Causa in corso
Matteo Farina
- Venerabile Servo di Dio -

Matteo Farina

(1990 - 2009)

Venerabilità:

- 05 maggio 2020

- Papa  Francesco

Giovane laico, fin da bambino lasciò illuminare la propria vita dalla fede, che nutrì con la Parola di Dio, la Santa Messa e la preghiera, sentendo l’urgenza di farsene testimone presso i coetanei

  • Biografia
  • Decreto sulle Virtù
“La cosa più importante è che la fede non va tenuta dentro, ma bisogna esternarla agli altri; è nostro dovere non obbligare a credere, ma indurre alla conoscenza di Dio”

 

    Il Venerabile Servo di Dio Matteo Farina nacque ad Avellino (Italia) il 19 settembre 1990. Visse con la famiglia a Brindisi.

    Cresciuto in parrocchia, la cui cura pastorale era affidata ai Frati Minori Cappuccini, fu segnato dalla spiritualità di San Francesco e dalla devozione a San Pio da Pietrelcina. Dotato di una intelligenza molto viva e di una profonda fede, a nove anni già possedeva una conoscenza profonda del Vangelo.

    Il 4 giugno del 2000 ricevette la Prima Comunione e, da quel momento, sviluppò un rapporto profondo con il Signore Gesù, che alimentava attraverso la partecipazione al Sacramento dell’Eucaristia, con le visite al SS. Sacramento, la devozione al Sacro Cuore, con la pratica dei primi venerdì del mese e la recita del Santo Rosario.

    Dopo un’estate serena, nel settembre 2003, il Se iniziò a soffrire di lancinanti mal di testa e problemi alla vista. Sottoposto a varie visite specialistiche, gli fu diagnosticato un tumore cerebrale. Accolse la sofferenza come una vera e propria missione e si impegnò nel discernere il progetto di Dio mediante la preghiera, il catechismo e la lettura del Vangelo. Si distinse anche per gesti di carità di notevole spessore, soprattutto verso le persone sofferenti. Malgrado le condizioni fisiche precarie, si affidò al Signore e continuò con decisione il percorso scolastico, iscrivendosi, nel 2004, all’Istituto Tecnico Industriale.

    La situazione clinica non migliorò e le condizioni della sua vista divennero sempre più critiche. Nel gennaio 2005, ad Hannover, subì il primo intervento di craniotomia. Nonostante ciò, continuò il discernimento circa la volontà di Dio nei suoi confronti e la missione evangelizzatrice presso i compagni.

    Nell’ottobre 2007, si fidanzò con una giovane, con la quale condivise un percorso caratterizzato da condivisione e purezza.

    Nell’ottobre 2008 si manifestarono i sintomi di una recidiva. Ricevette l’unzione degli infermi. Dal 9 dicembre 2008 al 15 gennaio 2009, ad Hannover subì tre interventi al cervello. Rientrato a Brindisi gravemente paralizzato, si spense lentamente, con il conforto dell’Eucarestia. Morì a Brindisi (Italia) il 24 aprile 2009.

    Matteo si distinse per il carattere allegro, determinato, equilibrato e riflessivo. Fin da bambino, lasciò illuminare la propria vita dalla fede, la nutrì con la Parola di Dio, la Santa Messa e la preghiera, sentendo l’urgenza di farsene testimone presso i coetanei, fino a subire ostilità e derisioni. La virtù della speranza fu l’anima della sua accettazione della malattia, orientando tutto se stesso all’incontro con Dio, ma emerse fin da piccolo, nel carattere gioioso che lo contraddistinse. L’amore verso Dio si rivelò nell’oblazione della vita nella malattia, come pure nel ruolo che riservò nella sua vita alla preghiera e nel coraggio con cui si fece testimone di Dio verso i coetanei. Maturò la consapevolezza che la sua missione doveva essere quella di “infiltrato di Dio” tra i giovani. I coetanei lo seguivano perché vedevano in lui un esempio credibile. Da qui scaturì il suo amore verso il prossimo, da aiutare in tutte le circostanze e soprattutto da ricondurre alla fede. Quando era ricoverato in clinica, faceva visita agli altri ammalati, confortandoli con le parole e la preghiera. Quando sapeva che dovevano affrontare un intervento, la sera prima si recava nelle loro stanze a recitare il Rosario e, quando non poteva perché costretto a letto dalla malattia, lo recitava dalla sua stanza.

    La disponibilità a seguire le indicazioni dei confessori e del direttore spirituale per scoprire la volontà di Dio, mostrò la sua prudenza, di cui si avvalevano diversi suoi coetanei che ricorrevano al suo consiglio. La giustizia si manifestava nell’adempimento dei suoi doveri di cristiano, di figlio e di studente. Il modo con cui affrontò la malattia fa risplendere la fortezza di questo giovane, a cui va ricondotta anche la sua azione di coraggioso evangelizzatore. Così si esprimeva in un tema in classe: “La cosa più importante è che la fede non va tenuta dentro, ma bisogna esternarla agli altri; è nostro dovere non obbligare a credere, ma indurre alla conoscenza di Dio”. La sobrietà nel vestire, libero dai dettami della moda, nell’uso degli strumenti tecnologici, nel risparmiare per poter donare alle missioni, mostrano la temperanza di Matteo. L’ispirazione francescana lo indirizzò verso la povertà in vista della carità. L’obbedienza giunse al culmine nell’accettare di sottoporsi all’ultimo intervento chirurgico che lo fece rientrare a casa in carrozzina. La castità fu da lui vissuta in pienezza nel rapporto con la fidanzata. Le molteplici doti che si evidenziavano nell’esistenza non facevano schermo a una sostanziale umiltà. Era un brillante studente, amante della musica e dello sport. Sopportava con forza d’animo il male che lo consumava, facendo trapelare serenità e gioia.

 

BRINDISI-OSTUNI

 

BEATIFICAZIONE e CANONIZZAZIONE

del Servo di Dio

MATTEO FARINA

Laico

(1990-2009)

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DECRETO SULLE VIRTU'

 

 

    “Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio” (Mt 5,8).

    Il Servo di Dio Matteo Farina è vissuto “con gli occhi al cielo”, come egli stesso scrisse. In tal modo ha riconosciuto che tutto parla di Dio e del suo amore, ha dato il giusto valore alle sue esperienze di adolescente, si è messo a servizio del bene degli altri e ha portato con serena fortezza la Croce della malattia che lo ha condotto prematuramente alla morte. La sua vita, così ornata di splendide virtù, è pervenuta in breve tempo alla perfezione.

     Il Servo di Dio nacque ad Avellino il 19 settembre 1990. Con la sua famiglia, molto unita e fondata su solidi valori cristiani, visse sempre a Brindisi. Ebbe uno speciale legame di sincerità e affetto con la sorella. Era un bambino mite e ubbidiente. Dai Padri Cappuccini della parrocchia imparò lo spirito francescano e specialmente la devozione a San Pio da Pietrelcina. Molto presto iniziò a meditare la Parola di Dio e si assunse precisi impegni di preghiera. Partecipava alla Messa, si confessava con frequenza, faceva la visita al Santissimo Sacramento e recitava il Rosario. Desiderava che anche i suoi amici imparassero a rifuggire il male e sperimentassero l’amore di Dio. Per questo si tratteneva a parlare con gli amici e difendere ciò che dice la Chiesa su argomenti di fede e di morale cristiana. Non sempre era ascoltato e talvolta veniva deriso. La perseveranza era segno della sua grande libertà.

    Aveva 13 anni quando gli venne diagnosticata una neoplasia cerebrale maligna, per la quale fu sottoposto a plurimi interventi chirurgici in Italia e in Germania e a pesanti cicli di terapia. Visse la malattia con fortezza d’animo e con la speranza di chi si consegna totalmente alla volontà di Dio. Trovò grande consolazione nella devozione al Cuore Immacolato di Maria e nelle parole della Beata Vergine di Fatima. Riuscì a portare avanti gli impegni scolastici e le passioni di adolescente. Si dilettava di informatica e lo appassionavano le scienze, la chimica in particolare. Formò anche un gruppo musicale, nel quale era cantante. Animato da grande carità e fervore per il Vangelo, creò un fondo per le missioni in Mozambico, dove metteva i propri risparmi. Aveva uno stile di vita sobrio, specialmente nel cibo e nel vestire. Prese anche in considerazione la domanda sulla propria vocazione. Nel 2007 conobbe una ragazza, con la quale si fidanzò. Con lei parlava di fede, costruiva progetti di vita matrimoniale e conobbe la bellezza di un amore appassionato e casto. La ragazza, che lui stesso aveva informato della propria malattia, gli rimase accanto fino alla fine.

    Con l’aggravarsi del suo stato di salute, la sua vista si indebolì e dovette utilizzare per muoversi una sedia a rotelle. Ripeteva spesso: “Dobbiamo vivere ogni giorno come se fosse l’ultimo, ma non nella tristezza della morte, bensì nella gioia di essere pronti all’incontro con il Signore”. Ricevette l’Unzione degli infermi ed offrì la sua sofferenza per amore di Dio e per il bene delle anime. Si addormentò serenamente nel Signore il 24 aprile 2009. Le sue esequie videro la partecipazione di molti, specialmente giovani, ai quali da subito il Servo di Dio fu additato come modello di virtù e santità cristiana. Alcuni amici si radunarono in un gruppo per promuovere il suo ricordo e diffondere i suoi scritti e la sua testimonianza. Per questa fama di santità che cresceva sempre più, molti visitavano la sua tomba nel cimitero di Brindisi, ragion per cui il suo corpo nel 2017 è stato traslato nella chiesa cattedrale.

    Per il diffondersi e accrescersi della fama di santità si è anche deciso di iniziare la Causa di Beatificazione e Canonizzazione del Servo di Dio. Presso la Curia ecclesiastica di Brindisi-Ostuni si è celebrata dal 19 settembre 2016 al 24 aprile 2017 l’Inchiesta diocesana, la cui validità giuridica è stata riconosciuta da questa Congregazione delle Cause dei Santi con decreto del 22 settembre 2017. Preparata la Positio, si è discusso al modo consueto se il Servo di Dio abbia esercitato in grado eroico le virtù cristiane. Il 29 ottobre 2019 il Congresso Peculiare dei Consultori Teologi ha pronunciato il proprio voto favorevole. I Padri Cardinali e Vescovi il 25 aprile 2020 hanno riconosciuto che il Servo di Dio ha esercitato eroicamente le virtù teologali, cardinali ed annesse.

    Il sottoscritto Cardinale Prefetto ha quindi riferito tutte queste cose al Sommo Pontefice Francesco. Sua Santità, accogliendo e ratificando i voti della Congregazione delle Cause dei Santi, ha oggi dichiarato: Sono provate le virtù teologali Fede, Speranza e Carità verso Dio e verso il prossimo, nonché le cardinali Prudenza, Giustizia, Fortezza e Temperanza ed annesse in grado eroico del Servo di Dio Matteo Farina, Laico, nel caso e per il fine di cui si tratta.

 

    Il Sommo Pontefice ha poi disposto che il presente decreto venga pubblicato e inserito negli atti della Congregazione delle Cause dei Santi.

    Roma, 5 maggio 2020.

 

Angelo Card. Becciu

Prefetto

 

                                + Marcello Bartolucci

                                Arciv. tit. di Bevagna

                                Segretario

 

 

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BRUNDUSINA-OSTUNENSIS

 

BEATIFICAZIONIS et CANONIZATIONIS

Servi Dei

MATTHAEI FARINA

Christifidelis Laici

(1990-2009)

 

DECRETUM SUPER VIRTUTIBUS

 

 

    “Beati mundo corde, quoniam ipsi Deum videbunt” (Mt 5,8).

    Servus Dei Matthaeus Farina “oculis ad caelum”, uti scripsit, vixit. Tali modo cuncta de Deo caritateque eius loqui agnovit, omnes adulescentis experientias recte censuit, se ad aliorum bono ministrandum posuit atque serena fortitudine infirmitatis Crucem toleravit, quae ante tempus ad mortem perduxit eum. Vita eius, sic claris virtutibus exornata, ad perfectionem brevi spatio pervenit.

    Servus Dei Abellini die 19 mensis Septembris anno 1990 natus est. Cum familia sua, valde cohaerente ac in christianas firmas virtutes fundamenta agente, Brundisii semper habitavit. Praecipuis sinceritate et adfectu sororem attingebat. Puer docilis mitisque erat. A Patribus Capuccinis paroeciae, franciscale spiritum ac singularem Sancto Pio a Petrelcina devotionem didicit. Celerius Verbum Dei meditari inchoavit et aliquas definitas orationis occupationes recepit. Missae intererat, frequenter confitebatur, Sanctissimi Sacramenti visitam colebat et Rosarium precabatur. Amicos suos mala recusare discere atque caritatem Dei experiri cubiebat. Ideo cum aequalibus locutum commorabatur ac quae Ecclesia de fidei christianaeque moralis argumentis doceret defendebat. Haud semper auscultabatur atque aliquando ridebatur. Perseverantia eius magnam libertatem  demonstrabat.

    Quartum et decimum annum agebat, cum ei quaedam cerebralis neoplasia maligna comperta est, ob quam plurimis chirurgicis sectionibus in Italia Germaniaque necnon gravis curationis ordinibus est subiectus. Animi fortitudo atque spe eius, qui in Deum seipsum commendat, infirmitatem sumpsit. In Mariae Immaculato Cordi devotione Beataeque Virginis Mariae Fatimensis verbis solacium magnum invenit. Scholarum studia pergere valuit necnon eius adulescentis oblectamenta. Informatica delectabatur ac physicis, chimica ante omnia, tenebatur. Symphoniacorum etiam coetum instituit, inter quos canebat. Summa caritate ac zelo in Evangelium motus, pecuniam ad Mozambicanas missiones destinabat, cuius causa compendia sua colligebat. Modum vivendi sobrium gerebat, maxime victu atque vestitu. De vocatione sua quaestionem quoque respexit. Anno 2007 virginem quandam novit, quam sibi despondit. Una cum ea de fide loquebatur, rationes futurae coniugalis vitae instituebat atque ardentis castique amoris pulchritudinem perspexit. Virgo, quam ipse de infirmitate sua certiorem fecit, usque ad finem adfuit ei.

    Ingravescente morbo visus eius imminutum est et Servus Dei rotali sella uti est coactus. Repetebat saepe: “Omnis dies uti postremus est nobis vivendus, non propter obitum maesti sed potius gavisi quia ad Domini occursum parati sumus”. Unctionem infirmorum suscepit atque pro caritate in Deum et animarum bono patimenta sua obtulit. Placide in Domino die 24 mensis Aprilis anno 2009 obdormivit. Exequiis eius multi interfuerunt, iuvenes in primis, quibus Servus Dei virtutum christianaeque sanctitatis exemplum mox propositus est. Aliqui amici eius se congregaverunt ad memoriam Servi Dei fovendam necnon scripta testimoniumque eius proferenda. Sanctitatis fama, multi sepulcrum eius in Brundusino coemeterio visitabant, ita ut anno 2017 corpus eius in cathedralem ecclesiam tranferretur.

    Hac sanctitatis fama usque increbrescente, et Servi Dei Causa Beatificationis et Canonizationis incipi statutum est. Iuxta Curiam ecclesiasticam Brundusinam-Ostunensem a die 19 mensis Septembris anno 2016 ad diem 24 mensis Aprilis anno 2017 Inquisitio dioecesana celebrata est, cuius iuridica validitas ab hac Congregatione de Causis Sanctorum per decretum diei 22 mensis Septembris anno 2017 est recognita. Positione confecta, consueto modo an Servus Dei virtutes christianas in gradu heroico excoluisset disceptatum est. Die 29 mensis Octobris anno 2019 Peculiaris Consultorum Theologorum Congressus votum positivum protulit. Patres Cardinales et Episcopi die 25 mensis Aprilis anno 2020 Servum Dei theologales, cardinales iisque adnexas virtutes heroico more exercuisse professi sunt.

    Facta demum de hisce omnibus rebus Summo Pontifici Francisco per subscriptum Cardinalem Praefectum accurata relatione, Sanctitas Sua, vota Congregationis de Causis Sanctorum excipiens rataque habens, hodierno die declaravit: Constare de virtutibus theologalibus Fide, Spe et Caritate tum in Deum tum in proximum, necnon de cardinalibus Prudentia, Iustitia, Fortitudine et Temperantia iisque adnexis in gradu heroico Servi Dei Matthaei Farina, Christifidelis Laici, in casu et ad effectum de quo agitur.

 

    Hoc autem decretum publici iuris fieri et in acta Congregationis de Causis Sanctorum Summus Pontifex referri mandavit.

    Datum Romae, die 5 mensis Maii a.D. 2020.