Causa in corso
Luigi Savaré
- Venerabile Servo di Dio -

Luigi Savaré

(1878 - 1949)

Venerabilità:

- 12 giugno 2014

- Papa  Francesco

Sacerdote diocesano; fu un uomo non comune, dallo spirito illuminato e attento agli avvenimenti, che seppe cogliere i segni dei tempi. Si dedicò alla formazione cristiana dei giovani, desiderando anche assicurare loro un futuro dignitoso, mediante l’insegnamento di una professione e la costituzione di un piccolo capitale per quando sarebbero diventati adulti

  • Biografia
I suoi costanti punti di riferimento furono: l’amore al Santissimo Sacramento e alla Madonna, la meditazione personale della Sacra Scrittura accompagnata dallo studio, la venerazione dei Santi, assunti come modelli

 

Il Venerabile Servo di Dio Luigi Savaré nacque a Cremona il 15 agosto 1878, in una famiglia povera e profondamente religiosa, originaria di Lodi. Il fratello maggiore, Bernardo, fu accolto nel 1882 da San Giovanni Bosco fra i Salesiani e venne ordinato sacerdote nel 1890.

Nel 1891, entrò nel Seminario Vescovile di Lodi, dove la famiglia era ritornata per questioni economiche. Si distinse per la sua santa vita, la pietà mariana e l’approfondimento degli studi sociali sorti dopo la Rerum Novarum di Leone XIII.

Durante gli Esercizi Spirituali in preparazione dell’ordinazione sacerdotale, stese un regolamento di vita sacerdotale, i cui capisaldi erano: ricercare sempre la via dell’umiltà e dell’obbedienza ai Superiori; vivere gli uffici propri del sacerdote non come mestierante bensì con cuore; dedicarsi all’orazione mentale secondo il metodo di Sant’Ignazio, accostarsi alla confessione settimanale, agli Esercizi mensili ed annuali; riservare tempo allo studio, particolarmente della teologia morale.

Ordinato sacerdote il 6 giugno 1903, iniziò il ministero pastorale in qualità di Vicario cooperatore a Corno Giovine (Lodi), dove, resosi conto dell’estrema povertà della gente, avviò varie iniziative sociali: ristrutturò una vecchia fornace per fabbricare mattoni, dove avviare una Cooperativa vinicola ed una per i contadini; iniziò, nella canonica, un oratorio per ragazzi; fondò il Comitato dei Congressi Cattolici e il Fascio Democratico Cristiano.

Nel 1909, il Vescovo lo nominò Vicario coadiutore della Cattedrale di Lodi e, poco dopo, Direttore dell’Oratorio cittadino di Lodi. Per quattordici anni mise in atto numerose iniziative sia a livello catechistico che sociale: fondò una rivista e numerose associazioni per coinvolgere nella sua opera il maggior numero possibile di persone; nel 1914 inaugurò il nuovo Oratorio; diede vita alla “Banca dei Centesimi”, che consisteva nel ritirare egli stesso settimanalmente gli spiccioli dei ragazzi per consegnare loro a Natale gli interessi, che aggiungeva di tasca propria, e, al compimento del venticinquesimo anno di età, il capitale raggiunto, con il quale poter intraprendere iniziative nel mondo del lavoro.

Don Luigi era convinto che un Direttore di Oratorio dovesse avere tre qualità che deve avere: essere stimato “santo” dai suoi giovani; essere reputato “dotto”; fare comprendere ai giovani di essere da lui amati. Vivendo egli stesso queste qualità, si occupava, non solo dei momenti ludici, ma soprattutto della formazione religiosa dei ragazzi, inculcando loro l’amore alla preghiera e la devozione all’Eucaristia e a Maria Ausiliatrice. Coltivò le vocazioni sacerdotali, ebbe buoni rapporti con i suoi collaboratori ed era stimato dal mondo laico, tanto da acquistarsi il soprannome di “Don Bosco di Lodi”.

Contemporaneamente all’attività oratoriale, continuò pure la sua attività di insegnamento nel Seminario.

Nel 1939, come riconoscimento per il trentennale lavoro al servizio della gioventù, Pio XII lo annoverò tra i Camerieri Segreti Soprannumerari.

Nel 1945, fu nominato Rettore del Santuario di Maria Ausiliatrice, dove si dedicò all’amministrazione dei Sacramenti, al completamento dello stesso Santuario e al riordino dell’archivio dell’Oratorio.

In seguito all’aggravarsi del suo stato di salute, morì a Lodi il 22 marzo 1949.

 

Inchiesta Diocesana

L’Inchiesta diocesana si svolse presso la Curia ecclesiastica di Lodi (Italia), dal 31 ottobre 1996 al 28 giugno 1997, in sessantaquattro Sessioni, con l’escussione di sessanta testi, di cui sette ex officio.

La validità giuridica dell’Inchiesta fu riconosciuta con il Decreto del 23 ottobre 1998.

 

Congresso Peculiare dei Consultori Teologi

Si tenne il 7 febbraio 2013, presieduto dal Promotore della Fede, con la presenza dei Consultori prescritti, i quali sottolinearono la carità operosa, che il Venerabile Servo di Dio svolse a favore dei bisognosi e degli emarginati di Lodi.

Quando esplose la questione operaia, egli, ispirandosi all’esperienza di San Giovanni Bosco, offrì una risposta pastorale all’altezza della nuova sfida. Nel delineare il profilo virtuoso di questo sacerdote lodigiano, emersero sia la sua grande capacità di accoglienza sia il suo generoso apostolato tra i giovani, entrambi radicati in una profonda fede e in una solida spiritualità cristologica e mariologica.

Al termine del dibattito, i Consultori si espressero unanimemente con voto affermativo circa il grado eroico delle virtù, la fama di santità e di segni del Venerabile Servo di Dio.

 

Sessione Ordinaria dei Cardinali e Vescovi

Si riunì il 20 maggio 2014. L’Ecc.mo Ponente, dopo aver riassunto la storia della Causa, si soffermò sulla figura del Venerabile Servo di Dio, sottolineando la sua fede semplice ma robusta. I suoi costanti punti di riferimento furono: l’amore al Santissimo Sacramento e alla Madonna, la meditazione personale della Sacra Scrittura accompagnata dallo studio, la venerazione dei Santi, assunti come modelli. Fu un uomo non comune, dallo spirito illuminato e attento agli avvenimenti, che seppe cogliere i segni dei tempi. Si dedicò alla formazione cristiana dei giovani, desiderando anche assicurare loro un futuro dignitoso, mediante l’insegnamento di una professione e la costituzione di un piccolo capitale per quando sarebbero diventati adulti.

Al termine della Relazione dell’Ecc.mo Ponente, che concluse constare de heroicitate virtutum, gli Em.mi ed Ecc.mi Padri risposero unanimemente al dubbio con sentenza affermativa