Causa in corso
Margherita Ricci Curbastro (al secolo: Costanza)
- Venerabile Serva di Dio -

Margherita Ricci Curbastro (al secolo: Costanza)

(1856 - 1923)

Venerabilità:

- 14 aprile 2018

- Papa  Francesco

Fondatrice della Congregazione delle Ancelle del Sacro Cuore di Gesù Agonizzante, coltivò una particolare devozione al Sacro Cuore. L’amore per Dio la spinse a donarsi al prossimo. Da qui la cura per le bambine abbandonate, le orfane e le ragazze da educare

  • Biografia
La sua spiritualità era centrata sulla riparazione, che seppe incarnare anche offrendosi come vittima per la salvezza dei peccatori

 

    La Venerabile Serva di Dio Margherita Ricci Curbastro (al secolo: Costanza) nacque a Lugo di Romagna (Italia) il 6 ottobre 1856, in una famiglia agiata e di solide radici cristiane. All’età di dieci anni, insieme alla sorella Giustina, fu inviata come alunna al Collegio Corpus Domini di Forlì, dove ebbe modo di maturare umanamente e spiritualmente. Tornate in famiglia dopo quattro anni, la sorella Giustina decise di entrare nella Congregazione delle Figlie della Carità di San Vincenzo de’ Paoli, mentre lei visse un percorso più travagliato nella scelta vocazionale. Dal 1880 ebbe come direttore spirituale il Ven. Servo di Dio Marco Morelli. Dal 1882 trascorse dieci mesi tra le Figlie della Carità di San Vincenzo de’ Paoli a Livorno e a Siena, fino a divenire novizia.

    Non sentendosi chiamata su quella strada, ritornò a Lugo, lasciandosi coinvolgere, insieme ad altre giovani, nel “progetto” di Mons. Morelli di istituire una Congregazione religiosa, le “Ancelle del Sacro Cuore di Gesù Agonizzante”, consacrate alla riparazione delle offese al Cuore divino e alla promozione delle povere figlie del popolo. Con l’acquisto e la ristrutturazione di una casa, il 17 ottobre 1888 ebbe inizio ufficiale l’Istituto delle Ancelle del Sacro Cuore di Gesù Agonizzante, nel quale la Serva di Dio emise la professione religiosa l’8 aprile 1892.

    Da subito venne eletta, e sempre riconfermata, “Superiora Primaria” e con le altre Suore assimilò e approfondì le Regole e lo Spirito delle Ancelle, redatte dal Morelli, inculcando e diffondendo il “carisma della riparazione”.

    Il 29 maggio 1900 la Comunità “di preghiera e lavoro, a servizio e per la dignità delle povere figlie del popolo” ricevette l’approvazione vescovile.

    In comunione con il Ven. Morelli, l’opera si consolidò sempre più a Lugo con un “Oratorio pubblico” dedicato al Sacro Cuore di Gesù Agonizzante e la fondazione Opera delle Figlie della Provvidenza. Nel ruolo di Madre e Fondatrice, affrontò numerosi e faticosi viaggi per seguire personalmente l’apertura delle prime Case filiali.

    Il 27 giugno 1912 Mons. Marco Morelli morì e lei continuò a spendere le sue energie fisiche e spirituali per il bene e lo sviluppo dell’Istituto, provvedendo alla preparazione culturale, professionale e spirituale delle suore e affrontando con coraggio le emergenze della Prima Guerra Mondiale con l’invio di Suore in quattro ospedali militari e con l’accoglienza degli orfani.

    Morì il 7 gennaio 1923 a Lugo di Romagna (Italia).

    Compì un percorso in continua ascesa, sviluppatosi quasi parallelamente alla crescita della Congregazione. In lei era presente l’anelito alla santità personale e comunitaria. Donna concreta, si dimostrò abile amministratrice nel gestire sia le risorse umane sia quelle finanziarie.

    La sua spiritualità era centrata sulla riparazione, che seppe incarnare anche offrendosi come vittima per la salvezza dei peccatori. Coltivò una particolare devozione al Sacro Cuore. L’amore per Dio la spinse a donarsi al prossimo. Da qui la cura per le bambine abbandonate, le orfane e le ragazze da educare. Gli ultimi anni di vita furono ricchi di frutti spirituali, in totale adesione alla volontà di Dio.

    Grandi erano il suo spirito di fede e il suo totale abbandono alla volontà di Dio, alimentati dalla preghiera assidua e intensa. Sapeva affidarsi con fiducia e naturalezza alla volontà di Dio, soprattutto nei momenti difficili, certa nei Suoi interventi che le avrebbero fatto superare ogni difficoltà. Incentrò l’attività sua e dell’Istituto alla promozione delle ragazze, a partire da quelle che provenivano da condizioni culturali ed economiche precarie, tenendo presenti gli orientamenti della Rerum Novarum.