Causa in corso
Joseph Auguste Arribat
- Venerabile Servo di Dio -

Joseph Auguste Arribat

(1879 - 1963)

Venerabilità:

- 08 luglio 2014

- Papa  Francesco

Sacerdote professo della Società Salesiana di San Giovanni Bosco; conquistato dal carisma salesiano, cercò di essere un fedele discepolo di San Giovanni Bosco, dimostrando ottime qualità di educatore, animatore, insegnante, direttore spirituale, predicatore e confessore. Gran parte della giornata la trascorreva in cappella, con il suo breviario in mano e sempre a totale disposizione degli studenti. Con tutte le forze si dedicò a soccorrere le famiglie prive di sostentamento a causa della guerra e rischiò la vita per trarre in salvo diversi bambini ebrei perseguitati dai nazisti

  • Biografia
La sua fu una santità caratterizzata dalla “ordinarietà” di una vita spesa totalmente al servizio di Dio e del prossimo

 

Il Venerabile Servo di Dio Joseph Auguste Arribat nacque il 17 dicembre 1879 a “Les camps” una frazione del comune di Sébrazac, zona valligiana presso Rodez, nell’attuale dipartimento dell’Aveyron, lungo cammini, che da secoli conducevano i pellegrini sia a Santiago di Compostela che a Roma.

I genitori – Auguste e Marie-Anne Romieu – ebbero sette figli, cinque maschi e due femmine, e venivano da famiglie che per generazioni avevano abitato quei luoghi, tutta gente laboriosa ed assai religiosa, tanto che numerose vocazioni erano sorte tra di loro.

Il secondogenito fu il Venerabile Servo di Dio, che venne battezzato all’indomani della nascita presso la locale parrocchia di Sainte Marie Madeleine a Trédou dal Curato Souques, con i nomi di Giuseppe Luigi Augusto.

Impegnato sia nella frequentazione della scuola comunale che nell’aiutare la sua famiglia al lavoro dei campi, il ragazzo cura altresì la propria formazione cristiana e a quattordici anni viene cresimato, e già da poco dopo inizia a coltivare il sogno di poter un giorno diventare Sacerdote, se questa fosse stata la Volontà di Dio.

Però restava da superare un ostacolo apparentemente insormontabile, e cioè la mancanza di disponibilità economica da parte dei genitori, il che ritarderà alquanto l’avvio fattivo della vocazione.

A risolvere la situazione fu il Curato Souques – lo stesso che aveva battezzato Arribat – e questo Sacerdote conosceva don Bosco e quindi avviò il giovane alla casa salesiana di Marsiglia, dove il giovane entrerà il 9 dicembre 1897, presso l’Oratorio Saint-Léon, la seconda fondazione salesiana in Francia dopo quella di Nizza, provincia de La Navarre, e qui egli si troverà talmente a suo agio da definire con certezza la propria vocazione di figlio di Maria Ausiliatrice.

Da quel momento Joseph Auguste inizia il suo iter formativo salesiano, che lo porterà a trasferirsi frequentemente sia per ragioni di studio, di servizio interno, ed anche di salute, considerando altresì il servizio militare svolto presso il Forte di Bron, vicino Lione, dall’ottobre 1900 al settembre 1901, e durante questi undici mesi egli aveva soddisfatto da buon cattolico i propri doveri religiosi presso la parrocchia del villaggio.

Terminato in anticipo il servizio militare, dopo un paio di anni trascorsi a Tolone, dal 1903 al 1904 trascorre il proprio noviziato in Italia, ad Avigliana vicino Torino, mentre la professione religiosa e i primi studi verranno realizzati ad Ivrea dal 1904 al 1906.

Tornato in Francia, a Marsiglia, e poi a La Navarre, nel comune di La Crau e dipartimento di Var, dal 1906 al 1912 completa gli studi teologici ed intanto inizia la preparazione al Sacerdozio. Nel 1911 riceve gli Ordini Minori, per poi proseguire verso il Sacerdozio, che gli viene conferito a ventitré anni il 21 dicembre 1912 a Marsiglia dal Vescovo del luogo Fabre.

Di casa stabilmente a La Navarre, vi svolge le mansioni di educatore, confessore e predicatore, aiutando al contempo nella parrocchia di Saint-Isidore a Sauvebonne nel comune di Hyères, Diocesi di Fréjus e Tolone che il Vescovo diocesano aveva già da tempo affidato la cura pastorale di quella popolazione ai Salesiani.

Nel 1915, già scoppiata la Prima Guerra Mondiale, viene richiamato alle armi ed aggregato ad un reparto di infermieri portantini, e durante questo periodo tragico assiste al fronte ad episodi di valore e di grande umanità, oltreché di fede, quando vede i soldati andare nella chiesa del villaggio per inginocchiarsi dinanzi all’immagine della SS.ma Vergine e recitare il Santo Rosario – come innumerevoli volte fece lui stesso – e ringraziarLa di averli protetti.

Il comportamento religioso e militare dell’Abbé Arribat, infermiere al fronte, è ammirevole, come attesta una certificazione rilasciata in tal senso dal Cappellano della 134° divisione di fanteria e dalla decorazione della “Croce di guerra” che egli riceve come soldato, ottenendo altresì la pensione di guerra.

Alla fine del conflitto rientra a La Navarre dove resterà fino al 1927, dedicandosi alle sue responsabilità di docente, predicatore, prefetto dei ragazzi e ricercato confessore tanto dei ragazzi come pure delle Religiose di Maria Ausiliatrice colà operanti con la necessaria nomina vescovile, oltre a riprendere la collaborazione con la parrocchia salesiana di Sauvebonne.

Il trasferimento impostogli nel 1927 dal Superiore provinciale di lasciare dopo diciannove anni La Navarre per trasferirsi al Patronato di Saint-Pierre a Nizza costò all’Arribat una sofferta obbedienza, e a detta di qualche testimone non senza lacrime egli lasciò un luogo dove era cresciuto sia come uomo che come religioso salesiano e Sacerdote, ma qui ritornerà come Direttore dal 1931 al 1934.

Nel 1934 viene nominato Direttore dell’Istituto “La Longeraie” a Morges, in Svizzera, dove resterà solamente un anno, lasciandovi però un segno significativo, quello del servizio umile e solerte.

Dopo soli undici mesi trascorsi in Svizzera, l’Arribat diventa Vice Direttore e Padre spirituale della nuova casa salesiana, il Collegio del Sacro Cuore lasciato dai Fratelli delle Scuole Cristiane, a Millau, in Aveyron, dove resterà fino al 1941. 

Nel 1941 la Francia è in crisi a causa del conflitto con la Germania e per questo la casa di Millau viene chiusa per dare spazio ed assistenza ai tanti rifugiati, per cui i Superiori nominano l’Arribat primo Direttore della scuola Saint-Pierre a Villemur-sur-Tarn, vicino Tolosa, una casa donata dalla Sig.ra Marchet, la quale nel 1939 aveva donato ai Salesiani sia la sua antica villa che la nuova costruzione della scuola, riservandosi un’ala come propria abitazione.

La “donatrice”, come viene chiamata la Marchet, non doveva avere un carattere facile, era assai impositiva, faceva continue richieste, e solo la bontà e la pazienza di Padre Arribat riuscirono a tenerla a freno, ma con il successore del Venerabile Servo di Dio, i rapporti tra i Salesiani e lei divennero pessimi e tre anni dopo la partenza dell’Arribat la scuola dovette essere chiusa per difficoltà amministrative e finanziarie.

Tornando al periodo in cui l’Arribat era Direttore a Saint-Pierre, erano tempi di guerra, tempi difficili, dove tutto mancava a tutti, ma il Venerabile Servo di Dio doveva trovare il sostentamento per i suoi ragazzi e più volte non esitò a stendere la mano per reperire nutrimento e vestiario per loro.

Un altro capitolo al contempo tragico e glorioso fu quello riguardante l’aiuto dato ad ebrei sia singoli che famiglie, come pure ad altri rifugiati, che erano ricercati dai Tedeschi.

A pronunciare la denuncia contro queste persecuzioni fu il Card. Salége, dal 1928 Arcivescovo di Tolosa, e l’Arribat fu tra i primi ad adoperarsi per nascondere i perseguitati, e particolarmente drammatico fu il momento quando le SS presero posizione nella casa salesiana e qui venne da loro scoperto il giovane ebreo Paul Futter, che in seguito dalle stesse SS fu assassinato, procurando con ciò un dolore immenso al Venerabile Servo di Dio.

Dal 1947 al 1953 l’Arribat fu Direttore e poi animatore spirituale della casa di Thonon in Alta Savoia.

Nel 1953 ritorna nella sua antica residenza de La Navarre, dove resterà fino alla morte e dove venne accolto con magnifiche dimostrazioni di affetto da parte dei suoi antichi alunni.

Per l’aggravarsi delle condizioni fisiche gli viene concesso di poter celebrare restando seduto la Santa Messa votiva della Madonna e quella dei Defunti.

Il 19 marzo 1963, nella festa di San Giuseppe suo Patrono di nome, muore serenamente

 

Inchiesta Diocesana

L’Inchiesta Diocesana si svolse presso la Curia ecclesiastica di Toulon (Francia), dal 18 marzo 1995 al 2 maggio 1998, in ottantotto Sessioni, con l’escussione di centoventuno testi, di cui tre ex officio.

La validità giuridica dell’Inchiesta fu riconosciuta con il Decreto del 25 giugno 2004.

 

Congresso Peculiare dei Consultori Teologi

Si tenne il 15 ottobre 2013, presieduto dal Promotore della Fede, con la presenza dei Consultori prescritti, i quali, dopo aver ripercorso il profilo biografico del Venerabile Servo di Dio, sottolinearono la sua figura di sacerdote semplice, umile e discreto. Figlio di Don Bosco, incarnò il carisma salesiano nella quotidianità, distinguendosi come educatore di giovani e affermato confessore. In questi delicati ambiti seppe affrontare con serenità le problematiche degli adolescenti, adottando il sistema preventivo di San Giovanni Bosco, sempre pronto alla comprensione, ma fermo nell’indicare i principi formativi e il retto comportamento.

Sacerdote di preghiera incessante, di carità delicata e attenta, fu considerato un autentico “uomo di Dio”.

Al termine del dibattito, i Consultori si espressero unanimemente con voto affermativo circa il grado eroico delle virtù, la fama di santità e di segni del Venerabile Servo di Dio.

 

Sessione Ordinaria dei Cardinali e Vescovi

Si riunì il 17 giugno 2014. L’Ecc.mo Ponente, dopo avere tratteggiato la storia della Causa e la figura del Venerabile Servo di Dio, si soffermò sull’esercizio delle virtù teologali e cardinali, sottolineando che, la sua, fu una santità caratterizzata dalla “ordinarietà” di una vita spesa totalmente al servizio di Dio e del prossimo. In particolare, i tratti specifici della sua personalità furono: il calore dell’accoglienza, il rispetto e la premura per gli altri, particolarmente per i giovani e le persone malate, la serenità. Conquistato dal carisma salesiano, cercò di essere un fedele discepolo di San Giovanni Bosco, dimostrando ottime qualità di educatore, animatore, insegnante, direttore spirituale, predicatore e confessore. Gran parte della giornata la trascorreva in cappella, con il suo breviario in mano e sempre a totale disposizione degli studenti. Con tutte le forze si dedicò a soccorrere le famiglie prive di sostentamento a causa della guerra e rischiò la vita per trarre in salvo diversi bambini ebrei perseguitati dai nazisti.

Al termine della Relazione dell’Ecc.mo Ponente, che concluse constare de heroicitate virtutum, gli Em.mi ed Ecc.mi Padri risposero al dubbio con sentenza affermativa