Causa in corso
Josip Lang
- Venerabile Servo di Dio -

Josip Lang

(1857 - 1924)

Venerabilità:

- 25 novembre 2024

- Papa  Francesco

Vescovo titolare di Alabanda e Ausiliare di Zagabria; esercitò in maniera eroica la carità verso Dio e verso il prossimo ricevendo i poveri e, anche da vescovo, li incontrava e si recava a trovarli. Quando ricoprì incarichi formativi e di governo presso il Seminario, dimostrò sempre prudenza nell’accompagnamento dei seminaristi e nel discernimento vocazionale dei giovani

  • Biografia
Fu sempre animato da una fede intensa. Pregava costantemente fin da bambino e, divenuto sacerdote, si dedicò all’esercizio assiduo del sacramento della Confessione

 

Il Venerabile Servo di Dio Josip Lang nacque il 25 gennaio del 1857 nell’arcidiocesi di Zagabria. I genitori, Dragutin e Maria Cof, erano molto religiosi. Il padre era mugnaio e la madre proveniva da una famiglia di fornai. Nei vari spostamenti della famiglia per motivo di lavoro il padre continuò sempre a svolgere il suo mestiere. Dal figlio Milan Dragutin è descritto come un uomo molto buono. Per questo suo carattere, quando morì, restarono molti debiti, in quanto non aveva incassato i crediti di molti e, di conseguenza non aveva saldato i debiti. La mamma era una donna onesta. Di natura impetuosa e impulsiva. Fin da piccolo Josip era molto devoto. Partecipava attivamente alla vita parrocchiale, distinguendosi per la sua preghiera accorata. Spesso si ritirava a pregare in silenzio. Con la morte del padre a 38 anni, la famiglia visse momenti difficili economicamente. La madre chiese al Cardinale Mihalović che Josip potesse essere accettato nell’orfanotrofio arcivescovile, dove la preghiera si intensificò e maturò la sua vocazione sacerdotale. Dal 1875 al 1877 frequentò il seminario, dando prova delle sue virtù di carità e di pietà. Il suo impegno nella vita ascetica era pari a quello nello studio per cui il Cardinale decise di inviarlo a Roma per continuare il suo approfondimento teologico. Alloggiò al Collegio Germanico e partecipò alle lezioni che si tenevano alla Gregoriana. La sua debolezza fisica, causata dalla severità dei suoi superiori, dalla diversità di clima e di alimentazione, influì in quegli anni anche sul suo spirito, per cui ritornò in patria stanco e debilitato interiormente.

Fu assistito dalla madre che lavorava come perpetua presso il parroco Mijo Milić. Fu ordinato sacerdote nel 1883. Nelle sue prime attività apostoliche emergevano forti le sue motivazioni vocazionali. Durante la giornata si dedicava alla preghiera personale e all’ascolto dei fedeli con discrezione e con profonda attenzione. La gente lo stimava per la sua umanità e per la ricchezza del suo spirito. Infatti era richiesto come confessore. Fu inviato presso le Suore della Carità all’ospedale di Zagabria per assistere gli ammalati e le suore. Impartì lezioni di italiano alle ragazze che frequentavano le scuole delle suore. Era apprezzato per il suo stile semplice nelle varie celebrazioni liturgiche. Aveva una parola semplice e accattivante tanto da essere sempre invitato per la predicazione.

Nel 1898 dovette assentarsi più volte perché si era ammalato di polmonite e pleurite. Successivamente fu nominato padre spirituale del seminario di Zagabria. Seguiva personalmente i seminaristi, offrendo un modello di sacerdote innamorato di Dio e della Chiesa. Commuovevano la sua devozione mariana e la sua pietà che colpiva per la profondità dei contenuti. Aveva dato una svolta al ministero dell’ascolto, perché si interessava dei ragazzi sotto tutti gli aspetti, da quello psicologico a quello fisico e spirituale. Aveva una linea pedagogica chiara e adatta ai tempi tanto che il Cardinale lo volle come rettore del seminario nel 1908. Per la sua rettitudine morale e spirituale ebbe altri e importanti incarichi come presidente relatore della Curia di Zagabria e del tribunale matrimoniale. Nel 1912 per motivi che andavano oltre la sua persona dovette dare le dimissioni come rettore.

In quegli anni la Croazia era sotto il domino dell’Ungheria. Quando alcuni professori dell’università di Zagabria furono dimissionati e pensionati dalle autorità Ungheresi, scoppiò la rivolta dei giovani che coinvolsero anche i seminaristi, essendo la facoltà di teologia inserita nell’Università di Zagabria. Quest’ultimi senza avvisare i loro superiori parteciparono alla rivolta. I sacerdoti più anziani del seminario per questo grave atto di disobbedienza chiesero le dimissioni del rettore che con grande umiltà e sofferenza si allontanò dal seminario. Alla situazione dell’università si aggiunse anche il problema della città di Fiume che era unita alla diocesi croata di Senj, mentre i Magiari volevano staccarla per averla sotto il loro potere. Fu impegnato in questa disputa religiosa e politica anche il Segretario di Stato, il Cardinale Merry del Val. Il Venerabile Servo di Dio fu difeso a spada tratta per le sue convinzioni politiche e per la sua fedeltà alla Santa Sede. Dopo il suo ministero in seminario venne assegnato alla parrocchia della Cattedrale: confessava, predicava e agiva con grande carità nei riguardi dei più bisognosi.

Nel 1914 l’Arcivescovo di Zagabria Antun Bauer lo richiese all’Imperatore e alla Santa Sede come suo vescovo ausiliare. Nella documentazione presentata al Segretario di Stato viene descritto come un ecclesiastico molto degno e adorno di grandi virtù. Fu eletto vescovo riscuotendo la stima e la simpatia del clero e del popolo di Dio.

Il suo apostolato fu intensissimo, evangelizzando con la parola e con l’esempio. Si impegnò a far nascere una coscienza cristiana e cattolica nei riguardi della politica e dell’attività sociale. Si impegnò anche nel dialogo con le Chiese orientali. Nel suo apostolato c’era un posto importante riservato ai poveri e agli ammalati. Un amore profondissimo all’Eucaristia per cui preparò e partecipò ai Congressi Eucaristici, svolgendo catechesi sull’importanza della comunione quotidiana.

Dal 1923 il suo stato di salute peggiorò continuamente. L’anno successivo ebbe crisi di cuore per cui fu ricoverato in ospedale. La sua salute era ormai peggiorata. Mons. Lang si spense con quella serenità che lo aveva accompagnato per tutta la vita.

La fama di santità goduta già nel corso della sua vita continuò dopo la morte tanto che il Beato Alojzie Stepinac volle avviare il processo di beatificazione. Visitando la cattedrale di Zagabria nel 1994, a settant’anni dalla morte, l’allora Papa San Giovanni Paolo II, ricordò Josip Lang citandolo tra coloro “di una lunga serie di uomini e donne che nei nostri tempi si sono distinti nel vivere le virtù cristiane”.