Causa in corso
María Séiquer Gayá
- Venerabile Serva di Dio -

María Séiquer Gayá

(1891 - 1975)

Venerabilità:

- 06 dicembre 2014

- Papa  Francesco

Fondatrice delle Suore Apostoliche di Cristo Crocifisso; visse costantemente sostenuta dalla fede, dalla speranza e dalla carità, soprattutto dopo la tragica morte del marito. Non si lasciò prendere dallo sconforto ma divenne una “donna del perdono”, con connotazioni singolari: perdono attivo che si traduce in apostolato; perdono misurato su “Cristo Crocifisso”; perdono che diventa scuola pedagogica per i conoscenti. Il carisma del suo Istituto la portò ad operare anche a favore dei figli degli assassini del marito e degli abitanti del suo paese che le erano stati ostili

  • Biografia
"Estoy como Dios quiere e Estoy en manos de Dios"

 

La Venerabile Serva di Dio María Séiquer Gayá, nacque il 12 aprile 1891 a Murcia (Spagna). Figlia di Mateo Séiquer Farroquia, che lavorava in commercio e sembra essere discendente di una famiglia originaria di Malta, e María Gayá Nolla, anch’essa discendente da migranti provenienti da Reus, la cui famiglia aveva aperto una Banca a Nolla che andò in rovina nel 1914, nel corso della prima guerra europea. Quarta di cinque fratelli, fu battezzata nella Parrocchia di Santa María, allora parrocchia della Cattedrale, il 16 aprile 1891, i suoi padrini furono José Séiquer e Joaquina Gayá.

Appartenente alla buona società di Murcia, ricevette una normale formazione umana e religiosa. Nel 1897 venne iscritta al Collegio Jesús María en la Rambla.

Ricevette il sacramento della confermazione all’età di quattro anni, nel 1895, nella cappella del Palazzo Episcopale di Murcia e la Prima Comunione nel 1903, quando aveva dodici anni, preceduta dagli esercizi spirituali per la prima volta, cosa che continuò a fare durante tutti gli anni da studentessa, poi, fin dal 1907, con le ex alunne e, una volta sposata, con le Reparadoras, giacché apparteneva alle Marías de los Sagrarios, essendo anche fedele devota degli esercizi di S. Ignazio, culminando con la pratica degli esercizi nei mesi di agosto-settembre 1961.

Nel 1908, a diciassette anni, una volta uscita dal collegio, fu presentata in società secondo le consuetudini dell’epoca, continuando a far parte de las Hijas de María. Il 7 febbraio 1909 venne a mancare sua madre. Due anni dopo, nel 1911, formalizzò la sua relazione con il medico Ángel Romero, conosciuto a Murcia durante le vacanze estive.

Ángel Romero chiese la sua mano il 12 aprile 1914, giorno del compleanno della Venerabile Serva di Dio e il matrimonio fu celebrato il 6 giugno seguente nella parrocchia di S. Bartolomé, nella cappella della Virgen de las Angustias. La convivenza si protrasse per ventitrè anni, vissuta in serenità e felicemente, conducendo una vita religiosa esemplare. Acquistarono la tenuta e la casa di Villa del Pilar, luogo che con il tempo sarebbe divenuto il centro di nascita della Congregazione di Sorelle di Cristo Crocifisso.

Con il sorgere dei cambiamenti politici e sociali in Spagna, quando iniziarono a bruciare chiese e conventi a Murcia, ella, a causa di una malattia, fu costretta a rimanere a Villa del Pilar per due anni interi, cosa che comportò un cambiamento importante nella Venerabile Serva di Dio e anche in suo marito. Insieme, infatti, decisero di iscriversi al partito politico Acción Popular, fondato a Madrid nel 1931 per raccogliere le forze di un cattolicesimo militante idoneo alla situazione politica repubblicana.

Il marito fu nominato presidente del partito, tuttavia furono costretti a vivere con altri familiari a casa di una zia, finché non presero la decisione di mandare Ángel in prigione dove, si supponeva, sarebbe stato più sicuro. Invece, la notte dell’11 settembre 1936 venne condannato a morte, accusato falsamente di ribellione militare, e giustiziato la mattina del 13 set­tembre dello stesso anno. Il suo cadavere fu profanato e trascinato per le strade della città, insieme a quello di altri nove fucilati, tra questi anche un sacerdote. Dal matrimonio non sono nati figli.

Alla morte del marito si trasferisce a Madrid, a casa di sua sorella Elisa, dove resta fino al 1937, maturando già il progetto di consacrarsi totalmente a Dio. Inizia una serie di incontri e di esperienze di ritiro – sempre ignaziani –, seguita da P. Esteban e si incontra con Amalia Martin de la Escalera, anche lei in fase di discernimento. Guidate da P. Esteban, decisero di iniziare una nuova fondazione a Villa Pilar non appena fosse finita la guerra e avessero potuto fare rientro a Murcia, iniziando già da quel momento a condurre una vita regolamentata e quasi conventuale. Nel mese di ottobre 1938 María e Amalia si recarono in visita dal Vescovo di Cartagena, che si trovava a Saragozza, esponendogli il progetto fondazionale, con il fine di promuovere umanamente e religiosamente l’infanzia; il Vescovo approva il progetto e promette il suo sostegno.

Rientrata a Murcia, dopo aver pregato sulla tomba di suo marito, si adopera per recuperare la sua proprietà, occupata parzialmente dall’aviazione militare, e la casa grande, convertita in uffici, per potere parlare nuovamente con il Vescovo e proseguire con il progetto di fondazione. Il 7 agosto 1939 il generale Kindelán firma a Madrid la restituzione della Villa. Il 7 settembre la raggiunsero a Murcia Amalia ed Encarna, che la aiutarono a preparare la celebrazione del terzo anniversario della morte del marito Ángel. Da quel momento rimasero a vivere insieme a lei, autorizzate a vivere in comunità, osservando la clausura religiosa e vestendo un semplice abito.

Questa comunità si preoccuperà di instaurare il culto pubblico a Villa Pilar per il paese di Santo Ángel, di preparare i bambini a ricevere i sacramenti – a causa della Guerra Civile molti non erano ancora stati battezzati – e di andare a far visita ai malati. Il 1° febbraio 1940 si aprirono le scuole catechistiche per la formazione religiosa dei bambini e degli adolescenti. Una delle grandi difficoltà era rappresentata dalla riconciliazione con le famiglie di Santo Ángel, timorose per il ritorno della Venerabile Serva di Dio poiché avevano partecipato all’esecuzione di Ángel, suo marito, ed erano entrate nella loro casa distruggendola e portando via gli arredi. Questa fu un’occasione per mostrare carità e misericordia come testimonianza dell’amore a Cristo Signore.

Su richiesta e suggerimento della Venerabile Serva di Dio, ed in vista di una preparazione specifica alla vita religiosa, il Vescovo diocesano, con le dovute autorizzazioni, concesse che tale noviziato fosse realizzato presso le Salesas di Salamanca sotto la direzione della madre priora Sr. Ana Margarita Arrieta dal gennaio fino alla fine dell’agosto 1941, ammettendo solo le fondatrici, cioè la Venerabile Serva di Dio e Amalia. Encarna aveva lasciato l’istituto.

Dal settembre 1941 l’Istituto di Hermanas Apostólicas de Cristo Crucificado, riprende il cammino progredendo in numero e definendo le linee del lavoro pastorale, sociale e docente, nonché le caratteristiche carismatiche dello stesso, cioè l’attenzione ai poveri e la carità nei loro confronti. Mons. Díaz y Gómarra, nel 1947, per il testimonio esemplare di vita delle sorelle, approvò 1’Istituto come Congregazione di diritto diocesano e la Santa Sede, con rescritto del 20 giugno 1947, autorizzò il Vescovo ad erigere canonicamente la Pia Unione come Congregazione Religiosa. Firmato il decreto corrispondente il 12 ottobre, il giorno seguente fu concessa alla Venerabile Serva di Dio la realizzazione dei voti perpetui, emessi il 15 ottobre insieme alla madre Amalia e alla professione temporanea di nove consorelle.

L’Istituto, dunque, inizia la sua crescita e le sue fondazioni: Alquerias (ottobre 1947), Cieza (1951), El Barquero (1955), Bernardos (1955), Cabra de Santo Cristo (1958), Mula e Fortuna (1960), Valverde de Leganés e Baños de la Encina (1961), Elche de la Sierra (1963), Villalba de los Barros (1964). Tutte queste fondazioni, situate in ambienti di particolare bisogno, specialmente per quanto riguarda l’istruzione, hanno potuto contare sulla personale attenzione della Venerabile Serva di Dio che, prima di inviare le religiose, verificava le installazioni e cercava di risolvere eventuali problemi, insistendo che tutte le fondazioni fossero in paesi, senza distinzione di classi sociali e in collaborazione con i parroci.

Un altro elemento prioritario per lei era la formazione spirituale e culturale delle religiose, in coerenza alla loro missione apostolica, curata con esercizi spirituali, brevi corsi, conferenze, ritiri, studi di magistero. Infatti, la casa di Alquería sarà considerata Casa di studi. Il numero di religiose, dalle tre iniziali nel 1941, salì a 121 religiose nel capitolo generale del 1966.

Negli anni 1966-1975, visse delle tensioni a causa di malintesi con madre Amalia, diventata Madre Generale, della quale fu prima Vicaria e poi semplice sorella. Dal 1970, poi, le sue malattie le causeranno un importante indebolimento fisico, per cui nel capitolo del 1972 rinunciò per iscritto ad essere eletta a qualunque incarico.

Nel mese di febbraio 1975 ebbe luogo la celebrazione del Decretum laudis del 7 gennaio 1975, firmato dal Cardinale Arturo Tabera, Prefetto della Congregazione per i Religiosi, che riconosceva solennemente l’Istituto Hermanas Apostólicas de Cristo Crucificado come istituto di diritto pontificio. La Venerabile Serva di Dio, a causa del suo stato di salute, assistette alla celebrazione dalla sua abitazione.

La sua salute, infatti, fin dal 1969 iniziò un progressivo ed inarrestabile deterioramento. Nell’ottobre 1970 subì un in­farto che la rese incosciente per quindici giorni; nel 1971 fu colpita da diversi episodi di febbre altissima e, nel dicembre dello stesso anno, da un coma diabetico. In seguito anche l’artrite le impedì di camminare e si manifestò con molta violenza il male di Parkinson. Il 13 lu­glio 1975 venne assalita da febbri molto alte e quattro giorni dopo, il 17 lu­glio, si spense nel Signore accompagnata da diverse delle sue figlie.

 

Iter della Causa

L’Inchiesta Diocesana si svolse presso la Curia ecclesiastica di Cartagena (Spagna), dal 4 febbraio 1989 al 13 aprile 1991, in centotrentuno Sessioni, durante le quali furono raccolte le prove documentali e vennero escussi novantacinque testi, di cui quattro ex officio.

La validità giuridica dell’Inchiesta fu riconosciuta con il Decreto del 25 giugno 1993.

 

Congresso Peculiare dei Consultori Teologi

Si svolse il 20 marzo 2013, presieduto dal Promotore della Fede, con la partecipazione dei Consultori prescritti, i quali misero in evidenza che la Venerabile Serva di Dio, donna intuitiva, di particolare bontà, dotata di una buona formazione culturale e cristiana, fu capace di intrattenere intense ed edificanti relazioni umane. I vari stati di vita che ella percorse, non esenti da momenti particolarmente dolorosi, furono segnati dalla accoglienza della grazia di Dio.

Con il marito si occupò di opere di carità e, attraverso l’impegno del consorte durante la seconda Repubblica spagnola, prestò la sua attività in campo sociale. In totale adesione agli insegnamenti evangelici e sostenuta da profonda fede, trovò la forza di perdonare gli assassini del marito e coloro che, in quegli anni tumultuosi, fecero del male alla sua famiglia. Dopo la morte del coniuge maturò in lei la decisione di intraprendere la vita consacrata fino a divenire Fondatrice di una nuova Congregazione religiosa. Il carisma del suo Istituto la portò ad operare anche a favore dei figli degli assassini del marito e degli abitanti del suo paese che le erano stati ostili. La sua esistenza fu segnata dall’esperienza della crescita costante nella fede e nella speranza cristiana, alimentate dalla preghiera assidua e serena, centrata in Cristo Signore e caratterizzata dalla devozione mariana.

Al termine del dibattito, i Consultori si espressero unanimemente con voto affermativo a favore del grado eroico delle virtù, della fama di santità e di segni della Venerabile Serva di Dio.

 

Sessione Ordinaria dei Cardinali e dei Vescovi

Si riunì il 2 dicembre 2014. L’Ecc.mo Ponente, dopo aver ripercorso la storia della Causa ed il profilo biografico della Venerabile Serva di Dio, ne sottolineò l’esercizio eroico delle singole virtù. Ella visse costantemente sostenuta dalla fede, dalla speranza e dalla carità, soprattutto dopo la tragica morte del marito. Non si lasciò prendere dallo sconforto ma divenne una “donna del perdono”, con connotazioni singolari: perdono attivo che si traduce in apostolato; perdono misurato su “Cristo Crocifisso”; perdono che diventa scuola pedagogica per i conoscenti. I suoi intercalari frequenti erano: Estoy como Dios quiere e Estoy en manos de Dios. Essi indicano la profondità della sua fede, che la legò intimamente al Crocifisso e che traduceva nella vita sacramentale, nell’ascolto della Parola, nella formazione delle sue religiose e nella fedeltà alla Chiesa. La sua speranza fu un canto alla Provvidenza e una forza che la portò a non abbattersi nella difficoltà della vita. L’amore accolto da Dio diventò in lei sorgente per amare il prossimo, soprattutto nel dono senza condizioni, aprendo il cuore e la mano e offrendo aiuto e servizio.

Al termine della Relazione dell’Ecc.mo Ponente, che concluse constare de heroicitate virtutum, gli Em.mi ed Ecc.mi Padri risposero unanimemente al dubbio con sentenza affermativa