Causa in corso
María Evangelista Quintero Malfaz
- Venerabile Serva di Dio -

María Evangelista Quintero Malfaz

(1591 - 1648)

Venerabilità:

- 24 ottobre 2025

- Papa  Leone XIV

Monaca professa dell’Ordine Cistercense; visse una spiritualità vittimale percependo la vocazione ad offrirsi vittima con Cristo a favore della conversione dei fratelli peccatori. Fu anche protagonista di numerosi fenomeni ascetici sottoponendo sempre la sua esperienza interiore al confessore al quale prestava incondizionata obbedienza

  • Biografia
Rappresentò una figura esemplare nel monachesimo spagnolo della sua epoca

 

La Venerabile Serva di Dio María Evangelista Quintero Malfaz (al secolo: María) nacque il 6 gennaio 1591 a Cigales, presso Valladolid in Spagna e fu battezzata col nome di María il 18 gennaio seguente crescendo in una famiglia di profonda fede cristiana. Rimasta orfana di entrambi i genitori, assecondò la sua vocazione religiosa entrando nel monastero cistercense di Sant’Anna di Valladolid, nel quale prese l’abito di conversa il 10 maggio 1609 aggiungendo al suo il nome di Evangelista, in onore dell’apostolo Giovanni. Il 4 luglio 1627 divenne monaca di coro, dimostrandosi Religiosa esemplare nello svolgimento degli incarichi a lei affidati. Fino al 1634 rimase nel monastero di Valladolid dove ebbe le prime esperienze mistiche che mise per iscritto, guidata dai suoi padri confessori Gaspar de la Figuera e Francisco de Vivar.

Nel 1632 fu stabilita la fondazione di un nuovo monastero cistercense a Casarrubios del Monte, in provincia di Toledo, ove ella venne inviata e del quale, il 27 novembre 1634, divenne Badessa. In questa veste, incentivò la vita di orazione e contemplazione, continuando ad avere esperienze mistiche, che le lasciavano segni visibili esteriori. Nel 1648 la sua salute della cominciò a peggiorare fino a quando, colpita da gravi infermità, morì confortata dai sacramenti il 27 novembre venendo sepolta nella Sala capitolare del Monastero. Cinque anni dopo, a seguito di una ricognizione, i suoi resti mortali furono ritrovati incorrotti.

La Venerabile Serva di Dio rappresentò una figura esemplare nel monachesimo spagnolo della sua epoca. La sua fede si fondò su una intensa vita di contemplazione e preghiera. Il dialogo con il Signore fu costante e rappresentò l’elemento dominante del cammino spirituale da lei sperimentato, tanto da farle vivere esperienze mistiche edificanti anche per le consorelle e per coloro che la frequentarono. Visse una spiritualità vittimale percependo la vocazione ad offrirsi vittima con Cristo a favore della conversione dei fratelli peccatori. Fu anche protagonista di numerosi fenomeni ascetici sottoponendo sempre la sua esperienza interiore al confessore al quale prestava incondizionata obbedienza.

Praticò con ardore le virtù teologali confidando nel Signore per affrontare le difficoltà incontrate nel corso del cammino e sopportò con pazienza le avversità e la fragilità fisica. Visse la carità verso Dio impegnandosi a compiere la sua volontà in ogni circostanza della vita con grande umiltà, cercando il nascondimento e sentendosi piccola e indegna dinanzi al Signore, come attestano gli scritti in cui descrive le rivelazioni ricevute. In qualità di Badessa esercitò con sollecitudine la maternità spirituale nei confronti delle consorelle, mortificandosi con spirito di oblazione. La notevole fama di santità e di segni che la accompagnò nel corso della vita, perdurò anche dopo la morte come attestato da molteplici testimonianze e documenti.