Luigi Trelles y Noguerol
(1819 - 1891)
Laico, Fondatore dell'Adorazione Notturna in Spagna; uomo di grande fede, si incamminò sin da giovane sulla via della perfezione. Desiderava raggiungere la santità nel suo stato laicale e, cercando di mettere sempre al primo posto i valori evangelici, formò una famiglia cristiana e si realizzò nel campo professionale come avvocato. Concepì il suo lavoro come una missione
Il Venerabile Servo di Dio Luigi Trelles y Noguerol nacque a Viveiro (Spagna), il 20 agosto 1819. Dopo aver frequentato gli studi nel Collegio della Natività della Vergine della città natale e nel Seminario diocesano di Mondoñedo (Spagna), si iscrisse alla Facoltà di Diritto di Santiago de Compostela (Spagna), dove conseguì il Dottorato nel 1840. Dopo aver esercitato la professione di Avvocato nell’ufficio del padre a Viveiro, dal 1842 al 1852 si trasferì a La Coruña (Spagna), continuando l’attività forense e partecipando alla fondazione della Revista Periódica Jurídica y Administrativa de Galicia. Nel 1852 si trasferì a Madrid e, l’anno successivo, fu eletto deputato del partito liberale al governo per il distretto di Viveiro. Il suo mandato durò poche settimane, perché il Parlamento fu sciolto e, nelle elezioni seguenti, il Servo di Dio non si presentò come candidato; sostenendo un suo amico, Miguel Cociña, assieme al quale, nel 1853, fondò la rivista El Oriente, con indirizzo liberale moderato. Poiché tale rivista pubblicava articoli critici nei riguardi del Governo, venne soppressa dopo sei mesi.
Nel 1854, in seguito a manifestazioni anticristiane e anticlericali del liberalismo, si allontanò da tale ideologia, rinunciando a tutti gli incarichi diplomatici e politici che gli furono offerti. Dal 1854 al 1864, si dedicò alla preghiera, allo studio e alle opere di carità, continuando la sua attività di avvocato, con particolare riguardo alla difesa dei poveri. Nel 1858, fondò a Viveiro una Conferenza di San Vincenzo e, nel 1861, realizzò il suo primo viaggio a Parigi, per partecipare ad una riunione con i dirigenti delle Conferenze Vincenziane. Contemporaneamente, l’incontro con i promotori dell’Adorazione Notturna francese, gli fece maturare il progetto di impiantarla anche in Spagna.
Nel 1863 si sposò con Adelaida Cuadrado Retana, vedova con un figlio. Dal matrimonio nacquero tre figli, due dei quali morirono prematuramente. Nello stesso anno, iniziò a partecipare all’Associazione del Culto Continuo del Santissimo Sacramento, della quale, nel 1868, dopo la morte del Fondatore Francisco Zamora Granados, assunse la direzione. Per diffondere il Culto Eucaristico, nel 1870 diede vita al periodico La Lámpara del Santuario, di cui rimase direttore e redattore fino alla morte e sulla quale pubblicò numerosi articoli di carattere religioso e spirituale. Nel 1871 fu eletto deputato per il partito conservatore a Vilademuls (Gerona).
A Madrid nel 1872 fondò il Centro Eucarístico e nel 1877 l’Adoración Nocturna Española, sul modello francese. Nel 1881, a Saragozza, diede inizio all’Associazione delle Camareras de Jesús Sacramentado, che aveva come obiettivo quello di provvedere ad una degna celebrazione del culto eucaristico e dell’adorazione del Santissimo Sacramento.
Negli anni 1877-1891 il Servo di Dio viaggiò per tutta la Spagna, avviando diverse sezioni locali della Adorazione Notturna. Mentre si trovava, per tale scopo, a Zamora (Spagna), si ammalò di polmonite e morì il 1° luglio 1891.
ITER DELLA CAUSA
L’Inchiesta diocesana si svolse presso la Curia ecclesiastica di Zamora (Spagna), dal 15 ottobre 1994 al 22 gennaio 2000, in quattordici Sessioni, durante le quali furono raccolte le prove documentali ed escussi otto testi, di cui uno ex officio.
Fu celebrata un’Inchiesta Rogatoriale a Tui-Vigo (Spagna), nel mese di luglio 1995, con l’escussione di due testi, di cui uno ex officio.
La validità giuridica delle Inchieste fu riconosciuta dalla Congregazione con il Decreto del 24 novembre 2000.
SEDUTA DEI CONSULTORI STORICI
Si svolse il 22 settembre 2009.
A conclusione del dibattito, il risultato finale per i tre quesiti di rito, ossia sull’esaustività delle prove, sull’attendibilità dei documenti archivistici e sul fondamento delle virtù eroiche, fu affermativo.
CONGRESSO DEI CONSULTORI TEOLOGI
Si tenne il 25 febbraio 2014. I Consultori, delineando il ritratto biografico del Venerabile Servo di Dio, sottolinearono che egli fu un laico impegnato nella vita ecclesiale, sociale e politica.
Uomo di grande fede, si incamminò sin da giovane sulla via della perfezione. Desiderava raggiungere la santità nel suo stato laicale e, cercando di mettere sempre al primo posto i valori evangelici, formò una famiglia cristiana e si realizzò nel campo professionale come avvocato. Concepì il suo lavoro come una missione, utilizzando le sue competenze per opere di carità concreta, tutelando i diritti dei poveri e aiutando molte persone in difficoltà. Conservò l’umiltà, la mitezza e la temperanza. Dotato di un profondo senso della giustizia, si batté per contrastare le iniquità e si prodigò per la pacificazione fra le varie fazioni. Alimentò la fede con una costante preghiera e meditazione, come risulta anche dai suoi scritti che contengono riflessioni profonde. Il centro della sua spiritualità fu il Mistero Eucaristico. In un periodo in cui si avvertivano ancora gli influssi del giansenismo che scoraggiava la frequenza all’Eucaristia, il Servo di Dio cercò di diffondere l’amore per il Santissimo Sacramento, fondando in Spagna il Movimento dell’Adorazione Notturna, che aveva conosciuto durante la sua permanenza in Francia. Cercò di coinvolgere nell’apostolato anche i laici.
Al termine del dibattito, i Consultori si espressero unanimemente con voto affermativo circa il grado eroico delle virtù, la fama di santità e di segni del Venerabile Servo di Dio.
SESSIONE ORDINARIA DEI CARDINALI E VESCOVI
Si riunì il 16 dicembre 2014. L’Em.mo Ponente, dopo avere tratteggiato la storia della Causa e la figura del Venerabile Servo di Dio, si soffermò sul suo esercizio delle virtù teologali e cardinali, maturato durante un cammino di profonda crescita spirituale. La fede fu il respiro della sua anima, fin da piccolo. L’approfondì nei vari collegi dove fu inviato; la visse nel suo apostolato, nell’attività forense e in quella politica. La fede vissuta in comunione con Dio nella Chiesa si accompagnò all’amore teologale verso il Signore e verso i fratelli. La carità fu al vertice delle sue aspirazioni. Fece suo il motto ignaziano: Omnia ad maiorem Dei Gloriam. Impegnò tutte le sue forze per la catechesi e l’Adorazione Eucaristica.
Al termine della Relazione dell’Em.mo Ponente, che concluse constare de heroicitate virtutum, gli Em.mi ed Ecc.mi Padri risposero al dubbio con sentenza affermativa.