Causa in corso
Maria Cristina Cella Mocellin
- Venerabile Serva di Dio -

Maria Cristina Cella Mocellin

(1969 - 1995)

Venerabilità:

- 30 agosto 2021

- Papa  Francesco

Fedele laica e madre di famiglia, diede sempre una testimonianza di fede forte e sicura, che si traduceva nell’impegno di vivere la volontà di Dio. Pose a fondamento della sua vita la fedeltà al Signore, l’ascolto della sua Parola e la comprensione verso tutte le persone

  • Biografia
  • Decreto sulle Virtù
«Fu quella sera, in macchina di ritorno dall’ospedale, che ti muovesti per la prima volta. Sembrava che mi dicessi “grazie mamma che mi vuoi bene!”»

 

    La Venerabile Serva di Dio Maria Cristina Cella Mocellin nacque a Cinisello Balsamo (Italia) il 18 agosto 1969, in una famiglia di sani principi cristiani. Fin da piccola frequentò l’oratorio della parrocchia, dove ricevette i rudimenti della fede cattolica, partecipando al catechismo sotto la guida delle Suore della Carità di Santa Giovanna Antida Thouret. Adolescente, si impegnò con entusiasmo come catechista e animatrice dell’oratorio, rivelando un carattere forte e coerente. Mentre frequentava il liceo linguistico “Regina Pacis” a Cusano Milanese, conobbe la comunità delle Figlie di Maria Ausiliatrice di don Bosco ed iniziò un cammino di discernimento vocazionale. Attratta dall’esempio delle Suore della sua Parrocchia, pensò di orientarsi verso quella Congregazione religiosa.

    Mentre si trovava in vacanza con la famiglia a Valstagna (Vicenza), nel 1985 conobbe Carlo Mocellin e comprese che il Signore la chiamava alla vita matrimoniale.

    Nell’estate del 1987, appena compiuti i diciotto anni, le comparve un sarcoma alla gamba sinistra e subì un primo intervento chirurgico il 9 dicembre. Nonostante i lunghi mesi di chemioterapia, superò brillantemente gli esami di maturità e si iscrisse alla Facoltà di Lingue dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.

    Il 2 febbraio 1991, Maria Cristina e Carlo contrassero matrimonio e si stabilirono a Carpanè (Vicenza). Dopo aver avuto due figli, nell’autunno del 1993, rimase nuovamente incinta ma, insieme alla gravidanza, riapparve un nuovo sarcoma alla medesima gamba che cinque anni prima l’aveva così duramente provata.

    Con il supporto del marito, decise di sottoporsi solo alle cure mediche che non avrebbero messo a rischio la vita del bambino. Quindi, nel 1994, subì un intervento chirurgico locale e soltanto dopo il parto, iniziò le terapie per il tumore.

    Morì il 22 ottobre 1995 a Bassano del Grappa (Italia), all’età di 26 anni.

    La Venerabile Serva di Dio diede sempre una testimonianza di fede forte e sicura, che si traduceva nell’impegno di vivere la volontà di Dio. Pose a fondamento della sua vita la fedeltà al Signore, l’ascolto della sua Parola e la comprensione verso tutte le persone. Il suo eroico vissuto di fede la portò anche a vivere la sofferenza nell’abbandono confidente all’amore di Dio.

    Visse la speranza come robusta fiducia in Dio e nella sua presenza. Era certa dell’amore di Dio per ciascuno, così come era certa della meta finale, il paradiso, a cui sapeva guardare con serenità.

    Manifestò lungo tutta la sua vita un vero e proprio innamoramento verso il Signore, che si esprimeva nelle parole, attestate soprattutto nel Diario, come pure nelle sue scelte di vita. Aperta di carattere, alimentava un atteggiamento di attenzione per gli altri e le loro necessità. Riconosceva nell’impegno educativo una possibilità particolare di servizio, che viveva come testimonianza della verità.

    La sua carità eroica si manifestò in particolare verso il marito Carlo, per il quale nutrì un amore profondo, fedele e sempre aperto alla presenza del Signore.

    La lettera che Maria Cristina scrisse al terzo figlio, ne testimonia l’esercizio delle virtù in modo eroico: «Caro Riccardo, tu devi sapere che non sei qui per caso. Il Signore ha voluto che tu nascessi nonostante tutti i problemi che c’erano. Papà e mamma, puoi ben capire, non erano molto contenti all’idea di aspettare un altro bambino, visto che Francesco e Lucia erano molto piccoli. Ma quando abbiamo saputo che c’eri, t’abbiamo amato e voluto con tutte le nostre forze. Ricordo il giorno in cui il dottore mi disse che diagnosticava ancora un tumore all’inguine. La mia reazione fu quella di ripetere più volte “Sono incinta! Sono incinta! Ma io dottore sono incinta!” Per far fronte alle paure di quel momento ci venne data una forza smisurata di volontà di averti. Mi opposi con tutte le mie forze al rinunciare a te, tanto che il medico capì già tutto e non aggiunse altro. Riccardo, sei un dono per noi. Fu quella sera, in macchina di ritorno dall’ospedale, che ti muovesti per la prima volta. Sembrava che mi dicessi “grazie mamma che mi vuoi bene!”. E come potevamo non volertene? Tu sei prezioso, e quando ti guardo e ti vedo così bello, vispo, simpatico, penso che non c’è sofferenza al mondo che non valga la pena sopportare per un figlio. Il Signore ha voluto ricolmarci di gioia: abbiamo tre bambini stupendi, che se Lui vorrà, con la sua grazia, potranno crescere come Lui vuole. Non posso che ringraziare Dio, perché ha voluto farci questo dono grande che sono i nostri figli. Solo Lui sa come ne vorremmo altri, ma per ora è davvero impossibile. Grazie Signore».

 

PADOVA

 

BEATIFICAZIONE e CANONIZZAZIONE

della Serva di Dio

MARIA CRISTINA CELLA MOCELLIN

Laica e madre di famiglia

(1969-1995)

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DECRETO SULLE VIRTU'

 

 

    “Signore, voglio solo Te! Amo solo Te! Cerco solo Te!”.

    Quando scrive nel suo diario queste parole, la Serva di Dio Maria Cristina Cella Mocellin non ha ancora sedici anni, ma già si rivela il suo più profondo desiderio. Ella non solo volle vivere alla presenza di Dio, tanto nella Messa e nella preghiera quanto nel servizio al prossimo, ma si preparava a rispondere alla chiamata di Dio che, un giorno, le chiederà di donare completamente se stessa fra le braccia del Cristo crocifisso. La donazione totale di sé infatti, rinviando la terapia per permettere la nascita del terzo figlio Riccardo, fu un gesto preparato da un costante e progressivo cammino di fede, mediante il quale ella divenne tutta del Signore.

    La Serva di Dio Maria Cristina Cella nacque a Cinisello Balsamo il 18 agosto 1969. Frequentò la scuola elementare delle Figlie del Divino Zelo a Taccona, vicino a Monza, e trascorse gli anni dell’adolescenza nell’Oratorio della parrocchia della Sacra Famiglia, non lontano da casa, dove operavano anche le Suore di Santa Giovanna Antida Thouret.

    Nel pieno dell’adolescenza partecipava quotidianamente alla Messa e prendeva parte con frequenza ai ritiri spirituali. Domandava con sincerità a Dio cosa chiedesse alla sua vita. Nell’estate 1985 a Valstagna, dove abitavano i nonni, conobbe il giovane Carlo Mocellin, con cui strinse un lungo tempo di fidanzamento.

    Nel 1986, di ritorno da un periodo di studio in Canada, si manifestò nuovamente la grave patologia tumorale alla coscia sinistra, i cui segni già si erano rilevati due anni prima. Il 9 dicembre 1987 veniva operata, poi sottoposta a chemioterapia. La malattia pareva sconfitta, così che la Serva di Dio, conseguito il diploma di Maturità, si iscrisse alla Facoltà di lingue straniere all’Università Cattolica di Milano. Nel febbraio 1991 Carlo Mocellin e la Serva di Dio celebrarono il Matrimonio nella parrocchia della Sacra Famiglia di Cinisello Balsamo. Si stabilirono quindi a Carpané Valstagna, in provincia di Vicenza.

    Nacquero Francesco nel 1991 e Lucia nel 1993. Nell’ottobre dello stesso anno la Serva di Dio aspettava il terzo figlio, quando inaspettatamente il tumore ricomparve. Nei momenti più tragici di questa circostanza non ebbe mai a dubitare dell’amore di Dio, cui si abbandonò con totale fiducia. Alcuni mesi dopo fu costretta ad entrare in ospedale per essere nuovamente operata. Prima dell’intervento avrebbe dovuto iniziare la chemioterapia, ma rifiutò per non recare qualche danno al bambino che portava in grembo. Il 28 luglio 1994 nacque Riccardo.

    Il male progredì e intaccò anche i polmoni. Chiese l’Unzione degli Infermi, che ricevette il 28 aprile 1995, allorché si festeggiava per la prima volta la memoria liturgica di Santa Gianna Beretta Molla. Negli ultimi giorni di vita la Serva di Dio ebbe ancora più chiaro il senso della sua vocazione ad appartenere completamente a Dio, che è amore, nell’amore del suo sposo e dei propri figli. Il suo Calvario si concluse il 22 ottobre 1995 a Bassano del Grappa.

     L’eroica offerta della vita della Serva di Dio fu autenticamente suggerita e sostenuta dalla carità. Non le mancarono anche la fede e la speranza in Dio, quelle che tanto aveva imparato a conoscere e coltivare fin dall’adolescenza. Si era anche domandata se Dio non la stesse chiamando alla vita consacrata, perché sentiva decisamente suo il motto “Dio solo!” delle Suore della Carità. Fece tuttavia un’esperienza santa e benedetta dell’amore umano, realizzando nello stato laicale una piena unione con Dio mediante la famiglia. Scrisse un giorno al marito: “Io ti amo, tu mi ami, ma il nostro amore è contenuto nell’amore del nostro Dio”. Il bisogno di Dio si traduceva per lei nella pietà per l’Eucaristia, del cui sostegno mai riuscì a fare a meno. Le virtù cristiane risplendono quindi non solo nel suo essere sposa, ma anche nell’amicizia che strinse con molti e nella maternità verso i suoi bambini. La sofferenza, accolta e sopportata con cristiana fortezza, rese ancora più perfetta la sua testimonianza di fede e carità.

    Poiché col passare del tempo la fama di santità di questa giovane mamma non è mai andata estinguendosi, il Vescovo di Padova stabilì di aprirne la Causa di beatificazione e canonizzazione. L’8 novembre 2008 aprì l’Inchiesta diocesana, che portò poi a conclusione il 18 maggio 2012. Questa Congregazione delle Cause dei Santi ne ha riconosciuto la validità giuridica con decreto del 18 aprile 2013. Preparata la Positio, si è discusso se la Serva di Dio abbia esercitato le virtù cristiane in grado eroico. I Consultori Teologi hanno dato parere favorevole il 3 dicembre 2020. I Padri Cardinali e Vescovi, riuniti in Sessione Ordinaria il 6 luglio 2021, hanno riconosciuto che la Serva di Dio ha esercitato eroicamente le virtù teologali, cardinali e annesse.

    Il sottoscritto Cardinale Prefetto ha quindi riferito tutte queste cose al Sommo Pontefice Francesco. Sua Santità, accogliendo e ratificando i voti della Congregazione delle Cause dei Santi, ha oggi dichiarato: Sono provate le virtù teologali Fede, Speranza e Carità verso Dio e verso il prossimo, nonché le cardinali Prudenza, Giustizia, Fortezza e Temperanza ed annesse in grado eroico della Serva di Dio Maria Cristina Cella Mocellin, Laica e madre di famiglia, nel caso e per il fine di cui si tratta.

    Il Sommo Pontefice ha poi disposto che il presente decreto venga pubblicato e inserito negli atti della Congregazione delle Cause dei Santi.

    Dato a Roma il 30 agosto nell’anno del Signore 2021.

 

Marcello Card. Semeraro

Prefetto

 

                                                                                + Fabio Fabene

                                                                                Arciv. tit. di Montefiascone

                                                                                Segretario

 

 

 

 

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PATAVINA

 

BEATIFICATIONIS et CANONIZATIONIS

Servae Dei

MARIAE CHRISTINAE CELLA MOCELLIN

Christifidelis laicae et matrisfamilias

(1969-1995)

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DECRETUM SUPER VIRTUTIBUS

 

 

    “Domine, te tantum cupio! Te tantum amo! Te tantum quaero!”.

    Cum in suis actibus diurnis haec verba scriberet, Serva Dei Maria Christina Cella Mocellin sedecim annos iam non compleverat. Quod penitus cupiebat, quomodo tamen patefecit. Non tantum enim coram Deo vivere voluit, tam per Missam et precationem, quam per proximo ministrandum, sed etiam se postea Deo respondere praeparabat, ipsam inter bracchia Christi crucifixi totam offerre postulaturo. Illa sui ipsius oblatio, cum curationem incipiendam differiret ut tertius filius nasci posset, continuo ac progrediente fidei itinere confecta est, per quod ipsa omnino facta est Dei.

    Serva Dei Maria Christina Cella Cinixelli Balsami nata est die 18 mensis Augusti anno 1969. Filiarum a Divino Zero ludos litterarios in vico v.d. Taccona, prope Modiciam, frequentavit atque adulescentiae annos degit in Oratorio paroeciae Sacrae Familiae, a domo sua non longe, quo loco et Sorores Sanctae Ioannae Antidae Thouret operabantur.

    Eadem media adulescentia, cotidie Missae intererat ac spiritualibus frequenter recessibus. Sincero animo, quid Deus de vita eius vellet, quaerebat. Aestate anni 1985 Valle Stagna, cuius avi eius erant incolae, iuvenem Carolum Mocellin cognovit, quem diu habuit desponsum.

    Anno 1986, cum a quodam studiorum tempore in Canada peracto redivisset, gravis cancerosus coxae sinistrae morbus, cuius signa duobus annis ante iam comperta erant, denuo se ostendit. Die 19 mensis Decembris anno 1987 sectione chirurgica laboravit, dein chemotherapiae est subiecta. Debellatus morbus videbatur, ut Serva Dei, Maturitatis diplomate adepto, Universitatis Catholicae Mediolanensis Facultatem Exterorum Sermonum incepit. Mense Februario anno 1991 Carolus Mocellin et Serva Dei Cinixelli Balsami Matrimonium celebravere in paroecia Sacrae Familiae. Inde domicilium in vico v.d. Carpané Valstagna, intra provinciae Vicentinae fines, collocaverunt.

    Franciscus anno 1991 et Lucia anno 1993 in lucem venerunt. Mense Octobri eiusdem anni, Serva Dei tertium filium gravida exspectante, cancer denuo inopinanter apparuit. Atrocissimis in momentis huius rei de caritate Dei numquam dubitavit, cui fiduciose se omnino commisit. Aliquot post menses valetudinarium ingredi coacta est, ut altera sectio chirurgica adhiberetur. Etsi chemotherapiam ante inchoare deberet, ipsa vero, ne fetus in utero gestus laederetur, neglexit. Die 28 mensis Iulii anno 1994 ortus est Richardus.

    Morbus autem progressus est ac pulmones quoque offendit. Unctionem Infirmorum suscipere Serva Dei postulavit, quod die 28 mensis Aprilis anno 1995 accidit, cum sane Sanctae Ioannae Beretta Molla memoria liturgica primo celebraretur. Postremis vitae mensibus Serva Dei magis etiam clarum vocationis suae habuit sensum, id est se Dei, qui caritas est, esse vocari, per viri dilectionem suorumque filiorum. Calvarium eius die 22 mensis Octobris anno 1995 Bassani ad finem pervenit.

    Heroica vitae Servae Dei oblatio vere caritate impulsa est ac sustenta. Fide etiam et spe in Deum non caruit, quas multum iam ab adulescentia noscere atque excolere didicit. Et an Deus eam ad vitam consecratam vocaret quaesivit, cum sine dubitatione suam perciperet Sororum a Caritate sententiam, licet “Deus tantum!”. Hominis caritatem tamen, sancto benedictoque more, experta est, plenam unionem cum Deo in christifidelis laicae statu per familiam perficiens. Quodam die viro suo scripsit: “Te amo, tu amas me, amor nostrum autem Dei nostri caritate continetur”. Eius necessitudo Dei Eucharistica pietate quoque se exserebat, cuius sine adiumento nunquam stare potuit. Christianae eius virtutes coniugali condicio ergo refulgunt, sed etiam amicitia plurimorum, quae usa est, et maternitate in filios suos. Dolores, christiana fortitudine accepti atque sublati, etiam magis perfectum fidei et caritatis testimonium eius reddiderunt.

    Cum progrediente tempore huius iuvenis matris sanctitatis fama numquam imminuisset, Episcopus Patavinus Servae Dei Causam beatificationis et canonizationis instrui censuit. Die 8 mensis Novembris anno 2008 Inquisitionem dioecesanam instituit, quam post ipse die 18 mensis Maii anno 2012 peregit. Haec Congregatio de Causis Sanctorum per decretum diei 18 mensis Aprilis anno 2013 iuridicam eius validitatem agnovit. Positione exarata, an Serva Dei virtutes christianas heroico in gradu exercuisset est disceptatum. Consultores Theologi die 3 mensis Decembris anno 2020 adfirmativum protulerunt votum. Patres Cardinales et Episcopi, die 6 mensis Iulii anno 2021 in Ordinaria Sessione congregati, professi sunt Servam Dei theologales, cardinales iique adnexas virtutes heroico modo excoluisse.

    Facta demum de hisce omnibus rebus Summo Pontifici Francisco per subscriptum Cardinalem Praefectum accurata relatione, Sanctitas Sua, vota Congregationis de Causis Sanctorum excipiens rataque habens, hodierno die declaravit: Constare de virtutibus theologalibus Fide, Spe et Caritate tum in Deum tum in proximum, necnon de cardinalibus Prudentia, Iustitia, Fortitudine et Temperantia iisque adnexis in gradu heroico Servae Dei Mariae Christinae Cella Mocellin, Christifidelis laicae et matrisfamilias, in casu et ad effectum de quo agitur.

    Hoc autem decretum publici iuris fieri et in acta Congregationis de Causis Sanctorum Summus Pontifex referri mandavit.

    Datum Romae, die 30 mensis Augusti a. D. 2021.