del Processo fu riconosciuta con il Decreto del 20 dicembre 1985.

 

CONGRESSO DEI CONSULTORI TEOLOGI

Ebbe luogo il 25 marzo 2014. I Consultori sottolinearono che la Venerabile Serva di Dio, sin da bambina, manifestò un carattere docile e allegro. Ricercò con attenzione la propria vocazione, finché decise di donarsi completamente a Dio, scegliendo la vita consacrata. Il suo desiderio era quello di recarsi missionaria in Perù, ma la tubercolosi, comparsa subito dopo la professione religiosa, le impedì di realizzare questo sogno. Nell’infermità, conservò sempre serenità e pace.

Donna di grande fede, intimamente legata a Dio e abbandonata alla Divina Provvidenza, seppe fare del sanatorio il suo luogo di missione, ringraziando il Signore per essere divenuta “missionaria dal letto di dolore”. L’amore verso Dio si trasfuse in amore per il prossimo. Divenne “apostola” fra gli ammalati, molti dei quali erano persone emarginate dalla società e lontane dai sacramenti. Per costoro divenne un punto di riferimento che infondeva speranza e affetto e molti ricorrevano a lei per avere un conforto o un consiglio.

Accettò la sua sofferenza fisica, fino ad offrirsi vittima per i sacerdoti, per la salvezza delle anime, per la Chiesa e le missioni.

La sua spiritualità era eucaristica; soleva pregare a lungo davanti al Tabernacolo. Particolare fu la sua profonda devozione verso Maria Immacolata, che determinò anche la scelta del suo nome da religiosa.

Al termine del dibattito, i Consultori si espressero unanimemente con voto affermativo a favore del grado eroico delle virtù, della fama di santità e di segni della Venerabile Serva di Dio.

 

SESSIONE ORDINARIA DEI CARDINALI E DEI VESCOVI

Si tenne il 30 giugno 2015. L’Ecc.mo Ponente, dopo aver ripercorso l’iter della Causa e tratteggiato il profilo biografico della Venerabile Serva di Dio, ne mise in risalto la vocazione religiosa, vissuta in profonda comunione con Dio, così da edificare, illuminare ed elevare coloro che la avvicinavano.

Manifestò una fede attenta alla ricerca continua della volontà divina e all’impegno a conformarsi ad essa. L’Eucaristia, ricevuta e adorata, fu sempre al centro della sua vita. Fu caritatevole e premurosa con le consorelle, mostrando una cura materna non solo per le suore anziane e malate, ma anche per il personale laico e le alunne del collegio, favorendo quelle più povere. La sua vita si svolse in Monastero ma, attraverso la missione dell’insegnamento, fu aperta al contatto con il mondo dei giovani e delle famiglie. Anche nelle vicissitudini storiche della Spagna contemporanea, si mosse con prudenza, coraggio e carità.

Al termine della Relazione dell’Ecc.mo Ponente, che concluse constare de heroicitate virtutum, gli Em.mi ed Ecc.mi Padri risposero unanimemente al dubbio con sentenza affermativa.