Causa in corso
Maria Orsola Bussone
- Venerabile Serva di Dio -

Maria Orsola Bussone

(1954 - 1970)

Venerabilità:

- 18 marzo 2015

- Papa  Francesco

Laica; la sua avventura umana e spirituale dimostra la reale possibilità della santità giovanile e diventa un messaggio particolarmente vivo per la gioventù contemporanea

  • Biografia
“Ho capito che l’unica cosa che rende felice è Dio. Allora mi sono decisa a sceglierlo come il tutto della mia vita"

 

La Venerabile Serva di Dio Maria Orsola Bussone nacque a Vallo Torinese (Italia) il 2 ottobre 1954. Ricevuta l’istruzione scolastica e religiosa, dapprima presso la scuola delle Suore dalla Congregazione di San Giuseppe Benedetto Cottolengo a Monasterolo e, successivamente, presso quella delle Suore Albertine a Lanzo Torinese, partecipò alla vita della parrocchia, grazie soprattutto al vice-parroco don Vincenzo Chiarle, che scelse come guida spirituale. Si iscrisse al gruppo parrocchiale giovanile di Azione Cattolica. Nel 1967, a Roma, insieme ai genitori, prese parte al Primo Congresso dei Movimenti Parrocchiali, promosso dai Focolarini. Visse una forte esperienza spirituale, che sintetizzò in una lettera scritta a Chiara Lubich: «Ti voglio ringraziare per questi magnifici giorni e ti voglio dire che cosa ho capito. In questi giorni ho capito che la chiave della gioia è la Croce, Gesù Abbandonato. L’avevo capito sì abbastanza, ma quando arrivano le Croci, io non le superavo e andavo a terra. Ora invece l’ho capito e sono riuscita ad amarla […] Sai Chiara, voglio amare, amare, amare sempre, per prima, senza aspettarmi nulla, voglio lasciarmi adoperare da Dio come vuole Lui e voglio fare tutta la mia parte, perché quella è l’unica cosa che vale nella vita...». In seguito a tale scoperta, si impegnò sempre di più in parrocchia, facendo parte del coro, partecipando attivamente alla vita del Movimento dei Focolari a Mariapoli e ad altri incontri di studio e di riflessione sui documenti del Concilio Vaticano II. Nel 1968, durante il Congresso Europeo Gen (Generazione Nuova), a Rocca di Papa, si consacrò a Gesù Abbandonato.

Mentre frequentava il Liceo Scientifico, continuò a dedicarsi all’Oratorio parrocchiale. Contemporaneamente coltivava la sua vita spirituale, riportando in un diario le sue riflessioni e scrivendo varie lettere a seminaristi, sacerdoti, giovani e ragazze. In tali scritti emerge la sua spiritualità, caratterizzata dalla fede in Dio-Amore, dal mettere “Gesù in mezzo”, per illuminare i rapporti col prossimo, dall’offrire a Dio, momento per momento, azioni, gioie e soprattutto sofferenze, in sintonia con Gesù Abbandonato. Suo modello fu la Vergine Maria, che consacrò la sua vita a Dio.

Mentre si trovava ad un campo-scuola estivo, insieme al fratello e ad una quarantina di bambini, ragazzi e giovani della sua e delle parrocchie viciniorie, morì il 10 luglio 1970 a Ca’ Savio, presso Venezia (Italia), a causa di una forte scossa elettrica, partita dal phon difettoso.

 

INCHIESTA DIOCESANA

L’Inchiesta diocesana si svolse presso la Curia ecclesiastica di Torino (Italia), dal 26 maggio 1996 al 17 dicembre 2000, in sessanta Sessioni, con l’escussione di trentasette testi, di cui due ex officio.

La validità giuridica dell’Inchiesta fu riconosciuta con il Decreto del 15 giugno 2001.

 

CONGRESSO DEI CONSULTORI TEOLOGI

Si tenne il 17 settembre 2013. I Consultori, delineando il ritratto biografico della Venerabile Serva di Dio, sottolinearono che fu fedele a Cristo, in un crescente cammino di santità, grazie anche alla spiritualità del Movimento dei “Focolarini”, di cui fece parte insieme ai genitori.

Visse l’età adolescenziale con una maturità superiore alla media, come emerge dai suoi scritti. Il suo cammino spirituale fu breve ma intenso. Cercò di vivere il Vangelo in pienezza, consapevole della grandezza dell’amore e della misericordia di Dio che desiderò trasmettere ai suoi coetanei con grande entusiasmo. La sua fama di santità si sviluppò soprattutto nell’ambito del Movimento dei Focolari; dopo la pubblicazione del diario e degli altri scritti.

Al termine del dibattito, i Consultori si espressero unanimemente con voto affermativo circa il grado eroico delle virtù, la fama di santità e di segni della Venerabile Serva di Dio.

 

SESSIONE ORDINARIA DEI CARDINALI E DEI VESCOVI

Si riunì il 17 marzo 2015. L’Ecc.mo Ponente, dopo avere tratteggiato la storia della Causa e la figura della Venerabile Serva di Dio, si soffermò sull’esercizio delle virtù teologali e cardinali presenti in lei fin da piccola. Guidata da persone che le prospettarono l’amore di Dio e del prossimo come l’ideale più nobile e giusto, fu determinata nel ritenere che la vita è veramente bella se orientata verso Dio e verso il prossimo. Scrisse nel suo Diario: “Ho capito che l’unica cosa che rende felice è Dio. Allora mi sono decisa a sceglierlo come il tutto della mia vita; unica cosa che vale nella vita. Perché ti rende contenta”. Possedeva una grande carica interiore che la spingeva ad “essere per gli altri”. La fede la condusse ad accettarsi, ad accettare le persone e le situazioni, vincendo i momenti di scoraggiamento e di fatica, sicura dell’amore fedele di Dio. Il suo motto fu “Viva la vita!”. Era piena di gioia, di entusiasmo, di ottimismo, che riusciva a trasmettere agli altri.

La sua avventura umana e spirituale dimostra la reale possibilità della santità giovanile e diventa un messaggio particolarmente vivo per la gioventù contemporanea. La Venerabile Serva di Dio può divenire un esempio di adolescente che seppe fare del Vangelo il programma della sua vita nella normalità quotidiana.

Al termine della Relazione dell’Ecc.mo Ponente, che concluse constare de heroicitate virtutum, gli Em.mi ed Ecc.mi Padri risposero unanimemente al dubbio con sentenza unanime affermativa.