Paolo Maria Guzmán Figueroa (al secolo: Giuseppe Bardomiano di Gesù)
(1897 - 1967)
Sacerdote professo dei Missionari dello Spirito Santo e Fondatore delle Missionarie Eucaristiche della Santissima Trinità; nelle varie tappe della sua vita, cercò sempre di vivere in obbedienza filiale alla volontà del Padre e nel realizzare il suo desiderio profondo di essere un autentico sacerdote, alter Christus
Il Venerabile Servo di Dio Paolo Maria Guzmán Figueroa (al secolo: Giuseppe Bardomiano de Jesús) nacque a Cuanamuco (Messico) il 25 settembre 1897. Educato in una famiglia profondamente cattolica, avvertì fin da fanciullo la vocazione sacerdotale ma, per l’indigenza della famiglia, a dodici anni dovette cominciare a lavorare come telegrafista.
Nel 1911 fu accolto nel Seminario minore dell’Arcidiocesi di Morelia. Nel 1913 passò nel Seminario maggiore Tridentino ma, nel 1915, dovette lasciare gli studi per lo scoppio della Rivoluzione Messicana. Nel frattempo, si iscrisse alla Facoltà di Medicina e Farmacia.
Nel 1918 fece ritorno in Seminario e, dopo aver conosciuto il Servo di Dio Felice Rougier, Marista francese e Fondatore della Congregazione dei Missionari dello Spirito Santo, decise di entrare nell’Istituto. Il 16 giugno 1919 iniziò il Noviziato, al termine del quale emise i voti. Il 29 settembre 1923 venne ordinato sacerdote.
Fu Procuratore della Scuola Apostolica della sua Congregazione e Vice-Direttore generale dell’Arciconfraternita dello Spirito Santo. A causa dell’ostilità del Governo messicano nei confronti della Chiesa cattolica, si trovò costretto, come tanti altri sacerdoti e religiosi, a vivere il ministero con grandi limitazioni e in condizioni di clandestinità. Nel biennio 1928-1929 fu inviato a L’Avana (Cuba), in aiuto dei confratelli. Fece ritorno in Messico ma, dopo un breve soggiorno, partì per l’Italia, dove studiò Diritto Canonico nella Pontificia Università Gregoriana. Conseguita la Laurea nel giugno del 1931, rientrò in Messico, impegnandosi nella fondazione dei centri dell’Apostolato della Croce e visitando i confratelli Missionari dello Spirito Santo.
Nel 1932 incontrò Enriqueta Rodríguez Noriega (1906-1998) e, insieme a lei, decise di fondare la Congregazione delle Missionarie Eucaristiche della Santissima Trinità, con la finalità di curare l’educazione dei giovani e di diffondere il culto eucaristico. Continuò a mantenere tutti gli impegni pastorali affidatigli dal suo Istituto, senza trascurare la formazione spirituale della nuova famiglia religiosa femminile. Nel 1938 fu eletto Consultore generale e Superiore della Casa di Mixcoac; nel 1944 fu nominato Superiore della Casa di San Luis e, nel 1950, della Casa di Puebla. Accompagnò il Superiore generale in una lunga visita in Europa, dall’ottobre 1950 al gennaio 1951. Venne a Roma per la proclamazione del dogma dell’Assunta e fu ricevuto in Udienza da papa Pio XII. In quell’occasione, si offrì per aprire una missione delle Missionarie Eucaristiche e il Santo Padre indicò come terra la Bolivia. Oltre all’Italia, visitò Francia, Spagna e Terra Santa. Nel 1952, fu in Giappone per l’apertura del noviziato delle Suore Missionarie Eucaristiche e per apostolato. Nel 1953 divenne Direttore spirituale del Seminario inter diocesano di Lima (Perù) e fu incaricato di insegnare greco e latino. Nello stesso anno fu nominato Direttore del Consiglio direttivo dell’Associazione Mariana e nell’anno seguente si impegnò a rivitalizzare l’Arciconfraternita dell’Apostolato della Croce a Lima. Tornato in Messico, ricoprì l’incarico di Superiore della Casa di Irapuato e poi di quella di León. Nel 1961 fu nominato Assistente delle Missionarie e, dal 1962 al 1965, fu Vice-Maestro dei novizi a Guadalajara.
Colpito da tumore al fegato e al pancreas, trascorse le ultime settimane di vita presso le Missionarie a Tecoyotitla (Città del Messico) dove, ricevuto il Viatico, morì il 17 febbraio 1967.
I suoi resti mortali furono riesumati nel 1988 e traslati nella Chiesa Espiatorio Nazionale di San Felipe de Jesús dove si trova anche la tomba del Servo di Dio Felice Rougier.
INCHIESTA DIOCESANA
L’Inchiesta Diocesana si svolse presso la Curia ecclesiastica di Città del Messico (Messico), dal 25 marzo 1993 al 25 marzo 1996, in centocinquantasette Sessioni, durante le quali furono raccolte le prove documentali e vennero escussi quarantacinque testi, dei quali sei ex officio.
La validità giuridica dell’Inchiesta fu riconosciuta con il Decreto del 31 ottobre 1997.
CONGRESSO DEI CONSULTORI TEOLOGI
Si svolse il 17 marzo 2015. I Consultori sottolinearono che il Venerabile Servo di Dio, nelle varie tappe della sua vita, cercò sempre di vivere in obbedienza filiale alla volontà del Padre e nel realizzare il suo desiderio profondo di essere un autentico sacerdote, alter Christus.
Uomo ingegnoso, ricco di idee, manifestò sempre uno spiccato zelo apostolico. Fu un religioso di solida fede, nutrita dalla costante preghiera, che visse in una comunione semplice e profonda con la Santissima Trinità. Per glorificare Dio Uno e Trino, si prodigò per conquistare anime eucaristiche e sacerdotali in una dimensione di oblazione e silenzio. Sacerdote misericordioso, valente predicatore, esercitò la carità verso i confratelli e i laici, con grande umiltà e mitezza d’animo. La sua profonda vita interiore era centrata sull’Eucaristia. Pur essendo in continuo apostolato, era capace di trascorrere ore davanti al Santissimo Sacramento.
Al termine del dibattito, tutti i Consultori si espressero unanimemente con voto affermativo circa il grado eroico delle virtù, la fama di santità e di segni.
SESSIONE ORDINARIA DEI CARDINALI E VESCOVI
Si riunì il 17 maggio 2016. L’Ecc.mo Ponente, dopo avere tratteggiato la storia della Causa e la figura del Venerabile Servo di Dio, si soffermò sull’esercizio delle virtù teologali e cardinali, sottolineando che suo anelito costante fu di raggiungere la santità e di adoperarsi con tutte le forze nell’apostolato. Fortificò la sua fede con la preghiera incessante, lo studio della Sacra Scrittura, l’Adorazione Eucaristica prolungata, la devozione alla Santa Croce e l’amore alla Madre di Dio. L’amore verso il Signore, sperimentato e vissuto, lo portò a scorgerlo e contemplarlo sempre in ogni persona che incontrava, in particolare nei confratelli della Congregazione e nelle religiose dell’Istituto da lui fondato. Nutrì anche grande amore verso i bambini, i giovani e gli anziani.
Al termine della Relazione dell’Ecc.mo Ponente, che aveva concluso constare de heroicitate virtutum, gli Em.mi ed Ecc.mi Padri risposero unanimemente al dubbio con sentenza affermativa.